A STRANGE STORY
by Ele
CONOSCENZA
Si riscosse dai suoi pensieri con rapidità sorprendente, come se avesse fatto una doccia fredda…ma non era stato a causa della acqua.
Rukawa si era avvicinato da dietro e con voce seria, ma ancora un po’ affannata le aveva detto: - Sei davvero in gamba.
E quindi se ne era andato verso gli spogliatoi con un nugolo di ragazze al seguito che gareggiavano per congratularsi, offrirgli un asciugamano o una bibita. Questo era bastato. Si era ridestata come la bella addormentata, tutto ad un tratto, senza un motivo preciso.
Ma forse il motivo c’era.
Il capitano intanto si era rivolto alla giovane, la scrutava e soppesava ogni sua parola con attenzione :
La squadra ha bisogno di alcuni miglioramenti e penso tu sia abbastanza esperta da consigliarci.
E all’ordine perentorio di Akagi, tutti, seppur di malavoglia si diressero verso la palestra.
Quella giornata era stata per tutti piena di sorprese.
Tutti si erano disposti come quando, il primo giorno si erano presentati, richiedendo di entrare nel club.
Hanako si era sorpresa a fissare Rukawa, che con lo sguardo addormentato si era piazzato proprio di fronte a lei. Ma si obbligò a distogliere lo sguardo ***non vorrai finire come quelle stupide del suo fans- club !!!! ragiona Hanako, ragiona !!!!!! Lo ammiri semplicemente perché ti ha battuta…quasi non ci hai mai parlato…E poi guarda !!! Qui è pieno di ragazzi carini !!!!*** ma ormai era sempre più convinta di stare mentendo a se stessa.
***Mai più lo stesso sbaglio…Ricorda Hanako…MAI PIU’ ***
Intanto erano cominciate le presentazioni:
Hanako si era posta davanti ai giocatori e con un profondo inchino aveva detto il suo nome e la classe che frequentava.
Poi era tornata a sedere vicino alla manager del club.
Avanti ragazzi, presentatevi! Comincia tu Mitsui!
un giovane dai corti capelli neri aveva fatto un passo avanti:
- Piacere di conoscerti. Il mio nome è Hisashi Mitsui e frequento il terzo anno.
Ed era ritornato al suo posto, con un passo indietro.
Si era subito portato sulla falsariga un ragazzo dalla strana pettinatura, un orecchino al lobo sinistro (mi pare…NdA), non molto alto, a dire il vero. Era lo stesso, Hanako lo notò subito, che quella mattinata era in compagnia di Ayako.
Contemporaneamente al suo fianco Ayako sbuffò e sibilò qualche invettiva contro il poverino, per la sua maleducazione…
Intanto, ad uno ad uno i componenti dello Shohoku si facevano avanti per le presentazioni.
Aveva quasi alzato la voce, per rimarcare questa affermazione e Hanako non aveva potuto trattenere un risolino ***che tipo… E’ lo stesso che prima si è preso tutti quei pugni..***
Akagi intanto era quasi sul punto di dargli un bel pugno in testa, ma per buona educazione (non si nota, ma ci tiene a certe cose….) riuscì a trattenersi.
Ormai era il turno di Rukawa che però sembrava essersi addormentato in piedi, con uno sguardo fisso nel vuoto.
Siccome non si muoveva, Hanamichi non riuscì a trattenersi
E nel dargli una gomitata per farlo svegliare, ci mise in realtà molta più forza di quella necessaria, col bel risultato che Rukawa quasi cadde a terra.
Detto questo tornò al posto. Sembrava essersi finalmente svegliato.
Quando anche gli altri si furono presentati, il capitano con aria solenne, ma che lo faceva assomigliare, a detta di tutti un gorilla che vuole atteggiarsi a grande saggio, si presentò a sua volta:
Quel giorno la maggior parte di loro diede il meglio di sé… forse, come suggerì Ayako ad Hanako pochi minuti dopo, - Per far colpo su di te….-
Molti dei giocatori, infatti, sembravano averla notata, e si impegnavano più del solito per riuscire bene ai suoi occhi.
Fra questi perfino Sakuragi, nonostante Haruko non fosse presente all allenamento sembrava avere una marcia in più.
Akagi stesso se ne era accorto *** beh, almeno miglioreremo di sicuro…***e si era ritrovato a pensare che la presenza della ragazza sarebbe stata utile non solo dal punto di vista strettamente tecnico.
Ma lei non sembrava interessata ai giocatori in quanto ragazzi, ma invece coglieva i loro aspetti tecnici, i loro sbagli e registrava i loro punti forti.
Sembrava impegnatissima.
Annotava alcune cose su di un foglio, e quando Ayako sbirciò cosa stava scrivendo si trovò a fissare caratteri strani: la sua mente le disse che erano caratteri inglesi, ma nonostante la sua conoscenza delle parole inglesi non riusciva ad identificare nessuno dei termini usati, a parte i nomi dei giocatori.
Ayako aveva già notato che in quella ragazza c’era qualcosa di occidentale, ma non avrebbe quasi sospettato si trattasse di una gaijin (straniera )…o quasi, visto che per metà era giapponese.
Forse erano stati quegli occhi, o forse il fatto che era così alta, ma non era di certo passata inosservata, anche a coloro che non conoscevano la sua storia.
***E dire che oggi è uno dei giorni in cui gioca meglio…***aveva pensato Ayako
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Alla fine, dopo l’allenamento, i giocatori si erano precipitati a cambiarsi, per avere modo di parlare ( fare il terzo grado ) con la nuova componente dello Shohoku.
Si erano subito accalcati intorno a lei, che, nel frattempo, aveva approfittato degli allenamenti in corso per fare una doccia e cambiarsi d’abito.
Ora, con indosso la gonna al ginocchio della divisa scolastica, appariva notevolmente più femminile. I vestiti sportivi erano scomparsi in una borsa piuttosto capiente, che la ragazza aveva appoggiato in un angolo.
E si era quindi lasciata sommergere dalle domande, alcune riguardanti il basket, alcune riguardo la sua vita privata:
Devi assolutamente farmi conoscere il ragazzo che è riuscito nell’impresa?-
Hanako si guardò velocemente intorno, ma Rukawa non era fra gli altri.
Poi guardò l’orologio e trasalì:- Kami sama (Dio santo…) è tardissimo !!!!! Devo assolutamente sbrigarmi o non finirò i compiti…
E recuperata la borsa si diresse in fretta verso l’uscita, seguita a ruota dall’amica
***Mai più lo stesso sbaglio…Ricorda Hanako…MAI PIU’ ***
Di nuovo quel dolore.
*** MAI PIU’ ***
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Quella sera si era fermata a cena a casa della sua amica Akiha, e si era quasi lasciata convincere a passare la notte da lei.
Ma quella sera doveva per forza tornare a casa, perché suo padre rientrava da un viaggio d’affari e voleva che la trovasse in casa.
Erano circa le 20:00, quando se ne andò dalla casa dell’amica e prese l’autobus che l’avrebbe riportata a scuola, dove, recuperata la bici, sarebbe tornata a casa.
Seduta sull’ autobus (ed è davvero raro trovare posti a sedere sugli autobus giapponesi),guardava fuori dal finestrino con aria persa nel nulla della notte.
Alla sua mente si affacciavano mille pensieri, e molti scivolavano via senza essere presi in considerazione.
Le luci della città erano affascinanti e ipnotiche. Si scosse quando venne annunciata la sua fermata:
ISTITUTO SHOHOKU aveva annunciato una fredda voce metallica,.
E lei si era affrettata a scendere. Il cancello, al solito, era aperto.
Molti studenti, frequentavano corsi serali che si protraevano oltre le 20.00, per cui i cancelli non venivano mai chiusi prima delle 21.00.
Si avviò a passo spedito verso le raggiere in cui gli alunni lasciavano le proprie biciclette.
Ma prima, passando davanti alla palestra, si accorse, con stupore, che le luci all’interno erano accese …
***chi può mai esserci a questa ora di notte?***
si avvicinò al portone che dava a accesso all’edificio e lo aprì di quel tanto che bastava per guardare all’ interno.
Prima ancora di vedere chi fosse, udì distintamente il rimbalzo regolare di un pallone e il tipico rumore delle scarpe da tennis sul parquet.
Era Rukawa.
Il volto imperlato di sudore, la faccia accaldata e il fiato corto di chi si è allenato a lungo. Ma nonostante quello continuava a correre, scartando e dribblando avversari inesistenti, fino a raggiungere il canestro, infilando il pallone nel cesto come se fosse la cosa più naturale su questa terra.
Hanako aprì la porta. Era stata sul punto di andarsene, ma qualcosa in lei non sapeva resistere.
Rukawa si era girato, sorpreso, verso l "intrusa", immaginando fosse una delle tante scocciatrici che gli ruotavano attorno come satelliti ad un pianeta.
Ma era solo Hanako. Una delle poche ragazze, aveva dovuto ammettere con se stesso, che non gli desse fastidio vedere.
***Oggi mi ha quasi battuto…forse è solo per questo…***ma qualcosa in lui gli diceva ***Solo questo ?***
Gomen nasai (scusa)…-
Così la ragazza aveva preso un pallone e si era posta sulla linea dei 3 punti, eseguendo un tiro leggermente obliquo, che si infilò dritto a canestro.
Hanako non credeva alle sue orecchie…eppure quel ragazzo era famoso per non sprecarsi in complimenti…glielo aveva detto anche Sakuragi che quella " volpe surgelata", era meno espressiva di un frigorifero.
Al che lui aveva recuperato il pallone e aveva eseguito un fantastico tiro. La palla era rimbalzata su un lato ed era finita in un angolo della palestra.
E correndo si era diretta verso la palla.
Forse fu colpa del fatto che fosse scalza (non si può entrare in palestra con le normali scarpe) o forse fu colpa del lucido usato per pulire il pavimento…
Scivolò.
Rovinosamente, cadde.
Il dolore alla caviglia fu lancinante.
Un tutt’uno con quello del suo orgoglio.
Cadere così non era da lei.
Si lasciò sfuggire un gemito.
Le faceva davvero male.
Rukawa corse da lei.- Ti sei fatta male? –
Ma non era vero.
La caviglia le pulsava dolorosamente.
Cercò di rialzarsi, ma si sbilanciò all’indietro…lui la sostenne.
Era scivolata in modo ridicolo e si era fatta male, ed ora si faceva sostenere dal ragazzo che quel pomeriggio era stato il suo avversario per non cadere di nuovo….Rise finché il dolore non le raggelò il volto…Aveva appoggiato il piede a terra.
Si girò verso di lui e vide quello che solo poche persone al mondo avevano visto; un sorriso sul volto solitamente impassibile del volpino…
Ma durò un solo istante. E sul suo volto ricomparve fulmineamente la faccia di sempre.
Si spostò su un piede solo verso il muro, si appoggiò alla parete e procedette verso la porta, saltellando e zoppicando alternativamente.
Lui intanto era sparito. Quando si girò a guardare la palestra, non vide più nessuno. Era stata girata per più di due minuti, mentre tentava precariamente di raggiungere la più vicina uscita.
Improvvisamente le balenò in mente l’immagine di Rukawa a stregua di un angelo custode. Se lo figurava con tanto di tunica candida, alette e aureola. Ridacchiò. *** No, di sicuro non è il mio angelo custode. Se lui non fosse stato qui ora sarei già a casa. E poi si è dileguato, non si è nemmeno interessato della mia caviglia…***
Rimesse le scarpe, o per meglio dire la scarpa, perché una la teneva in mano. Il piede ammaccato non ne voleva davvero sapere di farsi imprigionare in una stretta scarpa !!!
Raggiunse le rastrelliere delle biciclette e vide la sua.
Era una bici di quelle da città, di un anonimo color nero, con un cestino sul davanti e un portapacchi sulla parte posteriore.
Al manubrio era attaccato un portafortuna a forma di gattino, che penzolava allegramente vicino al campanello.
Aprì la catena della bicicletta quasi senza problemi, ma quando venne il momento di tirarla fuori, si sbilanciò all’indietro e cadde sul duro asfalto del cortile, e la bici la seguì. Solo che trovò una superficie più morbida dove atterrare: le finì rovinosamente addosso. ***E ora come mi rialzo senza appoggiare un piede per terra??? ***.
Ma non le servì neanche un secondo per scoprire la risposta.
Si presentò semplicemente davanti a lei.
E indossava la divisa anonima dell’ istituto Shohoku.
Alzò lo sguardo e si stupì ( ma solo in parte) nel vedere la faccia inespressiva di Rukawa. Si era cambiato.
Si chinò, raccolse la bicicletta. La mise sul cavalletto e le porse una mano per aiutarla a rialzarsi.
Si rialzò faticosamente. Era tutta dolorante.
E per fargli vedere che se la poteva cavare ( ne aveva abbastanza di quello sguardo perso nel nulla, che sembrava volerla prendere in giro…), tentò di salire sulla sua bicicletta e di pedalare per un tratto.
Per circa due metri ci riuscì, ma quando fu il momento di appoggiare sul pedale il piede dolorante, dovette fermarsi.
Lui le si avvicinò.
Capito ?
Ed erano partiti. Lei si era seduta sul portapacchi dietro. Non stava certo comoda, ma almeno il piede era in salvo. Era stretta alla divisa del suo accompagnatore. Non si sarebbe abbassata ad abbracciarlo manco morta. Non era come quelle tipe del fan- club.
Lei lo avrebbe dovuto giudicare in campo. E doveva rimanere distaccata.
Stavano percorrendo la strada che costeggiava il parco. All’ incrocio, però lui continuò dritto, senza svoltare a destra. Lei se ne accorse…
- Guarda che stai sbagliando strada.
Nessuna risposta…
MA NON PUO’ ESSERE !!!!!! ***
Ma in realtà il suo tono fu molto più calmo…nonostante tutto, la stava aiutando…
Alla fine non ci furono altri intoppi. Riuscirono ad arrivare sani e salvi nella via in cui abitava Hanako. Era una zona residenziale con molte villette molto carine, dotate addirittura di un giardino piuttosto grande.
Raggiunsero subito la casa della ragazza.
Spiccava fra le altre per non avere nemmeno una luce accesa.
Dopo aver frugato brevemente nella sua borsa la giovane estrasse delle chiavi, appese ad un portachiavi a forma di gatto, diverso però da quello appeso alla bici.
Aprì il portoncino che dava accesso al vialetto che conduceva all’ ingresso.
Si girò verso il ragazzo.
Lei si avviò verso la casa, appoggiandosi, anche se precariamente alla bicicletta.
E in quel momento le ricordò un vampiro. Nero nella notte. Che aspettava un invito per oltrepassare la soglia. Al pensiero sorrise, soprattutto ripensando a come lo aveva considerato poco prima : un angioletto custode. Questa veste, quella di creatura dell’oscurità, però, gli si addiceva di più…..
Lui intanto aveva fatto qualche passo ( che era bastato a colmare la distanza che li separava…lei procedeva di un cm alla volta !!! ).
Appoggiata la bici al muro, aprì la porta d casa e accesa la luce, che illuminò un ingresso e un salotto piuttosto ampio.
Zoppicò fino in cucina, invitandolo a sedersi.
Intanto lei aveva preso un po’ di ghiaccio dal freeezer e l’aveva avvolto con uno strofinaccio.
Versò il contenuto della lattina in un bicchiere e lo portò zoppicando nell’altra stanza. Quasi non versò il contenuto del bicchiere sul suo ospite.
*** Manca solo che inciampi per concludere la giornata in bellezza.***
E si era seduta sul comodo divano. Una vera comodità "occidentale"… E si era applicata il ghiaccio sulla caviglia ormai gonfia.
Finita la bibita, si era alzato.
E se ne era andato, semplicemente.
*** E’ stato gentile…non avrei creduto che fosse capace di tanto.***
FINE CAPITOLO 3…continua
< Il prossimo capitolo s’intitolerà " Il ritiro "….Spero che vi sia piaciuto almeno il terzo…fatemi sapere cosa ne pensate!!! ^__^
Ricordo che la maggior parte dei personaggi (purtroppo, SIGH…L ) non sono di mia invenzione.
Sono stati creati da un signore di nome Inoue Takehiko che ammiro & riverisco… E ringrazio per averci regalato Sakuragi & co. !!!!!!
Salutoni L’ autrice ( Ele ) >
IL RITIRO:
IL MISTERO
Erano passati alcuni giorni da quando Hanako si era infortunata.
E ancora non era in grado di camminare perfettamente.
Il giorno immediatamente seguente alla caduta non era andata a scuola e Akiha le aveva riferito che alcuni componenti della squadra di basket erano venuti ad informarsi sulle sue condizioni. Rukawa doveva averli informati e lei quasi non aveva più il coraggio di guardarli in faccia per la vergogna: se avevano saputo come era caduta non l’avrebbero più rispettata…
Poi in realtà Rukawa non aveva detto niente di compromettente…solo che si era fatta male. Per cui si erano rivolti ad Akiha, che avevano visto proprio la sera precedente.
In quei giorni aveva cominciato a conoscere i caratteri e le ispirazioni dei componenti della squadra e aveva fatto amicizia con Ayako.
Anzi, a scapito dell’inizio poco promettente era diventata amica anche di Sakuragi. Le piaceva molto la sua esuberanza e lui la faceva ridere con i suoi tentativi di conquistare Haruko.
Era perfino uscita con lui e Mito, naturalmente accompagnata da Akiha: erano andati al cinema e poi a prendere un gelato e si era veramente divertita.
Akiha aveva perfino attirato le simpatie di uno degli altri amici di Sakuragi, Noma, che cercava di conquistarla.
A lei però lui non interessava minimamente.
In ogni modo accettava la sua corte, forse mossa da vanità.
Intanto, all’insaputa perfino della manager, si era riproposta di dare una mano ad Hanamichi…e intendeva riuscirci.
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Era ormai più di due settimane che aiutava la squadra ad avere una buona preparazione, ma doveva ammettere che erano già molto bravi anche senza il suo aiuto.
Si limitava a qualche consiglio ogni tanto.
Quello che aveva più bisogno di qualche dritta era proprio Hanamichi…
Quindi, una sera, gli chiese di raggiungerla in palestra verso le 20.00, per un allenamento supplementare.
O forse era l’FBI ??? NON IMPORTA !!!! HA- HA- HA !!!!!!
***sempre così allegro…beato lui…Ora devo avvertire anche l’altro…***
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***Santo cielo dove si sarà cacciato ?***
Tutto ad un tratto scorse Kogure, fermo vicino all’uscita.
Il sempai si voltò e scorse la ragazza che agitava una mano per attirare la sua attenzione. Mosse anche qualche passo, ma non si mise a correre, a causa della caviglia che le faceva ancora piuttosto male.
Fu invece il giovane ad andarle incontro.
E mentre Hanako si avviava con passo lento verso l’edificio principale, Kogure guardava impaziente verso la palestra in attesa di veder comparire Hisashi. Quando lo vide il suo cuore fece un tuffo.
Il giovane lo raggiunse.
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Il ragazzo però non aveva dato segni di aver sentito. ***Ma ha le orecchie ???? Oppure fa apposta ad ignorarmi ??? Mi hanno sentita fino a Osaka e lui manco si gira !!!!! Che maleducato !!!! E’ talmente odioso quando si atteggia a Uomo- Freezer che lo ucciderei…Ma ora devo assolutamente dirglielo. Non posso fare diversamente. Anche se ne farei volentieri a meno.***
Strinse i denti e scattò verso il giovane, che sembrava non avere sentito. La caviglia le faceva ancora piuttosto male se correva, e nonostante tutto, benché si sforzasse, non riusciva a correre velocemente. Sembrava andare piuttosto al trotto.
Lo raggiunse stremata. Non era stato solo il dolore, ma anche lo sforzo per mantenere l’equilibrio, cosa che ultimante non le sembrava neanche troppo facile.
Batté con una mano all’altezza della scapola del giovane, che per lei si trovava più o meno all’altezza del proprio viso.
Lui si girò, il viso impassibile come sempre. Non si sprecò neanche ad alzare un sopracciglio.
Rukawa si girò e presa la bici, la trasse fuori dalle rastrelliere e vi montò sopra. Poi, senza nemmeno salutare se ne andò.
***Ma che maleducato !!!! Non ha un minimo di educazione !!!!Mi chiedo come possano andargli dietro così tante ragazze !!!***( Forse perché è un figo??? NdA)
Lei si diresse verso la sua bicicletta. E notò che dal cestino della sua bici spuntava qualcosa.
Una lettera. La busta non aveva mittente. Un anonimo " Per Hanako Ketsuki"
La aprì. All’ interno un solo foglio. Carta bianca. E solo tre parole.
" Lascia stare Rukawa. "
***La ragazza che le aveva scritte doveva essere sicuramente a corto di inchiostro …e fantasia !!!!*** Non era la prima volta che riceveva qualche lettera, ma mai in forma così…informale. E nonostante solitamente era abituata a ricevere apprezzamenti e non critiche, si sorprese di non essere affatto stupita.
Lì per lì decise di indagare. Avrebbe scoperto a chi apparteneva la scrittura in questione.
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Era sera, ormai. La notte era sopraggiunta presto, le stelle ricamavano una volta celeste senza luna, e ornavano di mille luci il nero manto della notte.
Le luci della palestra erano accese.
Ormai Hanako attendeva Sakuragi da più di 10 minuti.
*** Quando arriverà quello stupidone ritardatario cronico ????****
Ma non si fece attendere oltre. Arrivò, trafelato, come dopo una lunga corsa.
Rimbalzo come me a inutili esercizi !!!!
E aveva cominciato a correre come un forsennato attorno al campo. Con il bel risultato di aver fatto i giri in pochissimo tempo, a scapito però del riscaldamento muscolare. Hanako, esasperata non se la sentì di farglieli rifare e cominciò a fare anche lei un po’ di streching.
Dopo un paio di serie, gli disse di fermarsi.
*** non capisco cosa abbia in mente quella ragazza…speriamo bene…***
Prese un pallone e cominciò a palleggiare, in un modo piuttosto particolare, a dire il vero. Hanako lo aveva già notato che quel ragazzo aveva un modo di palleggiare e tenere la palla in mano che era tutto suo… Quello di Rukawa era perfetto, da manuale, mentre il suo era scordinato e approssimativo. Togliergli la palla avrebbe potuto essere fin troppo facile.
Hanamichi tirò, e il tiro, troppo forte e alto, rimbalzò sul tabellone, circa dieci centimetri sopra la linea che segnava il rettangolo sopra il canestro, e finì in faccia al rossino, che si ritrovò con i segni di una pallonata in faccia e un’allenatrice che non sapeva se mettersi a piangere o a ridere.
- Beh…tanto non mi serve imparare i tiri da 3 punti…Sono un genio lo stesso!!!! Ah Ah Ah !!!!!!- cercava di sdrammatizzare
Il pallone era rotolato vicino al bordo del campo. Mani sconosciute lo presero e lo lanciarono e Sakuragi si accorse del lancio solo quando il pallone aveva ormai raggiunto la sua meta: il canestro.
Per il numero 10 dello Shohoku, fu una sorpresa. Era impegnato a fissare con astio il tabellone, pensando che la colpa per quella figuraccia fosse attribuibile a quell’inutile oggetto, quando nel suo campo visivo era apparso il pallone.
Anche Hanako se n’era accorta, e giratasi contemporaneamente a Sakuragi verso il punto da cui presumibilmente era partito il tiro, si accorse dell’arrivo di Rukawa.
Anche Sakuragi l’aveva notato.
Non era riuscita a finire la frase, perché, nonostante l’avesse vista, Sakuragi non era riuscito a fermare il proprio slancio e l’aveva spintonata malamente, facendola cadere addosso a Rukawa che era dietro di lei.
Non l’ho fatto apposta !!!!- e contemporaneamente si prodigava per farla rialzare e rimettere in piedi.
- Già, cercavi di scacciare una zanzara.-
E ora il genio del basket ti farà vedere di cosa è capace !!! Perché io sono l’asso della squadra, il Re dei Rimbalzi !!!!!!!- e si era atteggiato a campione in una posa decisamente ridicola. Rukawa gli era come al solito passato davanti con la tipica aria rassegnata- annoiata- indifferente.
- Insomma Sakuragi… Se non la smetti di fare lo scemo non batterai mai Rukawa. Questo te lo posso assicurare !!!! E non lo dico per cattiveria o per sfotterti, ma è la realtà. Lui è almeno 10 punti davanti a te. Questo lo devi capire se vuoi diventare migliore di lui. Dovrai allenarti di più…- E aveva sottolineato queste parole con un gesto sconsolato del capo, come se questo discorso le fosse costato molto.
La ragazza se ne accorse e decise di alleggerire un po’ le sue parole.*** probabilmente l’ho ferito…***
E mentre Sakuragi si dirigeva verso il magazzino lei si lasciò sfuggire un sospiro…***Cavolo…è più dura di quanto avessi immaginato !!!!***
Sakuragi la guardò, prese la palla e ripetè i suoi movimenti, con la stessa lentezza, ma senza riuscire ad avere un buon controllo di palla. Quando tentò la schiacciata, si sbilanciò e la palla non centrò il canestro.
Prese di nuovo la palla fra le manie stavolta riuscì perfino a centrare il cesto, anche se in modo un po’ barcollante.
E Sakuragi provò e riprovò molte volte, finché finalmente i movimenti gli risultarono fluidi.
Questa volta, Hanamichi perse la palla per cercare di superare il ragazzo moro e si dovette sorbire l’espressione esasperata di Rukawa e uno – Schiappa- che non passò inosservato nemmeno alla ragazza.
Era passata quasi un ora e ormai Hanamichi era ormai capace di superare Rukawa senza problemi, a meno che il volpino non lo ostacolasse volontariamente con un movimento di una mano o di un piede, per fargli notare quanto poco bastasse per metterlo fuori gioco.
Ma Hanako era soddisfatta e alla fine, dopo un azione perfetta- o quasi- di Hanamichi, si avvicinò e sorridendo gli diede un’affettuosa pacca sulla spalla. – Bravo Hana- chan…-
La serata era trascorsa in fretta. Nonostante i primi passaggi piuttosto volontariamente deviati, Rukawa si era deciso a servire Hanamichi, che ormai era capacissimo di aggirare tutti gli ostacoli, nonostante fossero aumentati di numero e di dimensioni (Hanako aveva infatti messo sul suo percorso degli ostacoli piuttosto alti).
Alla fine erano tutti stanchi e dopo aver fatto la doccia ed essersi cambiati (naturalmente lei aveva utilizzato gli spogliatoi femminili)
Si erano seduti fuori dalla palestra, vicino alle biciclette.
secondo, quando vedrai che i tuoi tiri saranno buoni, ripetili finché non saranno perfetti, solo allora avrai raggiunto il tuo scopo;
terzo, trova sempre un avversario da battere e misura la tua capacità, migliora sempre e non mollare mai".
Mi ricordo sempre di questo discorso…e forse dovresti tenerlo a mente anche tu …- alla fine del racconto aveva chinato la testa, come un po’ dispiaciuta, ma si stava facendo tardi e non si concesse il tempo di rinvangare avvenimenti del passato.
-Ganzo…è una strana storia.- commentò il rossino
E se pedalò verso l’uscita, e fino a che non svoltò l’angolo sfuggendo alla vista, due paia di occhi continuarono a fissarla.
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Il pallone rimbalzava sul parquet in un suono ritmico ed ipnotico.
L’allenamento era quasi concluso ma tutti continuavano ugualmente a darsi da fare.
Perché non c’è nulla di più bello per un giocatore di basket che stringere un pallone fra le mani, stringerlo ed ascoltare il suo rimbalzo, scrutando il suo piccolo mondo.
Il mondo visto da sopra un canestro, o dalla linea della lunetta, o dal centro del campo, correndo come disperati per vincere.
Non tentare di metterti fra un amante del basket e questo suo mondo. Non osare crederti più importante.
Mai chiudere in una gabbia l’aquila pretendendo di frapporti fra lei ed il cielo, solo perché sai che lassù con lei non ci potrai mai arrivare.
Questo Hanako l’aveva capito.
Dolorosamente.
Ma l’aveva capito.
E l’aveva accettato.
Non avrebbe più tentato di rinchiudere l’aquila.
Avrebbe volato con lei.
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Tutti i giocatori le si raccolsero attorno con aria curiosa. Pendevano dalle sue labbra.
E tutti si diressero verso gli spogliatoi discutendo della fortuna di quel giorno…
- Verrai anche tu vero, Hanako?- aveva esordito Ayako.^^
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FINE 1^ parte IV capitolo ( continua….)
Ecco qua un'immagine che Elena ha modificato e che rappresenta Hanako! ^_^