~Scambi di Coppie~
by C-18
CAPITOLO 3: RIAVVICINAMENTO?
"<Bah>" pensava Hanamichi "<non sono problemi miei in ogni caso! Se vengono bene, sennò peggio per loro>".
Circa mezzora dopo, la festa era ormai entrata nel vivo e anche Hanamichi si era ormai dimenticato dei due compagni mancanti. Finalmente, verso le nove e mezzo, gli ultimi due elementi fecero, separatamente, il loro ingresso.
"<Comincio sempre più a pentirmi dessere qui forse era meglio che me ne restassi a casa>" pensò un ragazzo piuttosto basso di statura che era rimasto fermo sul marciapiede opposto al ristorante "<Ma chissà magari lui non cè..forza, entriamo e basta!>.
"<Avanti Kiminobu sii naturale e fatti coraggio, non stai mica entrando nella tana delle tigri! E poi ci saranno anche tutti gli altri >" si ripeteva Kogure, camminando in direzione del locale.
Mentre si incamminava Yasuda scorse il primo dei fantasmi del passato, Kiminobu Kogure, suo ex compagno di squadra nonché causa della sua rottura con Shiozaki.
"<Ecco proprio lultima persona che volevo vedere >" disse, mentre laltro si dirigeva nella sua direzione.
"<Andiamo bene! Proprio lui dovevo incontrare. Che faccio? > Ciao Yasuda a quanto pare siamo gli ultimi ritardatari " lo salutò Kogure, sforzandosi di sembrare il più possibile naturale. Il solo ricordo del passato lo faceva vergognare di se stesso
*Cinque anni prima*
Yasuda si era svegliato in preda ad un feroce mal di testa, senza aver molto chiaro ciò che era successo la sera prima. Di chiaro cera solo che doveva averla fatta proprio grossa, a giudicare dalla faccia di Shiozaki
Kogure, era arrivato prestissimo in palestra quel giorno e non si aspettava certo di vedersi davanti Yasuda.
"Sempai devo parlarti!"
"Davvero ho fatto questo? Ma sei sicuro?" chiese Kogure incredulo "<ora ho capito perché Hisashi era così infuriato aveva davvero tutte le ragioni>"
Presente
"Ciao sempai come stai?" disse Yasuda.
"Bene .ehm entriamo?"
"Ah, si, certo". Nessuno dei due voleva ammettere di essere piuttosto riluttante nel sorpassare quella soglia
Appena messo piede nel locale un turbinio di voci e risate li accolse. La festa era davvero nel pieno. Hanamichi e Ryota saltellavano da un angolo allaltro della sala, Ayako ed Haruko spettegolavano in un angolo e tutti gli altri, compreso il glaciale Rukawa e il signor Anzai, ridevano alle trovate dei due buffoni.
Kogure era sempre più preso dal desiderio di andare via, ma era troppo tardi ormai era entrato
"Quattrocchi!! Yasu! Era ora che arrivaste, così ora siamo al completo! Ma che fate li impalati?" disse Hanamichi, arpionando letteralmente i due malcapitati.
"<Ma porca miseria, ci mancava anche Kogure adesso. E io che speravo che non si facesse vedere> pensò Mitsui, mentre Shiozaki aveva assunto unespressione simile a quella dellex seconda guardia dello Shohoku.
"<Cazzo! E ora che faccio?>. Kogure aveva ormai salutato tutti quanti, tranne Mitsui, che si era allontanato verso il buffet per evitarlo "<Ignorarlo non posso darebbe troppo nellocchio> decise, dirigendosi verso Mitsui.
"Ciao Hisashi tutto bene?" mormorò.
"Bene grazie!" rispose Mitsui allontanandosi con un bicchiere in mano.
"Aspetta un attimo! <Ma che sto facendo?>"
"Che cè ancora?"
"Niente "mormorò Kogure "<E ovvio che non mi voglia neppure vedere. Cosa mi ero messo in testa, che venendo qui stupido che sono>".
Mitsui era confuso. Non si aspettava che dopo cinque lunghi anni il suo cuore potesse ancora palpitare così al vedere Kogure. Che strano, era convinto di averlo dimenticato e ora al solo vederlo .ma lex seconda guardia dello Shohoku era decisa, doveva evitarlo nella maniera più assoluta. Ormai quella era una storia morta e sepolta, così pensava il ragazzo. Allora però, perché sentiva uno strano fastidio ad osservare Kogure che rideva allegramente con gli altri ragazzi? In ogni caso decise di non pensarci e di provare a godersi il resto della serata.
"<Come se fosse possibile mi ha rovinato la serata quello li>" pensò.
"<Sicuro che ti ha rovinato la serata? Ma se morivi dalla voglia di rivederlo>" disse una vocina dentro la sua testa.
"<E che cavolo mi lasci in pace? Vorrei divertirmi se non ti dispiace>" concluse, seccato con se stesso.
Intanto Kogure, un po triste per la freddezza di Mitsui, aveva deciso di ignorarlo in assoluto per tutta la serata, ormai persuaso che tra loro non potesse esserci assolutamente più nulla. "<E come dargli torto>" pensava il ragazzo "<Dopo quello che gli ho fatto e dopo cinque anni non posso certo pretendere che mi salti al collo>" concluse.
Yasuda nel frattempo, seguendo lesempio di Kogure, si era avvicinato a Shiozaki, approfittando di un momento in cui questultimo si stava dirigendo in bagno.
"Ciao "
"Ciao " fu la risposta di Yasuda, stupito per il saluto del ragazzo.
"Come stai? "
"B-bene grazie" disse stupito Yasuda.
"Perché quella faccia?"
"Sai, ero convinto che non mi avresti neppure salutato dopo quello che "
"Che senso ha ormai pensare a ciò che è successo anni fa? E trascorso tanto di quel tempo" disse Shiozaki.
"Giusto, hai ragione <comè gentile e io che l ho tradito>"
"Allora, che hai fatto in questi anni?".
Shiozaki aveva in realtà giurato a se stesso che mai più avrebbe rivolto la parola a Yasuda, ma tutti i propositi erano caduti appena questi gli si era avvicinato.
In ogni caso era vero. Durante quel periodo Shiozaki aveva capito che non aveva senso pensare al passato se il cuore era ancora pieno di quei sentimenti provati anni prima. Così si diceva il ragazzo mentre lui e Yasuda si sedevano in un angolo chiacchierando amichevolmente.
Purtroppo le cose non andarono così bene invece per Kogure che, nonostante ridesse alle trovate di Hanamichi e Ryota, sentiva nel suo cuore una gran tristezza. Che strano, per anni aveva creduto di aver dimenticato Mitsui ed invece in realtà non lo aveva mai dimenticato, pensava a lui molto spesso e, dopo tutto quel tempo non era ancora riuscito ad avere un altro legame, anche se Akagi lo aveva convinto più volte ad uscire con alcune ragazze. Purtroppo tutto era inutile Così si diceva Kogure, osservando Mitsui che se ne stava in disparte, intento a discutere con Akagi.
Neppure Mitsui però era molto tranquillo come già prima, anche ora, sentiva ancora uno strano rimescolio nello stomaco, alla vista di Kogure. Una cosa però gli impediva di avvicinarsi: lorgoglio di chi era stato tradito e voleva evitare di soffrire di nuovo, anche solo scambiando due parole. Mitsui in cuor suo sapeva di provare ancora qualcosa per Kogure, ma non voleva assolutamente ammetterlo, né a se né agli altri.
Frattanto, tra ricordi e risate la serata era ormai giunta al termine.
Rimanevano solo lultimo brindisi e poi i saluti finali.
Ryota, con un balzo saltò su una sedia "ragazzi, posso fare io lultimo brindisi? Vorrei fare un annuncio molto importante "
"Va bene, fai pure Miyagi" annuì Akagi incuriosito.
"Vorrei brindare a tutto il tempo che abbiamo trascorso insieme e al basket che mi ha permesso di conoscere una persona speciale che tra poco mi renderà papà.
E a quella persona vorrei dire grazie per avermi sopportato per questi anni con laugurio che anche voi possiate essere felici come lo sono io adesso" disse Miyagi alzando il calice in alto.
Mentre Ryota parlava, Mitsui, senza volerlo si era ritrovato a fissare Kogure, che invece cercava di sfuggire al suo sguardo le parole di Ryota avevano avuto uno strano effetto su di lui era un bel discorso ma come fare ad essere felice quando si è persa la persona amata? Così pensava Kogure infilandosi il cappotto e salutando i compagni .
Tornando a casa il ragazzo rifletté sulla festa di quella sera. Era proprio come aveva previsto, lunica cosa che gli era rimasta era una spiacevole sensazione di vuoto dentro di se. Non si aspettava che i suoi sentimenti per Mitsui tornassero a galla dopo così tanto tempo "che strano si disse "sembra che invece al contrario di me, qualcun altro sia riuscito a recuperare il tempo perduto" pensò vedendo Yasuda e Shiozaki che camminavano insieme sul marciapiede
"Ormai è una storia passata è inutile crearsi tutti questi problemi per qualcosa che neppure esiste. Lo sapevo, dovevo rimanere a casa invece di andare a quella stupida festa!" disse Mitsui ad alta voce, infilandosi nella doccia.
E mentre lacqua scorreva sulla sua pelle (uao che visione! Nd. C-18) gli tornò in mente un vortice di ricordi allenamenti partite festeggiamenti .serate da soli
"Basta!! Non devo pensarci più!". Quei ricordi che turbinavano nella sua testa erano insopportabili anche se per ben cinque anni era riuscito a reprimerli perfettamente
I problemi per il povero Mitsui però non erano finiti. Per tutta la notte fece sogni in cui era presente Kogure, rendendogli ben chiara lidea che sarebbe stato difficile continuare a dormire per quella notte. Per schiarirsi le idee decise di andare a prendere aria sul terrazzo, ma neppure li ebbe sollievo.
"<Eccheccazz ma sono passati cinque anni, avevo sempre vissuto benissimo e ora maledizione a Sakuragi e alle sue rimpatriate >.
Mitsui non capiva, eppure era sempre stato bravo a reprimere i suoi sentimenti. Del resto lui lo aveva tradito e quindi non aveva ragione di sentirsi così.
Intanto anche Kogure aveva i suoi problemi. I sensi di colpa lo stavano divorando. Per molto tempo essi lo avevano tormentato, e ora ricominciavano più acuti di prima.
"<Hisashi è stato uno stupido, se solo mi avesse ascoltato ora non ci troveremmo così>" si disse alla fine cercando di cacciare dalla mente limmagine di Mitsui che lo fissava con sguardo addolorato.
CAPITOLO 2: TROPPO A LUNGO SEPARATI
Il giorno dopo Kogure si alzò di malumore, con due profonde occhiaie e poca voglia di andare alluniversità.
Non aveva dormito molto quella notte, pensando e ripensando alla sera prima. Alla fine decise di lasciar andare per quel giorno luniversità e di rimanere a casa .non sapendo che fare per un attimo pensò di chiamare Akagi, poi si ricordò che questi doveva sicuramente essere a lezione come del resto tutte le persone a quellora. Lunica soluzione poteva essere di andare a fare due tiri al campo vicino allo Shohoku (ora sembrerà che stia copiano la fanfic "Un visitatore indesiderato", ma siccome lautrice è mia sorella posso anche farlo. N.D. C-18), sperando che non ci fosse nessuno.
Incamminandosi si trovò a pensare al tempo di quando era ancora un ingenuo liceale. Tante volte aveva percorso quella strada in compagnia dei suoi ex compagni, e spesso con Mitsui, proprio per recarsi in quel piccolo campo appartato, dove la seconda guardia dello Shohoku si esercitava nei suoi micidiali tiri da tre punti, mentre Kogure stava a guardarlo con ammirazione.
Quando finalmente arrivò ebbe la fortuna di trovare il piccolo spazio vuoto, così prese subito il pallone e cominciò a riscaldarsi, passando subito dopo allallenamento vero e proprio. Dopo un paio dore, il ragazzo era stanco ed accaldato, tanto che decise di fermarsi sotto un albero a riposarsi un po, senza sapere che unaltra persona stava dirigendosi verso quello stesso parco .
Come per Kogure, anche Mitsui aveva passato la notte totalmente insonne e, approfittando di un giorno di ferie dal lavoro aveva deciso di andare a scaricare la tensione facendo due tiri, proprio nel medesimo luogo in cui il destino aveva voluto ci fosse anche Kogure
Kogure si alzò, deciso a riprendere lallenamento, quando udì, a poca distanza il riconoscibilissimo rumore di un pallone da basket, accorgendosi così che qualcuno gli aveva rubato il posto.
Il ragazzo stava quasi per avvicinarsi, quando, con sorpresa si accorse che lì, sotto il canestro si trovava proprio Mitsui. Kogure decise di non muoversi dalla sua postazione e rimase così fermo lì per almeno unora a contemplare Mitsui.
Comera bello mentre si allenava così accanitamente, pensava Kogure. Erano ormai quasi cinque anni che non si vedevano e lui non era cambiato per nulla, a ventidue anni era rimasto lo stesso splendido ragazzo di quando ne aveva diciassette. Il rossore delle guance di Mitsui gli riportò alla mente i loro momenti dintimità e gli fece rivedere il ragazzo accanto a se
"Ma che mi sta succedendo?" si chiese Kogure, che al solo guardare Mitsui sentiva ancora il tocco delle sue mani sulla pelle "Forse sto impazzendo, o forse è solo il troppo studio" pensò. In realtà egli sapeva bene che non era per nulla così. Una strana voglia selvaggia si stava progressivamente impadronendo di lui, sentiva le ossa farglisi molli le gambe gli tremavano, sensazioni ormai dimenticate riaffioravano doveva fare qualcosa .
Invece non fece nulla, rimase lì a guardare Mitsui che si allontanava con il pallone in mano. Kogure allistante capì qual era la verità. Amava ancora quel bellissimo e terribile ragazzo dal burrascoso passato era chiaro
Istintivamente sentì che doveva allontanarsi subito da lì. Allora fece il giro dalla parte opposta per non farsi vedere da Mitsui e, sperando di esser passato inosservato si avviò mestamente verso casa.
La speranza fu ben riposta, perché Mitsui, tutto assorbito dal suo allenamento solitario non si era per nulla accorto del ragazzo che lo aveva osservato in silenzio per almeno due ore.
Kogure camminò totalmente intontito fino a casa, solo con i suoi pensieri.
In più la giornata iniziava a diventare piuttosto grigia e, poco dopo pesanti gocce di pioggia iniziarono a cadere. Il ragazzo neppure si accorse di essere bagnato fradicio, fino a che non giunse a casa. Fortunatamente non cera nessuno, così non dovette dare spiegazioni sul suo stato.
"<Perché è andata a finire così>" si chiese mentre si cambiava "<eppure eravamo così felici insieme se solo quella sera quanto sono stato stupido>".
Ormai però era tardi farsi prendere dai sensi di colpa. Pian piano una soluzione si fece strada nella mente di Kogure forse avrebbero potuto .ma no, sarebbe stata pura utopia sperare .troppo era passato e non cera modo di ricucire una storia ormai morta.
"<Eppure vorrei anche solo sentire la sua voce, mi basterebbe solo questo>" si disse, avvertendo nel frattempo brividi di freddo che lo fecero gelare "<devessere tutta quella pioggia che ho preso prima. Beh, me la sono cercata>".
In ogni caso la decisione era quella. Lentamente Kogure prese in mano il telefono e con dita tremanti compose il numero di Mitsui.
Per qualche attimo sperò che non ci fosse nessuno in casa, ma invece
"Pronto?" disse una ben nota voce.
" " Kogure non rispose, il respiro gli era come mancato
"Allora, chi è?"
"Hisashi?" mormorò Kogure.
"Chi Kiminobu? Sei tu?". Al solo sentire quella voce il cuore di Mitsui fece un salto
"Ciao ."
"Che vuoi?"
"Volevo <e ora che gli dico> volevo solo parlarti ieri sera non ne abbiamo avuto occasione "
"Non abbiamo più nulla da dirci, o mi sbaglio?"
"Aspetta per favore non chiudere ". Kogure avrebbe voluto urlargli i suoi sentimenti, ma non ne ebbe il coraggio.
Mitsui non disse più nulla e chiuse il telefono.
"Maledizione!" disse ad alta voce. Era profondamente adirato con se stesso per aver esitato un attimo, prima di sbattergli il telefono in faccia. Diamine, egli non aveva mai dimenticato la profonda sofferenza che gli aveva causato il suo tradimento e ora lui veniva ad annunciargli che voleva parlargli
In realtà Mitsui sapeva perfettamente che i suoi sentimenti verso Kogure erano quelli di cinque anni prima, ma era ormai deciso a dare ascolto al suo orgoglio di uomo tradito.
Kogure era profondamente rattristato ma era perfettamente conscio che non poteva aspettarsi diversamente da Mitsui. Nonostante ciò decise che avrebbe tentato il tutto per tutto. Secondo quello che gli avevano detto, il ragazzo lavorava da un meccanico poco lontano da casa sua. La decisione era ormai presa, lo avrebbe aspettato fuori del lavoro e gli avrebbe finalmente parlato.
Così, nonostante non si sentisse per nulla bene, il ragazzo si diresse silenziosamente verso lofficina.
Mitsui era li, vicino la porta, intento a cercare il guasto in unauto e non si accorse di Kogure che stava li, poco lontano, cercando il momento giusto per avvicinarsi.
"Scusa, è un tuo amico quello" gli disse il suo capo.
"Cosa, scusi?"
"Parlo di quel ragazzo che ti sta fissando da almeno un quarto dora"
"Non <che ci fa qui? Ma che vuole?> si, ci conosciamo. Capo posso fare una pausa?" chiese ormai rassegnato Mitsui.
"Va bene, fai pure" acconsentì il capo-officina.
"Allora, che sei venuto a fare qui?" chiese Mitsui al ragazzo che gli stava davanti con aria stralunata.
"Dovevo parlarti assolutamente"
"Lavevo intuito. Che vuoi?"
"Io desidero solo una cosa in tutti questi anni mi sono odiato e pentito mille volte per tutto ciò che è successo. Non avrei dovuto farlo, e non mi aspetto che tu mi perdoni è solo che ieri sera mi sono tornate in mente tante cose, tante emozioni e volevo che tu sapessi scusami per quanto ti ho fatto soffrire "mormorò Kogure.
"Ma hai solo una vaga idea di ciò che stai dicendo? Come puoi capirmi? Ti sembra forse che io in questi anni mi sia sentito meglio di te?"
"Mi dispiace di averti disturbato non tornerò più a cercarti addio!" disse Kogure, con la morte nel cuore, allontanandosi lentamente, col capo chino.
Mitsui rimase lì a guardarlo, mentre la pioggia aveva ripreso a scendere velocemente, degenerando ben presto in un violento acquazzone .
"<Sta andando via per sempre >". Unangoscia infinita stringeva il cuore del ragazzo, al vedere sparire la figura di Kogure.
"<Non posso farci nulla doveva andare a finire così non devo più pensarci > si ripeteva Mitsui, tentando disperatamente dauto convincersi perché però non ci riusciva? Una parte di lui voleva rimanere li, ferma, ma laltra laltra desiderava ardentemente correre via rincorrerlo, fermarlo e stringerlo a se e lui era anche senza ombrello ricordò un acquazzone che li aveva sorpresi tanto tempo prima Kogure tutto bagnato sembrava così indifeso, come un pulcino
Senza accorgersene Mitsui si ritrovò a sorridere quanto avevano corso quel giorno tentando di ripararsi e di raggiungere casa sua, dove si erano ben presto ritrovati luno tra le braccia dellaltro.
Quel breve istante era rimasto impresso nella mente di Mitsui senza rendersene conto il ragazzo si trovò a correre per la strada
"<Forse sto facendo il più grande errore della mia vita ma non mimporta .>" si disse, tentando disperatamente di raggiungere Kogure.
Questo stava ancora camminando sotto la pioggia, sentendosi triste e solo come non mai quando, ad un tratto qualcosa lo riscosse da quella specie di torpore una voce lo stava chiamando non poteva essere, era solo unillusione eppure sembrava così reale
"Aspettami ti prego!" urlò qualcuno dietro le sue spalle.
"Hisashi?"
"Scusami! So che ti sembrerò un pazzo lunatico, però ho capito una cosa durante tutti questi anni non ho mai smesso di pensare a te, neanche per un attimo e non mi importa se mi hai tradito voglio che tutto torni come prima voglio tornare ad abbracciarti, voglio svegliarmi con te accanto e prepararti il caffè tutte le mattine " disse in un soffio Mitsui afferrando le mani di Kogure.
Un sorriso fu la risposta di questultimo mentre improvvisamente, tra le nubi grigie si fece strada un timido sole .
FINE!
EPILOGO!
Ormai chiarite le cose Kogure e Mitsui tornarono definitivamente insieme e senza più pensare al passato, ma solo considerando il presente che ora avevano dinanzi!
Mitsui rilevò lofficina dove lavorava, ne divenne il proprietario e conservò il suo ruolo nella nazionale di basket.
Kogure prese la sua laurea in medicina e, qualche anno dopo trovò un lavoro come assistente chirurgo. Ah, i due dopo poco tempo andarono a vivere insieme!
E gli altri?
Hanamichi non lasciò mai la sua Haruko e, dopo un breve periodo di prova presso un ristorante, aprì una trattoria.
Akagi si laureò e fu assunto da unimportante ditta di Kanagawa . Nonostante il lavoro trovò sempre il tempo per dedicarsi al suo grande amore: il basket.
Ayako, impiegata di banca, sei mesi dopo diede alla luce la piccola Mayuko. Ryota, pazzo di gioia, chiese ad Ayako di sposarlo in una maniera alquanto stramba. Si arrampicò su un canestro durante una partita di basket con il resto della compagnia e le urlò tutto il suo amore. Risultato? Tre mesi dopo si sposarono e circa un anno dopo nacque il loro secondogenito: Yusaku.
Rukawa continuò la sua brillante carriera in nazionale e riuscì a coronare il suo sogno trasferendosi in America. Ne tornò con una laurea e con Clara, una graziosa biondina americana. Divenne interprete e si sposò anche lui (molti anni dopo però!).
Yasuda e Shiozaki (che una volta erano coprotagonisti di questa fanfic) rimasero anchessi insieme e trovarono lavoro, uno come infermiere e laltro come metronotte.
I nostri eroi continuarono a vedersi ogni tanto per qualche tiro a basket e ogni volta che si ritrovavano su quel piccolo campo in riva al mare non potevano fare a meno di ricordare quegli incredibili mesi, che, per tantissimo tempo sarebbero rimasti nei loro cuori!
FINE!!
Considerazioni dellautrice:
è la prima volta che scrivo qualcosa dopo aver finito una fanfic. Probabilmente questa è stata la storia che più mi è stata difficile da completare, perché mi sono accorta che per come lavevo strutturata mi sarebbe stato impossibile seguire bene due coppie (come invece avevo fatto in "Una lunga giornata"); così ho scelto di concentrarmi più su Mitsui e Kogure.
Ah, il finale forse è poco realistico, ma è come avrei voluto che finisse!
Grazie per aver ascoltato i miei vaneggiamenti fin qui!