~Una lunga giornata~

by C-18

 


Questa storia approfondisce personaggi come Ayako e Maki. Può essere considerata sia una normale storia d’amore, sia una yaoi.

Al club di basket del liceo Shohoku la giornata era cominciata più che bene, i membri erano in gran forma, l’umore alle stelle, non c’erano stati pestaggi e persino la testa calda del gruppo, il rosso Hanamichi era stato buono buono per tutta la durata dell’allenamento. Il capitano Akagi, con l’approvazione dell’inseparabile Kogure aveva deciso, spinto anche dal meraviglioso sole primaverile, di finire gli allenamenti prima del solito e permettere ai suoi giocatori di prepararsi per la festa che avrebbe avuto luogo il giorno dopo al liceo Kainan e a cui erano stati invitati alcuni tra i licei della città, tra cui il Ryonan e appunto lo Shohoku.

Le matricole erano come al solito le più entusiaste, e furono proprio loro a proporre ai senpai di andare tutti insieme al Kainan,

Potrebbe essere una buona idea" rispose Kogure con la sua solita gentilezza "ma bisogna vedere cosa ne pensa il resto della squadra". Il "resto della squadra" accettò con piacere e persino Rukawa stranamente si sforzò di mostrare un minimo di entusiasmo.

"E tu Ayako, che fai? Ti unisci al gruppo vero? chiese Haruko, che si era subito accodata alla comitiva. "Fujii e Matsui non potranno venire e così non sarei l’unica ragazza"

"Cosa…? Ah, per domani, non lo so, forse ho altri impegni, poi vi farò sapere" risposa evasiva la ragazza, contemplando molto interessata la punta delle proprie scarpe.

Il sole era già tramontato da un po’, così tutto il team si diede appuntamento per l’indomani mattina alle otto davanti alla scuola, lasciando la palestra alle cure delle matricole, sorvegliate da un’Ayako assai pensierosa e, contrariamente 0al suo carattere solare, piuttosto taciturna.

"Ehi, Aya-chan, cosa ti è successo?" le urlò Ryota, sbucando fuori all’improvviso da dietro il canestro.

"Idiota, mi hai fatto prendere un infarto, vorresti stare più attento?!? E si

può sapere che cavolo vuoi, non vedi che sto lavorando?".

La risposta stupì non poco Ryota, poiché Ayako era sempre stata gentilissima con lui, nonostante non ricambiasse i suoi sentimenti. Comunque il playmaker dello Shohoku non si perse d’animo.

" Ma Aya-chan….volevo solo chiederti se…beh… domani volevi…. venire con me alla…alla…. festa del Kainan" rispose un Ryota emozionato ma anche sconvolto dallo strano comportamento della ragazza. "E’ da tanto che volevo chiedertelo, sarebbe come una specie di….ecco, di appuntamento"

"E perché diavolo dovrei avere un appuntamento con te? Potrei saperlo? Eh Ryota? Senti, sparisci, oggi non è proprio giornata!!" .

A queste parole, con addosso gli increduli sguardi delle matricole che mai avevano visto la propria manager così infuriata, il ragazzo si arrese e uscì dalla palestra decisamente abbattuto, tanto da non accorgersi della presenza di una sua vecchia conoscenza, che camminava nella direzione opposta alla sua, con aria egualmente sconvolta. La "vecchia conoscenza" in questione era Nobunaga Kiyota, giocatore del Kainan e pericolosa testa calda, uno tra i pochi a poter rivaleggiare con Hanamichi Sakuragi in quanto a megalomania.

Ryota, tutto preso dai suoi funebri pensieri, non si accorse della sua presenza e fu così che andò a sbattergli letteralmente contro. Scoperta l’identità del ragazzo, Ryota pregustava già una replica pepata, che avrebbe sicuramente fatto si che alla fine si fosse venuti alle mani

"Sarà una buona occasione per sfogarmi un po’ e dimenticare Aya-chan…….. " pensava. "Ehi tu, perché non stai più attento? Per poco non finivo sotto una macchina…ma Nobu-scimmia, mi stai ascoltando?". Kiyota infatti non aveva dato completamente ascolto alle parole del suo infuriato interlocutore e continuava a camminare con aria assente, inseguito da Ryota, che ancora non riusciva a capire cosa mai avessero tutti quel giorno: Ayako infuriata e Nobunaga Kiyota che non reagiva alle provocazioni. Comunque Miyagi non si perse d’animo e decise di inseguirlo, "ehi, tu, mi senti? Oh, dico a te, sei su questo pianeta?

A queste parole finalmente Kiyota si voltò e, per un attimo Ryota assisté al più strano spettacolo che avesse mai visto. Il viso del giocatore del Kainan aveva un’espressione disperata e sulle sue guance scorrevano lacrime .

"Ma…..Kiyota, che ti è successo……….!!Ehi, fermati, sto parlando con te, ascoltami…………"urlava lo sconvolto Ryota, inseguendolo. Infatti il ragazzo, forse vergognatosi, era letteralmente fuggito, seguito però da Miyagi, che non era tipo da arrendersi tanto facilmente.

Finalmente, dopo una lunga corsa fino alla stazione i due si erano fermati letteralmente senza fiato, così Ryota colse l’occasione : "allora si può sapere che ti è successo?" iniziò "stai male? Avete perso una partita, o forse hai più semplicemente problemi di cuore?" . A questa domanda Kiyota reagì diventando di un bel rosso peperone, facendo capire al suo interlocutore che aveva centrato in pieno il problema.

"Beh…io…vedi…..ecco, più o meno…..ma cosa te ne importa?" urlò, recuperando un po’ di sangue freddo, "non credo che siano cose che ti riguardano, e poi io………sto benissimo, mi sono solo fatto male.

"Così tanto male da camminare piangendo per la strada? Andiamo Kiyota, anzi, Nobunaga, guarda che certe cose le capisco benissimo, dato che anche io soffro per lo stesso motivo" ribatté Ryota, assumendo un’espressione triste che mai l’altro ragazzo gli aveva visto in faccia, neanche quando il Kainan aveva sconfitto lo Shohoku. "Devi sapere che è inutile disperarsi se lei ti rifiuta. L’importante è non perdersi mai d’animo e non arrendersi".

"Parli della vostra manager, vero?" rispose Kiyota, addolcendo lo sguardo.

"E tu come diavolo fai a saperlo?"

"Ma se lo sanno ormai tutti, basta vedere come la guardi durante le partite e come ti fai mettere sotto da lei. Una sua parola ti fa diventare un cagnolino e ti passano subito i bollenti spiriti".

"Però, non sapevo di essere così famoso. Comunque hai ragione tu, è lei il mio problema. Anzi, dato che oggi abbiamo litigato, domani alla vostra festa cercherò di fare pace e…chissà cosa può succedere".

"Sai Miyagi, non credo che avverrà"

"Che stai dicendo, cosa ne sai tu di Ayako?!? Se neppure la conosci?".

"Io non la conosco, ma qualcun altro si, domani te ne accorgerai da solo" gli sussurrò il giocatore del Kainan, prima di andare via con uno sguardo tristissimo negli occhi.

"Ehi tu aspetta, dove vaiiiiii" seguitava a urlare Ryota. Ma Kiyota era ormai salito sul treno e raggiungerlo era cosa impossibile. "Basta, io non ci capisco più niente, e poi cosa voleva dire quel pazzo sulla mia Ayako. Parlare di lei come se…come se sapesse qualcosa che io non so. E non sono neanche riuscito a sapere cosa avesse. Vabbè ormai ci rinuncio". Il ragazzo ormai rassegnato si avviò così sulla strada di casa, pensieroso ma pieno di speranza per l’indomani.

Intanto in palestra Ayako continuava a lavorare, taciturna, pensando e ripensando agli avvenimenti delle ultime due settimane, fatti che le avevano sconvolto in un certo senso la vita. Non che ciò che le era capitato le dispiacesse, ma si sentiva come in colpa nei confronti di qualcuno.

 

 

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Tutto aveva avuto inizio alla fine di una delle solite partite d’allenamento (quel giorno Shohoku contro Kainan) organizzate dal signor Anzai che si era conclusa in perfetta parità. Gli atleti non erano certo soddisfatti, specialmente i due capitani. Maki soprattutto era parecchio nervoso, poiché il risultato aveva leso il suo orgoglio e continuava a lamentarsi con il fedele Jin, sempre pronto a sorbirsi i problemi del suo capitano.

"Non è giusto, mi ero allenato duramente ed ero convinto che avremmo vinto. Uffa, se non fosse stato per quell’invasato di Sakuragi. Comunque è meglio lasciar perdere, giusto Nobunaga?" disse Maki rivolgendosi allo scatenato ragazzo che imprecava contro "quella scimmia rossa che ha fatto canestro all’ultimo momento quando ormai stavamo per vincere".

Alla fine Jin era riuscito a calmare gli ardenti bollori della squadra, quando si udì un nuovo lamento di Maki : "merda!! Ho lasciato la divisa nello spogliatoio dello Shohoku, devo tornare di corsa a prenderla. Ragazzi, ci vediamo domani a scuola". Dette, anzi, urlate queste parole il capitano del Kainan corse in tutta fretta verso lo Shohoku, preoccupato di trovare la palestra chiusa e di perdere quindi la sua preziosa uniforme. Fortunatamente l’edificio era ancora aperto, così Maki si precipitò dentro, trovando solamente le matricole che pulivano il pavimento.

"Ehi Maki, che cosa ci fai qui? Non sarai venuto per sfidare nuovamente il mito vivente vero?" gli disse Hanamichi con la sua solita faccia tosta.

"Che cavolo vuoi Sakuragi? Non ho tempo da perdere con te, devo solo recuperare la mia divisa nel vostro spogliatoio" rispose il ragazzo, correndo verso una porta sul fondo della stanza.

"No fermo, aspetta, non andare, non puoi …….." gridava Rukawa cercando di fermare Maki senza riuscirci.

Maki non aveva neanche ascoltato la frase di Rukawa, così entrò nello spogliatoio, afferrò la sua uniforme e……rimase senza parole. Davanti a lui stava una……una dea dai capelli castani leggermente mossi, vestita solo di un asciugamano. Il ragazzo era rimasto letteralmente senza fiato, quella che vedeva era un’apparizione divina. Per qualche momento nella stanza ci fu solo il silenzio, poi improvvisamente la ragazza parlò, anzi, strillò : "AHHHHH, MA CHI CAVOLO SEI? VAI VIA BRUTTO PERVERTITO, COME TI PERMETTI DI ENTRARE MENTRE UNA FANCIULLA INDIFESA FA LA DOCCIA?". Infatti quello che Rukawa non era riuscito a dire era che nella doccia c’era Ayako, che si lavava sempre per ultima. La manager dello Shohoku ovviamente reagì piuttosto male, lanciando a Maki un’enorme bottiglia di bagnoschiuma, centrandolo in piena fronte.

Il povero ragazzo, paonazzo in volto, si affrettò a uscire dallo spogliatoio, mentre Ayako continuava a lanciargli tutto ciò che le capitava a tiro urlando : "PORCO! MAIALE! SE CI RIPROVI TI AMMAZZO CON LE MIE STESSE MANI".

Alle grida della ragazza accorsero Hanamichi e Rukawa, mentre le altre matricole si tenevano dietro a rispettosa distanza.

"Ayako, tutto bene? Ti ha fatto qualcosa?" si preoccupò Hanamichi.

"ARGHH, ma cos’è questo, un complotto? Sakuragi ti ci metti anche tu adesso?!?" .

Hanamichi nella foga di aiutare l’amica non aveva riflettuto sul fatto che lei potesse essere ancora svestita, così anche lui si beccò la sua dose di oggetti vari in testa, riportandone un bel bernoccolo.

A risolvere la questione giunse un Rukawa, ormai esasperato : "Ayako, tu vai di la a vestirti, Maki non sapeva che ci fossi tu nello spogliatoio. Maki, tu prendi la tua roba e vattene, tu Sakuragi finiscila di frignare e voi" disse ai compagni che osservavano la scena sconvolti "smettete di guardare e tornate a lavorare.

Calmata la situazione tutti ripresero il loro lavoro, Ayako, furiosa per essere stata vista praticamente nuda, se ne andò dalla palestra senza salutare nessuno mentre Maki alquanto imbarazzato si avviava verso casa continuando a pensare all’accaduto e soprattutto ad Ayako. Si perché il fiero capitano del Kainan era stato colpito dalla bellezza e dalla grinta della ragazza.

"< Certo che la manager dello Shohoku è davvero carina e poi ha un carattere, nulla a vedere con le altre che conosco. Ma no, che dico" rifletteva il ragazzo "io ho già chi mi piace, non posso certo pensare ad un’altra persona con tutti i problemi che ho da risolvere. Però……in fin dei conti potrei……. provare a rivolgere i miei pensieri a qualcun altro, tanto continuare così non mi porterebbe a nulla, oltretutto so benissimo che purtroppo è improbabile che il mio sentimento non sia ricambiato, quindi… tanto vale lasciar perdere>".

Perso in questi pensieri Maki giunse finalmente a casa, ancora parecchio confuso, ma deciso a rivedere la ragazza che lo aveva scosso così tanto.

 

L’indomani, all’uscita da scuola Maki prese la sua moto (non so se c’e l’abbia davvero, ma per me si. Nd Silvia-chan) e partì alla volta del liceo Shohoku, lasciando sconvolti i suoi compagni di squadra che si chiedevano dove mai andasse il loro amico così di fretta. Il più curioso di tutti era Kiyota, che con una punta di amarezza aveva notato lo strano atteggiamento del suo capitano, di solito sempre così allegro.

"Chissà che gli è preso" diceva Jin "non vi è sembrato strano oggi? E’ sempre l’ultimo a lasciare la palestra e oggi è volato via senza dire niente a nessuno. Magari si è trovato una ragazza. Tu che ne pensi Nobunaga?"

"Sinceramente non me ne frega proprio niente, per me può fare quello che vuole" aveva risposto questo, piuttosto acido "anzi, questa faccenda mi ha proprio stufato. Io me ne vado a fare due tiri al parco!!.

"<Ma che cosa ho detto di male? Sembra quasi….geloso?? No, che vado a pensare, non può essere, a meno che…forse Nobunaga ne sa qualcosa. Vediamo se riesco ad indagare>" decise Jin, rincorrendo l’amico: "Nobunaga, ehi……aspettami, vengo con te!".

Intanto Maki ignaro di tutti i commenti suscitati, era finalmente arrivato allo Shohoku, e si era piazzato davanti all’ingresso principale nella speranza che passasse Ayako, che quel giorno era stata addirittura indecisa se andare in palestra, ancora piuttosto infuriata per la faccenda del giorno prima. I ragazzi della squadra comunque avevano deciso, di comune accordo di evitare l’argomento con i compagni e soprattutto con Miyagi, che sarebbe stato capacissimo di strozzare lo sventurato capitano del Kainan per vendicare l’onore della sua amata.

La ragazza comunque, finiti gli allenamenti si preparò per andare a casa, uscendo proprio dall’entrata principale anziché da quella secondaria come faceva di solito (che fortuna, eh? Nd C-18). E proprio li, appoggiato al portone, vide un gigante che si guardava intorno con aria stravolta.

"<Ma che ci fa qui Maki? Non gli è bastata la scena di ieri? Che vorrà ancora? > si chiedeva Ayako continuando a camminare.

"Ehi…..scusa…A…Ayako?" la chiamò il ragazzo.

"Si? Ah, ma sei tu" rispose la ragazza con tono assente.

"Beh, io volevo…..sai, dopo quello che è successo ieri…volevo solo scusarmi. Non è stata una cosa voluta credimi, io non avevo idea che ci fosse qualcuno nello spogliatoio, volevo solo prendere la mia divisa…..mi..mi dispiace moltissimo" disse Maki, che, oltre a convincere Ayako della sua buonafede voleva anche trovare un pretesto per poterla rivedere.

"Non ti preoccupare sempai, dopotutto sono cose che possono succedere. Ieri forse ho esagerato un po’, ma adesso dimentica tutto, ormai è acqua passata" gli rispose lei, sfoderando un bel sorriso, intenerita dal ragazzo che quasi si inginocchiava per avere il suo perdono.

"Mi togli un peso, grazie e, a proposito, non chiamarmi sempai, chiamami Shin’ichi"

"Ok Shin’ichi". Ayako, dopo questa battuta aveva l’aria molto divertita, tanto che anche il suo interlocutore se ne accorse.

"Perché ridi? Il mio nome è tanto buffo?" le chiese un po’ risentito.

"No, non è il tuo nome semp…Shin’ichi, ma è la situazione che è piuttosto divertente. Fino a ieri ti consideravo il fiero e risoluto capitano del Kainan e ora ti vedo qui quasi inginocchiato ai miei piedi. Devi ammettere che è una cosa abbastanza…..strana".

"Anche i giocatori di basket hanno un cuore…….così come le manager a quanto vedo" esordì Maki con un sorriso.

"Il dibattito sull’argomento sarebbe interessante, ma si è fatto tardi e ora devo andare, i compiti mi aspettano e dovrei finire di sistemare dei dati per la squadra. Beh, ci vediamo!!" lo salutò Ayako.

"Aspetta, se hai molta fretta posso darti un passaggio con la moto…….sempre se tu sei d’accordo… e magari potremmo bere qualcosa insieme….che ne pensi?" chiese timoroso lui.

Questa domanda suonò strana alla ragazza. Le sembrava fosse passato un secolo dall’ultima volta che qualcuno le aveva chiesto di uscire, precisamente da quando Ryota era entrato nella sua vita. Difatti, o per amicizia verso il ragazzo, o per paura di ritorsioni da parte di questi, nessuno osava più avvicinarsi a lei ne tantomeno chiederle un appuntamento.

La proposta le sembrò davvero molto interessante, tanto che decise di accettare l’offerta di Maki, tanto più che questo le era sembrato un ragazzo simpatico e affidabile.

"Per me va benissimo, purché non facciamo troppo tardi anche perché domani abbiamo una partita contro lo Shoyo e devo essere presto in palestra", rispose lei, infilandosi il casco che Maki le porgeva.

 

Da quel giorno i due avevano iniziato a vedersi sempre più spesso e, in apparenza le due settimane che erano passate da allora erano state davvero piacevoli. Maki era un ragazzo davvero divertente e lui e Ayako avevano molti interessi in comune oltre al basket.

In realtà però qualcosa turbava i due ragazzi, apparentemente spensierati. Nessuno dei due voleva ammettere, neppure a se stesso, che non voleva farsi vedere in compagnia dell’altro, come se le loro innocenti uscite fossero in qualche modo qualcosa che dovesse restare assolutamente segreto. Ayako infatti si sentiva, senza neanche rendersene conto, in colpa verso la squadra, perché usciva con il capitano di una squadra avversaria, e soprattutto verso Ryota, a cui lei, in fin dei conti voleva bene.

Maki, soffriva anch’egli sensi di colpa, gli stessi che lo avevano assalito la prima volta in cui aveva chiesto ad Ayako di uscire con lui. Nonostante la ragazza gli piacesse molto, non riusciva a dimenticare la persona che prima di lei gli aveva fatto battere il cuore, che gli aveva fatto conoscere sentimenti che mai aveva provato prima ma alla quale non aveva mai avuto il coraggio di confessare il proprio amore, se non altro perché si trattava di un ragazzo e precisamente di un suo compagno di squadra, Nobunaga Kiyota. Lo aveva notato subito la prima volta che era entrato in palestra con le altre matricole e il suo modo di fare lo aveva subito conquistato fino a fargli comprendere che la semplice amicizia si era trasformata in qualcosa di più. Maki però sapeva che probabilmente Kiyota non avrebbe mai compreso i suoi sentimenti e così aveva nascosto in fondo al cuore la passione cercando di dimenticarlo. Per questo aveva cercato di dedicarsi alle ragazze ma senza molti risultati, almeno fino a quando non aveva incontrato la grintosa Ayako. Il ragazzo aveva capito che poteva essere lei la persona giusta per lui, ma tuttavia il pensiero di Kiyota continuava ad affacciarsi nella sua mente.

Continua...