Home
Gruppi
Mp3
Interviste
Special guest
Links

Interagisci con noi

 

Firma & Leggi il guestbook

 

Partecipa al nostro forum

 

Invia materiale

Tanto per essere chiari: Sconsigliamo vivamente la visione di questo sito a: Frikkettoni, Diessini, Hippie, arci, preti, arcipreti, politicanti, al punk for fun, ai mini blink 182 e a coloro che non hanno più niente da dire e per favore: Fuori dalle palle i disobbedienti! 

 

Storia dello ska

- Parte 1 -

La Jamaica non è esattamente l'isola felice descritta da innumerevoli spot pubblicitari o locandine di villaggi vacanze. E' una terra in cui la disoccupazione, la povertà e la miseria regnano sovrani. I due maggiori partiti (PNP e JLP), spesso protagonisti di episodi di corruzione, più che sui programmi politici si basano sull'abilità dei "gunmen" incaricati di zittire gli avversari (dal 1962, anno dell'indipendenza, in poi, in Jamaica iniziò un grosso commercio di armi), e il potere è detenuto dalle solite "40 famiglie" (ovviamente di pelle bianca); tuttora la Jamaica è il paese col più alto numero di brutalità poliziesche. Siamo nella seconda metà degli anni '50 e nelle strade di Kingston (la capitale) si muovono gruppi di giovani spesso amanti della violenza, i cosiddetti RUDE BOYS ("agitatori"), che saranno poi i protagonisti di un numero incredibile di canzoni ska, rocksteady e reggae. L'altra passione dei Rude Boys, era però la musica. A distanza di più di un decennio dalla piccola esplosione (anni '30-'40) del Calypso (la musica originaria dell'isola di Trinidad), che era stato esportato fino negli USA, in Jamaica sono piuttosto popolari il Mento (una musica popolare mischiata ad un sacco di generi, dal gospel al samba al calypso), e il Buru Drumming (dalle forti origini africane), ma a regnare era il Rythm & Blues americano, contornato da Swing e be bop. Ma la maggior parte della gente non poteva permettersi l'acquisto di dischi (per non parlare dei fonografi), e neanche l'entrata ai primi concerti dei famosi artisti americani (tra i più amati c'era ad esempio Fats Domino) che cominciavano ad includere la Jamaica nei loro tour. Fu così che, con l'ausilio di rudimentali e gigantesche casse e giradischi montati su furgoni, personaggi come Tom The Great Sebastian (considerato secondo la leggenda l'inventore dei soundsystem), Sir Coxson Dodd (che anni dopo sarà produttore di ska con la storica Studio One), Duke Reid the Trojan, King Edwards e Duke Vin the Tinkler, lanciarono la moda dei SoundSystem, delle discoteche ambulanti che portarono la musica nelle strade e nei ghetti anche a chi non avrebbe altrimenti potuto permettersela, e che lanciarono una vera e propria epopea che avrebbe segnato moltissimo la vita sociale in Jamaica. Gli operatori di Sound System, i cosiddetti "Selecter", si recavano spesso negli States, per riuscire a catturare singoli rari e le ultime uscite degli artisti più in voga (la competizione tra i diversi Sound era spietata), quand'ecco che, durante i loro viaggi, scoprirono che in USA la musica era cambiata, che il R&B e i suoi artisti erano stati spazzati via dalla nascita del Rock and roll. Si trattava di un grosso problema, visto che il r'n'r non prese piede in Jamaica, dove la gente continuava ad apprezzare i vecchi artisti...dopo aver quasi esaurito le vecchie incisioni e non essere riusciti a recuperare altro, gli operatori dei sound, presi in contropiede, decisero di far incidere pezzi R&B a musicisti locali. Gli studi della Radio JBC (gli unici a Kingston) furono quindi presi d'assalto da musicisti jamaicani, di estrazione jazz, folk o latina (presi da Bond Street, la strada dove i musicisti si ritrovavano), invitati dai selecter, reinventatisi produttori, a registrare brani nello stile che piaceva alla gente. Ed ecco che accadde ciò che per fortuna nostra è accaduto: piano piano le influenze di questi artisti locali (di grandissima qualità musicale; tra loro ricorderei i Blues Busters, The Maytals, Laurel Aitken, detto "el cubano" perchè originario di Cuba, Theophilus Beckford, Prince Buster, Lord Tanamo, che aveva debuttato come cantante di calypso, Jackie Opel, Tommy McCook, Rolando Alphonso) si fanno sentire, e portano alla nascita di un nuovo tipo di musica: lo SKA, il cui nome non è chiaro come fosse venuto fuori (forse un'onomatopea che indicava il ritmo saltellante delle canzoni o il suono grezzo di chitarra e pianoforte, o forse ancora un qualche vocabolo storpiato in patois, lo slang jamaicano). Ed è all'inizio degli anni '60 (anche se il primo pezzo che si può definire ska è forse "Easy Snappin" del 1958 suonato da Theophilus Beckford e Rolando Alphonso e arrangiato dal chitarrista Ernest Ranglin, ma che fu commercializzato dopo, tanto che probabilmente il primo singolo ska che la storia ricordi è "Little Sheila" di Laurel Aitken, 1959, cosa che gli vale tutt'ora il titolo di Padrino dello ska), che lo ska si propone come genere musicale autonomo ed è nel 1964 che il primo successo ska invade il mondo: si tratta di "My boy lollipop", cantato da una giovanissima jamaicana, Millie Small, e prodotto dalla Island, che si piazza ai primi posti di tutte le classifiche, soprattutto in Inghilterra (per inciso, "My boy lollipop", o "My girl lollipop" se cantato da band maschili, è uno dei pezzi più coverizzati della storia, ultimamente gli Arpioni ne hanno fatto una cover in dialetto bergamasco!). Proprio in Inghilterra si erano già trasferiti artisti come Laurel Aitken, Rico Rodriguez e Owen Gray, e già dal 1961 la BlueBeat (il cui nome in Europa diventerà sinonimo di ska) produceva i dischi in UK. In Jamaica intanto la scena è in pieno fermento: nel 62/63 Lord Tanamo raduna i migliori musicisti dell'isola (Rolando Alphonso- sax tenore, Don Drummond- trombone, Baba Brooks- tromba, Lester Starling- sax alto, Tommy Mc Cook- sax, Jackie Mittoo- piano, Lloyd Brevett- basso, Lloyd Knibbs- batteria, Jah Jerry- Chitarra) e li fa suonare insieme col nome di Satellites, che verrà cambiato poco dopo in SKATALITES... e non aggiungo altro... Comiciano poi a mietere successi Derrick Morgan (futuro padrino dello Skinhead reggae), Alton Ellis, Dandy Livingstone, Desmond Dekker, Eric Monty Morris, il mitico Jimmy Cliff (che debuttò a soli 13 anni) e un certo Robert Nesta Marley che nel '61 aveva fondato insieme a Peter Tosh e Neville Livingstone (aka Bunny Wailer) gli Wailers. Nel frattempo nascevano altre etichette come la Melodisc, la già citata Studio One e la Beverley del grande Leslie Kong. In quegli stessi anni ('64-'66) vari artisti cominciarono a esser influenzati nei loro testi dalla filosofia/religione Ras Tafari (comunemente chiamata Rasta, Ras Tafari era il nome del Negus Hailè Selassiè, ultimo imperatore d'Etiopia, prima dell'ascesa al trono), che predicava l'emancipazione alla razza nera attraverso il ritorno alla madrepatria Africa (ed allora ogni rasta avrebbe riposato sul Monte Zion, il paradiso), attendeva il crollo della società razzista bianca (chiamata Babylonia in quanto i rastafariani si consideravano come la Nazione di Israele ai tempi dell'esilio e della schiavitù appunto a Babylonia) e venerava Jahovia (Jah), il Dio che si era incarnato appunto in Hailè Selassiè, inoltre dava molte regole piuttosto rigorose (non mangiare carne di maiale o pesci senza squame, lumache e molluschi, non usare sale, non stringere la mano o lavorare per un non rasta, non sposarsi, non battezzare i propri figli e non recarsi ai funerali). La tipica acconciatura "Dread" (cesto), tipico aspetto etnico delle tribù africane orientali, era fatta sia per assomigliare ad un leone, sia per il tabù biblico di non avvicinare lame taglienti al proprio corpo (un rasta infatti non potrebbe farsi tatuare), mentre il fumare marijuana (l'unica cosa che gli autodefiniti simil-rasta attuali sembra sappiano!) era semplicemente un fattore di comunione cerebrale con la divinità (un pò come l'incenso per i cristiani!), non un semplice sballo. Non tutti sono però felici dell'influenza della cultura Rasta sui Rude Boys (in effetti spesso un pò confusa): Toots Hibbert, leader dei Maytals disse "Ci sono molte persone che non afferrano veramente il senso della cosa. Non conoscono i Salmi, non sanno nulla di Dio, dicono solo -Rastafari...Dread!- e usano pistole". In effetti le gesta violente dei Rude Boy (pur esaltate sotto certi aspetti), vengono criticate da diversi cantanti dell'epoca: in "Dance Crasher" Alton Ellis dice ai Rude Boys di non usare il coltello, in "Judge Dread" Prince Buster (che pure si era meritato il nome in una maxi rissa a Orange Street) punta il dito contro un giudice etiope che voleva "sistemare" i Rude Boys, in "We are rude" Dandy Livingstone equipara la violenza al potere... Sta di fatto che proprio in questo periodo lo ska passa la fase del cosiddetto "Rude Boy Sound", ossia la nascita del cosiddetto Rocksteady (1965). Il motivo sembra essere, oltre alla crescente influenza del soul nordamericano di Stax e Motown, l'ondata di caldo torrido che invase la Jamaica nell'estate '65: lo ska era troppo veloce per essere ballato senza stancarsi troppo e si preferì rallentarlo, con sezione ritmica più pesante, cantati più curati e meno fiati... sembra leggenda ma le fonti concordano... Proprio con il Rocksteady uscirono fuori Wailers, Claredonians, Ethiopians, Melodians, Pioneers, Upsetters, la Pama records (1967) e un'etichetta come la storica Trojan records, che diverrà il simbolo stesso dello ska e del reggae, fondata da un'imprenditore di origine indiana, Lee Gopthal. E nel 1968, i già citati Maytals di Toots Hibbert (che, nel frattempo, era stato in galera per due anni per possesso di ganja, e appena uscito scrisse su quell'esperienza quel capolavoro che è "54-46 (That's my number)") se ne escono con un pezzo che farà storia, non tanto per il pezzo in sè, ma per il fatto che fu il primo a contenere una parolina magica... il pezzo era "Do the reggay", il primo pezzo della storia considerato propriamente reggae.

to be continued