Da San
Gregorio nelle Alpi si sale alla frazione di Roncoi e da qui a
Roer ( 747 metri ). Si prende il sentiero C.A.I. che, in
direzione nord, si inoltra nel bosco e poco dopo si innesta su
una carrareccia, che si percorre per circa 200 metri. Dopo aver
oltrepassato una rustica abitazione, si prende sulla sinistra il
sentiero che sale verso i versanti sud orientali del monte
Pizzocco. Lungo la salita si oltrepassa un bosco di faggio, nel
quale compaiono esemplari di larice, abete rosso, e in breve si
riattraversa la carrareccia. Si sale sempre nel bosco e, dove la
vegetazione rada lo consente si possono osservare i paesaggi di
fondovalle, segnati dal passaggio del fiume Piave. Più in su, il
sentiero si inoltra in un bosco di abete rosso, ( c’è anche
di pino nero ) prima di inoltrarsi nella valle Brentaz. Con il
cambio dei versanti, il paesaggio cambia di continuo così anche
la vegetazione. Non si ritrova più boschi e prati di tipo
termofilo che hanno caratterizzato questa primo tratto di salite.
Ora, si possono incontrare il pino mugo, il rododendro irsuto,
mentre scompaiono il carpino nero e l’orniello, e la
vegetazione assume carattere montano sub - alpino. Si percorre un
tratto pianeggiante, solcato da piccole valli laterali. Si
attraversa un ponte di legno, ( località Scalet ). Il sentiero
inizia poi a salire, lasciando la valle Brentaz sulla destra. Il
sentiero sulla destra, sale fino alla Forcella Intrigos ( 1757m.
) in un’ora circa, questo percorso per chi voglia vedere la
Val Falcina, tipica valle di origine fluviale, affluente del Mis.
Ci si mantiene sul sentiero principale che porta prima a ovest e
poi sale verso la cima del Pizzocco. La vegetazione arborea che
si incontra è formata da abete rosso, non originario di quelle
zone che non gli è congeniale. Solo qualche decennio fa, questa
zona era un vasto pendio erboso, adibito al pascolo. L’uomo
in questo caso è intervenuto e ne ha cambiato l’aspetto per
ottenere un futuro guadagno, con il taglio del bosco. Non è
certamente l’unico esempio di rimboschimento fallito e si
dovrà tener conto, a parziale giustificazione, della mentalità
del tempo dopo le grandi perdite di aree a bosco per colpa della
prima guerra mondiale. I versanti del Monte Pizzocco sono molto
assolati e ci si accorge delle varie specie termofile che li
risalgono. Si osservano prati aridi fin sulle creste, costituiti
da vegetazione erbacea steppica e cespuglietti più o meno densi,
tra i quali la ginestra, i glauchi, i cespi della pungente,
festuca alpestris, all’argentea scabiosa graminifolia, a
diverse orchidee. Poco dopo si incontra il bivacco Palia ( 1577
metri ) costruito nel versante a sud - est del Pizzocco, nella
posizione più adatta per vedere le valle del Piave, Belluno e la
Prealpi Carniche. Il sentiero continua in piano verso sud - est,
giungendo sul crinale che sovrasta la Val Scura; se si segue una
breve deviazione si può arrivare alla croce metallica del monte
Piz ( 1608 metri ) dal quale si può avere un ottimo panorama.
Per far ritorno a San Gregorio nelle Alpi si segue il sentiero
detto “ Troi delle Vacche “, lungo questo si possono
apprezzare gli aspetti floristici, già in maggio le piante sono
fiorite e si possono osservare la patentilla cinerea, il giglio
caniolico, il gladiolo di palude, asfadeli, giaggioli, e molte
altre varietà più o meno appariscenti tipiche
dell’ambiente montano. Da qualche anno si è accertata la
ricolonizzazione del camoscio specie assente da quasi
trent’anni a causa di una gestione venatoria molto
discutibile. Nelle vicinanze del Rifugio Ere, essendo costruito
su un affioramento di rosso amonitico è facile ritrovare
l’impronta d’amoniti. Sopra il rifugio è stato
costruito anche una piazzola d’osservamento e orientamento
geografico. Per raggiungere la cima del monte Pizzocco, bisogna
seguire la taccia che parte dal bivacco Palia, e risalendola, si
arriva ad un sentiero, che si inoltra in pendii erbosi e rocce,
girando a destra per arrivare sulla sella al disotto del
Pizzocchetto. Il sentiero, sale il versante sud - est del
Pizzocchetto attraverso un percorso sempre più suggestivo. Si
attraversa l’intaglio fra Pizzocchetto e monte Pizzocco, e
si ritorna a salire sul versante opposto. Il sentiero attraversa
un terreno in maggior parte roccioso e sale a strette volte,
superando brevi salti di roccia. Arrivati in cima, il panorama è
molto suggestivo, se il cielo è limpido, con l’ausilio di
un binocolo si può scorgere, al di là delle prealpi, la costa
adriatica, fino all’Istria e verso nord - est, le principali
vette dolomitiche. Si potranno vedere dalla cima, fenomeni
geologici rilevanti, come i disturbi tettonici, di Belluno verso
il Tre Pietre, faglie e stratificazioni variamente ripiegate.
Fino dai 1900 metri, e verso gli sfasciumi delle creste, si
potranno osservare le fioriture di petrocallis pyrenaica e di
eritrichium nonum.