La Rinotracheite Infettiva Felina


Le malattie delle prime vie aeree del gatto sono causate da vari agenti infettivi, possono presentarsi in una forma acuta che spesso va incontro a cronicizzazione e possono colpire gruppi di felini.
I principali responsabili di queste forme sono due virus: il Calicivirus e l'Herpesvirus felino. E'stato anche dimostrato come importante sia l'intervento di germi come la Bordetella bronchiseptica e la Chlamydia psittaci.
Difficile è distinguere le forme provocate da uno o dall'altro degli agenti causali in questione, dato che il più delle volte essi intervengono in forma associata. L'infezione si trasmette per contatto diretto attraverso secrezioni orali, oculari, nasali ed indiretto attraverso attrezzi, personale addetto alla custodia nei gattili,ciotole,etc.
Tra i vari agenti causali il Calicivirus felino è il più resistente potendo sopravvivere sino a 10 giorni nell'ambiente esterno: i soggetti maggiormente a rischio sono i gattini, gli animali che vivono in gattili e quelli non vaccinati, i gatti colpiti dal virus dell'immunodeficenza felina: circa l'80% dei gatti che superano l'infezione divengono portatori subclinici per più anni; i portatori sani possono eliminare il virus per 2 settimane in coincidenza con la riacutizzazione dell'infezione latente a causa di situazioni stressanti come ad esempio la lattazione, il parto, il trasporto. A scopo esemplificativo potremmo ricordare come il Calicivirus sia responsabile di una sindrome relativamente lieve caratterizzata da scolo nasale ed oculare, ulcere orali, del cuscinetto plantare e febbre. I gatti colpiti possono anche presentare inappetenza, starnuti e congiuntivite. Nonostante questo quadro tipico di malattia, il virus in questione può provocare nel gattino la comparsa di una grave polmonite così come un'infezione inapparente.
L'Herpes virus felino , dopo un periodo di incubazione di 2-6 giorni, provoca la comparsa di depressione, inappetenza, febbre, intensa starnutazione, intensa salivazione. In seguito si osserva una congiuntivite con scolo nasale ed oculare, tosse, difficoltà respiratoria. Meno frequentemente il virus può essere causa di polmonite o manifestazioni neurologiche. Nelle gatte gravide è stato segnalato l'aborto. Il danno indotto dal virus a carico delle vie nasali può predisporre gli animali colpiti alla comprsa di una forma cronica.
Nella cura del micio è importante, attraverso frequenti lavaggi e l’utilizzo d’aerosol con soluzioni fisiologiche, liberare le cavità nasali dal muco: se il gatto, a causa delle eccessive secrezioni, perde l’olfatto, non sentendo più gli odori, comincia a rifiutare il cibo indebolendosi. Si rischia l’anoressia con il conseguente ricorso alla nutrizione per via endovenosa. Particolare attenzione va riservata alla detersione dell’occhio che può essere eseguita utilizzando sia apposite soluzioni oftalmiche che la semplice camomilla: questa va prima bollita e poi lasciata raffreddare per poi essere applicata con dell’ovatta eseguendo un delicato massaggio. L’accurata pulizia degli occhi e del naso costituiscono solo una parte di una terapia che comprende la somministrazione di antibiotici, la reidratazione, l’integrazione di vitamine del gruppo B e, se necessario, di stimolanti dell’appetito. Il decorso della malattia, nel caso di gatti adulti, termina, in genere, nel giro di circa 10 giorni, mentre per i cuccioli i rischi sono maggiori, perfino letali. Per questo è consigliabile sottoporre i mici alla vaccinazione a partire dalla nona settimana (fino ad allora il gattino è protetto dagli anticorpi materni) e quindi procedere ad un richiamo annuale che garantisce un’immunità costante nei confronti del virus.