Storia di Roncarolo

LE ORIGINI

Cenni storici, reperiti nell'archivio parrocchiale (anno 1980 circa)

STORIA PIU' RECENTE

Il paese, che ora si trova proprio sulla riva del Po, un tempo ne era lontano più di 2 chilometri , poiché il corso del fiume era oltre Caselle Landi, ed il territorio fino alla sua sponda era amministrato da Roncarolo, comune rurale sede di un castello fortificato a Isola di Roncarolo, (oggi Castelnuovo Bocca d’Adda, sulla sponda lombarda) costruito nel 1183 per difendere Piacenza dalle scorrerie dei Cremonesi e centro di controllo della navigazione sul Po.

Il possesso del territorio passò di mano più volte: dai Dal Verme ai Bentivoglio d’Aragona Visconti, per finire alla famiglia Landi, cui si deve la modifica del corso del fiume, la cui grande ansa fu eliminata nel 1595 per volere dei fratelli Cristoforo e Manfredo Landi, che incaricarono dei lavori l’ing. Alessandro Bolzoni di seguire il disegno tracciato dal bolognese Scipione Dattari. Per effetto di quest’opera, il territorio di Caselle Landi divenne di fatto milanese.

La vita del paese è continuata per secoli pressoché uguale, con la popolazione impegnata sia in attività agricole sui terreni bonificati e fertili in riva al Po che nella pesca, attività questa ormai cessata, almeno a livello professionale, a causa sia dell’inquinamento delle acque che, soprattutto, dello sbarramento idroelettrico di Isola Serafini, che impedisce la risalita dei pesci autoctoni più pregiati, come anguille e storioni; una parte notevole nell’economia delle famiglie di Roncarolo l’ha avuta per secoli il traghettamento di persone e merci tra la sponda piacentina e quella milanese, unito alla escavazione, manuale, di sabbia e ghiaia dal letto del fiume, con setacci e barche.

Fino all’immediato dopoguerra, la popolazione ha superato i mille abitanti, con nuclei familiari di decine di persone: prova ne è l’edificio delle scuole elementari, che ha ospitato fino a 50 alunni per anno; dagli anni ’50 la ricerca di condizioni di vita migliori ha svuotato le case, ed ora gli abitanti sono circa 250, molti dei quali “immigrati” dalla città alla ricerca di uno stile di vita più tranquillo.       

        

  

Questa lapide in memoria dei caduti nella guerra di liberazione dalle truppe nazi – fasciste era in origine posta sul muro della cascina “Baracca” di Roncarolo, teatro di repressioni contro i partigiani e la popolazione civile.

Situata nella zona golenale del Po, la cascina è stata progressivamente distrutta dalle piene del fiume, per cui nel 2002 la lapide è stata trasferita a lato del piazzale della chiesa di Roncarolo, affinché i nomi dei Caduti ricordino alle nuove generazioni il male che l’uomo può fare all’uomo, col pretesto della diversa ideologia o religione.

Sito dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia

Comitato Provinciale di Piacenza