Ri-flessioni: del sotto/scritto Ant4 (Antonello Quarta..?) su 'patafisica e mu(sic)a

Definizione
Un epifenomeno è ciò che si aggiunge ad un fenomeno.
La patafisica, la cui(…) ortografia reale patafisica, preceduta da un apostrofo, per evitare un facile gioco di parole, è la scienza di ciò che si aggiunge alla metafisica, sia in essa, sia fuori di essa, estendondosi così lontano al di là di questa quanto questa al di là della fisica. Es.: l'epifenomeno essendo spesso l'accidente, la patafisica sarà soprattutto la scienza del particolare, per quanto si dica che non vi è scienza se non del generale. Studierà le leggi che reggono le eccezioni e spiegherà l'universo supplementare a questo; o meno ambiziosamente descriverà un universo che si può vedere e che si deve vedere al posto del tradizionale; poiché anche le leggi dell'universo tradizionale che si è creduto di scoprire sono correlazioni di eccezioni, per quanto più frequenti, in ogni caso fatti accidentali che, riducendosi a eccezioni poco eccezionali, non hanno nemmeno l'attrattiva della singolarità.
Definizione: la patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità

La patafisica è innanzitutto una straordinaria invenzione letteraria, utilizzata da Alfred Jarry principalmente nel romanzo(neo scientifico) "Gesta e opinioni del Dottor Faustroll, patafisico" del 1898, ma di cui se ne possono trovare tracce in tutte le opere di Jarry e come tale va presa. Inutile cercare in essa formule, metodi, esperimenti, assiomi, misurazioni e altri strumenti propri dell'attività scientifica comunemente accettata, ma commenti artistici su questi strumenti, e infatti il testo ne è infarcito, a partire dalla 1)descrizione del protagonista:
il dottor Faustroll nacque in Circassia, nel 1898 (il XX secolo aveva (-2) anni, e all'età di sessantatré anni. A quell'età, che conservò per tutta la vita, il dottor Faustroll era una persona di statura media, cioè, per essere esattamente veridico, di (8x1010 +109 + 4x 108 + 5 x106) diametri di atomi…
2) le caratteristiche del vaglio:
...un'imbarcazione, che ha l'aspetto di un vaglio allungato. Le maglie sono abbastanza larghe per lasciar passare uno spillone; e tutto il vaglio è stato immerso nella paraffina fusa, poi scosso, di modo che quella sostanza ( che non è mai toccata dall' acqua) pur ricoprendo la trama, lasci i buchi vuoti, in numero approssimativo di quindici milioni quattrocentomila. La pellicola dell'acqua (…) si tende nei buchi, ed il liquido sotto-fluente non può passare a meno che essa si laceri. Ora, la convessità della chiglia rotonda non offre alcun angolo sporgente, e l'urto dell'acqua, nei debordaggi, salti di sbarramenti, ecc., è infranto da uno scafo esterno non paraffinato, a maglie molto più larghe, sedicimila appena (…)…un asse più bello (…) in filo di quarzo trafilato a balestra (…) disposto con l'aiuto di un filo di paglia 250000 gocce di castor-oil, a imitazione delle goccioline dei ragni, e grosse e piccole alternativamente, essendo le vibrazioni per secondo delle grandi con quelle piccole nel rapporto 64.000/ 1/2000000 sotto la semplice forza della membrana elastica del liquido…
3) la misura dell'estensione di Dio:
supponiamo Dio in un piano e nella figura simbolica di tre rette uguali, di lunghezza a, originate da un medesimo punto e che formano angoli di 120 gradi tra di loro…sia x la mediana prolungamento di una delle persone a, 2y il lato del triangolo al quale la mediana è perpendicolare, N e P i prolungamenti della retta (a+x) nelle due direzioni dell'infinito…
+/- Dio e la distanza più breve da 0 a 8, in un senso o nell'altro…DIO E' IL PUNTO TANGENTE DI ZERO E L'INFINITO.

L'immenso vantaggio che la patafisica conserva su tutte le altre scienze è proprio quello della speculazione artistica e filosofica che, senza imbarazzi, si può permettere le più ardite anticipazioni e infatti alcuni esempi dell'opera di Jarry possono essere visti come profetici del XX e XXI secolo,
in campo artistico:basti pensare alle iniezioni di Assurdo che poi troveranno una più completa e compiuta manifestazione nel Dadaismo e nel Surrealismo;
politico: con la figura del primo Ubu, troppo grottesco e onnivoro per essere copia di un sovrano assoluto, ma certo inquietante prefigurazione di dittatori e uomini di potere del xx secolo, crudeli e sbruffoni, privi financo del carisma del guerriero;
tecnologico, fisico -matematico :con le sue concezioni molto elastiche di infinito, l'approccio critico al problema della misurabilità dei dati scientifici, i suoi macchinari, fantasiosi per l'epoca, ma così vicini a noi contemporanei nella loro interazione con la nostra psiche (vedere la quintipletta e la macchina innamorata del Supermaschio).
Possiamo supporre che proprio la potenza evocativa delle elaborazioni patafisiche di Jarry abbia colpito l'immaginazione di musicisti che anche nel loro specifico campo d'azione hanno cercato o cercano tuttora di evitare la riproposizione di formule sonore già note e collaudate, ma tentino almeno di innovare, di immaginare nuove prospettive, nuove soluzioni, appunto.
D'altronde, nel particolare settore del più ampio filone della musica popolare che possiamo definire "d'avanguardia" nelle sue accezioni rock, hip hop, jazz… è sempre stato abbastanza diffuso il vezzo di ricollegarsi soprattutto a livello terminologico (nei nomi dei gruppi, nei titoli di canzoni, nei testi) a nomi, correnti e idee artistiche che nei loro rispettivi tempi sono stati radicalmente e anche ( o soprattutto) provocatoriamente e platealmente di rottura nei confronti di una società tradizionalmente borghese nelle abitudini di vita e nei gusti (citando a caso, Poeti maledetti, Futuristi, Dadaisti, Beat Generation), quasi a sottolineare un comune sentire stile e destino di contestazione. Così è molto probabile trovare, citati come fonti di ispirazione e/o semplicemente omaggiati, nell'underground musicale figure antiaccademiche e "di culto" come Charles Baudelaire,Tristan Tzara, William Bourroughs, Andy Wharol.
Jarry, pur essendo meno famoso, ha tutte le credenziali in regola: vita da artista maledetto (la sua), un personaggio di grande e immediata presa nella sua arcaica e inquietante rozzezza: Padre Ubu, un universo estetico sofisticato, irriverente e accattivante: la patafisica.
Soffermandoci su questo ultimo punto, vediamo che anche ai nostri giorni(2002 Era Volgare) DJ Spooky nel suo ultimo disco "Optometry" inserisce, diviso in due parti, il pezzo "Variation Cybernetique:Rhytmic Pataphysic", Innanzitutto, nel pieno rispetto del modus operandi di Jarry, non importa dare o togliere patenti di patafisicità a chichessia, ma lasciarsi trasportare dalle suggestioni suggerite dalla musica: il ritmo del pezzo è lieve, i suoni fluidi, l'excursus del violino richiama l'Europa del Passato, chissà se Dj Spooky ha letto "il Dottor Faustroll", ma io ritengo il suo brano indicato a ricordarci che il viaggio descritto nel libro si svolge nel 1898 da Parigi a Parigi via mare! Curioso però che nelle concettuali note del libretto, pur descrivendo "Optometry" come una "post Rational Thing…un nuovo modo di pensare qualcosa che c'e nelle nostre vite ogni giorno: patterns, codici, cifre…, si citino, fra gli altri, Sun Tzu, Duke Ellington, Rimbaud, Duchamps, Erik Satie, ma manchi il nome del nostro Alfred J.
Ma quando si parla di musica e patafisica , bisogna assolutamente soffermarsi su:


I Pere Ubu e la patafisica: L'aspetto maggiormente patafisico del repertorio(soprattutto il primo, quello degli anni 70/80) dei Pere Ubu consiste nella creazione di una terra di nessuno sonora dove sono liberi di scorazzare i più svariati interventi musicali, siano essi di stampo convenzionale (rock jazz funky folk), o prettamente rumoristici, che diventa uno sfondo niente affatto confuso, ma ordinato secondo una linguaggio serrato, la cui logica interna non è quella dell'ascolto quotidiano, ma più misteriosa, intuibile, ma mai completamente afferrabile. L'impressione è che la band stia sperimentando "in diretta" le soluzioni musicali che ci propone, e che i musicisti siano in parte inventori, in parte attori, in parte poeti, in parte giocolieri. Per questo, pur non sentendomela di giurare sul fatto che i Pere Ubu abbiano conosciuto e analizzato Jarry, trovo che le affinità fra il lavoro del Francese con parole, dialoghi, aforismi e versi e quello degli Americani con note, timbri, ritmi e arrangiamenti siano notevoli. Una canzone dei Pere Ubu è, più che una canzone, una messinscena, e in questa prospettiva due sono i contributi fondamentali:
1)il cantato di David Thomas, il vero Re Ubu del rock, non fosse altro per le sue fattezze fisiche, ma soprattutto per la voce capace di evocare i più disparati stati d'animo in un flusso di coscienza imprevedibile nelle sue diramazioni e per i suoi testi descrittivi di una realtà prossima alla nostra ma inquietantemente non coincidente e
2)i suoni di Allen Ravenstine, il prototipo dello scienziato musicale, poco interessato ad usare la tastiera dei sintetizzatori, ma più propenso ad estrarre da questi, mediante manopole e filtri, effetti sonici volti a determinare lo stato emotivo del pezzo.
Proprio questa mi sembra una caratteristica che rende unico lo stile del gruppo: rumori, voci preparate, registrazioni concrete, non sono utilizzati come effetti speciali da sovrapporre come extrabonus alle composizioni, ma sono completamente integrati con esse, quando addirittura non ne condizionano l'architettura. E tutto questo, giova ricordarlo, quando campionatori ed editaggio digitale non esistevano ancora, ricorrendo quindi a tecnologie poco affidabili, a macchinari che richiedevano grande manualità e il coraggio di assumersi il rischio dell'incontrollabilità della performance. Trovo in questo molte similitudini con la fantascienza pioneristica, quella di un Verne per esempio, e di Jarry ovviamente, nelle sue patafisiche premonizioni più legate alle svariate e avveniristiche applicazioni tecniche ( la farraginosa tecnologia del Supermaschio può valere come illuminante esempio).
Prendiamo allora Ubu Party Dance da Dub Housing (1978): Appoggiandosi su una solida e ostinata sezione ritmica, corroborata da riff vagamente rock-blues, si inseguono e si incrociano- incastrano divagazioni sonore sempre pronte a scivolare verso un'allegra follia, proprio come ci si aspetterebbe dagli invitati alla festa da ballo presenziata da Ubu-Jarry: il canto è suddiviso in una botta e risposta fra voce solista disperata per il suo girare a vuoto e un coro che offre solo un sarcastico commento, a cui si aggiungono voci e vocalizzi di sottofondo; folate e scoppi di rumore bianco trattati al synt e probabili svisate di sax suggeriscono un'atmosfera di tensione crescente, che viene irrazionalmente stemperata da frasi di piano e sparsi interventi di chitarra slide. La bravura del gruppo sta in questo saper conciliare gli opposti, nel presentarci istrionicamente l'assurdo e rendercelo accettabile (e per quel che mi riguarda oltremodo piacevole da ascoltare).
Altrettanto paradigmatico è Loop, su The Art of Walking (1980):percussioni e suoni elettronici, più che accompagnare/marcare il tempo e le parti della canzone, creano un fondale sonoro su cui scivolano linee di basso, serpeggiano accordi di chitarra e organo, finalizzati a creare (o a dare l'impressione di creare) un habitat solido dove si aggirano e rimbalzano, stralunate al punto giusto da presupporre una bonaria approvazione di Jarry, le voci di David Thomas e Mayo Thompson, altro personaggio che con i suoi Red Crayola ha sempre coltivato logiche e razionalità alternative a quelle correnti.