Sonno e rendimento

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Il sonno e il rendimento scolastico dei bambini sono collegati
 

Lo scarso rendimento scolastico di un bambino dipende molto spesso dal fatto che dorme poco o male. Le cattive abitudini legate al sonno influiscono infatti molto negativamente sulle capacità di apprendimento e sui risultati accademici.
I bambini hanno bisogno di almeno nove ore di sonno per notte. Ma molti ne dormono meno, per diversi motivi: spesso vanno a letto tardi o si alzano troppo presto. Ma sono molto frequenti anche i
disturbi del sonno, come l’apnea ostruttiva notturna. Uno studio pubblicato sul Journal of School Health ha rivisto 21 ricerche precedenti riguardanti il rapporto fra il sonno dei bambini e i risultati scolastici. La scarsa qualità del sonno, un sonno non continui l’alzarsi presto, l’andare a dormire tardi sono risultai tutti collegati con scarsi risulti accademici.
I medici affermano che i bambini e le loro famiglie dovrebbero monitorare alcuni fattori, come la regolarità e la durata del sonno, il tempo impiegato ad addormentarsi, l’eventuale presenza di disturbi respiratori o di sonnambulismo.
Su molti dei fattori che interferiscono negativamente con il sonno si può intervenire. È dimostro, ad esempio che, intervenendo sui problemi respiratori che disturbano il sonno, non solo si migliora la qualità del sonno, ma anche l’andamento scolastico dei bambini.

Journal of School Health, September 2005.

30/09/2005

CHI DORME POCO VA MALE A SCUOLA (14/11)
 Il rendimento scolastico è significativamente compromesso in pochi giorni se il bambino dorme meno. Sintomi evidenti, la difficoltà a concentrarsi e brutti voti minacciano i piccoli che fanno le ore piccole. A sottolineare l’importanza di una buona notte di sonno è un recente studio della Brown Medical School (Usa).
Assicurare ai bambini una notte tranquilla, dicono i ricercatori americani, li aiuta ad ottenere i migliori risultati in classe e a ridurre al minimo i problemi di attenzione. Nella ricerca, condotta da Gahan Fallone del Forest Institute of Professional Psychology di Springfield, sono stati fotografati i risultati scolastici di 74 ragazzini sani e con buoni voti tra i 6 e i 12 anni, seguiti per tre settimane. Fallone avverte che i suoi risultati hanno un significato importantissimo per i bambini con deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e soprattutto sui potenziali effetti avversi sul sonno delle terapie normalmente somministrate a questi piccoli, gli stimolanti.
Nel primo periodo i bimbi hanno dormito come al solito, nel secondo sono andate a letto un pò prima del solito e nell'ultima settimana molto più tardi.
Gli psicologi hanno poi chiesto agli insegnanti di monitorare il rendimento dei bambini nell’arco delle tre settimane, tenendoli però all’oscuro dell’esperimento in atto. Esaminando il rendimento scolastico, i ricercatori hanno notato un brusco calo in coincidenza con la settimana in cui i ragazzini hanno fatto le ore piccole. E questo nonostante gli insegnanti non sapessero in che fase dello studio fossero i loro alunni.
Secondo i ricercatori, il sonno si e dimostrato un prezioso alleato per i ragazzini che vanno a scuola. I genitori, inoltre, devono fare un’attenta scelta delle attività extrascolastiche dei propri figli, in modo che queste non rubino prezioso tempo al sonno. Ora Fallone sta investigando sul riposo dei piccoli con sindrome da iperattività e deficit di attenzione, per capire se le abitudini notturne e la quantità di ore di sonno possono influenzare anche il loro rendimento scolastico

Fonte: Italia Salute


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