Più di una scuola su dieci è poco sicura ed un quarto non
raggiunge la
piena sufficienza. Il giudizio assai negativo emerge dal III
Rapporto nazionale sulla sicurezza degli edifici scolastici,
presentato da Cittadinanzattiva. L’indagine è stata condotta su
382 edifici scolastici di 117 città, 32 province e 13
regioni, per una popolazione di oltre 125 mila studenti. Le
situazioni peggiori si riscontrano nelle isole e nel meridione
ma la mappa dell’insicurezza, ed al contrario alcune condizioni
migliori, sono diffuse su tutto il territorio nazionale.
Il 53 per cento degli edifici è privo del certificato di
agibilità statica, il 52 per cento del certificato di agibilità
igienico-sanitaria, il 64 per cento di quello di prevenzione
incendi. Quasi il 14 per cento delle scuole monitorate non ha
nessuno dei tre certificati. Dati preoccupanti se si tiene conto
che il 45 per cento delle scuole monitorate è situato in zone a
rischio sismico e il 13 per cento in zone a rischio
idrogeologico.
Le uscite di emergenza sono assenti nel 17 per cento dei casi o
ostruite nel 43 per cento, le scale di sicurezza assenti per il
27 per cento delle scuole o destinate solo ad alcune
parti dell’edificio nel 15 per cento di esse. I dati evidenziano
lesioni strutturali sulla facciata interna o esterna nel 25 per
cento o crolli di intonaco nel 41 per cento.
Il livello di vivibilità all’interno delle aule non può
considerarsi soddisfacente: banchi o sedie rotti o in cattive
condizioni in circa il 62 per cento dei casi, mancanza di
appendiabiti nell’11 per cento ed in numero insufficiente in
circa un terzo delle scuole. Le finestre non sono dotate di
tapparelle o tendaggi in circa il 30 per cento degli edifici e
ciò evidentemente influisce sui livelli di illuminazione e
temperature delle aule. Gli impianti di condizionamento sono
presenti in aula solo in un esiguo numero di scuole, 28. La
situazione più grave tra i servizi didattici è quella delle
palestre. Poco più di una scuola su due dispone di una palestra
al proprio interno o usufruisce di una struttura esterna. Le
palestre hanno barriere architettoniche nel 28 per cento dei
casi, sono prive di porte antipanico nel 42 per cento,
presentano crolli di intonaco (21 per cento) e segni di
fatiscenza di varia natura (30 per cento).
Le attrezzature sono danneggiate nel 29 per cento dei casi, nel
34 per cento non ci sono spogliatoi, il 14 per cento ha una
pavimentazione non uniforme e finestre rotte nel 18 per cento.
Il responsabile del servizio prevenzione e protezione giudica il
livello di temperatura di questo ambiente pessimo nel 32 per
cento dei casi ed insufficiente nel 35 per cento. Non meglio per
l’illuminazione valutata pessima dal 28 per cento dei
responsabili. Va meglio per i servizi igienici, che sono puliti
una volta al giorno (in 173 scuole) o due volte (in 167 scuole).
Tuttavia, mancano scopini nel 48 per cento dei casi e carta
igienica nel 46 per cento. In quasi la metà delle scuole (48 per
cento), inoltre i sanitari non sono integri e, nel 44 per cento
dei casi, non sono utilizzabili da studenti disabili. Discorso a
parte merita il cortile che sempre più spesso è
utilizzato dagli studenti come spazio ricreativo (65 per cento
delle scuole), per le attività sportive (49 per cento), vista la
penuria di palestre a disposizione e, più raramente, come
parcheggio di biciclette e motorini (5 per cento). Non mancano,
nemmeno in questa area, elementi di insicurezza: la recinzione è
presente nell’89 per cento dei casi, e nel 36 per cento si
presenta in cattive condizioni (arrugginita, con elementi rotti
o sconnessi). Inoltre, nel 20 per cento dei casi il cortile è
utilizzato anche come magazzino oppure immondezzaio (in 73
scuole sono depositati rifiuti di vario genere).
A fronte di questa emergenza, Cittadinanzattiva avanza alcune
proposte: reperire nuovi fondi: ad esempio, facendo ricorso alla
fiscalità ai diversi livelli o rinunciando ad alcune grandi
opere; proponendo ad imprese private e cooperative, nell’ambito
di programmi di responsabilità sociale, di contribuire
all’adeguamento degli edifici scolastici, mediante forme di
adozione di essi o parti di essi. Attivazione e/o creazione di
organismi di vigilanza e controllo: far funzionare tutti gli
organi di vigilanza esistenti e prevedere la nomina a livello
regionale di un Commissario per la sicurezza delle scuole, che
abbia la funzione di coordinare tutti gli interventi degli enti
locali e degli altri soggetti preposti, in materia di
adeguamento alla legge 626/94, investimenti strutturali,
programmi di informazione e di formazione. Osservatorio
nazionale della sicurezza: sarebbe necessario rivederne la
composizione, coinvolgendo anche le organizzazioni civiche, e
soprattutto riconvocarlo, così come previsto dalla legge 23/96,
presso il Ministero dell’Istruzione, affinché esso diventi il
punto di raccolta dei problemi, delle richieste, degli
interventi in materia di edilizia scolastica e di prevenzione.
Responsabile del servizio prevenzione e protezione: rilanciare
questa figura all’interno delle scuole e creare una rete dei
responsabili potrebbe significare davvero disporre di un punto
di riferimento stabile per quanto riguarda il tema della
sicurezza interna. Informazione e formazione costante: definire
ed attuare programmi nazionali, regionali e locali, durevoli nel
tempo, di informazione, addestramento e formazione degli
studenti e del personale della scuola, sui temi della sicurezza
in genere: a casa, a scuola, per strada, ecc. che vedano il
contributo del Ministero dell’Istruzione, del Dipartimento della
Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, delle organizzazioni di
cittadini impegnate su questi temi, per contribuire allo
sviluppo della cultura della sicurezza soprattutto nei più
giovani.
Fonte : Ufficio stampa Cittadinanzattiva 2005.