La vita è un prodigio

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LA VITA è UN PRODIGIO, QUELLA DI MARCO NON DI BRANDENN"

di Niccolò Ammaniti


"Avevo un amico che si chiamava Marco che fino a nove anni non sapeva leggere. Diceva che le lettere le conosceva, le aveva imparate a memoria, ti snocciolava l'alfabeto in tre secondi, eppure anche se le vedeva in fila come vagoni di un treno non riusciva a farle diventare parole, frasi,periodi. Era uno strazio sentirlo leggere, assomigliava un pò a quei programmi per computer che ripetono quello che battiamo sullo schermo. E quando scriveva era ancora peggio. Teneva la penna come un assassino afferra il pugnale da affondare nel cuore della vittima. Piantava la sfera della bic nella carta e incideva degli sgorbi. Con il braccio faceva delle orecchie d'elefante ai quaderni. Dopo la prima elementare, la maestra ha consigliato ai genitori di mandarlo alla Montessori, una scuola speciale dove si sarebbero presi cura di lui. "Non sta al passo con gli altri, rischia di finire emarginato" E'alla Montessori che l'ho conosciuto.Eravamo in classe insieme. E lì non c'erano voti, si dava spazio alla fantasia e all'intuito e così Marco è arrivato spedito alla licenza elementare.Per scrivere una frase ci metteva un quarto d'ora e le addizioni le faceva con le dita. Si sforzava ad essere come gli altri eppure era come se dentro alla testa gli mancasse un dente ad un ingranaggio, acchiappava un concetto ma subito dopo se lo perdeva, gli si disintegrava tra le mani lasciandolo infelice e frustrato. Pareva quasi di sentire il suo cervello che accelerava a folle. Eppure a Marco non mancava la speranza e l'ostinazione, diceva che quando sarebbe diventato grande le cose lì dentro sarebbero andate a posto, che la sua testa sarebbe diventata una tenaglia a avrebbe capito quello che c'era da capire.E' strano ma la triste parabola del piccolo genio Brandenn E.Bremmer, il bimbo prodigio che aveva imparato a leggere a 18 mesi e a suonare il pianoforte a 3 anni e a 10 anni aveva finito il liceo e che si è ucciso con un colpo di pistola alla testa in Nebraska, mi ha ricordato il mio amico Marco. Brandenn impiegava una e ttimana per fare gli studi che un ragazzo normale completava in un semestre, Marco in due anni.Così diversi eppure così simili. Tutti e due dei differenti, tutti e due con dei genitori che li spingevano insensatamente verso i loro limiti. Peccato che le affinità finiscano qui. Brendann a 11 anni ha caricato una pistola più grossa di lui, se l 'è puntata alla tempia e ha tirato il grilletto scrivendo con il sangue la parola fine alla sua storia.La storia di Marco invece va avanti. Mi hanno detto che fa l'antennista in un paesino della Maremma e che non ha paura di camminare dove agli altri vengono le vertigini, ha una moglie e due bei bambini. Sono sicuro che per scrivere la parola fine ci metterà almeno un minuto ripetendosi a bassa voce: effe, i , enne, e."

 


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