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Sempre più bambini dislessici
A Cremona in un anno 70 casi. Importante intervenire subito
26 Giugno, 2005
 

di Laura Bosio
E’ uno dei problemi emergenti nel campo della psichiatria infantile: la dislessia, che colpisce numerosi bambini. Ma più che essere in aumento il numero di malati, ad aumentare è la consapevolezza di una patologia che fino a non molti anni fa spesso non era riconosciuta. “Si tratta di disturbi specifici dell’apprendimento - spiega Daniele Arisi (nel riquadro), responsabile dell’Unità di neuropsichiatria infantile dell’Ospedale maggiore di Cremona - che riguardano in particolar modo scrittura, lettura e calcolo. Spesso sono associati tra loro, altre volte invece si presentano singolarmente”.
Ma chi soffre di questa patologia va considerata una persona con problemi psichici?
In realtà, spesso questa problematica si manifesta in soggetti normodotati e con un normale livello cognitivo. Il problema sta nella codificazione dei simboli scritti. Ciò, a volte, porta anche a dei cali dell’attenzione. Questi bambini, spesso vengono considerati soggetti disturbati, svogliati, o incapaci di mettersi in relazione con gli altri. Invece un loro comportamento nervoso o scostante è spesso una reazione, un rifiuto per la scuola.
Da cosa è causata esattamente la dislessia?
In genere si tratta di fattori genetici, in cui si riscontra un difetto cerebrale che interferisce con alcuni circuiti funzionali. In genere la patologia emerge a scuola, quando il bambino inizia ad imparare le prime nozioni e si riscontrano in lui alcune difficoltà.
In cosa consiste il problema?
In prima elementare il bambino traduce dalla lettera all’immagine acustica, e la lettura è per lui un esercizio decifrativo. Nei bambini “normali” questo meccanismo si automatizza successivamente, mentre nel dislessico non diventa mai automatico, e la sua lettura rimane di tipo decifrativo. Lo stesso discorso vale per la scrittura. Ciò comporta naturalmente una grande lentezza, e la presenza di diversi errori in queste attività.
E’ possibile curare questa patologia?
Non è guaribile, però è possibile ottenere miglioramenti grazie alla riabilitazione, che sortisce maggiori effetti quanto prima viene effettuata. Si tratta di fare una sorta di allenamento che aumenta l’abilità personale dell’individuo. Il momento migliore in cui iniziare sono le scuole elementari, in quanto è il periodo in cui ha maggiore efficacia. In una fase successiva si possono anche utilizzare dei supporti tecnologici, come registratore, libri a sintesi vocale, correttore ortografico per la scrittura, calcolatrice.
Quali sono le tecniche di riabilitazione utilizzate?
Ci sono sistemi di studio particolari che aiutano ad apprendere meglio, detti “strategie metacognitive”, che consistono in appunti, diagrammi, tabelle e strumenti multimediali. I dislessici hanno bisogno di schemi visivi che possano facilitare il reperimento dell’informazione.
Qual è l’atteggiamento della scuola rispetto a queste realtà?
Recentemente il ministero dell’Istruzione (Miur) ha approcciato seriamente il problema, inviando ai docenti una lettera per esortarli a non trattare la dislessia come un handicap. Gli insegnanti devono badare ai contenuti e non alla forma, lasciare tempi più lunghi per le verifiche, evitare ai bambini con questo problema di fare dettati o letture ad alta voce in classe. Per le lingue straniere si consiglia di evitare la forma scritta.
Prima della scuola elementare non è possibile intuire l’insorgere della patologia?
Un momento importante è quello che precede l’ingresso alla scuola elementare. I bambini che diventeranno in futuro portatori di tale disturbo, infatti, possono avere problemi fonologici e vanno subito sottoposti a riabilitazione, in modo da ridurre anche quello che sarà il problema successivo.
Cosa viene fatto a Cremona per combattere questa patologia?
E’ importante il fatto che è stata costituita una sezione dell’Associazione italiana dislessia, con cui si è creata subito una stretta collaborazione. Recentemente abbiamo avuto il supporto del gruppo provinciale panificatori, che ci ha devoluto quanto raccolto dalla manifestazione “Pane in piazza”. Questa somma la vogliamo utilizzare per finanziare dei corsi nell’ambito di “Campus di informatica per l’autonomia” promossi dall’associazione. Vorremmo partire già in autunno.
Sono tanti a Cremona i bambini con problemi psichici?
A noi ogni anno si rivolgono circa 70 pazienti con dislessia, il laboratorio di elettroecefalografia conta circa 1.300 esami ogni anno. Con un incremento, dall’anno scorso a ora, del 25 per cento.
Quindi sono in crescita i problemi psichiatrici nei bambini?
Più che i problemi ad aumentare è la consapevolezza da parte di tutti quei soggetti che circondano il bambino: la famiglia, la medicina e la scuola.

Fonte: http://www.ilpiccologiornale.it/wmview.php?ArtID=1063

 


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