Dislessia, distratti dai rumori di fondo

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Dislessia, distratti dai “rumori” di fondo?
 
mercoledì 1 giugno 2005, Il Pensiero Scientifico Editore
 
La dislessia è l’effetto di alterazioni generali della percezione sensoriale di base. È quanto sostenuto da ricercatori della University of Wisconsin-Madison e della University of Southern California (USC) dopo uno studio su 28 bimbi dislessici e 27 sani, apparso sulla rivista Nature Neuroscience. Secondo l’autrice dello studio, la psicologa Anne Sperling, la difficoltà dei dislessici risiederebbe nell’impossibilità di distinguere i rumori di fondo dagli stimoli veri e propri.

Il suo studio non solo smentisce la tesi da tempo avvalorata secondo cui dietro la dislessia si nascondono défaillance dell’elaborazione visiva, ma suggerisce anche nuove linee terapeutiche per aiutare i bimbi a superare l’effetto di disturbo dei rumori di fondo. La dislessia è un disturbo di apprendimento che può interessare fino al 10 per cento dei bambini. Poiché i piccoli dislessici hanno difficoltà nella lettura, queste problematiche si riflettono su tutta la sfera dell’apprendimento. In passato, ha ricordato la Sperling, la dislessia era stata imputata a difetti di percezione del circuito nervoso deputato all’elaborazione di stimoli visivi in rapido movimento, il circuito magnocellulare (M).

I ricercatori Usa hanno voluto verificare questa ipotesi quindi hanno sottoposto i bambini a un test. Il test consisteva nel guardare e riconoscere sullo schermo di un computer la direzione di provenienza di linee vacillanti (per attivare il circuito magnocellulare). È emerso che i bimbi sani e quelli dislessici riconoscono altrettanto bene la direzione delle linee dimostrando assenza di alterazioni funzionali del il circuito magnocellulare.

Quando però lo stesso esperimento è ripetuto aggiungendo del rumore di fondo, ovvero puntini bianchi e neri statici sullo schermo, i dislessici nono sono più capaci di eseguire il compito loro richiesto.

Secondo la Sperling il circuito magnocellulare funziona normalmente mentre sono alterati i meccanismi che permettono di fare una ripulisti dei rumori di fondo e di percepire solo i veri stimoli. Questo significa, ha proposto la Sperling, che aiutando in classe i piccoli a “mettere meglio a fuoco” gli oggetti del loro apprendimento, caricando per esempio le differenze tra i suoni, potrebbe render loro più facile crearsi delle categorie e apprezzare gli stimoli rispetto ai rumori di fondo.

Fonte: Sperling AJ. Deficits in perceptual noise exclusion in developmental dyslexia. Nature Neuroscience doi:10.1038/nn1474

paola mariano


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