La dislessia è l’effetto di
alterazioni generali della
percezione sensoriale di base. È
quanto sostenuto da ricercatori
della University of
Wisconsin-Madison e della University
of Southern California (USC) dopo
uno studio su 28 bimbi dislessici e
27 sani, apparso sulla rivista
Nature Neuroscience. Secondo
l’autrice dello studio, la psicologa
Anne Sperling, la difficoltà dei
dislessici risiederebbe
nell’impossibilità di distinguere i
rumori di fondo dagli stimoli veri e
propri.
Il suo studio
non solo smentisce la tesi da tempo
avvalorata secondo cui dietro la
dislessia si nascondono défaillance
dell’elaborazione visiva, ma
suggerisce anche nuove linee
terapeutiche per aiutare i bimbi a
superare l’effetto di disturbo dei
rumori di fondo. La dislessia è un
disturbo di apprendimento che può
interessare fino al 10 per cento dei
bambini. Poiché i piccoli dislessici
hanno difficoltà nella lettura,
queste problematiche si riflettono
su tutta la sfera
dell’apprendimento. In passato, ha
ricordato la Sperling, la dislessia
era stata imputata a difetti di
percezione del circuito nervoso
deputato all’elaborazione di stimoli
visivi in rapido movimento, il
circuito magnocellulare (M).
I ricercatori
Usa hanno voluto verificare questa
ipotesi quindi hanno sottoposto i
bambini a un test. Il test
consisteva nel guardare e
riconoscere sullo schermo di un
computer la direzione di provenienza
di linee vacillanti (per attivare il
circuito magnocellulare). È emerso
che i bimbi sani e quelli dislessici
riconoscono altrettanto bene la
direzione delle linee dimostrando
assenza di alterazioni funzionali
del il circuito magnocellulare.
Quando però lo
stesso esperimento è ripetuto
aggiungendo del rumore di fondo,
ovvero puntini bianchi e neri
statici sullo schermo, i dislessici
nono sono più capaci di eseguire il
compito loro richiesto.
Secondo la
Sperling il circuito magnocellulare
funziona normalmente mentre sono
alterati i meccanismi che permettono
di fare una ripulisti dei rumori di
fondo e di percepire solo i veri
stimoli. Questo significa, ha
proposto la Sperling, che aiutando
in classe i piccoli a “mettere
meglio a fuoco” gli oggetti del loro
apprendimento, caricando per esempio
le differenze tra i suoni, potrebbe
render loro più facile crearsi delle
categorie e apprezzare gli stimoli
rispetto ai rumori di fondo.
Fonte: Sperling
AJ. Deficits in perceptual noise
exclusion in developmental dyslexia.
Nature Neuroscience
doi:10.1038/nn1474
paola mariano
|