Longiano FC, 13 settembre 2006

LO SO: HO BISOGNO DI TE, GESÚ…

Lo so: ho bisogno di te Gesù, ma la mia povera umanità ti cerca in una carezza ed in una dolcezza di una donna,
in una carezza ed in una dolcezza di una donna che mi voglia bene,
in una donna che mi mostri in se stessa
il Tuo volto, seppur imperfetto,
la Tua dolcezza,
Tu che l’hai creata quale riflesso ed immagine della Tua Essenza, l’ Amore, accanto all’uomo!
Ecco cosa mi rende un po’ triste,
ecco cosa mi fa soffrire,
eco cosa mi ha aperto
dentro di me
una voragine
che solo Tu
divinamente
un giorno colmerai!
Ma ora sono ancora e mi sento ancora troppo umano…
Eppure Tu sei qui, accanto a me;
Eppure Tu sei qui, dentro di me,
ma,
nonostante tutto,
la mia povera umanità soffre l’abisso della solitudine di un sincero affetto.
Colei che mi hai posto accanto è diventata per me un vaso vuoto,
un cembalo senza corde, un pianoforte senza tasti!
E si badi: ciò non è dovuto al suo corpo, che è un po’ invecchiato e non gagliardo e florido: ma non più di tanto!
Il tutto non è dovuto a ciò, alfine che in me si è acceso un grande affetto!
Le sue carezze non mi toccano più il cuore, mi sfiorano ma il mio spirito non le sente, perché esse appartengono ad una persona che tante volte ha bistrattato il mio spirito e la mia stessa persona.
E così che il mio amore per lei, non il bene, è svanito nel nulla!
E son rimasto solo, affamato non già di sesso, bensì di Amore, Amore, Amore sincero, vero, autentico.
Cosa comprende l’uomo oggi? Possono sondare le più delle creature l’abisso che si è creato in me? NO!
E mio compagno di vita si è fatto il SILENZIO!
Solo il TACERE mi fa compagnia insieme a quella certezza che Lui, Gesù, mi dà e Lei, Maria, Che mi ascoltano continuamente e contano i battiti del mio cuore ed avvertono e conoscono l’abisso che le creature umane hanno provocato in esso!
E, pazientemente, mi attendono, attendono, attendono che, pur nell’umana sofferenza e continuando a vivere in Terra,
mi faccio finalmente e solo colmare dall’Infinito Loro Amore Divino!
Ma non è facile il balzo! Sono ancora troppo umano: lo sento! Ma Loro, pazientemente, sanno attendere che io, finalmente, seppure nella sofferenza e proprio in questa umana sofferenza, ricolmo anche di Essi, il profondo abisso umano che mi porto dentro.
Ecco: ora che mi sono aperto al Tempo, ora che ho espresso tutto il mio dramma interiore e colmi che scorre verso l’Eternità, inesorabile, senza sosta, il Tempo, ora so che qualcuno mi ha ascoltato con cuore sincero e nel silenzio mi ama, oltre Te, Gesù, oltre Te, Maria.
E ciò già mi colma di umano conforto.
E ritorna un po’ di serenità, pace e sale dentro l’abisso del mio vuoto esistenziale ed in parte lo colmano e mi ridanno ancora entusiasmo, il mio entusiasmo, quello datomi da Dio, quello di vivere, continuare a vivere, a donare, a donarmi, a portare la Croce, ad Amare.





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