Scorrono, i granelli di sabbia
nell’Universo doppio della clessidra,
obbligati a passare
per un piccolo pertugio
da uno spazio ad un
altro.
Scorrono, i granelli, lentamente.
Segnano il tempo.
Il tempo
che passa, e tu non puoi fermarlo.
Scorrono, i momenti della vita,
senza interrompersi, inesorabilmente segnando
il percorso dell’Uomo.
Cadono, dal mondo delle cose
che devono avvenire,
ancor pieno di
misteri.
Cadono nel mondo delle cose avvenute
che non possono più
cambiare.
Cadono, sedimentando
nel destino che si configura e poi si
compie
e mai possono tornare per
mutare il senso dell’esistere
per
correggere ciò che è stato errato.
Cadono, pesando
su tutto ciò che hai
sperato,
su quel che hai tentato di costruire.
Cadono su tutto ciò che
riempie il sacco
che potrai presentare
per ottenere il Giudizio.
Scorrono, i granelli, lentamente.
Scorrono gli Uomini, nel bene
e nel male,
scorrono attraverso quel piccolo foro.
Indietro, non tornano
mai.
Non possono sollevarsi
dal mucchio di sabbia
dove sono
precipitati
per caso.
Tracciano un segno nella vita,
nel mucchietto
di sabbia che li accoglie,
sui loro compagni di viaggio e di caduta.
(quelli che caduti sono già,
quelli che assieme a loro precipitano,
quelli che cadranno tra un attimo),
É piccolo, il segno, impercettibile
ma essenziale.
Come la pietra che,
nel Grande Muro decide
se
esso reggerà alle scosse del tempo,
delle intemperie.
O se barcollerà,
se cederà, sospinto, dall’imperfezione di un’unica pietra.
Scorrono, i
granelli, lentamente.
Scorrono i granelli di sabbia nella clessidra,
fiume sottile di deserto.
Senza forma, senza pensiero.
Senza
l’illusione di essere vivo.
Senza vita.
Scorrono, scorrono i granelli.
Lentamente.