Vi attraverso l’anima con i miei
occhi nella notte buio su nero pensieri oscuri mi sfuggono come
ratti anch'essi affamati dove l’osso rosicchiato dalle verità è d’un
bianco che acceca la luna nelle mie paure insonni. Tra breve aprirà la
latteria d’un giallo rancido dove m’abbevererò sull’uscio a
spalleggiare con cani randagi sempre in discesa a slittare sul nero asfalto
viscido verso versi volti all’indietro in grigi barlumi di zolfo
Protesta il mio inutile abbaiare felino su quel paradosso in lama
tagliente che caparbio mi acceca col suo incantevole roseo tramonto
che attrarrà i vostri sguardi affamati di nulla
Cosa volete da
me? fotografate la bellezza del sole nascente sulle pellicole della
vostra serenità e lasciatemi leccare questi miei lamenti stonati
mentre guardo quel bimbo andare a scuola al quale attraverso la strada
augurandogli d’essere felice.