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La storia inizia con l'infatuazione per il rock presa da Mick Jones e conseguente dilapidazione di tutto il suo "patrimonio" in dischi, giornali musicali e concerti. Predilezione per Rolling Stones, New York Dolls ,Moot the Hoople, Faces, MC5 . Jones impara la tecnica chitarristica quanto basta per iniziare a suonare dal vivo insieme a bands che nascono e si sciolgono come neve al sole . Dopo una serie di tentativi naufragati si giunge alla costituzione dei London SS (Attenzione! Niente a che vedere con il nazismo . E' la sigla della Social Security, il servizio di assistenza sociale inglese ), una porto-di-mare band dove transiteranno personaggi che saranno in prima fila nel punk inglese, quali : Brian James (Damned), Tony James (Generation X), Chrissie Hynde (Pretenders). Il repertorio era pieno di covers (New York Dolls, Rolling Stones), il look sopra le righe e provocatorio, il sound grezzo e potente anche se ancora troppo carico di rock'n'roll classico . Si percepiva comunque nell'aria della Londra di quel periodo una tendenza a stupire con provocazioni fuori dagli schemi. Erano i preparativi per la prossima scena punk inglese.
Durante i tentativi musicali dei London SS (nessuna performance live) Jones incontra Paul Simonon, un vero rude boy dotato di grande look ma di nessuna esperienza musicale. Paul era un giovane abituato alla guerriglia urbana, alla lotta fra gang ,ai lanci di pietre contro le finestre dei ricchi. Vivendo a Brixton era entrato in contatto con i neri giamaicani e di conseguenza con reggae e ska. La possibilità di suonare stabilmente in un gruppo rappresentava per lui un vero e proprio riscatto, una rivincita. Dopo lo scioglimento dei London SS, Mick e Paul restano comunque in contatto. Mick consiglia a Paul di imparare a suonare il basso (dopo alcuni frustranti tentativi alla chitarra) , impartendogli anche molte lezioni. Nel frattempo ,in mezzo al prolifico caos di giovani musicisti e gruppi emergenti , emerge la figura di Bernie Rhodes (partner agli esordi di Malcom McLaren dei Pistols) , il quale , con ruolo di "manager - factotum", consiglia a Mick , Paul e Keith Levene (altro chitarrista) di trovarsi un cantante grintoso, un front man in linea con i tempi. Li invita quindi ad assistere al concerto di un gruppo , i 101'ers, nel quale milita un cantante-chitarrista di spessore, un certo Joe Strummer. Il concerto si tiene al "Windsor Castle Pub" di Londra. Mick e Paul rimangono particolarmente colpiti dalla grinta e dalla voce roca di Joe, che stride con i ritmi piuttosto compassati del resto del gruppo, orientato verso un anonimo rock-blues. I nostri si incontrano e scoprono di avere parecchie cose in comune. Successivamente i 101'ers riescono ad ottenere una data al Roxy, con i giovanissimi Sex Pistols a fare da spalla . Joe Strummer , dopo aver visto in azione i Pistols rimane folgorato. Capisce quale sia la svolta che si profila di fronte alla musica rock, quale sia la strada da percorrere. Rabbia , noia, violenza, e divertimento …" Valevano di più due minuti di Johnny Rotten che due ore di 101' ers" afferma Joe. Intanto Bernie Rhodes continua a pressare Joe per farlo entrare nel nuovo gruppo che sta costruendo, Joe temporeggia ma riceve un ultimatum. Si decide, molla tutto il suo passato, la sua band per buttarsi nella nuova avventura . "Lasciare i 101'ers non è stato facile , ma ho capito che dovevo muovermi nel futuro e non nel passato". E' il 5 giugno 1976. Rodhes intanto stabilisce il quartier generale dei nostri in un locale di Camden Road (ribattezzato Rehersal Rehersals), che diventerà per qualche anno il luogo in cui il gruppo prova, dorme, si riunisce, vive. Alla band si aggrega il batterista Therry Chimes. Il gruppo è pronto, la line up si stabilizza con Joe Strummer (chitarra-voce), Mick Jones (chitarra solista - voce), Keith Levene (chitarra), Paul Simonon (basso) e Terry Chimes (batteria). La scena inglese è pronta a ricevere la nuova ondata punk che spazza via le regole precostituite. Per fare musica non sarà più necessario essere dei virtuosi dello strumento , tecnici monocordi del pentagramma. Velocità, furore, cuore, passione e lealtà espressiva sui temi trattati (siano essi politici, sociali o introspettivi) saranno la guida dei nuovi gruppi emergenti. Il panorama musicale si apre a moltissimi giovani proletari e non ; le major fanno firmare contratti alle bands, l'audience aumenta a dismisura; è una svolta che condizionerà il futuro del rock giovanile, basti pensare alla successiva ondata new wave degli anni 80. Durante le incessanti prove in Camden Road, svolte sotto l'occhio vigile di Bernie Rhodes, Paul Simonon comincia ad inserire un prezioso tassello nella storia del gruppo : il nome. La scelta ricade su The Clash (scontro, conflitto, fragore) dopo che Paul aveva letto più volte questo termine in un articolo sull'Evening Standard. Nessun nome poteva essere più azzeccato per il gruppo che stava nascendo. I Clash debuttano al Black Swan di Sheffield il 4/6/1976, di spalla ai Sex Pistols. Il concerto fu un mezzo insuccesso, con critiche che piovono sia dai (pochi) giornalisti presenti ,sia dagli stessi Pistols (Rotten). Ma Mick Jones e Joe Strummer non disperano, e cominciano a sfornare pezzi storici come Janie Jones, London's Burning, 1977 , che diventeranno veri e propri anthem . Continuano nel frattempo le esibizioni live con significativi cambiamenti del look (tute militari imbrattate di scritte a spray) ed alterne fortune. Ad esempio dopo il concerto - raduno punk del 29/8/1976 allo "Screen on the Green" di Islington insieme a Pistols, Buzzcocks e Slaughter and the Dogs- il New Musical Express scrive " I Clash sono il genere di garage band che dovrebbe essere rispedita immediatamente in garage". Le cose ,come sappiamo, avranno uno sviluppo completamente diverso. Da quel momento i Clash inanellarono una serie di gigs di impressionamente furia ed intensità. A cominciare da quel "Punk Rock Festival" tenutosi al 100 Club di Londra il 20/21 settembre 1976, affrontato senza il chitarrista Keith Levene (musicista talentuoso ma troppo slegato dal resto del gruppo) il quale, lasciati i Clash, formerà più avanti i Public Image Limited con Johnny Rotten. I Clash legavano la loro identità alla condizione giovanile proletaria inglese, invocavano una presa di coscienza dei kids, pretendevano il riscatto delle nuove generazioni, denunciavano il vuoto e le sofferenze nelle quali erano costretti a vivere. Erano diretti ed in fondo anche positivi nella loro rabbia, a differenza del nichilismo senza via d'uscita espresso dai Pistols. Il pubblico si andò riconoscendo sempre di più nei Clash, ed i Clash misero le radici nei cuori di molti con pezzi come White Riot (inno generazionale sul modello di My Generation degli Who), un brano ispirato dagli scontri avvenuti durante il carnevale giamaicano di Notthing Hill a Londra, incidenti ai quali parteciparono gli stessi Clash. Questi eventi lasceranno un segno profondo nella band, che prenderà posizione a favore della comunità giamaicana e che verrà influenzata, prima fra le punk band, dalla musica reggae . Proprio la forza culturale e musicale del reggae fa si che i Clash si differenzino dai gruppi punk di quel periodo. I Clash avevano indubbiamente una marcia in più rispetto agli altri. Nell'ultimo trimestre del 1976 il gruppo prova in studio, si esibisce dal vivo sempre più spesso e sforna nuovi pezzi (Career Opportunities, Clash City Rockers) fino ad arrivare ad un set di 14 canzoni che vengono presentate per intero nei concerti. Le cose proseguono piuttosto bene al punto che il gruppo deve ingaggiare altri due roadies (Conran e Roadent si aggiungono a Mickey Foote) per la preparazione tecnica e di supporto "fisico" ai concerti che spesso finiscono in risse e devastazioni dei locali. Il punk è ormai esploso ed è un fenomeno anche di costume. A causa degli scontri provocati da giovani punx il governo emette una ordinanza che proibisce le esibizioni live dei gruppi punk per un certo periodo. Dei Clash cominciano ad interessarsi anche le etichette discografiche. Il gruppo firma con la Polydor per la pubblicazione di un demo di cinque pezzi, registrato in due giorni . Ma il suono è compresso, il cantato troppo distorto ed il demo non incontra pareri favorevoli nella casa discografica. I Clash così ritardano la loro esplosione a differenza dei Pistols che decollano pianificando un tour nazionale. Una occasione di riscatto viene offerta dall'Anarchy Tour (dicembre 1976), anche se alla band viene riservato un ruolo di basso profilo. Durante i concerti del tour i Clash vengono filmati ed intervistati incrementando così la loro popolarità. Subito dopo questa positiva esperienza, un'altra defezione nella band. Questa volta è Terry Chimes (batteria) ad abbandonare il gruppo. Non riusciva più a sopportare la violenza ed il clima furente che spesso accompagnavano le esibizioni live del gruppo. Terry era certamente un ottimo ragazzo ma era poco coinvolto nel modo di "sentire la musica" del resto della band, ed in molte occasioni appariva come un corpo estraneo. I nostri sono quindi costretti a ricercare un nuovo batterista tramite una inserzione sul Melody Maker, anche se Terry accetterà di suonare per l'ultima volta il 1.1.1977 al Roxy di Covent Garden , un locale che in breve diventerà la mecca del punk con il Dj Don Letts che inondava di musica reggae i numerosi punx in visita.
DAL 77' AL 78' LA STORIA 1977 - Il debutto discografico
Indubbiamente la fama del gruppo era cresciuta enormemente con le ultime tournee in giro per il paese. Oltre alla crescita tecnico-musicale , si deve rilevare il lavoro complessivo di Bernie Rhodes dal punto di vista del coordinamento dell'immagine e dei messaggi sociali lanciati durante gli infuocati gigs . Per ammissione dello stesso Strummer "Bernie aveva in testa l'idea dei Clash ed i Clash non sarebbero esistiti senza Bernie Rhodes". I frutti di questa intesa band-manager si concretizzano, a sorpresa, con la firma di un contratto con la Cbs per un valore di 100.000 sterline il 29 gennaio 1977. Il giornalista Mark Perry scriverà in quell'occasione " il punk è morto nel momento in cui i Clash hanno firmato per la Cbs". Secondo i punk oltranzisti il gruppo avrebbero dovuto scegliere la strada, impervia e velleitaria , dell'autogestione. In realtà i Clash cercheranno sempre di sventolare la loro bandiera eversiva, anche ritrovandosi nei meccanismi del business discografico, senza lasciarsi snaturare.
Firmato il contratto , la band entra in studio di registrazione : due settimane appena di lavoro e nell'aprile del 1977 viene sfornato il primo disco. Il batterista provvisorio è ancora Terry Chimes, non avendo ancora la band risolto il problema del sostituto. Durante le registrazioni i tecnici Cbs si dimostrano impreparati a mixare i suoni sporchi ed aggressivi dei nostri. Jones in particolare, il più informato sulle tecniche di studio, cerca di mantenere intatto il sound del gruppo. In effetti ci riesce. "The Clash" è un album d'esordio folgorante, come se ne sono sentiti pochi, un disco-chiave per capire la svolta del 1977. Complessivamente il disco ottiene ottime (in qualche caso entusiastiche ) critiche giornalistiche e conquista il dodicesimo posto nelle classifiche inglesi. Al suo interno ci sono autentici capolavori del punk rock (White Riot, Garageland, What's my name, London's Burning…) e piccoli gioielli punk-reggae come la cover di Police and Thieves di Junior Marvin, dove Mick Jones costruisce con chitarra in levare le superbe cadenze della canzone. E' il preludio al tipo di sound che i nostri svilupperanno di li a breve. Il magico momento prosegue con la chiusura definitiva della questione batterista. Dopo una selezione di circa 200 batteristi viene scelto Nick "Topper" Headon. "Il giorno del provino mi hanno chiesto quali erano i miei batteristi preferiti , e io ho risposto : Buddy Rich e Billy Cobham. Era la risposta sbagliata e ho rischiato l'esclusione, ma alla fine hanno scelto me". Topper Headon era un batterista molto tecnico, proveniva dal jazz ed aveva suonato nei locali di black music sin da adolescente. Per lui quella dei Clash doveva essere solo una parentesi , per poi dedicarsi a quella che lui considerava la "vera musica". Per i nostri invece Topper rappresentava il batterista ideale : solido ma anche raffinato. Un batterista con il quale costruire una sezione ritmica (Simonon faceva passi da gigante con il basso) fantastica , con la quale aprire le porte alla contaminazione della musica nera nei confronti del punk rock. Altra cosa molto importante in Topper era che , a differenza di quanto avvenuto in precedenza, egli apprezzava le scelte estetiche e politiche del gruppo, voleva suonare in tour, e non aveva difficoltà a legare con gli altri, in particolare con Paul Simonon. Nel maggio del 1977 prende il via il White Riot Tour , con di supporto i Buzzcocks, Subway Sect, Slits e Jam di Paul Weller . La tournèe va molto bene e raggiunge l'apoteosi con un grande concerto al Rainbow (tempio rock della Londra di quel periodo) di straordinaria intensità. Il punk era stato così definitivamente "sdoganato" e sempre più grandi platee di giovani si accalcavano per vedere in azione "il gruppo che doveva essere rispedito in garage". Con la popolarità arrivarono per i nostri anche problemi giudiziari legati a piccoli furti ed incidenti di percorso durante le esibizioni live. (I gruppi punk in genere erano strettamente sorvegliati dalla polizia inglese). Ai grandi successi dei concerti dal vivo seguirono la produzione di grandissimi pezzi come "White man in Hammersmith Palace (reggae-rock) e Complete Control (punk-rock al fulmicotone contro la casa discografica Cbs rea di aver fatto uscire senza autorizzazione del gruppo il singolo Remote Control) , che compariranno nella versione americana di The Clash. I ritmi ipnotici ed in levare del reggae appaiono sempre più spesso nel sound dei Clash (vedi anche il brano "Pressure Drop"), e questa scelta coinvolge anche l'ambito politico del gruppo che appoggia ufficialmente la comunità giamaicana a Londra e si fa portavoce dell'impegno contro la discriminazione razziale . Mick e Joe decidono di passare più tempo insieme e , visto l'interesse comune per il reggae, programmano , con l'ok di Rhodes, un viaggio in Giamaica , una sorta di "tappa creativa" per calarsi nella cultura rasta .
1978: L'inizio del cambiamento
Il 1978 si apre con lo scioglimento dei Sex Pistols durante il tour americano. I Clash rimangono i depositari del punk storico, insieme a poche altre bands di valore. In realtà il movimento punk degli esordi stava lasciando campo alla new wave, un genere che, assimilato lo spirito punk, costruiva sonorità e melodie originali caratterizzate allo stesso tempo da malinconia e da energia rabbiosa. In America nascevano gruppi dal "nuovo sound" come Television e Talking Heads, in Inghilterra apparivano artisti "trasversali" come Elvis Costello e Joe Jackson, in attesa della folgorazione Joy Division dell'anno dopo. Il panorama musicale era in una nuova fase di cambiamento. Al rientro dalla Giamaica Joe e Mick si trovano a dover gestire le richieste della Cbs che vuole lanciare il gruppo sul mercato americano e desidera un suono più pulito e radiofonico adatto al pubblico statunitense. Cominciano così una serie di tensioni con la casa discografica e con il manager Bernie Rhodes circa il tipo di atteggiamento da tenere rispetto a queste pressioni esterne. In ogni caso le registrazioni del secondo album iniziano ad aprile del 1978 ed hanno come produttore Sandy Pearlman (scelto dalla Cbs), il quale aveva in precedenza lavorato con gruppi come Van Halen e Blue Oyster Cult. Le registrazioni vengono interrotte per un nuovo tour denominato "Out on parole tour", cioè fuori dal carcere sulla parola ", che aggiunge ulteriore sarcasmo sulle loro vicende giudiziarie. I supporters a questo tour sono gruppi come Specials (ska) e Suicide (new wave) che faranno presto parlare di loro, in particolare gli Specials con tutto il nuovo movimento ska (The Beat, Selecter ecc..) . Purtroppo le continue interferenze e le arbitrarietà di molte decisioni che riguardano sia il nuovo album che il nuovo corso della band portano alla clamorosa rottura (anche se momentanea ) con Rhodes, il manager degli esordi, che verrà licenziato nell'ottobre 1978. Si parlerà di ingratitudine e di somme di denaro non corrisposte, all'insegna della delazione continua di tutte le parti in causa. Nonostante tutto i Clash concludono il mixaggio (ritenuto non soddisfacente da Joe e Mick in quanto troppo levigato e poco incisivo) del nuovo album a San Francisco. Finalmente esce , a novembre del 1978, "Give 'em Enough Rope". Un album ritenuto dalla critica e da parte del pubblico (punk soprattutto) controverso e deludente. Certamente il disco è figlio di un periodo contraddittorio e di transizione. Esso nasce da un gruppo in bilico fra passato e futuro che sta scegliendo la propria via musicale. E' altrettanto vero però che "Give 'em.." suona , nel suo complesso, come un ottimo disco. Vi sono brani di grandissimo impatto come Safe European Home, Tommy Gun e English Civil War (traditional rivisitato con la furia di un inno di rivolta) ed autentici capolavori come Stay Free (composta e cantata da Mick Jones) e All the Young Punks . "Give 'em.." raggiunge, nonostante le critiche anche pretestuose della maggior parte della stampa britannica, il secondo posto delle classifiche. I Clash proseguono nel consolidamento della loro immagine nella scena rock inglese attraverso un film, "Rude Boy", che li vede protagonisti sullo sfondo delle rivolte razziali dell'era Tatcher con le tensioni politiche dell'Inghilterra fine anni '70. In questo film risultano memorabili le immagini dal vivo del concerto tenutosi in Victoria Park con due grandi versioni di "London's Burning" e White Riot (con Jimmy Pursey degli Sham 69). Anche la struttura della "tribù Clash" si modifica in questo periodo : J.Green e Baker , i due roadies, salgono di grado per fare da tramite tra gruppo e stampa , Don Letts, Dj vicino alla band, ne diventa il videomaker ufficiale.
Il mito I primi mesi del 1979 segnano profondamente i Clash. Innanzitutto la morte di Sid Vicious (bassista dei Pistols cui dedicheranno uno storico concerto al Music Machine) , la consapevolezza della fine del punk storico come fenomeno musicale, lo sbarco negli States. L'America comincia a reclamare i nostri dopo il il successo di "Give 'em Enough Rope" . Le date americane vengono aperte con il "Pearl Harbour Tour" e con il nuovo pezzo I'm so bored with USA . Provocazioni in puro stile Clash. La tournèe rappresenta il definitivo salto di qualità : i concerti sono spesso sold - out ed a vederli vanno musicisti ed attori come John Cale e Robert De Niro. Una esperienza molto importante che porterà anche ad un cambiamento nel look : vengono abbandonate le vesti punk e si passa ad abiti neri alla gangster,con Mick che si taglia i capelli stile anni cinquanta. Nel maggio del 1979 esce l'Ep "The cost of living" con Capital Radio, Groovy Times (ballata rock di spessore con armonica e chitarra acustica suonate da Mick Jones !), Gates of the West, ed una grande e potente versione di I Fought The Law di Sonny Curtis . La Cbs preme per avere il nuovo disco . I Clash affidano la produzione a Guy Stevens, contattato da Strummer. La collaborazione porta alla riscoperta della musica americana ed alla registrazione di una cover come "Brand new Cadillac" (di Vince Taylor) che finirà sul nuovo disco. Il lavoro di Stevens risulta ottimo nonostante i suoi gravi problemi con la droga. Proprio per questi problemi verrà affiancato da Bill Price che svolgerà la maggior parte del lavoro . Guy Stevens morirà successivamente, nel 1981, per overdose ; a lui il gruppo dedicherà, all'interno del cofanetto "Clash on Broadway", la canzone Midnight to Stevens, toccante ballata malinconica. Prima degli ultimi ritocchi al nuovo disco, i Clash ripartono in settembre per uno tour negli States . Aggregati alla compagnia ci sono Mickey Gallagher (già tastierista dei Blockheads di Ian Dury, loro grande amico) e Pennie Smith, da qui in avanti fotografa ufficiale della band, che scatterà , in occasione del concerto al Palladium di New York, la stupenda foto di Paul Simonon che spacca il basso sul palco. Sarà l'immagine di copertina del nuovo lavoro. La band ritorna a Londra per finire il mixaggio e registra Armagideon Time, un reggae di Willie Williams. Nella lista delle canzoni viene aggiunta all'ultimo momento Train in Vain di Mick Jones , che , per questo motivo, non compare nella scaletta. London Calling esce come doppio album il 14/12/1979, al prezzo di un Lp singolo . Anche se registrato in casa, London Calling è certamente l'album "americano" dei Clash. Cominciando dalla copertina per finire alla musica. I nostri sciolgono le ultime riserve, dimostrano una mentalità da grande band che riesce a dare profonda compattezza ed unitarietà ad un lavoro che esprime differenti sapori e gusti musicali, unendo rock (London Calling - Death or Glory - Clampdown), reggae-ska (The Guns of Brixton- Revolution Rock-Rudie Can't Fail- Wrong 'Em Boyo), pop (Lost in the Supermarket), swing (Jimmy Jazz) in un'unica superba proposta musicale. Nasce un vero e proprio "Clash sound" in cui il vero filo conduttore è semplicemente grande rock a 24 carati. London Calling è un disco che si può definire storico, uno di quelli, e non sono tanti, nei quali è racchiuso il senso di un epoca , la sua testimonianza, forse non soltanto musicale. Che l'album sia uno di quelli destinati a segnare un epoca , lo si vede dall'interesse suscitato nella stampa di tutto il mondo, anche in quella non specificatamente musicale. Joe viene indicato come il nuovo Garcia Lorca ed è addirittura il Times a porre l'accento sulla grandezza dei Clash definendoli "una delle prime cinque rock band più grandi di tutti i tempi". Il risvolto della medaglia in questa clamorosa svolta, si determinò con l'abbandono e la contestazione dei punk "puri e non contaminati" nei confronti della band. I Clash sono accusati di tradimento ideologico da gruppi punk anarchici inglesi come i Crass, mentre la lunga permanenza negli States lascia il segno anche nelle preferenze del pubblico inglese che vota trionfalmente i Jam come band dell'anno. In realtà i nostri hanno semplicemente accettato di gareggiare nell'arena del business musicale, cercando di mantenere lo spirito punk iniziale (London Calling è un doppio che costa come un album singolo, il gruppo partecipa a molte iniziative di solidarietà e non si smarrisce, non perde la testa, nonostante le grandi pressioni) producendo grande ed inossidabile rock . Inciso personale :"London Calling" è il disco che mi ha fatto scoprire definitivamente i Clash (avevo 17 anni ) e probabilmente un nuovo modo di vedere la vita ( dal punto di vista sociale e politico in particolare), oltre a far maturare in me l'idea di dover suonare in un gruppo musicale. L'anno si chiude con la partecipazione al benefit da cui scaturirà il disco "Concert for the people of Kampuchea" (dove i nostri sono presenti con Armagideon Time), in pratica la prima vera esibizione in terra d'albione da oltre un anno.
L'anno si apre con un nuovo tour denominato "16 Tons Tour", in riferimento al grosso peso che sta sulle spalle del gruppo. Durante il tour i nostri fanno conoscenza con Mickey Dread, musicista giamaicano residente a Londra che apre ai Clash territori inesplorati come il talk-over ed il dub. Da questa collaborazione nasce un pezzo stupendo come Bank Robber (arriverà al secondo posto nella classifica dei 45 giri). Paul Simonon dirà in proposito " Mickey ci ha fatto conoscere un mondo che avevamo solo sfiorato. Ci ha fatto capire che i Clash avrebbero potuto suonare reggae come nessun altro ". La maturazione del gruppo è completa : un cantante carismatico come Joe,vero portavoce della band, un autore di grandi qualità ed ottimo musicista come Mick, un grande e versatile bassista dal look unico come Paul , un batterista fantastico come Topper. La fama è talmente vasta che i nostri vengono contattati per molti progetti (si parla di un film con Scorsese) e decidono di trasferirsi a New york per registrare nuovi pezzi (fra i quali la cover di Eddy Grant "Police on my back") ed entrare anche in contatto con la musica rap . Dall'incontro con questo nuovo stile musicale molto diffuso fra i neri dei sobborghi metropolitani di N.Y. , nascerà il pezzo Magnificent Seven . Molti altri brani vengono registrati agli Electric Ladyland studios di N.Y., in un periodo che, dal punto di vista creativo, non sembra avere eguali, con le canzoni che escono praticamente a getto continuo. Finalmente, nel maggio 1980, il gruppo torna in Inghilterra e trova un panorama molto modificato. Tira l'hardcore, il punk tiratissimo dei Discharge e degli Exploited . Mentre i nostri hanno ben poco ormai a che fare con questo tipo di punk , durante i loro concerti i nuovi punx creano sempre disordini ed incidenti (ad Amburgo Joe fracasserà la chitarra in testa da uno skinhead). A causa dei primi seri problemi di droga di Topper Headon, l'attività dal vivo cessa per un periodo nel quale esce "Black Market Clash" un 10 pollici che sulla prima facciata contiene vecchi brani del primo periodo, sulla seconda reggae di prima scelta. Cominciano intanto le sessioni di rimixaggio dei brani registrati a N.Y. sotto l'occhio attento di Mickey Dread e Jerry Green . Il gruppo partecipa questa volta in modo compatto alla scelta dei brani e dei suoni , segno di una maggiore coesione. Paul scrive pezzi interamente suoi come con "Crooked Beat" . Dice il bassista " sono sempre stato innamorato del reggae, ma durante le sessioni per Sandinista era diventato una ossessione. Qualsiasi cosa suonassi diventava reggae" . A questo punto i Clash trattano con estrema disinvoltura reggae, punk, soul, rap, un caleidoscopio musicale che si condenserà nella più imponente opera rock degli ultimi vent'anni : il 12/12/1980 esce Sandinista! , triplo album venduto a poco più del prezzo di un Lp. Titolo e copertina della nuova fatica discografica dei nostri sono ancora una volta programmatici : Sandinista è un album "terzaforzista" e "terzomondista", un album "guerrigliero", nelle immagini come nei testi. Il titolo nasce dall'adesione politica del gruppo al fronte sandinista, che nel 1979 aveva sconfitto le truppe american-fasciste del dittatore Somoza; è una scelta che determina grande pubblicità mondiale alla causa sandinista , in quanto tutti i giornali che recensiscono il disco finiscono per parlare della straordinaria rivoluzione del popolo del Nicaragua. L'album spiazza completamente il giornalismo musicale, in particolare quello inglese. Si passa da critiche ferocissime ad elogi sperticati. In realtà "Sandinista" è un album costituito da 36 pezzi difficilmente catalogabili, che sfugge alle logiche di mercato. E' un disco stupendamente variegato, suonato e cantato benissimo ; esso probabilmente riflette il periodo di migliore ispirazione e creatività dei nostri. Un momento magico a tutto tondo che non riguarda solo la musica, ma anche i testi e l'immagine del gruppo stesso. In Sandinista il "Clash sound", che si era definitivamente realizzato in London Calling, esplode nella sua massima espressione. Ci sono pezzi rap come The Magnificent Seven, stupendi pezzi reggae come The Crooked Beat e One More Time, pezzi caraibici come Let's go Crazy, walzer come Rebel Waltz, musica dub in Junco Partner-Equaliser (fantastica)-Living in Fame, beat in Hitsville Uk, rock potente in Somebody Got Murdered. Di tutto, di più. Magnifici. I Clash in questo momento sono probabilmente la più grande rock'n'roll band del mondo. Le vendite del disco sono abbastanza consistenti, in particolare negli Stati Uniti. Gli impegni sono frequenti (Mick Jones riesce a produrre Ellen Foley ed anche, con ottimi risultati, i Theatre of Hate), le pressioni sempre più forti. Fra i componenti del gruppo, ed in particolare fra Mick e Joe, cominciano a trasparire i primi screzi, le prime incomprensioni. In particolare Joe soffre alcuni atteggiamenti da rockstar di Mick , la sua pignoleria al limite del maniacale nelle registrazioni in studio che venivano considerate di sua esclusiva competenza.
Un altro dissapore creatosi all'interno del gruppo riguarda il rientro , forzatamente richiesto da Joe Strummer, di Bernie Rhodes quale manager della band. Con Bernie a suo fianco Joe vede aumentare il proprio potere nel gruppo , che si trova ad avere di nuovo una figura in grado di occuparsi del lato finanziario che in questo momento, nonostante i successi, risulta essere piuttosto delicato. L'incrinato equilibrio interno del gruppo non inficia però minimamente le esibizioni live. I concerti si mantengono sempre a livello di eccellenza. Il maxi tour che segue l'uscita di Sandinista si aggiunge ad un elenco già lungo di prodezze dal vivo. Di una settimana di concerti al Bonds di New York (fine maggio-inizi giugno 1981) si parla addirittura in termini di leggenda. Insomma, il mito continua a crescere e si fa incalzante, quantomeno dal punto di vista dell'immagine pubblica. I Clash suonano ormai in luoghi con capienza media di 15.000 persone, segnale di una grande popolarità cresciuta enormemente anche aldilà di Inghilterra e States. Il tour della band in Italia approda con due date : il 21/5/81 a Milano al Vigorelli (presente !) ed il 23/5/81 a Firenze allo Stadio Comunale. Il concerto era preceduto da un intro musicale di Ennio Morricone (!) che sfumava lasciando spazio all'ingresso dei nostri che attaccavano superbamente con London Calling. Migliaia di teste che saltavano sull'incalzare del ritmo ipnotico della musica e della voce roca di Joe Strummer . (Great ! Pelle d'oca al solo ricordo.) Successivamente vengono riprese a strappi le registrazioni di nuove canzoni, anche a causa della tossicodipendenza di Topper Headon giunta ormai a livelli molto gravi. In studio Joe cerca di far passare, riuscendovi in parte, la propria idea di un ritorno musicale a suoni più diretti, tesi a recuperare il suono delle radici, più viscerale e meno calcolato. Mick è invece orientato a proseguire la strada tracciata da Sandinista. Paul abbraccia quasi sempre le tesi di Joe ed ascolta sempre più spesso massiccie dosi di R'n'R e rockabilly. Le idee però non sgorgano più fluide come nel recente passato. Qualcosa nel giocattolo si è rotto. I Clash trascorrono lunghi periodi di inattività in posti esclusivi, separandosi l'uno dall'altro ed attirandosi le ire della stampa inglese che non ha mai perdonato nulla al gruppo, in quanto dallo stesso snobbata e mai considerata con stima dopo le critiche degli esordi. Questa lotta tra la band (in particolare Joe) ed i giornali, porterà ad assumere posizioni rigide, al punto da sospendere qualsiasi accredito per i giornalisti che, se volevano recensire un concerto del gruppo , dovevano pagare il biglietto. Ovviamente la stampa britannica gliela farà pagare con articoli tendenti a screditarli agli occhi dei ragazzi. I pezzi registrati in studio vengono mixati agli Electric Ladyland di New York, con un cambio del personale fra i tecnici e gli ingegneri del suono come voluto fortemente da Joe. Il solco fra lui e Mick, diventa sempre più profondo. Nel novembre 1981 esce il singolo Radio Clash, rap da classifica. Un mese dopo Topper viene arrestato all'aereoporto di Heatrow per possesso di eroina, e rilasciato su cauzione. Intuendo che le cose potevano sgretolarsi in breve tempo, Joe accelera i tempi per la realizzazione del nuovo album.
Si dovrà comunque attendere il maggio 1982 per trovare Combat Rock sugli scaffali di un negozio di dischi. "Il futuro non è scritto" è l'epigrafe scelta per la copertina, quasi a voler simboleggiare l'assai incerto momento della band. La scena è quella di sempre. Le solite divisioni fra critica inglese ed il resto del mondo e la solita grande risposta di pubblico. L'album è ben suonato anche se discontinuo, ambiguo. Al suo interno si possono trovare tre filoni : quello rock (come si diceva fortemente voluto da Joe) quello rap, quello indefinito fatto di sonorità calde e pastose. Ci sono canzoni stupende come Ghetto Defendant, Straight to Hell , Know your Rights, altre accattivanti come Red Angel Dragnet (omaggio a Scorsese/De Niro di Taxi Driver) o Atom Tan , altre ancora semplicemente belle e frizzanti come Rock the Casbah (scritta completamente da Topper Headon) e Should I Stay.. . In particolare questi ultimi due pezzi segnano l'ingresso del rock nelle discoteche ed hanno un successo veramente mondiale, con gli Stati Uniti in prima fila. Al tutto però manca, per la prima volta in modo così netto, e probabilmente a causa di tutte le vicissitudini descritte, quella tensione unificante e quella concordanza di intenti netta e scandita che erano la chiave di volta dei successi precedenti. La bellezza di buona parte del disco risulta essere quasi fine a se stessa, non scalda come ai bei tempi. Grazie ai successi commerciali di Rock the Casbah e Should I Stay .. ed agli introiti dei tour americani, la situazione finanziaria del gruppo si riassesta . Bernie Rhodes propone un altro giro di due mesi in America per sfruttare il grande responso che il pubblico tributa alla band. Rimane il grande problema della tossicodipendenza di Topper, che costringe il batterista a lasciare il gruppo proprio alla vigilia del tour. E' una gravissima mancanza che rischia di far saltare tutto in modo fragoroso, ma Mick contatta (di nuovo !) Terry Chimes. Terry accetta, ed in solo qualche giorno prepara la scaletta di 40 pezzi (grande!) che privilegiano il vecchio materiale. Arrivati oltreoceano, girano con Don Letts il video Rock the Casbah. Joe sfoggia il suo nuovo taglio mohicano. Il successo registrato nei concerti americani è clamoroso. I Clash si scordano dei loro problemi personali, e ,come sempre dal vivo, suonano con una forza ed uno spessore musicale impressionante. La band suonerà per cinque date consecutive al Palladium davanti a 23.000 persone a sera. Anche in patria le cose vanno piuttosto bene; "Rock the Casbah " è in testa alle classifiche ed al loro rientro dal tour i nostri suonano al Fairy Deal di Brixton confermando ancora una volta ai ragazzi inglesi il loro amore e la loro memoria storica . La band sembra posseduta da una forza misteriosa : tutti i concerti sono eventi indimenticabili. In questo periodo tutto è stupendamente frenetico. Non c'è neppure più tempo per le liti. Joe scompare per qualche giorno e riappare alla vigilia di un nuovo tour americano, dove il gruppo deve suonare in luoghi con capienze superiori a 15-20.000 persone, oppure replicare più volte le esibizioni nello stesso locale. (vedi ancora il Bond's di N.Y. con sedici repliche!) Serve quindi un luogo enorme,che viene identificato nello Shea Stadium di N.Y., lo stesso dove, nel 1965, si esibirono i Beatles. I Clash suoneranno nello stadio insieme agli Who per due sere consecutive, richiamando complessivamente 130.000 persone. Successivamente i Clash partecipano al festival della musica a Montego Bay - Jamaica , insieme ad Aretha Franklin, Jimmy Cliff, Joe Jackson… Dopo quasi un anno vissuto a ritmi forsennati, il gruppo si prende una lunga pausa, durante la quale i conflitti latenti fra i componenti della band riemergono prepotentemente. In particolare il rapporto fra Joe e Mick si guasta in modo insanabile, i due non si parlano quasi più . La stanchezza, il peso di una vita frenetica in bilico fra compromessi, critiche, rinascite ha lasciato il segno, il germe della fine. Preso atto di questa situazione Terry Chimes lascia, di nuovo, il gruppo: "Credo che non ci fossero più le motivazioni per restare. La situazione era poco chiara e non c'erano piani per suonare dal vivo o registrare nuovi pezzi." In nuove audizioni per reclutare un nuovo batterista viene selezionato il giovane Peter Howard, con il quale , dopo due mesi di prove, il gruppo riparte per una serie di date americane. Ma anche dal vivo questa volta i nostri non rendono giustizia alla loro fama, sono senza mordente, quasi robotici. L'ultimo concerto dei veri Clash si tiene nell'aprile 1983 allo US Festival. Per un certo periodo il silenzio stampa cala sui nostri . Silenzio rotto il 10/9/1983 da un comunicato nel N.M.E. :"Joe Strummer e Paul Simonon hanno deciso che Mick Jones deve lasciare il gruppo poiché si è allontanato dall'idea originale dei Clash. La band comunque, continuerà a lavorare ritornando al progetto originario". La risposta di Mick non tarda ad arrivare "Quel che è riportato nel comunicato di Paul e Joe non corrisponde a verità. Volevo chiarire che non c'è stata mai nessuna discussione in merito alla mia cacciata dal gruppo. Io non sento di aver tradito nessuna delle idee originali del gruppo, e continuerò a lavorare in quella direzione". Seguiranno altre dichiarazioni furiose di Joe, alle quali Mick replicherà raramente. Così finisce l'epopea Clash, formidabile anello di congiunzione, non solo musicale in senso stretto , ma bensì anche socio-politico-culturale, tra il ciclone del punk 75-76 e la new wave dei primi anni Ottanta. La cosa bella dei Clash è che una volta finita la storia non sono più tornati insieme, a differenza dei Pistols. Hanno ricevuto offerte miliardarie giunte dagli Stati Uniti e, anche se continuano a circolare voci di riunione, la sensazione è che fra loro ci sia un accordo di non concedere bis. Giusto così : i Clash appartengono alla memoria di chi li ha visti allora, quando erano l'espressione stessa del punk o a , discrezione, del rock'n'roll. Nota personale : Per quanto mi riguarda, ed in questo sono supportato anche da quanto dichiarato in seguito dal gruppo, la storia dei veri Clash finisce proprio con l'addio di Mick. Infatti con l'estromissione di Mick Jones, i restanti Clash si ritroveranno in grande difficoltà. Torneranno in studio per registrare un nuovo album scacciacrisi, ma sarà un rimedio peggiore del male: "Cut the Crap", che uscito nel 1985, si rivelerà così mediocre e così pessimamente mixato (con basi di batteria elettronica !), che anche Joe Strummer arriverà a disconoscerlo. Unico buon brano di tutto l'album è, a mio avviso, This is England, che se avesse avuto luce in periodi precedenti poteva risultare un pezzo di grande efficacia. Un pezzo alla Clash.