Per ARCHETIPI
Vittorio NOCENZI
Pianista - compositore
leader del Banco del Mutuo Soccorso
(2001)
E’ con particolare piacere che ho accolto
l’invito a scrivere mie considerazioni sulla pittura di Pinella Lena.
Il piacere nasce dal poter sottolineare
quante e quali affinità, direi analogie profonde, ci siano fra il
colore e il suono. Sono consapevole che quanto scritto da Kandiskji agli
inizi del Novecento su questo argomento sopravanza, per ricchezza di riflessioni
e puntualità di analisi, qualunque ulteriore spunto di riflessione.
Resta però il fascino di fare propria
la gioia di toccare, ogni volta con mano, questa complicità profonda,
questa scrittura a due voci del suono e del colore: niente è apparentemente
così diverso eppure più vicino allo stesso tempo.
Archetipi di Pinella Lena ne è l’ennesima
riprova. Ai colori di Pinella corrisponde, infatti, un insieme di timbri
sonori ricorrenti, una successione di risonanze acustiche che allargano
la percezione dei suoi lavori in uno spazio adimensionale. Ecco allora
che in “Pescespina” ascoltiamo la voce di velluto di un violino suonato
con la sordina, un suono decisamente interiore, mentre in “Trama d’oriente
2” si distende la liquidità di accordi acquatici, di trasparenze
sonore.
“Trame d’oriente” ricorda la voce antica
di una chitarra andalusa e i colori-goccia di “Effervescenza” sono luminosi
come un accordo maggiore disteso su varie altezze.
L’altro aspetto che colpisce di Archetipi
è la lettura del colore come racconto autonomo che parte prima del
segno e lo scavalca comprendendolo (“Grande ufo”), così come in
“Natività” la memoria geometrica delle linee viene reinterpretata
completamente dalla dimensione cromatica.
Una tra le definizioni più profonde
sulla contiguità fra il colore e il suono, credo sia quella di Leonardo,
che definisce “la pittura mirabile scienza e la musica sua sorella, perché
figurazione dell’invisibile”.
E’ con questo pensiero che faccio i miei
sinceri complimenti a Pinella Lena e alla sua “musica”.
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