C 'era una volta, alle porte di una città perduta fra sogni di
angeli bambini, in un luogo lontano,
inaccessibile agli esseri umani, un vecchio albero che si ergeva
in una radura di candidi pensieri...
immerso nelle foschie di un mattino d'inverno.
In quel tempo, ricordo, che Dicembre iniziava a stendere il
tappeto rosso ai primi giorni di vigilia
sui sentieri d'anima di quelle creature che, in fondo al loro
cuore, credevano davvero agli gnomi,
alle fate e alle piccole magie.
Il vecchio albero se ne stava là, tutto infreddolito, con i suoi
rami nudi,a guardare il cielo,
carico di neve, che di lì a poco avrebbe preso a scendere leggera
sulle sue braccia stanche,
eppure una gemma colorata, nulla che gli portasse un po' di quella
Festa del Natale.
Cominciò allora a singhiozzare col vento che gli passava accanto e
quel triste lamento,
appena sussurrato, giunse lontano, quasi all'orizzonte della
realtà e si posò sul cuore di
due bambini addormentati. Fu così che dal sonno di quei due
piccoli cuccioli nacque un
sogno meraviglioso... che volò, volò fino a lui.
Nello stesso istante, l'albero sentì posarsi sui rami più alti due
uccellini e smise di singhiozzare...
il loro zampettare sulle sue lunghe braccia gli faceva un po' di
solletico e accennò loro un sorriso.
Era così tanto tempo che se ne stava lì solo, fu così che si fece
coraggio e domandò loro:
"Cosa succede per le vie del mondo ? Voi che potete volare fin là,
ditemi se ci sono già le luci colorate
sugli alberi e se i bambini sono felici... Cancellate, se potete,
questa mia lunga solitudine... ".
I due uccellini cominciarono a cinguettare, ma l'albero non
riusciva a capire nulla... cercò di prestare
più attenzione, ma invano... quei trilli restavano per lui
soltanto una melodia meravigliosa e incomprensibile.
"Fra qualche giorno sarà Natale... " continuò allora sospirando
"Come vorrei essere anch'io pieno di luci...
coperto dei sorrisi dei bambini, sentire quel calore dentro,
quella gioia che ho dimenticato...
avere un giorno da rincorrere per sempre..."
Gli uccellini smisero di cinguettare e sembrarono sorridergli...
fu solo allora che, nel silenzio,
il vecchio albero riuscì a capire... a sentire qualcosa che gli
arrivò in fondo al cuore, che lo commosse
profondamente, tanto che gli sfuggì una lacrima dai mille riflessi
dell'amore. C'era poco tempo...
perché i due bimbi, nei loro lettini, si sarebbero svegliati... e,
allora, i loro sogni alati, fatti di piume
soffici e pieni di quell'incanto che solo i cuori più puri possono
abbracciare... sarebbero di nuovo
volati via dalle sue braccia... e lui sarebbe restato ancora i
compagnia della sua malinconica solitudine.
Fu allora che accadde una cosa davvero insolita, qualcosa di
magico... Da lontano, il vecchio albero vide
arrivare una strana creatura, avvolta di un manto rosa e azzurro,
come d'aurora... I suoi passi erano lenti...
quasi si librasse nell'aria... come a non voler sfiorare la terra,
addormentata sotto la grigia coperta
dell'inverno. Chiunque fosse quella Signora, l'albero capì che
stava dirigendosi verso di lui,
perché la radura dove tanti e tanti anni prima aveva piantato le
sue radici era assai lontana da
ogni sentiero e, ormai, solo raramente, qualcuno arrivava più fin
là...
Quando la Signora gli fu accanto, il vecchio albero, aiutato da un
soffio di vento,
cercò di farle un inchino, ma la sua scorza antica gli permise
appena di piegare le dita...
i suoi rami più alti... Fu allora che lei lo guardò e sorrise.
"Chi sei" mormorò con voce di vento l'albero. "Sono la Vigilia...
la Vigilia del Tempo... "
e, dicendo quelle parole, aprì le mani e da esse ne uscì una luce
così intensa, che per un istante
ogni cosa attorno sembrò sparire, offuscata da quell'intenso
bagliore.
"Io vado per il mondo a regalare la luce, il sentimento che hai
provato... è il mio dono,
che riempie di magia ogni attesa... Regalo me stessa, la Vigilia
del Tempo alle creature...
rendo eterna la loro gioia... - il loro attendere l'attesa... - ".
L'albero non disse nulla... ma la Signora avvertì lo stesso la sua
immensa solitudine...
scrollò il capo, gli sorrise e continuò: "Con me, questa volta, ho
portato per te qualcosa di più...
ma è il cuore ed il sogno di quegli eterni bambini che devi
ringraziare... ora quegli uccellini
voleranno di nuovo verso il loro risveglio, ma questa notte...
aspettali ancora !
Torneranno... ed anch'io ci sarò... ". Riuscì appena a capire
quelle ultime parole,
che sentì un frullio d'ali allontanarsi... e le sue braccia
tornare spoglie...
Il vecchio albero non poteva immaginare cosa sarebbe accaduto, ma
un profondo
senso di dolcezza e di gioia lo attraversò dalle radici ai rami
più alti, fino a sfuggire
verso il cielo. Anche la Signora era svanita nel nulla e il giorno
cominciò a correre veloce,
come le nubi sopra di lui, volando sopra la sua chioma spoglia.
Quell'attesa fu dolce, rapida
come il volo del falco... fu quasi un sorriso... poi, la sera
giunse silenziosa, discreta...
quasi in punta di piedi. Il cielo era limpido e l'aria fredda e
pungente...
l'albero guardò le mille stelle occhieggiare verso l'infinito.
Poi, d'improvviso,
udì un battere d'ali farsi sempre più vicino, finché sentì di
nuovo posarsi sulle sue braccia
i due uccellini. Da un raggio di Luna scese la Signora della
Vigilia del Tempo... e si fermò
ai piedi del vecchio albero... I due uccellini, ad un cenno di
quella dolce creatura, presero
a tuffarsi nel cielo e a riportare, ad ogni volo, un frammento di
stella, per posarlo ora qua
ora là sui rami dell'albero.
In poco tempo... quel vecchio tronco divenne l'albero più bello
che la Vigilia avesse mai visto...
e, quando con un sorriso stava per ringraziare di quel dono
meraviglioso... la Signora del Tempo
lo fermò e gli disse: "No, non ringraziare me... Questo dono è
opera di quei due bimbi, che nei
loro sogni, hanno voluto regalarti una vigilia di Natale tutta
loro... Ora, io aggiungerò il mio regalo...
" e nel pronunciare quelle parole, aprì di nuovo le mani e quella
luce che aveva già visto all'alba,
uscì di nuovo ed entrò nel tronco, come un alito... linfa d'amore.
"Io... " disse la Signora "...aggiungerò a questa vigilia del
Natale... anche la Vigilia dell'Eternità...
Da oggi, ogni notte, ogni istante, sarà vigilia... un'eterna
vigilia... sarà l'attesa più dolce dei tutti
i tuoi desideri. E la tua vita non conoscerà più buio né
malinconia. Tutto l'amore che hai sempre
regalato al Tempo, oggi il Tempo te lo renderà... "
Nella radura, accanto al vecchio tronco, quella notte... dai
petali di un bucaneve scesero
stille dai mille colori. Non seppi mai se fu rugiada o se fu
pianto... e, da allora, ogni notte...
quegli uccellini tornano ad accendere quel cuore con mille luci
rubate in cielo...
e quell'albero è ancora là... ad aspettare felice, un giorno che
non verrà...
perché di eterna vigilia è diventata la sua vita.