Fino al Novecento molti diritti, riconosciuti all’uomo,
continuarono a essere negati alla donna,
la quale dipendeva per tutto dall’uomo: non poteva votare,
iscriversi all’Università,
testimoniare nei processi e neppure svolgere lavori qualificati.
Le era riconosciuto solo il ruolo che svolgeva nella famiglia.
La sua condizione cominciò a cambiare nella seconda metà
dell’Ottocento con lo sviluppo industriale.
La donna, infatti, entrò nelle fabbriche e svolse sempre più
attività prima riservate agli uomini,
ma il suo salario continuava a essere più basso. Dovette lottare a
lungo per emanciparsi,
cioè per liberarsi dalla posizione di inferiorità che fin dai
tempi più antichi aveva avuto.
Un grande aiuto alla sua emancipazione venne dai movimenti
femministi sorti,
tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, per ottenere
il suffragio,
cioè il diritto di voto: Molti uomini si opposero fortemente alle
richieste di voto delle
donne e per deriderle chiamarono sùffragette le esponenti del
movimento femminista.
Dopo anni di lotte, e prime a ottenere il diritto di voto furono
le donne inglesi nel 1918,
poi quelle americane nel 1 920. Le donne italiane lo conquistarono
solo nel 1 946.
Nel corso de! Novecento le donne ottennero altri diritti.
Anche nella famiglia a loro situazione è cambiata: in Italia nei 1
975 è stato
emanato il Diritto di Famiglia che riconosce alle donne diritti
pari à quelli dell’uomo.
La donna, grazie alla sua determinazione, è riuscita ad imporsi
nella società
in diversi campi, svolgendo con passione attività che prima erano
svolte solo dall'uomo.
In generazioni più recenti ci sono stare le "pioniere" donne che
come Italia
Rita Levi Montalcini hanno raggiunto notevoli risultati e fama
internazionale.
Ormai sembra arrivato il tempo di un più diffuso interesse
femminile per l'impiego
scientifico,
politico, artistico, sportivo e cinematografico.