Piccola raccolta di recite di Carnevale per i bambini

della Scuola dell'Infanzia e della Scuola Primaria.

 

 

 

Arlecchino e Brighella

 di D.Duranti


ARLECCHINO:- Caro Brighella,senti un po' qua!


BRIGHELLA:- Dimmi: che novità?


ARLECCHINO:- Oggi è Domenica di Carnevale,ti offro un pranzetto senza l'eguale!


BRIGHELLA:-  Grazie, l'accetto. Ma chi cucina?


ARLECCHINO:- Dietro ai fornelli c'è Colombina!


BRIGHELLA:- Bene! Benissimo! Che mangeremo?


ARLECCHINO:- Ecco: antipasto di latte e fieno;poi la minestra di pere cotte;

                          arrosto d'uova di mezzanotte; peli di gatto con salsa molle e,

                          infine, torta d'uva e cipolle!


BRIGHELLA:- Ah, si?... no, non posso... non posso... grazie lo stesso!


ARLECCHINO:- Come non vieni? Me l'hai promesso!Guarda, mi offendo,

                          ti picchierò.


BRIGHELLA:- Calmati! Vengo ma porterò io stesso i viveri per tutti e tre!


ARLECCHINO:- Sciocco ,volevo questo da te.


BRIGHELLA:- A carnevale ogni scherzo vale !!!


 


La Mattina degli Scherzi


PULCINELLA:- Voglio farmi una dormitina su quel divano. Sono stanco.

                        Ah, come si sta bene qui!


ARLECCHINO:-  Pulcinella, vuoi venire con me a vedere la pianta di ciliegio che fioriscie?


PULCINELLA:- Dici davvero? Ma non siamo in primavera!

ARLECCHINO:- Mi caschi il naso se non dico la verità.


PULCINELLA:- Ripetimi bene quello che hai detto.


ARLECCHINO:- Guarda, te lo scrivo su un foglio a caratteri di stampa:

                          UN CILIEGIO FIORISCIE.

 

PULCINELLA:- Va bene, vengo.

Dopo aver camminato abbastanza a lungo, Arlecchino e Pulcinella si trovano in un prato dove c'è una bella pianta di ciliegio. Ma di fiori... neanche l'ombra!


PULCINELLA:-  lo non vedo neppure un fiore.


ARLECCHINO:- lo credo bene! lo ho detto che il, ciliegio fioriscie, e non che fiorisce.

                         Dunque, io ho ragione e tu sei un bel somarone! Dovresti tornare un po'

                         a scuola per imparare l'ortografia.
                         Anche un bambino di seconda elementare si sarebbe accorto che

                         quella era un imbroglio!
 

 

   Bambini e Maschere

Un gruppo di bambini affacciati alla finestra finge di osservare il passaggio delle maschere sulla pubblica via.
Ad un certo punto, vedendo che la mascherata si dirige verso la loro casa,

 

i bambini esclamano:-La mascherine belle allegre e pazzerelle arrivano fin

                                 qua! Oh! che felicità!

Entra una
mascherina e dice:- E' permesso a noi d'entrare qui con voi un po'

                                                 a giocare?

                                         Sappiamo fare bei balletti e moltissimi scherzetti.

Un
bambino risponde per tutti:- Non son certo i gai fanciulli che rinunciano

                             ai trastulli:si festeggia il Carnevale e la gioia non fa male!

La
mascherina:- Possiamo noi dunque venire? Allora esco ad avvertire la mia

                          cara compagnia ch' è in attesa sulla via.

La
mascherina esce e rientra quasi subito insieme con altre mascherine che saranno tante quanti sono i bambini. Così ogni bambino prenderà una mascherina per mano. Le maschere saranno salutate con queste parole:


Benvenute mascherine,
gaie, belle e birichine:
voi riempite il nostro cuore,
del più schietto buon umore!

 

Bambino e mascherina si terranno per mano formando tanti piccoli cerchietti e canteranno:


Su facciamo il giro tondo
e cantiamo a tutto il mondo
che la gioia e l'allegria
ci fan buona compagnia!
Ora andiamo un po' a braccetto
e facendo un bel balletto
festeggiamo con armonia
questa bella compagnia!


Dopo aver fatto alcuni giri di danza le maschere partono cantando:


Sì, allegrezza non fa male, si festeggia il Carnevale!

 


 

 

 

Bugie

Gianni Rodari
 


BRIGHELLA: - Avevo lasciato sul tavolo un bel pezzo di torrone. È sparito!                       Ehi, Arlecchino. Ma che guancia gonfia!
                       Che ti succede?


ARLECCHINO: - Un terribile mal di denti! Ahi! Ahi!


BRIGHELLA: - Un momento fa stavi bene, però ! ~


ARLECCHINO: - Improvvisamente ho sentito un gran male e il dente si

                           è  gonfiato! ~


BRIGHELLA: - Il dente? Vorrai dire la guancia! :


ARLECCHINO: - Si: la guancia destra!


BRIGHELLA: - Ma non è la sinistra? (Ho capito)! A proposito: c'era qui un

                        pezzo di torrone avvelenato per i topi...


ARLECCHINO: - Avvelenato??? (Sputa il torrone). Aiutooo!!!

 

 

Gli esami di Arlecchino
                        di Gianni Rodari


Personaggi - Il dottor
Balanzone, Colombina, Pulcinella, Arlecchino -


Balanzone: - Dunque, signori illustrissimi, eccoci finalmente al gran giorno

                   degli esami. Ora si vedrà se le signorie loro hanno studiato o se

                   hanno scaldato i banchi. Io setaccerò le loro intelligenze con il

                   setaccio finissimo della mia scienza.

 

Arlecchino: - Speriamo che ci siano dei buchi nel setaccio.


Balanzone: - Come dice, signor Arlecchino?


Arlecchino: - Nulla, professor Balanzone, dicevo che ho studiato.


Pulcinella: - Anch’io, professore, ho studiato tanto che mi viene fuori la

                   storia, la geografia dalle orecchie.


Colombina: - Io ho gli occhi pieni di numeri, signor professore.

                   Guardi l’occhio destro... vede quel 17 che é rimasto lì, proprio

                   sotto la palpebra? Mi dà un fastidio...


Balanzone: - Male, male. signorina Colombina. Un numero nell'occhio non

                    dovrebbe mai dare fastidio. Dunque, cominciamo. Sentiamo

                    innanzitutto il signor... signor Pulcinella.


Pulcinella: - Professore, non sarà mai... prima le donne!


Balanzone: - Non sia eccessivamente cavaliere. signor Pulcinella, e mi dica

                   piuttosto: quanto fa uno più uno?


Pulcinella: - Com’è facile! Che domanda facile! Grazie, grazie, signor

                   professore. Permetta che le baci la mano. Le serberò una

                   riconoscenza eterna! Porterò con me nella tomba il suo ricordo!
                    Di nuovo, professore (melodramrnatico) grazie!


Balanzone: - Non c’è di che. Dica, quanto fa uno più uno?


Pulcinella: - Fa meno, signor professore!


Balanzone: - Come dice? Meno?


Pulcinella: - Eh, sì... uno più... uno meno... sa, uno più uno... meno... uno più

                   uno...eh, sì... uno più uno... meno.


Balanzone: - Basta così. Lei sarà bocciato e ripeterà l’anno. Tanto... come

                    dice lei: uno più uno... meno.


Pulcinella:- Ma professore, professore... senta!


Balanzone: - Basta. Sentiamo il signor Arlecchino. Mi dica lei quanto fa uno

                     più uno.

 

Arlecchino: - Undici, signor professore.


Balanzone: - Undici? Ma che cosa diavolo dice?


Arlecchino: - Ma sì, provi a scrivere uno vicino ad un altro uno...


Balanzone. - Io scriverò uno, ma lo scriverò sul registro. vicino al suo nome.

                   Basta, è bocciato anche lei...


Colombina:- O cielo, tocca a me!


Balanzone: - Signorina Colombina, lei che ha i numeri negli occhi, uno più uno,

                     quanto fa?


Colombina: - Signor professore, la prego, mi faccia una domanda più difficile

                    io quelle facili non le ho studiate.


Balanzone: - Va bene, le faremo una domanda più difficile.

                    Chi ha scoperto l’America?

Colombina si confonde

 

 Balanzone è irritatissimo: - Chi ha scoperto l'America?


Colombina: - (scoppiando a piangere) -  Sono stata io, signor professore,

                  ma non lo farò più, glielo giuro. non lo farò mai più!
                  Mi perdoni per questa volta.


Balanzone: - Basta, basta, per l’amor di Dio! Tutti bocciati! Via, via, via.
                   Ci rivedremo l’anno venturo.
                    Cala la tela

 

                            L'operazione


Due infermieri entrano in sala operatoria spingendo una barella e depositano il malato sul letto chirurgico. L'anestesista sistema la maschera e l'etere comincia ad uscire fischiando...Dopo un po' entra il celebre chirurgo.


Chirurgo: - Bisturi!


Un'infermiera si affretta ad ubbidire ed il celebre chirurgo, con perfetta maestria,apre il ventre del paziente. D'un tratto rimane pensieroso e guarda il suo assistente.


Chirurgo: - Senta, Martinez, che cosa dobbiamo togliere a questo signore?


Assistente: - Non glielo assicuro, ma... mi sembra di ricordare che fosse
                     qualcosa che finiva con «accio»...


Chirurgo: -In «accio»? È troppo vago. Potrebbe essere il braccio, il polpaccio...

                 lo straccio, il laccio... E perché questo signore dovrebbe chiederci di

                 togliergli il laccio?


Assistente: - Ora credo di ricordare che la cosa finiva in «orna».


Chirurgo: - In «orna»? Può essere diploma, rizoma, idioma...

                 Che ne direbbe se gli levassimo l'idioma?


Assistente: - Per me fa lo stesso: Il malato è suo.


Chirurgo: - Intanto gli togliamo i baffi. Starà sempre' meglio.


Assistente: - E se domandassimo a casa sua?


Chirurgo: - Niente male, l'idea. (Il celebre chirurgo si dirige al telefono).


Chirurgo: - Signora Ramirez?


Moglie del malato: -Sono io.


Chirurgo: - Come va, signora? Sono il dottor Ruibanez.


Moglie del malato: - È successo qualcosa a mio marito?


Chirurgo: - No, no, niente, non si allarmi. L'ho chiamata per domandarle se

                  ricorda che cosa dobbiamo togliere a suo marito.

Moglie del malato: - Davvero non lo so. Ho sentito dire qualcosa che finiva in

                                  «etto».
Chirurgo: - Non sarà stato un peletto?


Moglie del malato: - No, quello avrei potuta toglierglielo io.


Chirurgo: - Un calletto?

Moglie del malato: - No, non era nemmeno un calletto.


Chirurgo: - Allora che gli leviamo?


Moglie del malato: - Gli tolga tutto ciò :che vuole. Non mi piace immischiarmi

                                nelle cose di mio marito. Poi dice: hai visto qui... hai visto là...


Chirurgo: -Va bene, signora. In tutti i modi, grazie.


(Il celebre chirurgo entra di nuovo in sala operatoria; il malato è sveglio).


Chirurgo: - Niente, neanche sua moglie sa niente.


Paziente: - Mia moglie non sa mai niente, quando le conviene.È. un'egoista

                  spaventosa. Ah, se le raccontassi...


Infermiera: - Dica, dica!


Paziente: - Bene, abbiamo delle liti selvagge, per via del dentifricio.


Chirurgo: - Loro signori sanno niente del dentifricio del signore?


Infermieri: - Nulla, nulla!


Paziente: - Ebbene, spreme il tubo al centro!... Che ve ne sembra?


Infermieri: - Ci sembra brutto.


Chirurgo: - Scusi, ma... si ricorda cosa le dovevamo togliere?


Paziente: - Non credo che dovessero togliermi qualcosa. lo sono venuto a

                  riparare la luce; ma giacché sto qui, mi faccia il piacere di darmi

                  qualche punto a questa pancia che mi si è scucita...

 

                                         Gli Occhiali Sapienti
              di Emilio Steardo


Gli allegri commedianti


Arlecchino arriva dal dottore che sta visitando un malato.

 

 

 

 

Arlecchino: - È permesso dottore?.. Sono Arlecchino... Posso entrare?


Dottore: - Non vedi che sono occupato? Mettiti in coda e aspetta il tuo

                  turno, come tutti gli altri.


Arlecchino:-Veramente non c'è nessuno.


Dottore: - Mettiti in coda lo stesso... (Al malato) -Caro amico se

                  continuiamo di questo passo dubito che passeremo l'inverno.


Malato: - Ora come lo dico a mia moglie? Dovevamo andare in vacanza

                l'estate prossima. È già tutto prenotato.


Dottore: -Vorrà dire che ci andrò io al posto suo, se tutto dovesse andare

                  come prevedo.


Malato: - Lei è troppo buono dottore. Mi toglie un peso dallo stomaco.


Dottore: - Arrivederci.


Malato: - Ancora grazie, dottore. Arrivederci.


(Il malato esce).


Dottore: - Vieni avanti, Arlecchino.


(Arlecchino avanza timidamente).


Dottore: - Che cosa vuoi?


Arlecchino: - Un paio d'occhiali.


Dottore: - Per fame cosa?


Arlecchino: - Per leggere. Che cos'altro potrei fame?


Dottore: - Con te non si può mai sapere. Vieni qui... (Prende un paio di occhiali)                  Prova questi.


(Arlecchino se li infila).


Dottore: -Vanno bene?


Arlecchino: - Mi fanno girare la testa.


Dottore: -VuoI dire che sono troppo forti. Questi dovrebbero andare meglio.

                Provateli.   (Arlecchino se li prova).


Arlecchino: - Aiuto! Non vedo niente! (Dà colpi alla cieca dappertutto).


Dottore: - Proviamo allora questo paio. È l'ultimo rimasto.


Arlecchino: - Oh, adesso vedo molto bene.


Dottore: - Era ora! Leggi qui.


{Indica una lettera sulla lavagnetta).


Arlecchino: -Veramente io vedo tanti segni neri.


Dottore: -Tanti segni neri hai detto?


                  Dimmi, Arlecchino: tu sai leggere?


Arlecchino: - Che domande! Se avessi saputo leggere non sarei venuto a chiederle

                      gli occhiali.


Dottore: - Ah! Capisco... Bravo... bravo... (Lo afferra per un orecchio) Sparisci

                  dalla mia vista, asino! Gli occhiali che vanno bene a te si trovano

                  soltanto a scuola.  (Lo sbatte fuori a calci).


Arlecchino: - Ahi, dottore! Che ho fatto di male?

 


 Marionette in libertà

di Gianni Rodari

 

Pulcinella: - Sst, amici! Il nostro caro direttore è fuori combattimento;

                  dorme della grossa! Ecco il momento giusto per tagliare la corda

!
Arlecchino: - Come? Fuggire?


Colombina: - Ma è una pazzia!


Pulcinella: - sei stufa di farti comandare a bacchetta da questo tiranno  

                  sbruffone?


Arlecchino: - Ah, per me, scappo da qui e smetto di fare l'attore una volta

                     per tutte. Basta!


Colombina: - Hai ragione, anch'io a dire il vero farei volentieri un altro

                     mestiere.


Pulcinella: - Ma cosa dite, io vi propongo di scappare da qui per poter

                    recitare liberamente. Daremo libero sfogo alla nostra fantasia!


Colombina: - Sono d'accordo, fuggo con voi.


Pulcinella: - Va bene, tagliamo i fili.


(Velocemente i tre burattini tagliano tutti i fili che li tengono legati.)


Pulcinella: - Svelti, spicciatevi, non vi mette allegria l'idea della fuga?


Arlecchino: (Cantando forte) -Siamo liberiiii!


Pulcinella: .- Sst! Siamo liberi! (Vanno via saltellando)

 

     l furbo Arlecchino e il ghiotto Brighella

                                                            di D. Duranti

 

 

Arlecchino - Caro Brighella, senti un po' qua!


Brighella - Eccomi. Dimmi: che novità?


Arlecchino - Oggi è domenica di Carnevale, ti offro un pranzetto senza

                    l'eguale!


Brighella - Grazie, l'accetto. Ma chi cucina?


Arlecchino - Dietro ai fornelli c'è Colombina!


Brighella - Bene! Benissimo, che mangeremo?


Arlecchino - Ecco: antipasto di latte e fieno; poi la minestra di pere cotte:

                     arrosto d'uovo di mezzanotte; peli di gatto con salsa molle; e,

                     infine, torta d'uva e cipolle! .


Brighella - Ah, si?.. non posso... grazie lo stesso.


Arlecchino - Come! Non vieni? Me l'hai promesso! Guarda, m'offendo.

                    Ti picchierò.


Brighella - Calmati! Vengo. Ma porterò io stesso i viveri per tutti e tre!


Arlecchino - Volevo questo, sciocco, da te

 


Il vecchio Carnevale
di M. A. Scavuzzo



Personaggi: Re Carciofo, Balanzone, Arlecchino, Pulcinella, Colombina.

La scena: la sala del trono del Re Carciofo. Il re, con una corona fatta di enormi foglie a punte come quelle di carciofo (di carta), mantello verde e un carciofo per scettro, siede sul trono. Attorno a lui si dispongono, inchinandosi profondamente, le maschere.

Re Carciofo - Udite, amici, perché vi ho chiamato: c'è Carnevale che è molto ammalato. Coriandoli, trombette, stelle filanti? - roba antica,dicono tanti!
Siamo nel secolo del progresso! Sotterriamo Carnevale sotto un cipresso!

Balanzone - Lasciate fare a me che son dottore, Carnevale è malato di

                   cuore. Con una cura di penicillina, guarirà dalla sera alla mattina

Arlecchino - Non vi fidate di Balanzone, che dei somari è il dottorone.

                    Volete salvare il Carnevale? Cucinate una cena colossale: polli,

                     bistecche, salamini, torte, spumante, pasticcini. Vedrete allora

                     se dico il vero: verrà a far festa il mondo intero.

Pulcinella - Ah, ah, ah! Caro ghiottone! E io ci metto il mio chitarrone.

                   Zumpete, zumpete:che dolci canzoni! E poi mangio i tuoi

                   maccheroni

Arlecchino - Fate attenzione, cari signori! Fate attenzione, o son dolori:

                     che non v'accada di far questione. lo le risolvo col mio bastone...

                    (A questo punto s'ode fuori un gran fracasso Colombina guarda

                     dalla finestra).

Colombina - Ma che chiasso, mamma mia!Svelti, svelti, fuggiamo via.

                   Sta arrivando Capitan Fracassa: tutto rompe, tutto sconquassa!

Balanzone (fermando i compagni che stanno per fuggire, compreso il re) 

                 - il vecchio Carnevale? Che facciamo? Sta proprio male.

                   No! sa andare col progresso...

Re Carciofo - Però fa ridere lo stesso. Fa ridere ancora i bambini e ciò basta

                      agli Arlecchini, ai Pulcinella, ai Balanzoni...


Tutti in coro - E a tutti gli altri mattacchioni
 

Gli occhiali di Arlecchino
 

Scena: una strada, un salotto, un ambulatorio.

Personaggi:
Arlecchino, Pantalone, Balanzone.

(Arlecchino, in strada, sta rigirando tra le mani una lettera).


Arlecchino: - Come faccio a sapere chi mi scrive questa lettera?

                      E che cosa ci sarà scritto? lo non so leggere.

                      Andrò a farmela leggere da Pantalone.

(Arlecchino va da Pantalone, che lo fa accomodare in salotto).

Arlecchino - Sono venuto per chiederti un favore.

                     Per piacere, mi leggi questa lettera?

Pantalone - Aspetta un momento. Per leggerla devo mettere gli occhiali

                   (Pantalone inforca gli occhiali). Ecco fatto; dunque...

                   «Caro Arlecchino, Colombina ci ha invitati a casa sua a

                    festeggiare il carnevale. Verrò a prenderti stasera, alle nove.

                    Cari saluti. Brighella».

                     Hai capito, Arlecchino?

Arlecchino - Si, si e grazie mille, Pantalone.

Pantalone - Corri a prepararti per stasera e buon divertimento!

                   Ciao, Arlecchino.

Arlecchino - Ciao Pantalone! (Arlecchino se ne va, borbottando tra sé).

Arlecchino - Adesso che ho capito come si fa, andrò dal dottor Balanzone

                     a farmi dare un paio di occhiali, cosi potrò leggere da solo.

(Il giorno dopo Arlecchino va dal dottor Balanzone).

Arlecchino - Buongiorno, dottore!

Balanzone - Oh, chi si vede! Buongiorno, Arlecchino. Che cosa vuoi?

Arlecchino - Vorrei un paio di occhiali per leggere.

Balanzone -Ti accontento subito. Prova questi e leggi questo giornale.

Arlecchino - Ma questi occhiali mi fanno girare la testa: vedo tutto

                     a macchie nere...

Balanzone - Vuoi dire che sono troppo forti. Prova questi. Vanno bene?

Arlecchino - Peggio ancora, non riesco a vedere nulla: è come se fossi

                    nella nebbia...

Balanzone - Allora prova questi: dovrebbero essere perfetti.

Arlecchino - Si, con questi vedo benissimo. C'è solamente una cosa.

                     Non riesco a leggere quello che è scritto sul giornale.

                     Sa, vedo soltanto tanti e tanti segnetti neri.

Balanzone - Ma dimmi un po' Arlecchino, tu sai leggere?

Arlecchino - Dottore, se avessi saputo leggere non sarei venuto da lei a

                     farmi dare un paio di occhiali. Non le pare?

Balanzone (infuriato).. - Brutto ignorante... Esci immediatamente di qui!

                     Gli occhiali che ti servono si trovano solamente a scuola asino

 

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Volafarfalla

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