Anna Marinelli

 

 

Anna Marinelli è nata a San Giorgio Jonico (Taranto), dove risiede.

Abilitata all'insegnamento è impegnata attivamente in alcuni movimenti di volontariato di ispirazione cattolica.

E’ socia fondatrice dell’Associazione Culturale “ LINO AGNINI” nel cui ambito promuove la rassegna

annuale  “Incontro con l’Autore“ e i “Giovedì Letterari”

Piccola  Farfalla  Che  Viene  Dal  Mare

Piccola farfalla
tu sbocci dall'alveo della notte.
tu germogli inattesa
comme fleur du mal,
fleur de solitude ancienne,
fleur de mélancolie.

Tu spargi polvere d'oro
su maschere d'amaritudine,
tu canti seducenti melodie
in abissi di silenzio,
tu voli sul cuore
che ti attende da sempre.

Petit papillon,
étoile avec ailes de pourpre e d'or,
borotalco d'argentati profumi
evanescenze policrome.

Tremori d'ansiosi sortilegi.
Diademi d' arcobaleno
su dita solitarie e nude
luce che inazzurra il giorno
di palpitante stupore.

Muto messaggio d'inudite parole ,
corpo e sostanza che rivesti il sogno,
lampo che attraversa le spente pupille.

Nasci dalla spuma marina
leggera più dell'anima,
tu piccola farfalla
da sparse lontananze riannodi
tenerezze.

Petit papillon,
impalpabile visione,
riconduci a me il suono del mare
catturato tra cordame di licheni,
tra le sabbie dorate dei miei desideri.

Mi riconduci
l'eco di una voce:
dalle dimore segrete dei gabbiani
mi restituisci visioni.

Je t'attende,
je t'adore,
je t'aime,
petit papillon,

tu risorgi da baratri d'oblio,
ascendi fino agli azzurri palazzi delle nuvole,
percorri corsie traslucide di pianto,
riaccendi abat-jour dimenticati
fai risuonare carillons di giostre antiche
nell' apatia di giorni sempre uguali.

Carezzevoli aliti diffondi a rinverdire l'attesa.
Bisbigli mielate parole di poesia,
risvegli il frumento del cuore
oppresso da coltri d'abbandono.

Petit papillon,
messaggera d'Aprile,
tu smemori letarghi di abbrividite stagioni,
rendi turgidi i capolini delle tuberose,
i virgulti dei vigneti inebri di promesse.

Dal tuo lieve frullare
effondi musica ancestrale,
ti libri sullo stelo della rosa recisa
e le ridoni ancora un'illusione di vita.
Le ciglia asciughi del silenzioso pianto
e le tramuti in germe di nuovo sortilegio.

Petit papillon venuta dal mare
mon amour,
mon fleur de la vie,
fleur de solitude ancienne,
je t'adore.

L’Orma Sul Prato

Ti perderò,
quando l’ultimo velo d’ombra
scenderà sulle spalliere delle tue
rose gialle.
Io, impaurita da tanto silenzio,
guarderò dalle vetrate
dove cospirarono di briciole
i tuoi passeri.

Se sfoglierò le pagine del tempo
la piena dei ricordi
affluirà di nenie antiche
e di favole che un giorno mi narrasti
con fare di teatrante.

Ti perderò,
quando il fiore dei tuoi anni
smarrirà l’ultimo petalo
e a me resterà solo il profumo
del pane mattutino.
Un’ansia irragionevole
frugherà tra le cose passate
per caparre di reliquie.

Quel giorno,
un vento di libeccio
spazzerà l’eco di un canto,
e a guardia del tuo bucato
si leverà il cipresso del tedio.

Crescerà un lenzuolo di muschio
sull’orma che lasciasti nel giardino
e gli amorosi sguardi,
che un giorno germinarono bagliori,
saranno fiaccole spente.

Allora
mi perderò,
come chi teme il buio,
come quando bambina ti lasciai la mano,

mi perderò
inciampando nella trama oscura
della tua epigrafe
se non risponderai al mio richiamo,
madre.



La Parola Negata

Carissimo,
ora che non ci sei ti voglio dire amore,
questa parola così usata, abusata,
scontata, ripudiata, respinta.
Io, qualche volta, l’ho sentita salire
lungo il tunnel del cuore, arrivare
sull’orlo delle labbra, come sull’orlo
di un pozzo profondo, e lì sentire
presto la vanità della parola,
la sua inutilità, la sua importanza.

Ed ho taciuto.

Altre volte, guardando la ruga
precoce della fronte, lunga e profonda
come una ferita, avrei voluto passare
lieve su di essa la mia mano, come
si fa con l’abito sgualcito e la sua piega.
Alla punta delle dita
avrei voluto affidare
la parola “amore”,
ma il gesto incompiuto
s’innalza come un muro,
un aborto di sorriso.

Ed ho taciuto.

Quella volta, ricordi; quella rara volta
che ti vidi brillare negli occhi
una lacrima cocente come l’oro fuso,
e battesti, muto, il pugno
sulla tavola, senza un urlo, un fremito,
una bestemmia,
mi corse come un’ala di rondine la parola
amore, nei cieli solidali del mio animo,
ma il volo si fermò sulla tua piega amara,
e ancora non la dissi.

Ma stanotte, che mi manchi,
e mi manca la tua persona amata
il tuo essere uomo, il mio compagno,
stasera che mi sento naufragare
e i tuoni del silenzio sono più forti e cupi
stasera ti chiamo “amore, amore” anzi lo grido,

AMORE!

Lettera Al Figlio

Mai ti sentii così vicino,
neanche quando ti portai nel grembo,
come quando mi cantasti,
suonando alla chitarra, IL LADRO.
“Ti proteggerò dal dolore e dalla noia”
suonavi e cantavi per me , o forse anche per te.
le canzoni del tuo mito giovanile.
Suonasti per due ore, o forse più,
fino a cogliere le preziose lacrime della liberazione.
Ogni tanto volgevo il capo, dipanando memorie
e fugando ombre minacciose.
Talvolta la tristezza può raggiungere eoni di altitudini,
e trafiggere con le schegge delle lacrime le più lontane nuvole.
E tu cantavi e suonavi per me. O forse per te soltanto.
“Quando verrà il tempo di partire
io ti accompagnerò,
in quel territorio sconosciuto,
lì dove i padri perdono i figli...

lungo quel sentiero che temevi
già da bambino,
...ed insieme avremo paura. “

La stessa indicibile emozione
che provai a suo tempo quando
ascoltavo “L’ALBERO” chiusa nella tua stanza vuota
a lottare con un imperioso bisogno di piangere.
Soffocata da una emozione che ancora oggi,
non riesco a spiegare.
Suonavi come un samurai che brandisce la sua spada.
A fugare la mia angoscia, a cullare le mie paure.
Tu, figlio, mi cantavi la ninna-nanna.

Grazie per aver partecipato!

 

Volafarfalla

 - Poesie - Aforismi -  Citazioni -  Frasi Augurali -  Frasi  -

-Festività - Per non dimenticare - Immagini & Gif  -

Note Legali  -

 

 

Home " Pensieri In Volo"