Milano Alcatraz 18.10.2004
Clicca qui per accedere alle FOTO | |
La parola a... RosaPaola | |
Cristina
e serena mi hanno gentilmente messo a disposizione, nuovamente, uno spazio
sul sito, ma oggi non mi sento all’altezza di descrivere la serata di
lunedì 18/10. non credo di avere le parole adatte…cosa dire…e mi
scuso in anticipo per ciò che dirò. so di essere completamente
imparziale e accecata dalla mia ostentata e quasi maniacale ammirazione
per Lei e per la sua arte. se cerchi un resoconto oggettivo, fermati, non
è quello che troverai, mi spiace…come potrei definire qualcosa che e più
che unico ed irripetibile, molto più che fantastico ed emozionante? forse
solo cercando nel mio cuore, lasciando che le parole escano da sé… Nei
concerti a cui avevo assistito in passato, l’atmosfera era ben diversa,
in seriosi teatri dove ci si sente in colpa se solo si applaude una volta
di troppo, ma lì è stato diverso e, ti assicuro, molto meglio, e Lei era
più entusiasta di noi! Un
brivido ha percorso tutto il mio corpo, quando s’è lanciata con Pissing
in a River, la canzone che più di tutte è in grado di scuotermi e di
colpire il più profondo ed intimo angolo della mia anima everything I’ve done I’ve done for you oh
I give my life for you every
move I made I move to you and
I came like a magnet for you now e
nel momento in cui ha introdotto Wave,
beh, inspiegabile…sembrava quasi che Papa Luciani fosse in mezzo a noi,
la voce di Patti tremava ad ogni parola, ha colpito dritto dritto il mio
cuore; non pensavo che questo piccolo gioiello avesse queste potenzialità.
Ad ogni minimo sussulto di Patti un pugnale mi trafiggeva, ma la forza
espressiva si tramutava subito in un qualcosa di infantile e timido che
leniva all’istante la mia ferita…le stesse sensazioni che io provo
ogni volta che ascolto the Jackson
song…sembra che Patti offra se stessa al pubblico, spogliata di ogni
veste da sacerdotessa del rock, potessa del punk, diventando una donna
come tutte le donne del mondo, con la sola differenza di avere una
sensibilità inumana. e poi ancora altre perle come Break
it up e Redondo beach, senza
tregua ha continuato a colpirmi al cuore con We
three, per poi graziarmi con le potenti Free
Money e la poetica Beneath the
southern cross che mi ha fatto rivivere l’inizio del mio primo
concerto al Vittoriale a Gardone.
Con People have the power ha
voluto ancora gridare al mondo l’importanza di reagire. non sono mancate
le nuove canzoni, il concerto infatti è cominciato con la gioiosa Jubilee, ed il nuovo inno alla pace Peaceable Kingdom che è stato accompagnato dalla proiezione
dell’omonimo quadro di Edward Hicks. Ancora forti emozioni con le
ritmate Stride of the mind, Cash e My bleaken year, riuscendo a trovare spazio anche alla lunga e
sofferta Gandhi. grazie
Patti!
|
|
La parola a... Cristina | |
MILANO ALCATRAZ –
18 OTTOBRE 2004 ORE 20:00 Ed eccoci qui,
ancora una volta sulle tracce della musa del rock, che questa volta ci
portano qui a Milano, all’Alcatraz. Certo, l’ambientazione non è
poetica come al Vittoriale o al Teatro di Ferrara, ma siamo certi che
Patti ci saprà emozionare. Entriamo: dietro al
palco uno schermo proietta senza sosta la bandiera della pace, tanto per
rammentarci che Patti no è solo una cantante, ma anche una donna
impegnata nella lotta sociale a favore della pace e della fratellanza
universale. ORE 21:00 Siamo qui tutti in
piedi (Finalmente!!! Basta coi concerti in poltrona!!!), tante storie, una
accanto all’altra in attesa di una quasi sessantenne in grado di tenere
tutti con il fiato sospeso, come tanti giovani band di grido ancora non
sanno fare. ORE 21:20 ECCOLA! Coi
compagni di sempre (Lenny e J.D.) e i “nuovi” Tony e Oliver, Patti fa
finalmente il suo ingresso tra le urla festanti del pubblico; jeans
strappati, maglietta bianca col simbolo della pace abbozzato a mano e
giacca nera alla Sinatra: la signora del punk non ha perso il suo
“buongusto” nel vestire. Lenny attacca le
note di PISSING IN A RIVER. Boato! Patti sorride mentre i tanti giovani
cominciano a ballare… è iniziato davvero! C’è subito
spazio per Trampin’ con l’energica JUBILEE e la potente STRIDE OF THE
MIND. Di nuovo un tuffo nel passato con le classiche BREAK IT UP e REDONDO
BEACH, che trasforma il pubblico in una massa di corpi che si muovono
all’unisono. Poi Patti ci spiega
che la prossima canzone (BENEATH THE SOUTHERN CROSS) è dedicata
all’immenso Arthur Rimbaud, in occasione del centocinquantesimo
anniversario della sua nascita (20.10.1854) e ci racconta un aneddoto: il
poeta stremato era giunto a Milano e rischiava di morire di fame se non
fosse stato per un’anziana signora che lo sfamò. Patti confessa che non
ha potuto fare a meno, in occasione del suo soggiorno milanese, di andare
a vedere la casa della signora in Piazza Duomo… il volto le si illumina
parlando del suo mito e l’esecuzione è davvero ispirata. Le nuove canzoni
fanno di nuovo capolino: Patti imbraccia la chitarra e ci delizia con la
martellante BLAKEAN YEAR, poi s fa dolce e nostalgica con CASH e lascia
tutti a bocca aperta con una magnifica cover di FATHER FIGURE di George
Micheal. La sua voce si fa
graffiante, la chitarra elettrica rabbiosa e psichedelica: è il tempo di
25TH FLOOR, canzone che sprigiona un’autentica esplosione di
energia. E’ a questo punto
che, secondo me, il concerto tocca il suo apice: Patti scusandosi per non
parlare purtroppo l’italiano, si infila gli occhiali, afferra il suo
libro Complete e mentre sullo schermo (che con le sue immagini in
movimento accompagna tutta la performance) appare la mano di Giovanni
Paolo I, inizia a leggere WAVE. Le luci divengono blu e il suono delle
onde che si frangono sulla spiaggia ci avvolge… “Goodbye Papa,
goodbye”… mi aspetto davvero di veder apparire da un momento
all’altro la sagoma di Papa Luciani, che aleggia sulle onde. E’
un’emozione fortissima: uno scroscio di applausi non rende comunque
giustizia ad un momento così intenso. Ad ogni modo si
riparte, con la romantica WE THREE e la trascinante FREE MONEY: ormai
siamo tutti in un bagno di sudore, impegnati in balli, salti e applausi.
Patti sembra sinceramente commossa per una partecipazione così attiva! Ma ecco un altro
piccolo capolavoro: è la volta della bellissima PEACEABLE KINGDOM, che
nei giorni scorsi Patti aveva cantato per la liberazione delle due Simona.
Già sette mesi sono passati da quando questo inno di pace ci era stato
presentato “a cappella” nel reading di poesia di Palazzo Schifanoia a
Ferrara, ma l’emozione è la stessa. Tutti sappiamo che
non finisce qui… Infatti eccoli di nuovo i nostri eroi, pronti ad
infiammarci co nla classica BECAUSE THE NIGHT e a stupirci con una
versione gospel di TRAMPIN’. ORE 23:20 Tuto è compiuto, non ci resta che raccogliere qualcuno dei petali di rosa che Patti ci ha lanciato e ritornare a casa col nostro piccolo tesoro, souvenir di un’altra notte magnifica in compagnia di Patti. by Cristina
|
|