Milano Alcatraz 18.10.2004

 

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La parola a... RosaPaola  

Cristina e serena mi hanno gentilmente messo a disposizione, nuovamente, uno spazio sul sito, ma oggi non mi sento all’altezza di descrivere la serata di lunedì 18/10. non credo di avere le parole adatte…cosa dire…e mi scuso in anticipo per ciò che dirò. so di essere completamente imparziale e accecata dalla mia ostentata e quasi maniacale ammirazione per Lei e per la sua arte. se cerchi un resoconto oggettivo, fermati, non è quello che troverai, mi spiace…come potrei definire qualcosa che e più che unico ed irripetibile, molto più che fantastico ed emozionante? forse solo cercando nel mio cuore, lasciando che le parole escano da sé…

Ormai da settimane ero in agitazione, sapevo che mi avrebbe aspettato qualcosa di fantastico, e nonostante io abbia assistito anche ad altri due concerti della Signora Patti, l’emozione cresceva di minuto in minuto, di attimo in attimo ed è esplosa nel momento in cui Lei e la sua affezionata e magnifica band hanno preso in possesso il palco A dell’alcatraz, con un ritardo di soli 20 minuti! davanti a me e cristina c’era Lenny che come al solito è riuscito durante l’intera durata della performance a seguire in tutti i suoi scatti di pazzia la nostra cara Patti. Lei, vestita con jeans strappati, maglietta bianca con il simbolo della pace e giacca nera era naturale più che mai, sempre bella nel suo particolare modo di interpretare il suo personaggio. era a pochi metri da noi e la folla era talmente agitata, scossa specialmente da Because the night e Gloria, che più volte abbiamo rischiato di cadere. Sulle note di Because the night hanno cantato tutti, ogni singola parola, anche chi al concerto c’era arrivato quasi per caso...per non parlare del delirio che ha investito il pubblico quando Lei ha pronunciato le poche parole Jesus died for sombody’s sin.. da pazzi! Cristina ha anche rischiato di prendersi un pugno in faccia… J 

Nei concerti a cui avevo assistito in passato, l’atmosfera era ben diversa, in seriosi teatri dove ci si sente in colpa se solo si applaude una volta di troppo, ma lì è stato diverso e, ti assicuro, molto meglio, e Lei era più entusiasta di noi!

Un brivido ha percorso tutto il mio corpo, quando s’è lanciata con Pissing in a River, la canzone che più di tutte è in grado di scuotermi e di colpire il più profondo ed intimo angolo della mia anima

 everything I’ve done I’ve done for you

 oh I give my life for you

 every move I made I move to you

and I came like a magnet for you now

e nel momento in cui ha introdotto Wave, beh, inspiegabile…sembrava quasi che Papa Luciani fosse in mezzo a noi, la voce di Patti tremava ad ogni parola, ha colpito dritto dritto il mio cuore; non pensavo che questo piccolo gioiello avesse queste potenzialità. Ad ogni minimo sussulto di Patti un pugnale mi trafiggeva, ma la forza espressiva si tramutava subito in un qualcosa di infantile e timido che leniva all’istante la mia ferita…le stesse sensazioni che io provo ogni volta che ascolto the Jackson song…sembra che Patti offra se stessa al pubblico, spogliata di ogni veste da sacerdotessa del rock, potessa del punk, diventando una donna  come tutte le donne del mondo, con la sola differenza di avere una sensibilità inumana. e poi ancora altre perle come Break it up e Redondo beach, senza tregua ha continuato a colpirmi al cuore con We three, per poi graziarmi con le potenti Free Money e la poetica Beneath the southern cross che mi ha fatto rivivere l’inizio del mio primo concerto al Vittoriale a  Gardone. Con People have the power ha voluto ancora gridare al mondo l’importanza di reagire. non sono mancate le nuove canzoni, il concerto infatti è cominciato con la gioiosa Jubilee, ed il nuovo inno alla pace Peaceable Kingdom che è stato accompagnato dalla proiezione dell’omonimo quadro di Edward Hicks. Ancora forti emozioni con le ritmate Stride of the mind, Cash  e My bleaken year, riuscendo a trovare spazio anche alla lunga e sofferta Gandhi.

Quando trovo in internet articoli che parlano della nostra Amica Patti, come di una Sacerdotessa che ha ormai perso la capacità di ipnotizzare la folla, mi chiedo se coloro che scrivono abbiano mai assistito ad un suo concerto... certo è che il pubblico di lunedì era completamente preso ed attirato come una calamita a quella stravagante signora che saltava da una parte all’altra del palco, senza curarsi del fatto di essere nata più di mezzo secolo fa, senza fermarsi per più di un’ora, lasciando solo il posto per la rituale pausa prima dell’esecuzione di Gloria. è stata, ed è tuttora uno dei più forti pilastri della musica.

grazie Patti!

 By Rosapaola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La parola a... Cristina  

MILANO ALCATRAZ – 18 OTTOBRE 2004  

ORE 20:00

Ed eccoci qui, ancora una volta sulle tracce della musa del rock, che questa volta ci portano qui a Milano, all’Alcatraz. Certo, l’ambientazione non è poetica come al Vittoriale o al Teatro di Ferrara, ma siamo certi che Patti ci saprà emozionare.

Entriamo: dietro al palco uno schermo proietta senza sosta la bandiera della pace, tanto per rammentarci che Patti no è solo una cantante, ma anche una donna impegnata nella lotta sociale a favore della pace e della fratellanza universale.  

ORE 21:00

Siamo qui tutti in piedi (Finalmente!!! Basta coi concerti in poltrona!!!), tante storie, una accanto all’altra in attesa di una quasi sessantenne in grado di tenere tutti con il fiato sospeso, come tanti giovani band di grido ancora non sanno fare.  

ORE 21:20

ECCOLA! Coi compagni di sempre (Lenny e J.D.) e i “nuovi” Tony e Oliver, Patti fa finalmente il suo ingresso tra le urla festanti del pubblico; jeans strappati, maglietta bianca col simbolo della pace abbozzato a mano e giacca nera alla Sinatra: la signora del punk non ha perso il suo “buongusto” nel vestire.

Lenny attacca le note di PISSING IN A RIVER. Boato! Patti sorride mentre i tanti giovani cominciano a ballare… è iniziato davvero!

C’è subito spazio per Trampin’ con l’energica JUBILEE e la potente STRIDE OF THE MIND. Di nuovo un tuffo nel passato con le classiche BREAK IT UP e REDONDO BEACH, che trasforma il pubblico in una massa di corpi che si muovono all’unisono.

Poi Patti ci spiega che la prossima canzone (BENEATH THE SOUTHERN CROSS) è dedicata all’immenso Arthur Rimbaud, in occasione del centocinquantesimo anniversario della sua nascita (20.10.1854) e ci racconta un aneddoto: il poeta stremato era giunto a Milano e rischiava di morire di fame se non fosse stato per un’anziana signora che lo sfamò. Patti confessa che non ha potuto fare a meno, in occasione del suo soggiorno milanese, di andare a vedere la casa della signora in Piazza Duomo… il volto le si illumina parlando del suo mito e l’esecuzione è davvero ispirata.

 

Le nuove canzoni fanno di nuovo capolino: Patti imbraccia la chitarra e ci delizia con la martellante BLAKEAN YEAR, poi s fa dolce e nostalgica con CASH e lascia tutti a bocca aperta con una magnifica cover di FATHER FIGURE di George Micheal.

La sua voce si fa graffiante, la chitarra elettrica rabbiosa e psichedelica: è il tempo di 25TH FLOOR, canzone che sprigiona un’autentica esplosione di energia.

E’ a questo punto che, secondo me, il concerto tocca il suo apice: Patti scusandosi per non parlare purtroppo l’italiano, si infila gli occhiali, afferra il suo libro Complete e mentre sullo schermo (che con le sue immagini in movimento accompagna tutta la performance) appare la mano di Giovanni Paolo I, inizia a leggere WAVE. Le luci divengono blu e il suono delle onde che si frangono sulla spiaggia ci avvolge… “Goodbye Papa, goodbye”… mi aspetto davvero di veder apparire da un momento all’altro la sagoma di Papa Luciani, che aleggia sulle onde. E’ un’emozione fortissima: uno scroscio di applausi non rende comunque giustizia ad un momento così intenso.  

Ad ogni modo si riparte, con la romantica WE THREE e la trascinante FREE MONEY: ormai siamo tutti in un bagno di sudore, impegnati in balli, salti e applausi. Patti sembra sinceramente commossa per una partecipazione così attiva!  

Ma ecco un altro piccolo capolavoro: è la volta della bellissima PEACEABLE KINGDOM, che nei giorni scorsi Patti aveva cantato per la liberazione delle due Simona. Già sette mesi sono passati da quando questo inno di pace ci era stato presentato “a cappella” nel reading di poesia di Palazzo Schifanoia a Ferrara, ma l’emozione è la stessa.
Sullo schermo appaiono ora immagini di GANDHI: una Patti sciamanica ci canta la storia di questo piccolo grande uomo capace di cambiare il mondo credendo nel potere della gente… già quel PEOPLE HAVE THE POWER, inno alla resistenza contro i governi oppressori e alla libera espressione delle proprie idee, che segna la fine della parte ufficiale del concerto.  

Tutti sappiamo che non finisce qui… Infatti eccoli di nuovo i nostri eroi, pronti ad infiammarci co nla classica BECAUSE THE NIGHT e a stupirci con una versione gospel di TRAMPIN’.
Ma manca ancora qualcosa… Eh si! Bastano pochi versi…
“Jesus died for somebody’sins but not mine”
Non potevamo finire senza l’immortale GLORIA: “ G L O R I A GLORIA! G L O R I A GLORIA!!!”

ORE 23:20

Tuto è compiuto, non ci resta che raccogliere qualcuno dei petali di rosa che Patti ci ha lanciato e ritornare a casa col nostro piccolo tesoro, souvenir di un’altra notte magnifica in compagnia di Patti.

by Cristina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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