PATTI A LIVE A MILANO: L'ESPERIENZA DI UNA GIOVANE FAN!
27/10/2003 h 21.00
Teatro Manzoni, Milano
Concerto di Patti Smith
Inutile
dire quanto il mio cuore abbia cominciato a battere quando, su Vivi
Milano ho letto: Patti Smith in
concerto, voce e chitarra. E il cuore non ha smesso di battere per un mese,
ed ancora adesso che il concerto è passato ho l’adrenalina a 1000!
E
così, il 27 ottobre 2003 mi trovo nuovamente in un teatro gremito di persone ad
aspettare la Patti. Ore 20.30, siamo ormai dentro…il palco nero, solo due
sedie ed un tavolino coperto dalla Bandiera della Pace, ed un mazzo di
immancabili rose bianche…finalmente, con quasi 20 minuti di ritardo Lei entra
acclamata da una folla entusiasta. Io, in quinta fila, sono agitatissima, non
sto più nella pelle, vorrei andare sotto il palco, ma non mi fido, tutti sono
seduti ed aspettano solo che Lei cominci ad esprimersi. In prima fila c’è
anche Fernanda Pivano, che pochi giorni prima le ha consegnato il Premio Tenco,
sua grande ammiratrice. E Patti inizia...
…la
performance è stata spettacolarmente intima, sentita, poetica…UNICA! Oliver
Ray al suo fianco rompe con la sua foga le corde della chitarra, una dopo
l’altra; e Lei, forse stanca, forse poco concentrata o forse emozionata,
sbaglia le parole di Because The Night;
e poi ancora Lei dall’aspetto forte e duro, si commuove recitando una poesia
per Papa Giovanni. Una grande emozione quando ci ha presentato una sua nuova
canzone, My Blakean Year : fantastica!
E
poi, dal nulla, comincia, recitando, Sixteen
and time to pay off I got this job in a piss factory inspecting pipe
una sensazione straordinaria, sentire questo suo capolavoro dal vivo.
E di nuovo errori su Gloria, ma sono proprio queste debolezze a rendere
indimenticabile ed inconfondibile la sua arte…. Land
Of a Thousand Dances, Kimberly, Beneath The Southern cross, Birdland, Frederick, Dancing Barefoot
ed infine People
Have The Power, introdotto ancora una volta dal suo invito alla Pace e a
portare avanti i nosrti ideali, perché la guerra non risolve i problemi; un
pensiero anche a Bob Dylan che nei giorni successivi si troverà anche lui a
Milano per un concerto…due grandi della musica a pochi giorni di distanza…
Patti
ha la forza dentro e le emozioni che si provano ai suoi concerti sono uniche,
spero che torni ancora ed ancora in Italia a trovarci… SEI GRANDE!
There
are figure 8’s, infinity signs, gracing our chronology.
What
does it all mean. Where shall we be going.
Be
what sea shall we sleep, and shall we, giving all of our hands,
Awake in a field of black sunflowers, utterly perplexed, bareheaded and free.
What
shall we sow. To know the air is to know the spirit.
Is to articulate the questions; atomize the answers.
And
the clouds, like crazy eights, drifting horizontal.
And his hands, which hold, even so peacefully, so much power.
∞
PHTP ∞
∞
The
Valley was straining with voices, hopes and dreams punctuated with shrill
salutes and calls. These hopes echoed thru out the surrounding hills; from the
villages above the valley below. The world, it seemed, was swelling, about the
erupt thru the sheer bellowing of the living mold.
From
every portion of the earth, the cries of the people of that earth. The wild and
the solemn; the humble and the arrayed. And such weeping, such rejoicing and
such beating upon the earth.
The
planet, ringing with the call, was wild and still thus blessed, thus pressed, to
repeat forever its aimless, joyous voyage around the sun.
Patti Smith
Ci
sono degli 8, segni dell’infinito, adornano la nostra cronologia.
Cosa
significa tutto quanto. Dove dobbiamo andare.
In
quale mare dovremmo dormire, e dovremmo, dando tutti una mano,
svegliarci
in un campo di girasoli neri, totalmente perplessi, a capo scoperto e liberi.
L’aria
è carica di semi. Com’è fertile il vento.
Cosa
dobbiamo seminare. Conoscere l’aria è conoscere lo spirito.
È
articolare le domande, polverizzare le risposte.
Il
sognatore si sta alzando ed esamina il lungo campo.
E
le nuvole, come otto impazziti, che galleggiano orizzontali.
E
le sue mani, che sorreggono, anche così pacificamente, così tanto potere.
∞
La Gente Ha Il Potere ∞
∞
La
Vallata era tesa di voci, speranze e sogni punteggiati da striduli saluti e
richiami.
Queste
speranze echeggiavano attraverso le colline circostanti, dai villaggi
soprastanti, dalla vallata sottostante. Il mondo, pareva, si stesse dilatando,
sul punto di eruttare attraverso il mero ruggito delle forme viventi.
Da
ogni parte della terra, le urla delle persone di quella terra. Il selvaggio ed
il solenne, l’umile e lo schierato. E così piangente, così giubilante e così
pulsante sulla terra.
Il
pianeta, risuonante dei richiami, era selvaggio e ancora così consacrato, così
oppresso, dal ripetere per sempre il suo gioioso viaggio senza meta intorno al
sole.
WILD
LEAVES
Di
Patti Smith
In
vendita dall’ottobre 2003
Questa collezione di poesie scritte in onore dei suoi amici scomparsi è stata erroneamente annunciata quasi 10 anni fa in una pubblicità che apparve sulla rivista THE VILLAGE VOICE dell’1 agosto 1995. Questo il testo della pubblicità “Questa elegante collezione di poesie e prosa, scritte in memoria dei propri cari e degli artisti che Patti Smith ammira, celebra il talento di Robert Mapplethorpe, Audrey Hepburn e River Phoenix tra gli altri” La fotografia sulla copertina sarà una foglia d’acero rosso, su sfondo nero. Il titolo Wild Leaves si riferisce alla canzone di Patti anch’essa intitolata Wild Leaves, che era stata originariamente introdotta nel singolo “People Have the Power”. Patti scrisse la canzone in onore del quarantesimo compleanno di Robert Mapplethorpe e di solito la dedica a lui quando la canta nei suoi concerti. Possibili nuove poesie che verranno incluse nella raccolta sono: “midi” (per Richard Sohl), “four yeras in the sky” (per Robert Mapplethorpe) e “it is dawn” (per Jean Genet). Dall’annuncio della pubblicazione del libro nel 1995 altri amici di Patti sono morti, William Burroughs, Allen Ginsberg, Kurt Kobain e Jerry Garcia probabilmente ci saranno poesie dedicate anche a loro ed anche poesie per suo fratello Todd, sua madre Beverly e suo padre Grant sono quasi una certezza. Sembra che Patti leggerà una selezione di poesie per promuovere il libro, partendo dalla Public Library di New York.
Montagnola 30.07.2003 – Speciale
trasmesso da Radio Popolare
Il
servizio inizia con un’intervista alla direttrice del museo Herman
Hesse (rilasciata in italiano nonostante sia
madrelingua tedesca , n.d.r.)
che spiega come mai Patti Smith ha deciso di esibirsi
in formato acustico proprio a Montagnola.
“Patti
Smith ha letto tutta la sua
vita le opere di Herman Hesse,
diciamo che Herman Hesse ha
accompagnato Patti Smith in tutte le fasi della vita,
della musica, della carriera. Lei ha iniziato come poeta e dopo è diventata
musicista. Allora anche qui c’è una affinità. Anche lei è pittrice. E il suo
desiderio era da tantissimo tempo di conoscere il posto dove Herman Hesse ha vissuto la
maggior parte della sua vita, di conoscere Montagnola. Lei ha preso contatto
con la nostra fondazione, abbiamo cambiato e-mail (ci siamo scambiate delle
e-mail, n.d.r.), e dopo siamo riusciti ad avere questo appuntamento. E per lei
questo concerto di ieri, non era un concerto normale, era proprio per lei un regalo, mi ha detto, è un regalo di poter
essere qui in questo luogo e in particolare l’opera Il gioco delle perle di
vetro ha una grande importanza per Patti Smith. Lei
ha letto parecchie volte questa opera e ha in mente di
fare anche un lavoro su questo libro di Herman Hesse. Lei ha detto che questa profondità, questa idea
anche, ne il gioco delle perle di vetro, che tutte le
nostre filosofie, tutta la nostra cultura, è un insieme è come una rete,
collegato la matematica con la filosofia, con l’arte, eccetera, è geniale. Lei sente
questo messaggio di Herman Hesse
dentro di sé. Allora, questo va oltre a un interesse
normale della letteratura di Herman Hesse. Avevo l’impressione, anche perché ero insieme con Patti Smith
ventiquattro ore quasi, che proprio questa spiritualità di Herman
Hesse, è simile alla spiritualità di Patti Smith, e lei si ritrova in Herman
Hesse. E questo era un’esperienza, era un incontro,
per tutti noi molto particolare, molto emozionante, dividere questa stesura,
con questo carisma, con questa profondità, una donna calorosa con una capacità
di capire Herman Hesse,
capire quello che lui voleva dire sulla società, sull’umanità, sulla pace.”
Quindi
viene trasmessa la prima parte dell’intervista a Patti
Smith, rilasciata prima del concerto.
La
prima domanda è sulla situazione particolare che stanno
attraversando gli U.S.A. e il rapporto che Patti stessa ha con il suo Paese.
“Critico,
ma amo il sistema di leggi del mio Paese. Amo il fatto che
la sua storia sia opera di rivoluzionari, amo le idee che stanno all’origine di
questo Paese, la sua ideologia originaria. Ciò nonostante, se
da un lato mi sento patriota, dall’altro non sono affatto nazionalista.
Non sono nazionalista e non credo che nessuno debba essere il numero uno. Non
credo che nessuno stato debba essere più forte degli altri. Siamo un comunità globale e dovremmo aiutarci gli uni con gli
altri. Ma soprattutto se credo che il governo che mi
rappresenta non sta agendo secondo i miei interessi, mi devo pronunciare. In quanto americana, ho il diritto di esprimermi se il
governo non mi rappresenta. Non dobbiamo dimenticare che in una democrazia non
siamo noi a dover servire il governo, è il governo a dover agire per i
cittadini. E io credo che l’amministrazione Bush si sia dimenticata di questo. Sembra che stiano
servendo più che altro se stessi e la loro ideologia. Io credo che ogni
decisione da loro presa dopo l’11 settembre sia stata
sbagliata. E che con il loro operato abbiano stabilito
un esempio negativo per l’umanità intera. Dobbiamo dichiararci e lottare. Mi
sono già pronunciata sull’argomento. E ho manifestato.
E ogni battaglia che ho combattuto contro
l’amministrazione Bush, l’ho persa, ma non importa.
Andrò avanti a lottare e a lottare, perché guardo a me stessa come ad una spina
nel loro fianco. E spingerò, non resterò in silenzio.
Si è visto nel mondo intero ed è stato positivo quando
le persone, in Italia e a Londra, a Parigi e a Berlino, sono scese nelle piazze
e in ogni luogo in cui l’hanno fatto hanno protestato contro la guerra in Iraq.
Ma poi dopo la guerra hanno smesso di manifestare e
invece dovrebbero essere in piazza ogni giorno. Non ci dovremmo arrendere. E
credo che molte di queste idee siano riuscita a
intrufolarsi ne mio lavoro.”
Viene
trasmesso l’incipit di “Beneath the southern Cross”
La
seconda domanda è partendo dal titolo di un suo vecchio album, Radio Ethiopia, di farci un punto sulla situazione delle radio
negli U.S.A.:
“Non
ci sono radio in America. Le radio in America fanno schifo. E’ vergognoso. Sono
state tutte comprate o cooptate dalle corporation,
oppure sono legate al governo. La programmazione si basa sul
solo sfruttamento della cultura pop. Non suonano le canzoni di quelli
come me. La mia musica non va mai in onda. Ma non solo
la mia. Non ascolterete certo ne Hendrix
ne Beethoven, ne Coltrane
sulle radio statunitensi. E nemmeno Bob Dylan ad eccezione di qualche canzone particolarmente
famosa. Le radio di oggi non favoriscono la cultura.
Negli Anni Sessanta la radio ci parlava, aveva una sua politica era attiva ed
era volta verso la rivoluzione. Oggi invece è soltanto commerciale. Con il
gruppo a fine agosto, dopo il tour registreremo un
disco nuovo. Non l’avevo ancora detto a nessuno. Per questo disco al posto di
Radio Ethiopia daremo vita ad una nuova radio: il
nuovo disco sarà RADIO BAGHDAD. E sono sicura che nelle radio statunitensi non
lo sentirete.”
Di
nuovo un brano tratto dalla serata di Montagnola: “Kimberly”
La
direttrice del museo Herman Hesse
ci parla ora dell’amore di George Harrison,
amico di Patti Smith, per Montagnola:
“Si anche lui abitava qui. Purtroppo è morto un paio di mesi
dopo che a comprato la casa Montagnola. Ma anche lui
trovava questa magia del luogo, della collina d’oro molto speciale, e lui aveva
deciso di non avere solo una casa qui, ma proprio di abitare qui. E lui aveva
una speranza di vivere di più ancora e ha dichiarato di voler rimanere a
Montagnola.”
Patti
dice in proposito:
“Abbiamo
tutti dei ricordi legati ai Beatles. Quando ero
piccola i miei Beatles preferiti
erano John e George. Sono
stata al concerto per il Bangladesh ed ho incontrato George in alcune occasioni. Gli ho parlato. Credo che fosse un brav’uomo. Posso capire
perché amasse questi luoghi e mi dispiace che non
abbia potuto goderne più a lungo. Sono sicura che sarebbe qui oggi se fosse
vivo. Era il genere di persona che cerca sempre una
maggiore coscienza a livello spirituale. E’ inciampato qua e là nel corso degli
anni ma a mano a mano che cresceva come essere umano
sia entrato sempre più in sintonia con la sua spiritualità. Mi dispiace che se
ne sia andato.”
Durante
il concerto Patti ha cantato “a cappella” una canzone di
George Harrison.
Alla
fine del concerto Patti con un pareo costruito con la bandiera della pace ed
entrambi i pugni alzati ha invitato il pubblico a
cantare “People have the power”:
“In
America, dove il governo e i media hanno soppresso la
maggior parte delle proteste, è una bella cosa vedere così tanta gente
dall’altra parte dell’oceano che fa sentire la propria voce, prego tutti voi di
non smettere di far sentire la vostra voce!!! Continuate a scendere nelle
piazze.”
Il servizio si chiude con il pubblico canta insieme a Patti “People have the power”.
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
23 luglio 2003 - Fantastico, questa sera alle 21.30 c'è Patti in concerto al Teatro del Vittoriale (Gardone Riviera)!!! Siamo emozionatissime, il viaggio è tutto all'insegna di Land e di un caldo incredibile. Arriviamo al Vittoriale alle 16.30... solo cinque ore ci separano dall'evento!!! Il palco è gia pronto e si sentono continue prove dei microfoni, e degli strumenti. Visitiamo l'abitazione di D'Annunzio e ci sorge un dubbio atroce: Patti si rende conto di cantare in casa di un "militarista" convinto???
Verso le 19.00 ci avviamo all'uscita del Vittoriale e vediamo avvicinarsi una figura esile, con i capelli grigi sciolti, un po' spettinati. Indossa anfibi slacciati, pantaloni verde militare, una canottierina con il simbolo della pace e una camicia bianca aperta... e sta venendo verso di noi... L'ingresso è ormai chiuso ai visitatori: sarà lei??? Non ci credo è proprio lei!!! Ci passa accanto con uno sguardo molto incavolato... noi la guardiamo con la bocca aperta senza riuscire a pronunciare una sola parola (figurarsi fare una foto o chiedere un autografo!!!). Solo dopo che si è allontanata riesco a gridare "Svengo!!!!" suscitando l'ilarità dei ragazzi del Vittoriale, che sono già lì per fare assistenza. Il mio idolo mi è passato accanto... Fantastico!!!
Ore 20.00 - La sicurezza ci avvisa che si potrà entrare solo alle 21. Dal palco intanto si sentono le prove. Patti ci delizia con "Path that cross" e "Boy cried wolf".
Ore 21.00 - Siamo finalmente sulle gradinate. Sul palco c'è un quadro raffigurante una specie di divinità indiana con tre teste e la bandiera palestinese. Dalle casse una sconosciuta (per noi almeno) musica jazz intrattiene il pubblico. Dietro al telone (dove poi verranno proiettate le immagini che accompagnano le canzoni) vediamo dei piedi a noi familiari... è Patti!!!
Ore 21.50 - Si fa buio, ma a parte la breve apparizione di quasi un'ora prima, di Patti neanche l'ombra. Il pubblico rumoreggia sempre più forte... Forse anche per colpa di quella ormai insopportabile musica jazz...
Ore 22.00 - Eccola!!! Sopra la canottiera ha indossato un gilet ed una giacca nera, tipo quella della copertina di "Horses". Ha una rosa in mano e si inchina... intanto Lenny attacca con "Beneath the southern cross". Poi è la volta di "Ask the angels", e ancora una versione da brivido di "1959". Patti dedica "Frederick" all'Italia dicendo che Fred "Sonic" Smith amava molto la nostra terra, "Break it up" a Jim Morrison e "Wing" al Dr. Kelly, e dimostra di avere ancora energia da vendere con "Summer cannibals"e "Free money". Magiche anche le esecuzioni di "Spell", "Dead city", "Persuasion" e "We three". Ma adesso arrivano i classici: con "Dancing barefoot" Patti stufa del pubblico un po' troppo ammodo, si toglie le scarpe (rivelando curiosi calzini coi colori della pace) e scende in platea facendo alzare in piedi tutti. Poi sale in piedi su una sedia e da lì intona una "Pissing in a river" veramente da pelle d'oca!!! E' la volta dell'attesissima "Because the night": tutti cantano e Patti finalmente sorride compiaciuta. Finita la canzone corre a recuperare la bandiera della pace e ci spiega che quando si è recata in un negozio per acquistarla, il negoziante le ha risposto "La guerra è finita, non ne teniamo più" "FUCK YOU" tuona Patti "La guerra non è finita, dovete tenere le vostre bandiere fuori dalle vostre case finché non ci sarà più nessuna guerra su questo pianeta!!!". Partono le note di "People ha ve the power"... Tutti in piedi. Patti canta con la bandiera della pace sul volto... "We have the power...People have the power..." Patti ci saluta. E' quasi mezzanotte.
Ore
23.50 - Il pubblico non smette di applaudire. Qualcuno grida "PATTI!!!
PATTI!!!" Eccola di nuovo. Ormai indossa solo il gilet e canta "Jesus
died for somebody's sins but not mine..."
Ovazione!!! "G L O R I A GLORIA!!! G L O R I A GLORIA!!!". Non so
quanto sia durata "Gloria" ma credo almeno 10 minuti.
Questa
volta ci sta salutando sul serio. Presenta i membri del gruppo e se ne va. E noi
lentamente scemiamo via. Ma rimarrà sempre vivo il ricordo di quella magnifica
notte di mezza estate.
Cristina.
Hollywood
Palladium,
Hollywood, CA: this gig is cancelled!
World
Financial Ctr. Plaza,
New York, NY: July 8th 2003
phone 212-528-2733
Nagoya
Quattro,
Nagoya, Japan: July 11th 2003
Fukuoka
Drum Logos,
Fukuoka, Japan: July 13th 2003
Namba
Hatch,
Osaka, Japan: July 14th 2003
Akasaka
Blitz,
Tokyo, Japan: July 16th and July 17th 2003
Festa
dell'Unità, Correggio, Italy: July
22nd 2003
Il
Vittoriale degli Italiani, Brescia,
Italy: July 23rd 2003
Neapolis
Festival,
Naples, Italy: July 25th 2003
Festival
Cuneo città di Pace e di Cultura,
Cuneo, Italy: July 26th 2003
Arena
del mare, Varazze, Italy: July 27th 2003
Porto
Vecchio, Olbia, Italy: July 29th 2003
Hesse
Museum
(acoustic show), Montagnola, Switzerland: July 30th 2003
Sziget
Festival,
Budapest, Hungary: July 31st 2003
Schlossberg
in Graz, Austria: August 1st 2003
Brauerei
Burgschenke Burgmuseum Clam Feste,
Austria: August 2nd 2003
Arena
in Vienna, Austria: August 3rd 2003
Train
in Århus, Denmark: August 5th 2003
Vega
in Copenhagen, Denmark: August 6th 2003
Colmar
Festival,
Colmar, France: August 8th 2003
Haldern
Festival,
Germany: August 9th 2003
Shepherd's
Bush Empire,
London, Britain: August 11th 2003
All
Tomorrow's Parties (ATP) festival,
Los Angeles, CA: postponed until September 26th-28th 2003