Le origini
Nel Luglio 1957 la fiat presentò la 500 una piccolissima utilitaria con un motore a due
cilindri e dalla velocità massima di 85 chilometri orari. Erano passati solo due anni
dall'uscita della 600
e il lancio di un modello più o meno analogo a quello precedente era
parso a molti insensato, in quanto si pensava che avrebbe finito per far concorrenza all'altro.
Tanto più in considerazione del fatto che si era dovuta apprestare un'apposita linea d'assemblaggio
per una potenzialità di mezzo migliaio di vetture al giorno. Ma
Valletta non aveva voluto
sentire ragione. E anzi, dopo che il prezzo della benzina era aumentato per via della crisi di
Suez, aveva messo fretta ai suoi collaboratori perchè sfornassero al più presto una superutilitaria
che consumasse il meno possibile.
Giocosa aveva dovuto fare i miracoli non solo per realizzare rapidamente il progetto, ma per
allestire una vettura che fosse un concentrato di soluzioni tecniche tali da poterla mettere
in vendita a un prezzo di parecchio inferiore a quello della 600.
E alla fine era riuscito nell'impresa realizzando un modello con un padiglione più sostenuto
rispetto alla versione iniziale, con una panchetta posteriore senza imbottitura, con vetri
fissi e le ruote prive di coppe. In compenso si trattava di una macchina dai consumi e dai
costi d'esercizio ridotti all'osso, e con un' eccellente tenuta di strada.
Peraltro l'uscita della nuova utilitaria si risolse sulla prime in un grosso insuccesso. Non
già perchè quell'auto era minuscola, ma perchè troppo modesta era la potenza del motore, di
soli 13CV; non aveva un vero e proprio sedile nella parte posteriore, e mancava di
qualsiasi accessorio. Si dovette correre in fretta ai ripari, per presentare una nuova versione
, che fosse più gradita al pubblico, ai primi di novembre al salone dell'auto.
Ancora una volta Valletta chiese a Giocosa di compiere un miracolo, e questa volta la vettura che usci dalle
sue mani incontrò il favore del pubblico, in quanto il motore risultava potenziato, in modo da
consentire una velocità più alta e una ripresa meno asmatica, e erano stati introdotti dei
miglioramenti tali da rendere la macchina meno povera e più confortevole. Fu necessario
tuttavia ritoccare il prezzo di listino, portandolo a 420.000 lire - 25.000 lire in più della prima
edizione. Per Valletta la Nuova 500 così chiamata per distinguerla dalla Topolino avrebbe
dovuto diventare la prima macchina per chi ancora ne sognava una. In realtà, per quanto fosse
stata concepita e realizzata per milioni d'acquirenti, non era ancora alla portata di tutti:
mezzo milione di lire rappresentavano quasi dieci volte il salario di un operaio di prima
categoria e sei volte lo stipendio di un impiegato statale.
Valletta decise così l'anno dopo
di ridurre il prezzo della versione base a 390.000 lire e della successiva a 430.000 lire, e di
abbassarlo ulteriormente in prosieguo di tempo, a seconda di come fossero andate le cose. In
realtà non ci volle molto, non più di sei-sette mesi, per vincere la scommessa, anche se la
marcia trionfale della 500 (quella che porterà la sua produzione a superare entro il 1975 la
cifra di quattro milioni di esemplari) cominciò in pieno a partire dal 1960. Ma già nel
biennio precedente, grazie al successo della nuova vettura, la Fiat aveva compiuto un
autentico balzo, passando da poco più di 300.000 unità prodotte a 425.000. E nel frattempo
era comparsa sul mercato anche la Bianchina, un'altra vettura di piccolissime dimensioni,
costruita dall'Autobianchi, la società che Valletta aveva creato due anni prima di concerto
con Leopoldo Pirelli e Edoardo Bianchi.
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