I modelli


Nuova 500
Nuova 500 normale
Nuova 500 sport
Nuova 500 tetto apribile
Nuova 500 D
500 giardiniera
Nuova 500 F
500 L
500 R



cliccando sulla "stella" di ogni modello puoi visualizzare la fotografia.






Nuova 500

La Nuova 500 venne presentata ufficialmente nel Luglio 1957: nella versione definitiva il motore (numero di progetto"110") ebbe una cubatura di 479 cc, sviluppante una potenza di 13 CV che lanciava l'auto a una velocità massima di 85Km/h. Il motore faceva gruppo unico con la frizione, il cambio e il differenziale. Il veicolo aveva una carrozzeria a struttura portante realizzata in lamiera di acciaio stampata. Le finiture al telaio e all' interno erano molto semplificate.
Le dimensioni erano minime: il passo era di soli 1,84m; la carreggiata anteriore di 1,121m e quella posteriore di 1,135m. La lunghezza, paraurti compresi, era di 2,970m, la larghezza di 1,32m e l'altezza di 1,335m. Le dimensioni e il peso ridotto le conferirono una straordinaria manovrabilità.
Le sospensioni e gli organi dello sterzo, erano uguali a quelli della 600. Furono utilizzati freni idraulici a tamburo sulle quattro ruote. Le ganasce erano autocentranti, una novità che impiegava un semplice dispositivo per il recupero del gioco fra le ganasce e il tamburo.
Il freno a mano agiva sulle ganasce di ciascuna ruota posteriore.
L'abitabilità era per due persone più bagaglio, prezzo di listino 490.000 lire. Il lancio della 500 fu un vero insuccesso. Molte le cause : Prime fra tutte il prezzo e il posizionamento della vettura nei confronti della C. La 500 venne giudicata non molto conveniente per il pubblico. La 600 vantava un motore 4 cilindri e la possibilità di trasportare abbastanza comodamente 4 persone: il tutto per 630.000 lire.
La primissima serie, nelle intenzioni del geniale progettista Dante Giacosa, era lo specchio della razionalità costruttiva e dell' economia. Così niente fu concesso alle cromature, allora di gran voga: le ruote con i bulloni a vista, erano prive di coppe, i fari erano incassati senza cornice e, sulla carrozzeria, nessun profilo di abbellimento. All' interno della nuova 500 prima serie, alcune gravi mancanze: una chiave trasparente, al centro della plancia, come commutatore delle frecce, al posto della normale leva al piantone dello sterzo; inoltre si potevano notare imperfezioni di finitura (viti a vista, imperfezioni di saldatura e verniciatura ecc..); mancavano inoltre il lavavetro, il portacenere, e, cosa più importante, i cristalli discendenti.
Uniche aperture risultavano essere due piccoli deflettori laterali (nella primissima serie senza fermo: se completamente aperti impedivano la normale impugnatura del volate) oltre che, naturalmente, il tetto.
Per contenere i costi e per scoraggiare il trasporto di passeggeri (che avrebbe pregiudicato il grande successo della 600), fu pensata la soluzione di un tetto completamente di tela comprendente anche il lunotto, realizzato in plastica trasparente. Per la particolarità di questa soluzione, la vetturetta venne omologata come "trasformabile", cui presero poi il nome le versioni pre-D con il tetto completamente in tela.

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Nuova 500 normale

Nel Novembre 1957 fu affiancata alla "economica" (cioè all'equivalente della prima serie) la "Nuova 500 normale". Variazioni rispetto alla serie precedente: cristalli discendenti, coppe alle ruote, profili di finitura in allumino, cornici ai fari cromate, devioluci allo sterzo, volante con nuovo pulsante del clacson, sediletto posteriore imbottito, scritta "Nuova 500" in alluminio lucido sul coperchio del cofano motore, nuovo pomello della leva del cambio.
Come optional era possibile avere i pneumatici a fianco bianco (6.000 lire) e gli interni in finta pelle (5.200 lire). Prezzo per la "normale", invariato: 490.000 lire. La versione economica venne ribassata a 465.000 lire e la Fiat provvide a rimborsare la differenza ai primi clienti e si offrì pure di aggiornare gratuitamente le loro 500. Il motore, su entrambe le versioni, grazie agli interventi su carburatore e albero a camme, venne potenziato di 2 CV, arrivando così ad una potenza di 15 CV.

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Nuova 500 sport

Nel 1958 venne introdotta una versione sportiva che nelle intenzioni della Casa avrebbe dovuto costituire un buon rilancio d' immagine sul pubblico.
La nuova 500 Sport fu una trasformazione della Normale con caratteristiche nettamente sportive. La vettura venne proposta in due versioni: in un primo tempo berlina e poi anche "tetto apribile".
La prima presentò la novità del tetto interamente metallico percorso da tre nervature longitudinali, mentre la seconda conservò la medesima carrozzeria della "tetto apribile" con poche varianti di allestimento.
Entrambe erano riconoscibili per la larga banda di vernice rossa sulla fiancata e per i cerchi ruota in tinta. L'unico colore disponibile per entrambe era il bianco. Nelle ultime "Sport tetto apribile" i cerchi anzichè essere rossi erano di color grigio metallizzato come nelle altre 500 di quell'anno e come nell'imminente "Nuova 500 D".
Questa vetturetta partecipò con onore alle numerose competizioni ed effettivamente contribuì al successo della 500, che però potè considerarsi tale solo con l' arrivo della versione D, nel 1960.
Nella Sport la parte più interessante riguardò naturalmente la meccanica: il motore prese la nuova sigla 110.004 e venne portato a 499,5 cc. Un Nuovo albero a camme in acciaio (nella normale era in ghisa) con una differente fasatura e un carburatore Weber 26 IMB2 consentirono di elevare la potenza a 21,5 CV DIN. Le altre modifiche di meccanica riguardarono il diverso profilo e la differente altezza della camera di scoppio, le molle e le sedi delle valvole maggiorate, i pistoni con cielo profilato, i condotti di aspirazione e di scarico lucidati e la puleggia del ventilatore più grande per ridurre il numero di giri della ventola e quindi la potenza assorbita. Un nuovo rapporto al ponte di 8/39 consentì di raggiungere una velocità di 105/110 km/h.
Lo stesso motore equipaggiò, fino al 1969, le Autobianchi Bianchina "Special" e Cabriolet. Il prezzo di listino della Sport di 560.000 lire fu indubbiamente elevato ma tuttavia la resa sul piano dell'immagine fu ottima (130.000 lire di differenza fra il modello base e la versione sportiva).

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Nuova 500 tetto apribile

Il 1959 fu un anno ricco di cambiamenti e novità per la 500. Da segnalare la conquista del prestigioso premio "Compasso d'Oro" per il design. La 500 fu la prima automobile a vantare questo riconoscimento, riservato, fino ad allora, ai più diversi prodotti industriali.
Le modifiche tecniche di quell'anno si concentrarono soprattutto nell'aumentare l'abitabilità ai sedili posteriori (nelle prime serie solo una panchetta poco imbottita) ricavando dal pianale due pozzetti a vantaggio degli occupanti. Si modificò dunque il tetto introducendo, lungo la metà posteriore, una copertura metallica comprendente il lunotto (questa volta di vetro). Rimaneva, sopra ai posti anteriori, il classico tettuccio che accompagnerà tutta la vita della vetturetta.
Un'ulteriore modifica che venne adottata contemporaneamente al nuovo semitetto in lamiera riguardò due piccole imbottitute (posizionate una per lato) in materiale plastico sagomate a banana destinate a proteggere il capo dei passeggeri seduti sul sedile posteriore da eventuali urti contro le volte interne del padiglione. Dal punto di vista meccanico vi fu un irrobustimento del retrotreno in previsione della maggiore portata, mentre tutto il resto, prezzo compreso, restò invariato.
Nacque così agli inizi del 1959 la "Nuova 500 tetto apribile", con potenza portata a 16,5 CV. Prezzo fissato a 430.000 lire.
Affiancata alla nuova 500 "tetto apribile", rimase ancora per poco tempo sul mercato la "trasformabile", che beneficiò via via di tutti gli aggiornamenti alla meccanica delle versioni "normali".
Sempre nel 1959 in Italia entrò in vigore il "Nuovo Codice della Strada": le vetture prodotte a partire da quell'anno dovevano conformarsi a determinati parametri di omologazione. I cambiamenti più evidenti che ebbe la 500 riguardarono i dispositivi di illuminazione/segnalazione. Vennero così abolite le prese d' aria sotto i proiettori anteriori per ospitare le luci di posizione e di direzione. Anche sui lati venne introdotto un nuovo ripetitore degli indicatori di direzione di forma circolare.

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Nuova 500 D

Il modello "Nuova 500 D" fu presentata nel 1960.
Le innovazioni apportate al nuovo modello furono le seguenti: serbatoio carburante tipo 600 in modo da aumentare la possibilità di carico del vano anteriore, sedile posteriore ribaltabile in avanti in modo da formare un piano di carico posteriore, l'esecuzione dei comandi di avviamento e dello starter sul tunnel in metallo stampato con pomello in plastica anzichè interamente in fusione.
Le modifiche meccaniche riguardarono l'aumento della cilindrata del motore, che con gli aggiornamenti prese il nome di 110 D.000 - Il bicilindrico venne portato a 499,5 cc, la stessa cilindrata della 500 Sport. Per la D l'aumento di potenza fu contenuto in 1Cv, ma furono privilegiate la facilità d'uso e la dolcezza di marcia.
Dal 1960 al 1964 la produzione della 500 passò da circa 60.000 a 160.000 unità annue con previsione di oltre 200.000 per il 1965. La modifica di dettaglio più evidente del modello D fu apportata in occasione del Salone di Torino del 1961, durante il quale la Fiat presentò la 500 con le visiere parasole imbottite, una striscia nera imbottita alla base della plancia, il posacenere al centro del cruscotto, il lavavetro a pompetta e la luce di cortesia dello specchietto collegata all'apertura della portiera. Prezzo di lancio: 450.000 lire.

cruscotto Nuova Fiat 500 d

Gli interni della "D" sono riconoscibili dal devioluci cromato sul piantone e dalle due spie a sinistra della strumentazione (frecce e abbaglianti) con possibilità, ruotandole, di intensificarne la luminosità.

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500 giardiniera

Sempre nel 1960 la Fiat presentò la 500 "Giardiniera"; derivata direttamente dalla 500 D, di passo allungato. Per poter ottenere un buon piano di carico ben sfruttabile, venne adottata la geniale trovata del motore coricato su un fianco (progetto 120.000), cui, per la sua compattezza, venne ribattezzato "a sogliola".
Ciò permise ai progettisti di praticare un'apertura posteriore e di ottenere un piano di carico continuo. Il portellone incorporava una parte del tetto e in questo modo consentiva di far passare facilmente i colli voluminosi. Il piano di carico, nonostante la presenza del motore, si trovava a soli 60cm da terra e facilitava le operazioni di carico e scarico.
La profondità del vano poteva essere incrementata abbatendo il sedile posteriore. Il motore era subito dietro, praticamente si trovava nell'abitacolo separato solo da una botola che poteva essere aperta in caso di interventi meccanici e che disponeva di un piccolo sportellino per le operazioni di ordinaria manutenzione. La botola aveva alcuni strati di materiale termoisolante. La circolazione dell'aria nel vano motore avveniva attraverso una canalizzazione abilmente dissimulata nella scatola dei montanti posteriori e impiegava una presa d'aria per lato.
I finestrini posteriori erano più ampi di quelli della berlina e potevano essere aperti su una guida scorrevole migliorando notevolmente l'aerazione dell'abitacolo. Anche il tetto apribile in tela era più grande di quello della berlina. Fu migliorato anche il riscaldamento invernale: sul tunnel fu aggiunta una doppia uscita di aria calda in corrispondenza del sedile posteriore.
Furono montati pneumatici maggiorati su cerchi con la medesima foggia e allungati i fanalini posteriori. La 500 giardiniera era 21cm più lunga della normale 500 tetto apribile. Il carico ammesso era di 250Kg oltre al conducente. Nel corso della produzione la 500 giardiniera subì pochissimi miglioramenti: non fu mai modificato, però, il verso di apertura delle porte, che rimase nel senso a "vento" fino alla fine della produzione.
La giardiniera fu costruita fino al 1967, con marchio Fiat e poi prodotto e commercializzato dall'Autobianchi, fino al 1977. Sulla stessa base della Giardiniera, l' Autobianchi produsse una versione naturalmente più rifinita: la "Panoramica", in listino fino al 1969. Oltre alla linea, derivata dalla Bianchina a passo maggiorato, le sostanziali differenze si riscontarono nel sistema di apertura degli sportelli: le portiere risultarono già "controvento", mentre lo sportello posteriore venne incernierato al tetto e non di lato, come invece accadde per la Giardiniera.
dettaglio motore 500 giardiniera






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Nuova 500 F

La caratteristica più evidente della 500 F fu il sistema di apertura delle portiere incernierate anteriormente e dotate di nuove maniglie con pulsante e serrature a vincolo tridimensionale. Furono aggiornati gli stampi dei lamierati consentendo di ottenere il padiglione e il semitetto in un unico pezzo di lamiera e non più in tre pezzi imbullonati fra loro.
Anche il parabrezza anteriore venne ampliato in larghezza e in altezza. Il vano portaoggetti centrale in lamiera fu sostituito con una tasca di plastica. La semplificazione costruttiva riguardò anche la chiusura del tettuccio in tela che adottò un unico gancio centrale in materiale plastico. Dello stesso materiale vennero realizzate le maniglie interne di chisura delle portiere e le leve di comando del devioluci.
Le spie del cruscotto furono semplificate eliminando il meccanismo interno che consentiva di variare la loro luminosità e gli interrutori disposti in fila. La fascia imbottita sotto il cruscotto venne aumentata nello spessore e semplificata nel disegno. All'esterno furono elimintati i fregi in alluminio lucido che si trovavano sul coperchio del cofano anteriore, sulla presa d'aria alla base del lunotto e sulla fiancata all'altezza delle maniglie.
Il fregio anteriore in tre pezzi fu sostituito da uno identico realizzato in un'unica stampata di plastica. Fu rivisto il disegno delle luci di posizione anteriori e posteriori. Le borchie delle ruote vennero realizzate non più in alluminio ma in acciaio.
Dal punto di vista meccanico le modifiche comportarono un filtro dell'aria di maggiori dimensioni, l'adozione di due molle di richiamo per ogni valvola, un dispositivo di ricircolo dei gas di sfiato e una marmitta di scarico ottenuta per sovrapposizione di due semplici semigusci stampati. Fu modificata la forma del serbatoio e la capacità portata a 22 litri.
Venne migliorata l'insonorizzazione fra il vano motore e l'abitacolo e infine modificata la scala del tachimetro portandola fino a 120Km/h. Alcune piccole differenze di allestimento interessarono la 500 F nell'arco della sua produzione durata dal 1965 al 1972. In particolare sono da segnalare i rivestimenti interni dei sedili e dei fianchetti eseguiti in tinta unita a partire dal 1968.
La 500, dall' iniziale insuccesso, arrivò ad essere la prima vettura venduta in Italia : gli anni 60 furono gli anni della 500! Ad ulteriore conferma della grande fortuna del modello, bisogna ricordare come, accanto ai noti modelli sportivi proposti da Abarth e Giannini, negli anni 60 ci fu un vero fiorire di versioni speciali realizzate in piccola serie dai più noti carrozzieri italiani fra i quali: Vignale, Francis Lombardi, Scioneri, Moretti, Ghia.

cruscotto Nuova Fiat 500 F

I tre interruttori (luce strumentazione, luci di posizione e tergicristallo) con ghiera in alluminio identificano la prima serie. Da notare il casseto portaoggetti in plastica e il contachilometri con scala fino a 120 Km/h.

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500 L

Accanto alla versione F, fu introdotta la versione "Lusso": la 500L. I ritocchi con i quli fu proposta la vettura furono in realtà di lieve entità, ma il risultato fu strepitoso poichè anni e anni di rigorosa uniformità negli allestimenti avevano provocato un'estrema sensibilità del pubblico a ogni cambiamento.
La modifica esterna più evidente apportata al modello Lusso furono gli elementi tubolari in metallo cromato aggiunti ai paraurti per migliorare la protezione in caso di piccoli urti. All'esterno le altre modifiche estetiche riguardarono le modanature lucide dei gocciolatoi, i profili cromati inseriti nelle cornici del parabrezza e del lunotto, le borchie croprimozzo di diverso disegno e la grafica delle targhette di identificazione del modello.
Anche l'adozione in serie dei pneumatici radiali contribuì a rendere più attraente la vettura, ma soprattutto fu utile al fine di un migliore comportamento stradale.
All'interno compariva un volante con razze metalliche e corona nera di foggia quasi sportiva. La plancia venne rivestita di un sottile strato di vinile nero. Il nuovo cruscotto rivestito in plastica nera con quadro portastrumenti rettangolare comprendeva l'indicatore del livello della benzina (lo stesso della Fiat 850 normale).
Fu utilizzata della moquette per rivestire il pavimento, aggiunti un vano portaoggetti sul tunnel e vani portacarte in plastica rigida nella parte bassa del rivestimento interno delle porte. I portacarte per la loro forma potevano essere impugnati per chiudere le portiere. I sedili rivestiti in finta pelle con un nuovo disegno (texture a "cannelloni") furono dotati di schienale ribaltabile. La meccanica non venne toccata. Una nuova gamma di colori fu creata apposta per la 500 Lusso. Fra questi sono da citare il nero e il giallo ocra.

cruscotto Fiat 500 L

La strumentazione è uguale a quella della Fiat 850 con indicatore del livello carburante e il volante dalla vaga foggia sportiva.

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500 R

Dopo il 1970 il successo della 500 cominciò a mostrare i segni di un lento ma inesorabile declino. Bisognava pensare a un modello veramente nuovo che tenesse conto degli irrinunciabili criteri di sicurezza che andavano manifestandosi come nuova esigenza sociale. Infatti nel 1973 nacque la fiat 126 dotata di una personalità più scialba della 500, ma di impostazione decisamente più moderna.
La nascita della Fiat 126 non significò la fine della 500 che rimase in produzione in un'unica versione semplificata, la 500 R, dove R stava per rinnovata.
La vettura presentava ruote in lamiera stampata senza coprimozzo e l'abolizione di tutti i profili cromati. All'interno era presente un volante di plastica nero, il quadro portastrumenti circolare della F, anch'esso nero e i sedili in tinta unita in vinilpelle liscia. Gli interruttori del centro plancia furono ridotti a due soltanto, inglobando la funzione di luce tachimetro all'accensione delle luci esterne. Il sedile posteriore fu reso fisso.
Le novità meccaniche della R riguardarono l'adozione del motore della 126 (modello 110.005) in versione depotenziata a 18Cv. Anche il cambio ricevette alcuni dei miglioramenti di quello della 126. Da segnalare l'utilizzo dei semiassi dimensionati mentre il rapporto al ponte di 8/39, lo stesso della "Sport" e delle Abarth, in luogo del solito 8/41 consetì di sfruttare meglio la coppia del motore di 594cc per spingere con facilità la vettura ai fatidici 100 km/h.
Furono aggiornate le sigle di identificazione romboidali poste sullo scudo frontale e sulla coda e utilizzati dei nuovi colori con delicate tinte pastello. Accessorio aftermarket molto richiesto all'epoca fu l'autoradio Autovox "piper Rc 232", apparecchio estraibile che poteva essere montato a destra sotto il cruscotto senza grosse modifiche.
Le vendite della 500 R nei primi anni di produzione si portarono su valori di circa la metà di quelli degli anni di massimo successo, poi lentamente calarono ancora finchè la produzione negli ultimi anni fu trasferita da Torino a Desio (Autobianchi), per poi passare definitivamente in Sicilia, a Termini Imerese (Palermo).
La straordinaria avventura della 500 si chiude con la R il 1° Agosto 1975. Ultimo telaio: 5231518 - produzione Sicilfiat.

cruscotto Fiat 500 R

Il cruscotto monocolore si distingue dall'assenza dell'interruttore della luce strumentazione.

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