SOPRA LA PORTA–GRATA DELLE RELIQUIE

 

Tela: POMPONIO AMALTEO
Sacra Conversazione con i Ss. Sebastiano, Rocco, Apollonia, Cosma e Damiano (1533).
Olio su tela, cm 215 x 152 Restauri: GianCarlo Magri 1979

L’opera è un dono dell’Amalteo alla chiesa maggiore di S. Vito, forse perché si era salvato dal contagio della peste che in quegli anni infuriava a Udine, dove aveva lavorato, come in tutta la regione (Zotti). La tradizione vuole che l’Amalteo abbia raffigurato se stesso nel S. Rocco vestito in foggia cinquecentesca
e la moglie (certo non Graziosa, figlia del Pordenone, che sposerà l’anno successivo) in S. Apollonia (Zotti). La sua composizione è bene impaginata, le figure ampie e serene sono armonicamente inserite nell’ambiente architettonico di gusto classico. Sull’ancona, raffigurata in fondo al dipinto, si può leggere l’iscrizione: VOVIT POMPONIUS PINXIT MDXXXIII. Subito sopra c’è lo stemma dell’Amalteo:
la cornucopia. Lo Zotti nota che il “S. Rocco per posa e disegno è somigliantissimo al S.Giovanni
del quadro di S. Lorenzo Giustiniani “ dipinto dal Pordenone, esistente nelle gallerie dell’Accademia
a Venezia. La Furlan puntualizza che “l’alto inserto diagonale del S. Sebastiano e lo schierato gruppo dei santi ripropongono la struttura compositiva (del citato dipinto del Pordenone) con direttrici visive e fondale architettonico analoghi”. Il Querini rileva che “la bella posa.. acrobatica di S. Sebastiano, atteggiato a mo’ di riverenza, si stacca per la torsione del busto dalla consueta iconografia pordenoniana” e affaccia l’ipotesi che, in base a questo dipinto, sia da assegnare all’Amalteo “il bellissimo S. Sebastiano, già attribuito al Tiziano, della collezione Harroch di Vienna di cui esiste un disegno preparatorio al Museo Bonnat di Bayonne. L’Altan (1772) loda questa composizione come “una delle più compiute”, e il Maniago (1819) lo definisce di “forte colorito e di maniera studiata e finita”. Il Malajoli (1939) trova che la composizione delle figure di questa tela “è combinata con più ligio conformismo ai dettami pordenoneschi... e la materia pittorica è pulita, lustra, stirata, già di ordinaria amministrazione”; opinione questa che è in parte condivisa dal Menegazzi. Quest’opera fu esposta a Udine nel 1939.

 

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