Anche quest’opera è un recupero recente dovuto al
Rizzi. “Le figure sono disposte entro uno schema piramidale abilmente
mosso da linee divergenti, segnate dal pastorale e dal bastone di S. Giuseppe
che ne vivificano la staticità dando origine ad una
dinamica aperta. Gustosissima è la tavolozza articolata su tinte chiare, che
la luce atmosferica rende vivaci e festose” (Rizzi). La tela è
senz’altro di qualità superiore
a quella del primo altare; con essa però ha in
comune un’atmosfera di pace e serenità, come nota la Zugni-Tauro. Il cherubino scapigliato che regge il pastorale è condotto con la
stessa grazia di quello dell’Immacolata. Il dipinto è stato
recentemente restaurato dal prof. Rampini di Udine.
Il Rizzi, che per primo pubblicò quest’opera attribuendola al Diziani,
la data attorno al 1753. La Zugni Tauro propende invece per una datazione fra
il 1734 e il 1740. Metz e Goi la datano attorno al 1750, sulla scorta del
documento da essi rinvenuto e di cui già abbiamo
parlato a proposito dell’Immacolata. L’opera è stata in mostra a
Durnstein (Germania) nell’ottobre 1977.
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