VITA DI ORAZIO
RICAVATA,
E COMPOSTA SOPRA LE SUE OPERE, E DIGESTA PER ANNI DAL P. SANADON.
Si ha un’antica vita di
Orazio, che comunemente si attribuisce a Svetonio.
Gli Scolj, che abbiamo sotto il nome di Porfirione ci dicono su l’epistola Quum
tot sustineas, che quell’istorico ne avea formata una: e Mr. Dacier, di ciò
persuaso dalla conformità dello stile, pretende, che la vita di Orazio, la
quale ci rimane non potrebb’essere di altro autore. Io non contrasto punto il
possesso, in cui si è di crederlo, quantunque tutti i critici non ne
convengano. Si è costantemente tenuto, che questa vita è antica, e volentieri
mi servirei dell’autorità di essa, quando non vedessi alcuna ragione di
allontanarmene. Quel, che mi sono io proposto, si è di raccogliere dalle opere
istesse del nostro poeta le particolarità della sua vita, le quali egli
medesimo ci ha fatte conoscere, e disporle anno per anno nell’ordine, in cui
sono accadute. Questa maniera mi è sembrata più sicura, e più metodica. Io
v’inserirò ancora col medesimo ordine ciò, che di più memorabile è
accaduto in tempo di sua vita, e di cui egli ha fatto qualche menzione; e vi
raggiungerò le opere, che sono uscite dalla sua penna ciascun anno. Così
avrassi il piacere di veder ciò, che avea sotto gli occhi nel tempo, che
componeva, e le opere da lui prodotte in tale occasione. Delle due cronologie,
che fanno la maggiore autorità, e che sono quelle di Varrone, e di Verrio
Flacco, io ho scelta la prima, ch’è stata seguita da Cicerone, Vellejo,
Giuseppe, Plinio, Quintiliano, Tacito, Aulogellio, Plutarco, Censorino, e da un
gran numero di altri savj.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
L. Aurelio Cotta |
689 |
65 |
1 |
L. Manlio Torquato |
Orazio nasce il dì 8 di Dicembre a Venosa città della Puglia Daunia verso le frontiere della Lucania. Questa città è oggidì nella Basilicata. La sua famiglia era stata nella schiavitù, dalla quale suo padre fu liberato. Questo ci si dichiara da lui medesimo in più di un luogo delle sue poesie, quando dice: Ego pauperum sanguis parentum, libertino patre natus: poiché libertinus, e libertus prendansi allora nel medesimo senso, per significare un uomo uscito dalla schiavitù, siccome l’ho altrove notato. Ad uno degli ultimi commentatori di Orazio ( Giovanni du Hamel ) è piaciuto cercargli in Asia una delle più illustri discendenze. Ei gli dà per padre un certo Flavio Flacco, ch’era, dice egli, di una delle prime famiglie del Ponto. Ed aggiunge, che questo Flavio aveva servito nell’armata di Mitridate in qualità di ufficiale distinto; che fu preso prigioniero in una battaglia, dove la sua nascita, e il suo posto gli salvarono la vita, che fu indi condotto a Roma, e venduto ad un questore di Venosa, il quale gli diede la libertà, e gli fece sposare la sua figlia, e che Orazio da questo matrimonio venne al mondo. Se a questo commentatore si domanda la prova di una sì rara scoperta, egli non adduce altra, che l’Ode O navis referent, nella quale egli pretende, che Flavio Flacco figuratamene chiama suo figlio pontica pinus fulvae filia nobilis. Nelle mie note sopra quest’Ode io ho fatto vedere, qual’era il vero senso dell’allegoria, che in essa si contiene: e così il fondamento di questo nuovo sistema non può in guisa alcuna sostenersi. Orazio istesso averebbe potuto ignorare tante particolarità, che gli erano cotanto importanti da sapere? E se egli le avesse sapute, è credibile, che non ne avesse fatto menzione in alcun luogo delle sue opere, e che non si fosse mai prevaluto della nobiltà de’suoi antenati, per meglio stabilirsi nell’animo di Mecenate, e di Augusto; e per rispondere ai rimproveri, che gl’invidiosi smoventegli facevano sopra la bassezza dei suoi natali? Io lascio ad esaminarsi dai savj qual credenza debba prestarsi ad uno scrittore, il quale voglia darci ad intendere simili scipitezze d’immaginazione per tante verità; e mi attengo alla testimonianza dello stesso Orazio, il quale in tanti luoghi ci parla della schiavitù di suo padre, e della sua bassa nascita; ed il quale non ha mai cercato di adornarsi di alcun colore di nobiltà, la quale non gli conveniva. Egli non avea affatto bisogno di titolo, ed ornamenti, che di quelli delle sue opere; ed era persuaso, che non vi ha vera condizione vile, che quella delle nostre vili azioni. Il poeta ha avuto cura di farci sapere l’anno in cui viene al mondo quando ha detto nelle sue odi:
O nata mecum consule Manlio.
Tu vina Torquato move
Consule pressa meo.
Il medesimo commentatore , del quale ho già ragionato ci assicura, che Orazio nacque verso la fine di Settembre e lo prova co’seguenti versi dell’ode cur me querelis
Seu libra, seu me scorpius
adspicit
Formidolosus, pars
violentior
Natalis horae, seu tyrannus
Hesperiae Capricornus undae.
Io per me non veggo in questa
strofa cosa alcuna,
la quale disegni piuttosto il mese di Settembre, che si attribuisce alla libra,
che i mesi, i quali appartengono alle due altre costellazioni. L’antica vita
di Orazio lo fa nascere a dì 8 di Dicembre, e questa testimonianza in questo
punto non contrastata, dee senza dubio prevalere ad una frivola congettura, che
non ha alcun fondamento. Noi non sappiamo il vero nome del padre del nostro
poeta. Tutto ciò che di più verisimile ne sappiamo, si è, che fece acquisto
di un picciol podere rustico intorno a Venosa; la cui rendita gli prestava di
viver parcamente, ed onestamente.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
L. Giulio Cesare, fratello di Giulia, madre di M. Antonio |
690 |
64 |
1. 2 |
C. Marcio figliuolo |
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
M. Tullio Cicerone |
691 |
63 |
2.3 |
C Antonio Nepote |
Orbilio Pupillo natio di
Benevento si portò a Roma ad insegnar le belle lettere in età di cinquanta
anni.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
D. Giunio Silano |
692 |
62 |
3.4 |
L. Licinio Murena |
|
|
|
Calpurnio Pisone |
693 |
61 |
4.5 |
M. Valerio Messala Niger |
|
|
|
Q. Cecilio Metello Celere |
694 |
60 |
5.6 |
L. Afranio |
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Cajo Giulio Cesare |
695 |
59 |
6.7 |
M. Calpurnio Bibolo |
|
|
|
L. Calpurnio Pisone |
696 |
58 |
7.8 |
A. Gabinio |
Me fabulosae Vulture in Appulo
Altricis extra limen Apuliae
Ludo fatigatunque somno
Fronde nova puerum palumbes
Texere, mirum quod foret omnibus,
Quicumque celsae nidum
Acherontiae,
Saltusque Bantinos et arvum
Pingue tenent humilis Forenti.
Altrove parla in questi termini di Orbilio, e dell’impiego di suo padre.
Non equidem infector, delendave carmina Laevi
Esse reor, memini quae plagosum mihi parvo
Orbilium dictare
Nec timuit sibi ne vitio quis verteret , olim
Si praeco parvus, aut, ut fuit ipse, coactor
Mercedes sequeret.
Orazio ebbe in Roma un’educazione maggiore della sua nascita. Il padre di lui non risparmiò spesa alcunaper formargli il cuore, e lo spirito. Lo conduceva egli di persona alle pubbliche scuole, e lo mantenea in guisa tale, che potesse comparire colli giovanetti di qualità, e meglio educati.
Sed puerum est ausus Romam
portare, docendum
Artes, quas doceat quivis
eques, atque Senator
Semet prognatos. Vestem,
servosque sequentes
Ut magno in populo, si quis
vidisset, avita
Ex re praeberi suntus mihi
crederet illos.
Ipse mihi custos
incorruptissimus omnes
Circum doctores aderat.
Quid multa? Pudicum
(Qui primus virtutis honos)
servavit ab omni
Non solum facto, verum opprobrio quoque turpi.
Morì in quell’anno C. Licinio Calvo, eccellente poeta, ed oratore in età di anni trenta.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
P. Lentulo Spintero |
697 |
57 |
8.9 |
Q. Metello |
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Gn. Cornelio Lentolo |
698 |
56 |
9.10 |
L. Marcio Filippo |
|
|
|
Gn. Pompeo II |
699 |
55 |
10.11 |
M. Crasso II |
|
|
|
Appio Pulcro |
700 |
54 |
11.12 |
L. Domizio Enobarbo |
Crasso si porta a fare la guerra
ai Parti.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Gn. Domizio Calvo, o Calvino |
701 |
53 |
12.13 |
M. Valerio Messala |
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Gn. Pompeo III solo |
702 |
52 |
13.14 |
Q. Metello Pio Scipione, i cinque ultimi mesi. |
|
|
|
M. Marcello |
703 |
51 |
14.15 |
Servio Sulpizio Rufo. Lemonia. |
|
|
|
L. Emilio Paolo |
704 |
50 |
15.16 |
C. Marcello, cugino di M. Marcello |
|
|
|
C. Claudio Marcello, fratello di M. Marcello |
705 |
49 |
16.17 |
L. Cornelio Lentulo |
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare II |
706 |
48 |
17.18 |
P. Servilio Vatia Isaurico |
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Q. Fusio Caleno |
707 |
47 |
18.19 |
P. Vatinio |
Cesare è creato Dittatore la seconda volta, e designato Console per dieci anni. Tolomeo Dionigi, re d’Egitto, si annega nel Nilo, e Cleopatra, sorella di lui, ottiene il regno pel favore di Cesare. Catullo non morì se non dopo qust’anno, siccome apparisce da uno de’suoi epigrammi, in cui si parla di combattimento di Vatinio
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare III |
708 |
46 |
19.20 |
M. Emilio Lepido |
Cesare è creato Dittatore per
la terza volta. Catone si dà la morte in Utica.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare IV, console onorario |
709 |
45 |
20.21 |
Q. Fabio Massimo |
|
|
|
Treborno Aspero |
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare V, console onorario |
710 |
44 |
21.22 |
M. Antonio |
|
|
|
Dolabella in luogo di Cesare |
Giulio Cesare è creato
Dittatore per la quinta, ed ultima volta. Fece ristabilir Corinto, e vi mandò
una colonia, e cominciò ancora a rilevare le rovine di Cartaggine. E’ ucciso
a colpi di pugnale in pieno Senato a’15 Marzo. Si noverano tra i suoi uccisori
Cassio, i due Bruti, Trebonio, Minucio Basilo, e molti altri. Ottaviano
trovatasi allora da cinque, o sei mesi , in Apollonia città di Epiro, con
Mecenate. Cesare aveolo colà mandato in qualità di colonnello della cavalleria
col disegno, in cui era, di marciare contr’i Parti. Egli si pose in mare alla
novella della morte di Cesare, sbarcò a Lupia, oggidì
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Vibio Pansa |
711 |
43 |
22.23 |
A. Irzio |
Ottaviano fa levar l’assedio
da Modena. I due consoli sono uccisi nel combattimento. Si nominano per essere
sostituiti Ottaviano, e Q. Pedio. Il primo se ne dimise poco dopo, e fu messo in
suo luogo Ventidio. Triunvirato formato per cinque anni tra Ottavini, Antonio,
Lepido a’27 Novembre, presso Modenain una isola del fiume di Lavino. Una delle
convensioni fu, che si darebbero le due Afriche,
Nunc ad me redeo libertino patre natum.
Quem rodunt omnes libertino patre natum,
Nunc quia sum tibi, Maecenas, convictor; at olim
Quod mihi pareret legio Romana tribuno.
Antonio prende il cammino della
Gallia, per guadagnare al suo partito Lepido, Planco, ed Afinio Pollione. Nasce
Ovidio a’21 di Marzo. Ottaviano ebbe in quest’anno per la prima volta il
titolo d’Imperatore.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
M. Emilio Lepido |
712 |
42 |
23.24 |
L. Munazio Planco |
I Parti depredano
Battaglia di Filippi nella Tessaglia fu la fine dell’Autunno. In essa perirono Bruto, e Cassio, ed Orazio si diede alla fuga, dopo il secondo combattimento come confessa egli medesimo in una delle sue odi, nella quale dice, che si era di già trovato in alcune altre azioni molto pericolose
O saepe mecum tempus in ultimum
Deducte, Bruto militiatae
duce etc.
Tecum Philippos, et celerem
fugam
Sensi, relicta non bene
parmula.
Bruto non avea, che 37 anni. Il figlio di Catone fu ucciso nel combattimento, egualmente, che Lucullo, ed Ortensio. Antonio fece morire Marrone. Corvino Messala sirene ad Ottaviano. Druso Livio, padre di Livia, si diede la morte, e Varo la ricevè dalle mani del suo libero. Dopo la battaglia si fece pubblicare un’amnistia, o sia una legge di oblivione, per tutti coloro, i quali volevano rendersi a’vincitori. Orazio profittò di una tale occasione, per abbandonare la vita militare, alla quale non si conoscea proprio.
Nel medesimo tempo, in cui Ottaviano batteva l’armata di Cassio, e di Bruto, la flotta, che gli conduceva due legioni sotto il comando di Domizio Cabrino, fu sconfitta nel mare Jonio da Murco,ed Enobarbo, i quali ricevevano poi ne’loro vascelli tutti coloro, i quali non vollero profittare dell’amnestia, che erasi accordata. Antonio, ed Ottaviano divisero le loro truppe; e l’uno si ritirò in Oriente, e l’altro ritornò in Italia. Nascita di Claudio Tiberio Nerone il dì 29 di Novembre. Egli fu in appresso il secondo Imperatore di Roma.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
L. Antonio fratello di M. Antonio |
713 |
41 |
24.25 |
P. Servilio Vatia Isaurico II |
Ottaviano ritornato in Roma ripudiò la figliuola di Fulvia, per ispoisarsi Scribonia, sorella di Scribonio Libone, patrigno di Sesto Pompeo. Mecenate fu il mezzano di questo matrimonio. Virgilio in questo tempo si portò in Roma, ed ebbe l’accesso presso questo principe per mezzo di Mecenate. Orazio, scappato dalla battaglia di Filippi ritornò in Italia nel cominciamento di quest’anno. Ed essendo suo padre morto in tempo della sua assenza, non ebbe maggior appoggio, che nella generosità de’suoi amici, e cercò di farsi conoscere per la qualità dell’animo, e dell’ingegno, cacciando di tempo in tempo qualche pezzo di poesia, nel numero delle quali posson mettersi le seguenti
Vides, ut alta flet nive
candidum.
Solvitur acris hyems grata
vice veris, et Favoni.
Quae virtus, et quanta boni,
sit vivere parva.
Cominciamento della guerra di
Perugia. Il console Antonio si gittò dentro la città; e se ne formò
l’assedio da tre corpi di truppe sotto la condotta di Ottaviano, di Agrippa, e
di Salvidieno.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Gn. Domizio Calvino II |
714 |
40 |
25.26 |
C. Asinio Pollione. |
Sin dall’anno 711 i Triunviri
avean designato Pollione console
dall’anno 714. La guerra, che sopragiunse tra Ottaviano, e gli Antonj, non gli
permise di entrare nella carica prima del mese di Settembre; e non l’esercitò,
che pochi giorni, essendo stati i consoli, ed i Pretori mutati prima della fine
dell’anno. Morte di C. Claudio Marcello, che lasciò Ottavia incinta. Egli era
stato console nell’anno 704. Domizio Enobarbo, guadagnato dalle sollecitazioni
di Pollione si unisce a Marco Antonio colla sua flotta. Livia, figlia di Druso
Livio Claudiano, passa in Sicilia con Tiberio Claudio Nerone, suo marito, e col
giovane Tiberio, suo figlio. Labieno partigiano di Sesto Pompeo, fecondato dal
soccorso dei Parti, fa una invasione nella Siria. I Parti erano comandati da
Pacoro. Perugina è presa per fame nella metò di Marzo. Quattrocento tanto
cavalieri, quanto Senatori, furono sacrificati davanti all’altare di Giulio
Cesare. Nascita di M. Claudio Marcello, e di Ottavia. Marco Antonio ritorna da
Egitto in Italia dopo il mese di Giugno. Pace di Brindisi negoziata tra
Ottaviano, e gli Antonj per la mediazione di Coccejo, amico delli due partiti,
di Pollione per gli Antonj, e di Mecenate per Ottaviano. Fu stabilito negli
articoli di questa pace, che Ottaviano avrebbe il comando della Sardegna, della
Spagna, della Gallia, e della Dalmazia; e che tutto quello, ch’è
all’Oriente del mare Jonio sarebbe del dipartimento di Marco Antonio.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
L. Marcio Censorino |
715 |
39 |
26.27 |
C. Calvisio Sabino |
Si comincia a moltiplicare
costantemente il numero dei consoli. Si designava nondimeno sempre l’anno dal
nome , che entravano in carica i primi. Gli altri, che vi entravano dentro
l’anno, si chiamavano i piccoli consoli. Scribonia, essendosi sgravata di
Giulia, fu nel giorno istesso ripudiata da Ottaviano, o per non essere stata la
sua condotta molto regolare, o perché questo principe avesse avuta maggiore
affezione per Livia, o perché non avea più niente ad aspettarsi per li suoi
interessi da Scribonio Libone. Pace conchiusa in Misero nel cominciamento di
quest’anno con Sesto Pompeo. Gli si diede
O saepe mecum tempus in ultimum
La maggior parte delle cose, le quali abbiamo rapportate della vita del nostro poeta sono notate in questi versi di una delle sue satire:
Romae nutriri mihi contigit, atque doveri
Iratus Gravis quantum
nocuisset Achilles
Adjecere bonae paulo plus
artis Athenae
Scilicet, ut possem curvo dignoscere rectum
Atque inter sylvas Academi
quaerere verum
Dura sed emovere loco me tempora grato
Civilisque rudem belli tulit aestus in arma
Caesaris Augusti non
responsura lacertis
Unde simul primum me
dimisere Philippi
Decisis humilem tennis,
inopemque paterni
Et laris, et fundi,
paupertas impulit audax
Ut versus fecerem etc.
A venticinque di Ottobre Pollione trionfò dei Partigiani, popoli dell’Illiria. Orazio è presentato per la prima volta a Mecenate da Virgilio, e da Variociò gli vuol dire col seguente verso
Virgilius, post hunc Varius
dixere quid essem.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Appio Claudio Pulcro |
716 |
38 |
27.28 |
C. Norbano Flacco |
Orazio entra nella buona grazia di Mecenate, il quale fece acquistargli il favore di Ottavianio, e gli ottenne una pezza di terra nel paese dei Sabini. In questa occasione egli fece l’oda
Laudabunt alii claram Rhodon, aut Mitylenen
Della quale non ci rimane che un frammento. Egli ci ha lasciato in più di un luogodelle sue poesie la descrizione di questa casa di campagna; ma in modo particolare nel seguente pezzo di una delle sue epistole.
Continui montes; nijs
dissociantur opaca
Valle: sed ut veniens
dextrum latus adspiciat sol,
Laevum decedens curru fugiente vaporet.
Temperiem laudes. Quid? Si rubiconda benigni
Corna vepres, et pruna ferunt? Si quercus, et ilex
Multa fruge pecus, multa dominum juvat
umbra?
Dicas adductum proprius frondere Tarentum
Fons etiam rivo dare nomen idoneus , ut nec
Frigidior Thracam,
nec purior ambiat Hebrus.
Questo pezzo di terra si
chiamava Ustica, ed era situato sopra una costiera del medesimo nome
nell’estensione del monte Lucretilenel territorio di Brindisi. Doveva essere
molto considerabile; perché Orazio teneva ivi occupati tutto l’anno otto
schiavi, oltre il custode, o gastaldo; ed era stato prima sufficiente al
mantenimento di cinque famiglie. Il ruscello che lo traversava, ed il quale avea
ivi medesimo la sua sorgente si appellava
Si può rapportare a quest’anno la composizione delle odi
Laudabunt alii claram
Rhodon, aut Mitylenee i
Lupis, et Agnis quanta
sortito obtigit.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
M. Vipsanio Agrippa |
717 |
37 |
28.29 |
L. Caninio Gallo- Statilio Tauro al posto di Caninio |
Orazio va a Brindisi in compagnia di Mecenate, il quale dovea adoperarsi con Coccejo, e Capitone per farsi una seconda riconciliazione di Ottavio, e Antonio. Questa fu conchiusa a Taranto per mezzo di Ottavia. Un tal viaggio si fece verso l’Autunno, ed Orazio in questa occasione compose la satira
Egressum magna me excepit Aricia Roma.
Ottaviano, ed Antonio si prorogano per cinque altri anni la sovrana autorità. Agrippa prende il comando della Marina, e fa un Porto a Baja. Messale è fatto Viceammiraglio sotto Agrippa. Una delle condizioni del Trattato di taranto fu, che Ottaviano fornirebbe ad Antonio venti mila uomini contro i Parti, e che Antonio lascerebbe ad Ottaviano cento trenta vascelli. Nel primo di Luglio Statilio Tauro partì da Taranto sopra questa flotta; Ottaviano dal golfo di Pozzuoli sopra la sua; e Lepido dall’Africa con alcuni altri vascelli, per approdare in Sicilia da tre differenti luoghi. Una violenta tempesta avendo malmenato i loro vascelli, gli ripararono per l’anno seguente. Calvisio, per aver lasciato disertare Mena senz’essersene avveduto, fu degradato dal suo posto di Capo squadra.
Orazio, il quale era sempre in compagnia di Mecenate, si trovò su la flotta di Ottaviano, la quale fece naufragio nel golfo di Veliavicino al golfo di Palinuro, dove per poco non si perdè, com’egli stesso lo dice
Non me Philippis versa
acies retro.
Devota non extinxit arbor
Nec sicula Palinurus unda.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
L. Gallio Poplicola |
718 |
36 |
29.30 |
M. Coccejo Nerva |
Fraate, Re dei Parti, si rende
odioso a’suoi sudditi per le sue crudeltà. Molti signori della sua corte
l’abbandonano. Monete, figlio di Surena, si rifugia presso Antonio. Costui lo
rimanda a Fraate, e fu poco dopo battuto dai Parti.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
L. Cornificio |
719 |
35 |
30.31 |
Sesto Pompeo, figlio di Sesto Pompeo |
Sic raro scribis, ut toto non quater anno.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
M. Antonio che si dimette lo stesso giorno |
720 |
35 |
31.32 |
Sempronio Atratino – L. Scribonio Libone |
Albi, nostrorum candide judex.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare Ottaviano II |
721 |
33 |
32.33 |
L. Volcazio Tullo |
Del bottino fatto sopra i Dalmati Ottaviano fece fabbricarne dei portici, ed una biblioteca col suo nome. Egli si dimise dal consolato dal primo giorno. Si può mettere in quest’anno il terzo consolato di Antonio notato sopra le medaglie. Orazio fa l’Oda
Quo quo, celesti, ruitis, aut cur dexteris
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Gn. Domizio Enobarbo |
722 |
32 |
33.34 |
C. Soffio |
O nata mecum consule Manlio.
Pastor quum traheret per freta navibus.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare Ottaviano III |
723 |
31 |
34.35 |
M. Valerio Messala Corvino |
Tu, quum proiectis insignibus, annulo equestri,
Romanoque habitu, prodis ex sudice Dama
Turpis, odoratum caput oscurante lacerna,
Non es quod simulas?
Plutarco dice, che Ottaviano aveva ducento cinquanta vascelli; e cinquecento Antonjo. Il primo avea per ufficiali generali Messala suo collega, Agrippa, Mecenate, Statilio Tauro, Lario, Arunzio ecc. Dalla parte di Antonio vi erano tra gli altri Poplicola, e Sosio. La battaglia si diede a’due di Settembre nel golfo Ambraciano, tra l’Epiro, e l’Acarnania, e la vittoria fu dalla parte di Ottaviano. Antonio, e Cleopatra se ne fuggirono in Egitto fin dal cominciamento della battaglia. Mecenate gli perseguitò con una squadra di Libarne; ma non gli potè raggiungere. Gneo Domizio Enobarbo, veggendo, ch’erasi sul punto di attaccarsi la battaglia, se ne passò dal partito di Ottaviano, il quale lo perdonò del suo errore a riguardo di Agrippa. Sofio ancora ottenne la sua grazia per mezzo di Arunzio. Tibullo servì in quest’azione, in cui si trovò in compagnia di Messala. Pollione ricusò di trovarvisi. Vi è apparenza, che questi finì in quest’anno la sua istoria delle guerre civili, ch’erano durate per lo spazio di trent’anni. Varo fece morire Cassio da Parma in Atene, dove dopo la disfatta di Antonio erasi rifugiato. Dionigi di Alicarnasso viene in Roma; ed Orazio fece le seguenti composizioni.
Albus ut obscuro deterget
nubila caelo.
Ibis Liburnis inter alta navium.
Altera jam teritur bellis civilibus aeas.
Quando repostum caecubum ad festas dapes.
Olim truncus eram ficulnus, inutile lignum.
Hoc erat in votis modus agri non ita magnus.
Ambubajarum collegia, pharmacopolae.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare Ottaviano IV |
724 |
30 |
35.36 |
M. Licinio Crasso in luogo di Cicerone, il figlio. |
Nunc est bibendum, nunc pede libero.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare Ottaviano V |
725 |
29 |
36.37 |
S. Apulejo Nipote, a cui succedè Valerio Potito |
Il Senato fa un decreto per ordinare la chiusura del tempio di Giano. Ottaviano passa l’Inverno nella provincia d’Asia, e prende in Samo il quinto consolato. Messala succede a Quinto Didio nel governo della Siria. Statilio Tauro riporta la vittoria sopra i Dalmati. Crasso disfà di nuovo i popoli, che abitavano lungo il Danubio. Si chiude per la prima volta il tempio di Giano da Ottaviano, il qualenel mese di Agosto trionfa per tre giorni consecutivi; ilprimo giorno per la disfatta dei Pannoni, e Dalmati; il secondo per la vittoria d’Azio; ed il terzo per la soggiogazione dell’Egitto. Pensa di lasciare il governo dell’imperio; Mecenate ne lo distorna. Comincia a fare la numerazione del popolo Romano; ed il Senato gli decreta gli onori Divini. Orazio fa le seguenti composizioni:
Motum ex Metello Consule civicum.
Scriberis Vario fortis, et hostium,
quo me , Bacche, rapis tui.
Quid tibi visa Chios, Bullati, notaque Lesbos.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare Ottaviano VI |
726 |
28 |
37.38 |
M. Vipsanio Agrippa II |
Delicta majorum immeritus lues.
O navis, referent in mare te
novi.
Quid dedicatum poscia
Apollinem.
Troiani belli scriptorem, maxime Lolli.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare Ottaviano VII |
727 |
27 |
38.39 |
M. Vipsanio Agrippa III |
Jam fatis terris nivis atque dirae.
O diva gratum quae regis
Antium.
Icci, beati nunc Arabum invides.
Nempe incomposito dixi pede correre versus.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare Ottaviano VIII |
728 |
26 |
39.40 |
T. Stabilio Tauro II |
Ne perconteris fundus meus, optime Quinti.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare Ottaviano IX |
729 |
25 |
40.41 |
M. Giunio Silano. |
Non usitata, nec tenui ferar.
Quantum distet ab Inacho.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare Ottaviano X |
730 |
24 |
41.42 |
Norbano Flacco |
Morte di Terenzio Marrone, Murena console designato per l’anno seguente. Fine della spedizione di Gallo, e di Petronio. Augusto ritorna dalla Spagna in Roma dopo il mese di Giugno, e chiude per la seconda volta il tempio di Giano. Ritorna con lui Tiridate. Morte di Quintilio, amico di Virgilio e di Orazio. I Cantari, dopo la partenza di Augusto, avendo sorpreso i Romani, e fatte contro loro delle ostilità, Lucio Emilio, governatore delle Spagne, gliene fece tosto dar conto, e rimise i ribelli al loro dovere. Tutto ciò avvenne prima dell’arrivo di Augusto in Roma. Orazio fa le composizioni.
Quis desiderio sit pudor, aut modus.
Et thure, et fidibus juvat.
Herculis ritu modo dictus,
o plebs.
Nil admirari
prope , res est una, Numici.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Cesare Augusto XI sostituito da L. Sestio Nepote
|
731 |
23 |
42.43 |
C. Calpurnio Pisone |
Fraate manda a Roma ambasciatori a chiedere, che gli si mandasse suo figlio e Tiridate, e promette di rimettere dalla parte sua le Aquile Romane. Il Senato rimette questo affare ad Augusto. Questo principe divide la differenza, e restituisce a Fraate il figlio, che ridomandava, e ritiene Tridate, al quale permise di starsene in Roma. Malattia, e ristabilimento di Augusto nel mese di Agosto. Fa parte al Senato del suo testamento, in cui avea nominato Marcello suo successore. Questa preferenza apportò gelosia ad Agrippa, e Tiberio. Per prevenirne le conseguenze, Augusto prese il partito di allontanargli per qualche tempo. Il primo fu mandato per comandare in Siria, ma ei si trattenne a Lesbo, ed incaricò i suoi Luogotenenti del comando delle truppe. Tiberio ebbe ordine di andare a vedere, e regolare le provincie di Oriente. Morte di Marcello. Orazio prende i bagni freddi. Augusto gli offre la carica di segretario del gabinetto, della quale egli lo ringraziò, senza che un tal rifiuto riuscisse di disgusto a questo principe. I Cantari, e gli Asturj, essendosi di nuovo sollevati, furono disfatti da Cajo Furnio, e Publio Carisio. Questa rivoluzione cominciò, e finì quasi in un medesimo tempo. Augusto è rivestito della potenza di Tribuno perpetuo, che avea ricusato di accettare nell’anno 719. Orazio fece le seguenti composizioni
Musis amicus tristitiam, et metus.
Quem virum, aut heroa lyra, vel acri.
Quae jst hyems Veliae, quod Coelum Vala, Salerni.
Septimius, Claudi, nimirum
intelligit unus.
Quinque dies tibi
pollicitus me rure futurum.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
M. Claudio Marcello Esernino |
732 |
22 |
43.44 |
L. Arunzio Nepote |
Vixi puellis nuper idoneus.
Te maris, et terrae,
numeroque carentis arenae:
Flore, bono claroque
fidelis amice Neroni.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
M. Lollio |
733 |
21 |
44.45 |
M. Emilio Lepido |
Augusto mentr’era ancora in Sicilia recusò il consolato, che fu finalmente dato a Lepido. Vi furono in questa occasione delle brighe, e dei contrasti dalla parte di Lepido, e di Silano. Si credè, che la presenza del principe era necessaria. Per dileguare tali disturbi, delli quali temansi le conseguenze: ma egli persistette sempre nel suo disegno di andare in Asia per vendicare la disfatta di Crasso, e di Antonio. I due competitori del consolato portaronsi a trovarlo in Sicilia. Egli li riprese, e proibì loro di trovarsi a Roma nel tempo dell’elezione. Egli mandò Agrippa in Roma, per prenderne il governo, e gli diede in moglie la sua figlia Giulia, vedova di Marcello, con fargli ripudiare Marcella figlia maggiore di sua sorella Ottavia. Ultima spedizione di Petronio contro Candace, regina di Etiopia. Augusto passa dalla Sicilia in Grecia, e di là nell’isola di Samo, dove si stette tutto l’inverno. Lucio Sempronio Atratinotrionfa dell’Africa nel giorno 12 di Ottobre. Agrippa su la fine dell’anno è obbligato ad abbandonar Roma, e prendere il governo della Gallia, i cui popoli inquietata dai Germani minacciavano di sollevarsi. Orazio fece le composizioni seguenti:
Justum, ac tenacem propositi virum.
Tyrrhena Regnumprogenies, tibi.
Impius parrae recinentis omen.
Sunt quibus in satyra
videar nimis acer, et ultra.
Juli Flore, quibus terrarum
militet oris.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
M. Apulejo |
734 |
20 |
45.46 |
P. Silio Nerva |
Ille, et nefasto te posuit die.
Non semper imbres nubibus hispidos.
Celso gaudere , et bene rem gerere Albinovano.
Si bene te novi,metues, liberrime Lolli.
Si potes archiacis conviva recumbere lectis.
Fructibus Agrippae Siculis, quod colligis, Icci.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Senzio Saturnino |
735 |
19 |
46.47 |
Q. Lucrezio Cinna Vespillone - M.
Vinicio |
Gl’Indiani vanno a trovare Augusto in Samo, ed ottengono la pace, ch’aveano domandato l’anno antecedente per mezzo delli loro Ambasciatori. Marco Vinicio è sostituito in luogo delli due Consoli. Agrippa, dopo aver ricusato il trionfo, comincia la guerra della Pannonia, che durò più anni. Viaggio di Vergilio in Grecia, e suo ritorno. Muore in età di cinquanta due anni a’22 di Settembre. Morte di Tibullo dell’età incirca di quaranta quattro, o quarantacinque anni. Augusto ritorna in Roma a’12 Ottobre. Il giorno appresso il Senatoper impedire le brighe accadute per Consolato nel tempo dell’assenza di questo principe, lo fece Mastro dei Costumi per cinque anni, e vi unì per sempre l’autorità Consolare colla potestà di fare quelle leggi, che giudicasse a proposito. Orazio fa le composizioni.
Martiiscoelebs quid agam calendis.
Sic te Diva potens Cypri.
Coelo tonentemcredidimus
Jovem.
O Venus, regina Cnidi, Paphique.
Non quia, Maecenas, Lydorum qidquid Atruscos.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
|
736 |
18 |
47.48 |
|
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Furnio |
737 |
17 |
48.49 |
C. Giulio Silano |
Poscimur; Si quid vacui sub umbra.
Odi profanum vulgus, et
arceo.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
L. Domizio Enobarbo |
738 |
16 |
49.50 |
P. Cornelio Scipione |
O formosus adhuc, et Veneris muneribus potens
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
M. Livio Druso |
739 |
15 |
50.51 |
L. Calpurnio Pisone |
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
M. Licinio Crasso |
740 |
14 |
51.52 |
Cornelio Lentolo |
Guerra contro i Pannoni, ed i Liguri, e gli Fosfori. Augusto assente da Roma, regola gli affari della Gallia, della Germania, e della Rezia, e manda diverse colonie nella Gallia, e nella Spagna. Orazio compose l’oda:
Pindarum quisquis studet aemulari.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Tiberio Claudio Nerone |
741 |
13 |
52.53 |
P. Quintilio Varo |
Agrippa di ritorno dalla Siria si fa continuar Tribuno per cinque anni, e parte su la fine di questo contro i Pannoni, i quali avevano ripigliato le armi. Augusto torna dalla Gallia in Roma prima del mese di Marzo, dopo l’assenza di due anni e mezzo. Nello stesso mese prene il supremo Pontificato in luogo di Lepido, il quale morì. Druso si rimane in Germania. Orazio fece le seguenti composizioni:
Divi sorte bonis optime
Romulae.
Qualem ministrum fulminis
alitem.
Quae cura Patrum, quaeve
Quiritium.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
M. Valerio Messala Barbato. |
742 |
12 |
53.54 |
P. SupliciQuirino |
ANNI secondo Marrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Q. Elio Tuberone |
743 |
11 |
54.55 |
Q., o P. Fabio Massimo |
ANNI secondo Marrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Giulio Antonio, figlio del Triunviro |
744 |
10 |
55.56 |
Q. Fabio Massimo l’Africano |
Tiberi, e Druso sono ancora occupati durante l’inverno; l’uno contro i Daci, o i Geti, e l’altro contro i Germani; e gli sottopongonone’primi mesi dell’anno. Augusto di ritorno a Roma coi due principi, chiude il tempio di Giano per la terza ed ultima volta, ed esiegue tutto ciò, che avea regolato il Senato l’anno precedente. Verso la fine di quest’anno ricomincia la guerra in Germania, e n’è incaricato Druso. Tiberio parte ancora per reprimere una nuova sollevazione dei Dalmati, e dei Pannoni. Oraio produce le seguenti composizioni.
Discende Coelo, et dic age tibia.
Phaebus volentem praelia me loqui.
Quum tot sustineas, et tanta negotia solus
Ut proficiscentem docui te saepe diuque.
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
Claudio Druso Nerone |
745 |
9 |
56.57 |
T. Quinzio Crispino |
ANNI secondo Varrone |
CONSOLI |
||
Di Roma |
Avanti G. C. |
D’Ordine |
C. Marcio Censorino |
746 |
8 |
57 |
C. Asinio Gallo, figlio di Pollione |
Ma ei vi ha qualche cosa di vantaggio Isidoro rapporta nel libro diciannovesimo delle sue Origini, capitolo trigesimo secondo questo pezzo di poesia in versi faleuci in cui Mecenate esprime il suo dispiacere per la morte di Orazio:
Lugens te, mea vita, nec smaragdos.
Berillos neque, Flacce mi, nitentes,
Nec percandida margarita quaero;
Nec quos Thinica lima
perpolivit
Annellos, neque Jaspicos
lapillos.
Questo pezzo di poesia è senza dubbio di Mecenate: lo stile è certamente quello degli altri suoi frammenti, e chiaramente suppone, che Orazio morì il primo. Finalmente molti savj uomini, e tra gli altri Turnebo, Vander Beken, Vander Does, e Andrea Scotto han trovato sì poco fondamento nel sentimento ordinario, ch non han potuto fare a meno di abbandonarlo, per appigliarsi a quello, che dopo loro si è da me seguito. Se MMonsieur Dacier non fosse stato sedotto dal pregiudizio, si sarebbe risparmiata la pena di andar cercando ragioni per scusare Orazio di non aver lasciato alcun segno del suo dolore per la morte di Mecenate. Dueluoghi male intesi del nostro poeta han fatto cadere alcuni savj nell’errore intorno a lui. Nella satira Hoc erat in votis , ver. 35 egli ha detto:
Roscius orabat sibi
adesses ad Puteal cras.
De re comuni scribae magna, atque nova te
Orabant hodie meminisses,
Quinte, reverti.
Il primo di questi versi ha dato luogo d’immaginare, ch’egli era stato avvocato. La congettura è frivola, e senza fondamento. Le parole del poeta danno solamente l’idea di un sollecitatore, siccome ne impiegavano i Romani per onorare la loro causa colla loro presenza, e per denotare con ciò ch’eglino vi si interessavano.
L’autore dell’antica vita d’Orazio, e la folla dei Commentatori dopo lui, han creduto, che Orazio, essendo di ritorno a Roma dopo la battaglia di Filippi si comprò una carica di segretario dell’erario pubblico: Scriptum quaestorium compravit . Questo fatto, che ci si dona come incontrastabile, non ha la minima verosimiglianza. Primieramente non ha altro fondamento, ed appoggio, se non il secondo verso di quelli, i quali io ho dianzi citati, in cui si dice, che i segretari dell’erario s’indrizzarono ad Orazio, ed implorarono la protezione di lui per un affare comune a tutto il corpo, de re communi. Or ciò non suppone in guisa alcuna, che Orazio istesso fosse stato del corpo di questi segretari. In secondo luogo nel suo ritorno da Filippi egli si trovò senza fondo, e senza rendite, siccome egli stesso lo dice. Donde avrebbe egli potuto avere di che comprare una tale carica? Di più egli ricusò di essere segretario del gabinetto di Augusto, il che gli sarebbe stato di molto maggiore onore, e molto più fruttuoso, che una semplice carica di segretario dell’erario. Finalmente nella Pistola Flore, bono tra le occupazioni, che poteano impedirlo di far versi, non fa la minima menzione di una tale carica.