A SUA ECCELLENZA

IL SIGNOR

D. TOMMASO SANSEVERINO

Principe di Bisognano, e di Sangiorgio; Conte di Chiaromonte, di Saponara, di Altomonte ecc. 

Primo Barone del Regno; Grande di Spagna di Prima Classe; 

Gentiluomo di Camera di S. M. ecc.

 

Il corso di tanti secoli ha costantemente stabilita la sublimità delle opere del notissimo poeta latino Orazio Flacco: e la loro versione nelle principali lingue di Europa, ed i comenti di tanti valentuomini, han dimostrato quanto esse siano opportune alle scienze. Io ho osato di farne una compiuta versione italiana a fronte del testo latino, col corredo delle migliori annotazioni e col mio esame, e raziocinio su di esse. Mio disegno è stato di rischiarar le idee dell’autore quanto ho potuto. Le opere non mettono capo nella sola filologia. Esse percorrono tutta l’orbita scientifica, e sono perciò di lume a qualunque letteratura. Se tale è il pregio delle opere, a personaggio, che ne gustasse il sapore, io dovea consegnare la mia fatica: su di un altare corrispondente io dovea immolarla. In V. E. io riconosco, e con me li riconosce il pubblico, tutt’i pregi, a’quali sono diretti i miei voti. Al vantaggio della discendenza di una illustre prosapia, di cui tanto parlano le istorie delle cose nostre, e dell’Italia, obbligate a tacere per mancanza di monumenti da’Normandi in là, V.E. ha accoppiate tutte le prerogative, che può vantare il talento, lo spirito, e’l cuore umano. Le sue cognizioni sono estese, e non volgari: il suo genio per le scienze è noto; e pubblica è la sua beneficenza verso l’umanità, e in particolare verso gli abitatori de’molti feudi di sua proprietà. Giovane com’ella è, la saviezza del nostro Governo l’ha incaricata con fiducia di pubblici, e delicati affari; ed il Pubblico applaudisce, e vive in sicurezza. A tante belle qualità V.E. aggiunga; io ne la supplico; la benignità di ricevere sotto la protezione sua l’Opera, che le consacro, la quale col suo nome in fronte sarà ricevuta con applauso, e spanderà agevolmente quei lumi, de’quali si ha bisogno, e per li quali essa è fatta. Coll’opera va compreso l’autore, che con distintissimo ossequio ha l’onore di rassegnarsi

Di V.E. 

Umiliss. E Obbligatisi. Serv.

Carlo Paolino

Napoli 28 Novembre 1795                         

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