POESIE SU PALESE
di
Vito Ricci


In questa sezione potete trovare alcune poesie che hanno come sfondo alcuni paesaggi palesini, non pretendono di avere alcun valore artistico, ma solo affettivo e di attaccamento alla propria terra, visto anche che oramai vivo lontano da Palese e posso esservi solo nel fine settimana. Sono un po' l'espressione della perdita del contatto con la quotidianità del mio paese e un rivivivere nella memoria i ricordi, cercando di evitare gli stereotipi e la retorica in si puo' cadere in queste circostanze.

Ti ho attraversata tutta,
il crepuscolo già scende
rendenti ombrosa e morbida
e in cielo un vorticare
chiassoso di rondini affaccendate.

Sei così angusta e grande
Con le tue viuzze e le case bianche,
a volte m'appari diversa
- come sei cambiata -
mi sembri un po' sconosciuta.

Per un'erta che dal mare
Sale, un profumo d'alghe
Si sparge e l'esile luna
Da dietro la canonica si leva,
in un silenzio denso
di ricordi torno a casa.
Dalla parte di Zanchi

Un raggio di sole, il tepore
Profumo d'erba e rugiada molle
I rami di mandorlo in fiore
Si schiudono piano le corolle

Uno spiraglio di primavera
Il bagliore della fanciullezza
Tra gli ulivi disposti a schiera
Vedo bimbi pieni di gaiezza

Correre per i verdi prati
senza essere mai stanchi
lontano dai pochi abitati
del vecchio borgo di Zanchi

e la vertigine di quegl'istanti
che appaiono così lontani
empie di nostalgie abbondanti
il cuore e le mie mani.

Scendendo verso la marina
Quando il sole ancora non abbaglia
Nelle prime ore della mattina
Maestoso il Titolo si staglia

Contro l'intenso cielo di cobalto
E il placido e azzurro mare
La vestigia del passato dall'alto
Sembra i viandanti guardare.

Verso S. Spirito, u vùgghie, la spiaggia
Tardi conosciuta che poi ho amato
Adesso che il mio cuore viaggia
Tra la città lontana e ove sono nato.

Distesa sull'argentea scogliera
Una ragazza è già accarezzata dal sole
Mi sovviene la trascorsa primavera
Le labbra non pronunciano più parole.

Radiosa come un'equorea divinità
Risplende sul suo corpo brunito
Una trasognata e giovanile beltà
Che i miei sensi ha stordito.







Camminando per il corso
Incantato dal chiarore
Crepuscolare che brilla
Sull'orizzonte, senza motivo
Mi ritrovo a percorre l'erta
Verso la sparuta pineta.

Il novilunio d'estate
Si specchia nel cielo turchese
Trasparente di perla.
Tra i rami le prime stelle
Dal lieve lucore s'agitano
Una sottile luna bianca
Di cenere, languida smuore
Dietro il vecchio palazzo
Custode di lontane memorie.

Laggiù il mare placido
Della sera si scorge appena,
l'ombra accarezza il possente
profilo dell'antica masseria
un vento leggero porta con sé
l'aria fresca dalla marina…

Questa sera che ora nasce
Rapisce i miei occhi e incanta
Il mio cuore di fanciullo
Come la donna leggiadra
Da sempre sognata.