I Menhir
La
Puglia è una regione assai ricca di monumenti megalitici, basta pensare
ai dolmen e ai menhir disseminati nelle campagne salentine, o, restando in terra
di Bari e in località a volte molto prossime a Palese, si ricordano il menhir
"Il Monaco" a Modugno, il dolmen "San Silvestro" a
Giovinazzo, il dolmen "Della Chianca" a Bisceglie. Altri monumenti nel
nord barese (ad esempio si ha notizia di un dolmen a Trani in agro Santeramo e
di un piccolo e tozzo menhir sul ciglio della S.S. 16 tra Molfetta e Bisceglie),
sono andati distrutti nel corso del tempo.
I megaliti (dal greco megas, grande; litos, pietra) sono un variegato insieme di monumenti in pietra, la cui funzione spesso non è del tutto nota, costruiti dall'uomo tra l'età Neolitica e l'età del Bronzo. I megaliti pugliesi risalirebbero a quest'ultima epoca. Ci sono i menhir (dal bretone men, pietra; hir, lunga): pietra a forma di parallelepipedi allungati conficcati nel suolo e puntati verso il cielo in un desiderio di verticalità celeste; i cromlech (dal bretone crum, curva; lech, pietra) circoli di pietre; i dolmen (dal bretone dol, tavola; men, pietra) strutture formate da 2 pietre verticali (ortosanti laterali) coperti da una lastra orizzontale in pietra che si suppone avessero scopo funerario, poiché in alcuni casi sono stati trovati resti umani.
Il Menhir di Via Titolo.
A
Palese sono presenti 3 monumenti megalitici, che testimonierebbero come la
presenza dell'uomo in tale località potrebbe risalire ad epoche intorno al
XVIII-X secolo A.C.. Il loro stato di conservazione è discreto. I primi due
monumenti si trovano a non molta distanza l'uno dall'altro. Il primo è posto in
via Titolo, a non molta distanza dalla costa, è alto due metri e trenta
e alla base misura 75 x 60 centimetri e presenta la forma tipica dei
menhir, la parte superiore è
irregolare, mentre quella inferiore è squadrata. E' incastonato nel muro di
cinta di una villa. Un monumento abbastanza simile si trova in contrada Macchia
Belladama nei pressi della zona industriale di Modugno.
Un altro megalite si trovava originariamente nelle campagne di via Torre di Brencola in un leggero dirupo. Con la costruzione nell'area della "Zona 167" purtroppo il menhir è stato tolto dalla collocazione originaria e posto all'inizio di Viale Leonardo Del Turco, in piccolo spazio verde. Il monumento megalitico è alquanto interessante: consta di una pietra verticale (alta ottantacinque centimetri, in origine era un metro e mezzo, poi una parte è stata interrata e la base misura 50 x 50 centimetri), non molto alta e piuttosto tozza, ha l’aspetto irregolare di un solido troncone, probabilmente residuo di una colonna più alta; con lo spostamento del megalite è stata aggiunta un'altra pietra a forma circolare con raggio di centimetri sessantacinque circa, molto somigliante ad una macina e di gusto discutibile, che in origine non c'era, proveniente dal trappeto ipogeo all'interno di Palazzo Capitaneo.
Il Menhir di Via Del Turco.
Un terzo presunto menhir, secondo la studiosa Del Vescovo Lo Spalluti, si trova nei pressi della masseria Caffariello; consiste di un moncone alto circa ottanta centimetri con la stessa misura alla base che, sulla faccia rivolta a mezzogiorno, presenta l'incisione di una croce; è da sottolineare come la "cristianizzazione" dei monumenti megalitici spesso li ha salvati dall'abbattimento.
Il Menhir nei pressi della masseria Caffariello
R.
Ruta è dell’opinione che i monumenti lapidei presenti nel nostro territorio
siano semplicemente delle pietre fitte (lapides
centuriales), collocate per delimitare le terre a seguito del censimento e
alla suddivisione in “centurie” (appezzamento di circa cinquanta ettari)
volute dall’imperatore romano Vespasiano (59 – 79 d. C.) e che spesso si
trovano ancora nelle nostre campagne.
Sostengono
invece che si tratti effettivamente
di monumenti megalitici prima il Gervasio (inizio del XX secolo) e, più
recentemente, il Malagrinò e Toti
Personalmente
ritengo che ci possono essere dei dubbi sui monumenti di pietra siti in viale
Del Turco e nei pressi della masseria Caffariello, mentre mi sembra, con tutta
modestia, che quello in via Titolo sia, senza remore, un autentico menhir.
Approfondimenti sui Monumenti Megalitici Pugliesi
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