Sempre
più spesso si legge su riviste e depliants di "rivoluzionarie innovazioni"
o "caratteristiche innovative"... Peccato
che spesso e volentieri si tratti invece di soluzioni note da anni e magari già
diffusamente applicate e temporaneamente accantonate... ma come si spiega questa
"ignoranza" sulle cose del passato? E' una misconoscenza casuale o un'omissione
voluta? Vediamo qualche esempio recente:
| L'immagine di lato
è tratta da un libretto distribuito da Italmarine al recente Salone di
Genova: La didascalia dice: "il
55 Triumph - il primo fuoribordo a tre cilindri in linea" ... ma sarà
vero? Risposta ovvia.,.. "nemmeno
per idea!".... il Triumph 55 di OMC nacque nel 1968, ma prima di lui c'erano
stati numerosi illustri precedenti, anche nella medesima gamma di potenza... nelle
foto sotto ecco un paio di "antenati" tra i più famosi:
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| A
destra una pagina pubblicitaria del Mc Culloch "Flying Scott" tricilindrico
in linea da 60 hp ... siamo nel 1960, otto anni prima del
Triumph.... A sinistra invece un
Thor tre cilindri che risale nientemeno che al 1939 .. Ah,
dimenticavo... per chi pensasse magari che si tratti di un modello quasi sconosciuto,
va ricordato che il Thor è stato prodotto dalla Kiekhaefer Corporation,
ditta che un paio di anni dopo, grazie al suo successo (anche col marchio Sea
King), si metterà a produrre.... i Mercury! (foto
Peter Hunn)
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Passiamo
ora ad un altro tormentone... Il famigerato "Offset"
che sembra essere un'invenzione esclusiva di Suzuki... Ma
cos'è l'offset? Altro non è
che un "disassamento" tra l'albero motore e quello di trasmissione nel
gambale, ottenuto inserendo tra i due alberi una coppia di ingranaggi a denti
dritti e che permette di ottenere due vantaggi:
- Un
avanzamento verso lo scafo del peso del monoblocco ( minor sbalzo)
- Una
riduzione del regime di rotazione del pignone all'estremità dell'albero
(Corone ingranaggi del piede più piccole e quindi "siluro" più
affilato) .. .
Insomma,
la stessa identica cosa che già c'era nel citato
Flying Scott nel 1960 e che poi fu ripresa, qualche anno prima di Suzuki,
da Honda sul suo 40 hp 4t. Il bello è
che nello Scott la cosa era anche meglio realizzata che sul Suzuki, perchè
la riduzione era SOTTO la girante della pompa acqua, che quindi girava più
veloce ed era così più efficiente, ed usava per la lubrificazione
l'olio del piede e non quello del motore, senza rischi che eventuale limatura
metallica potesse finire nelle bronzine di banco o di biella.
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| Restiamo
in casa Suzuki per parlare di un'altra "bufala": Il
"Big Block" e lo "Small Block".
che le riviste in questi mesi in tutti gli articoli più
o meno redazionali ci spacciano come l'innovazione del secolo... ma
cos'è un "Big Block"? Semplicemente
un blocco motore che fornisce una potenza specifica inferiore a quella abituale,
per cui la sua cilindrata risulta superiore a quella dei concorrenti di pari potenza
assoluta, assicurando più coppia... Lo
"Small block", al contrario, è un
motore con una cilindrata inferiore a quella dei concorrenti di pari potenza...
e quindi più leggero. Ovviamente
anzichè mezzo pieno si può anche vedere il bicchiere mezzo vuoto
e dire che uno "small block" è un motore "vuoto" senza
coppia e un "Big Block" è un "mattone". Insomma,
avete già capito che in realtà non esistono nè "big
Block" nè "small Block"... esistono solo due versioni DI
UNO STESSO monoblocco, regolate nell'iniezione o nella compressione in in modo
da fornire due o più livelli di potenza differenti... in un caso il motore
è in pratica un "depotenziato" ( un tempo si sarebbe detto "mulo")
e nell'altro è "tirato". Insomma,
nulla di nuovo sotto il sole... sono trent'anni, dai tempi del primo "521
OMC", che gli importatori in Italia ci propinano questa minestra.... Ma
ecco a sinistra un esempio di "small&big block" ancor più
d'annata... I Merc 100, 150 e 200 del 1961,
realizzati tutti su un monoblocco da 360 cc... - il
Merc 100 era certamente un "big block",
visto che i concorrenti da 10 hp non superavano i 270 cc
- il
Merc 200 dava ben 22 hp ed era uno "small block"
visto che gli altri dalle stesse cilindrate non cavavano più di 18 hp...
Diciamola
chiara... Ad Hamamatsu hanno scoperto l'acqua calda giapponese... L'unica vera
innovazione è la faccia di bronzo con cui i venditori ed i pubblicitari
Suzuki trasformano disinvoltamente i pregi dell'uno nei difetti dell'altro in
funzione della versione che ti vogliono vendere in quel momento...
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Torniamo
ora a questa immagine per smascherare un'altra bufala... La
didascalia cerchiata dice "il primo fuoribordo, inventato
da Ole Evinrude". Neppure
questo è vero. Ole non fu l'inventore del fuoribordo, ma il più
abile nell'intuire la strada del suo successivo sviluppo, che gli permise di surclassare
i concorrenti. Quando Ole, come vuole
la leggenda, attraversò il lago a remi col gelato sciolto in mano, ed ebbe
l'intuizione del "Row Boat Motor", il fuoribordo esisteva da un pezzo..
non solo come idea o prototipo, ma proprio come prodotto industriale venduto a
catalogo.
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| Non
solo. Sembra che la realizzazione del
primo fuoribordo funzionante ( foto a sinistra) si debba attribuire, nel 1895,
a S.H. Halley e a Nels Flodin, un costruttore di fuoribordo che guarda caso viveva
a Milwakee, dove pure risiedeva il giovane Ole Evinrude, e si dice che i due fossero
amici e conoscenti.,. fonte Asme
Milwakee
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By Camillo
| | | Last
update 29.05.09
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