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Etec 25/30 - Analisi tecnica
 

A volte è importante essere al posto giusto al momento giusto...

Una volta tanto io c'ero e perdipiù, quando hanno tolto la calandra del nuovo giocattolino di BRP avevo la fida Canon G3 pronta a scattare... Così ho avuto modo di immortalare le grazie nascoste di questa nuova presunta meraviglia di BRP e farvele ammirare in anteprima ( altre foto del motore "nudo", senza calandra, io non ne ho ancora viste, in giro...)

 

Partiamo dall'aspetto esterno.

Va doverosamente premesso che, visto dal vero, l'etec 25 è molto più piccolo e compatto di quel che appare nelle foto ufficiali. A prima vista, infatti, non si capisce questi benedetti 66 kg (dichiarati) della versione "base" dove li abbiano messi..

Piede e gruppo sterzo sono presi pari pari da quelli del vecchio Evinrude Elan 3 cilindri 2t 500 cc, un motore decisamente sfigato che rimase sul mercato poco più di 3 anni.

Perchè non hanno usato quelli del 521 ?

Probabilmente per una questione di immagine: il 521 è troppo conosciuto e non si sarà voluta appannare l'immagine di un motore "interamente nuovo" facendo vedere di usando "roba vecchia".

L'impressione comune è che in BRP ci tengano molto a far passare per "rivoluzionario " tutto quel che riguarda gli etec, anche se a mia opinione non credo abbiano molto da guadagnarci a far credere di aver buttato alle ortiche i collaudatissimi prodotti della fu-OMC).

Essendo l'Elan molto meno diffuso ( anzi, diciamo che non s'è venduto proprio), anche il suo piede è molto meno conosciuto e minori sono quindi le possibilità che qualcuno si accorga del "riciclaggio".

Un altro motivo è che l'Elan, come l'etec, aveva il gambale "nascosto" sotto una carenatura di plastica che lo ricopriva praticamente tutto ... facile che sia tornato più comodo usarne in toto tutto il gruppo gambale/piede

A ben guardare, comunque, la scatola ingranaggi dell'Elan è la stessa del "vecchio" 521, (ingranaggi, albero elica e cuscinetti sono esattamente gli stessi), solo riveduta e corretta nella profilatura, con lo skeg inferiore leggermente più sfinato, le piastre anticavitazione accorciate e allargate, e la parte centrale arretrata verso l'elica... insomma, diciamolo chiaro: modificata a somiglianza di quella dei Mercury, al punto che la si può benissimo scambiare per quella del Panther 25..

 

Brilla per la sua imponenza la barra di guida, montata in posizione centrale e molto lunga e massicca.. Per me è spropositata e basta, qualcuno la trova bella... de gustibus... sta di fatto che sto "manico" in mezzo alle P.. complica non poco il trasporto.

Più che una barra è una vera centrale di comando, zeppa di bottoni e cursori e , manco a dirlo, costerà un botto. Quello di concepire la barra come una "scatola comandi centralzzata" è comunque un andazzo comune a tutti i Costruttori, già da qualche anno.

Curioso è il cursore " +/-" con la scritta RPM accanto...

La leva del cambio è ovviamente incorporata nella barra ed anch'essa di generose dimensioni...

E veniamo all'interno:

Già al primo sguardo si capisce dove stava il peso... mai visto tanto kasino dentro un 25 2t...

nell'ordine ecco nella vista da sinistra:

1 - messa in moto manuale

2 - motorino di avviamento elettrico

3 - serbatoio dell'olio miscela

4 - centralina di accensione

5 - separatore di vapori

E non finisce qui: lato lato destro:

1 - iniettore

2 - termostato

3 - bobina di accensione cilindro sup

4 - pompa benzina...(presumo)

5 - leveraggio del gas

6 - airbox silenziatore dell'aspirazione

 

Prima riflessione : la calandra avvolgente stile "Dart Vader" degli etec sarà bella da vedere, ma funzionalmente è un'idiozia... l'accessibilità a qualunque parte del motore ne è notevolmente ostacolata... E' vero che per la manutenzione straordinaria si possono disassemblare le "valve" laterali e denudare tutto, ma per un qualsiasi intervento di emergenza? Cambiare una candela in navigazione o all'ormeggio, per esempio?

La candela inferiore è assolutamente irraggiungibile (quella cosa arancione che si vede nella foto precedente è la pipetta dei quella superiore, fate voi...)

 

Qua si intravede (2) la candela inferiore e , sotto sotto, si intravede la sua bobina (1) . cacciata in basso, praticamente sotto al blocco, a beccarsi morchia e umidità.

Con (4) è indicato il tubo di ingresso dell'acqua di raffreddamento nella centralina...

La centralina è voluminosa, trasparente (per vedere meglio quando si fulmina, suppongo) e raffreddata ad acqua per aumentare il brivido del rischio.....

 

Geniale è poi l'idea di piazzarla alla sommità della testata, nel punto più caldo di tutto il motore, in modo da non rischiare il congelamento nelle navigazioni polari...

Scherzi a parte, magari i tecnici BRP si sarebbero potuti sforzare di più e trovarle una collocazione più "tranquilla" e protetta. Oltretutto, messa com'è, rende assolutamente impossibile rimuovere il castello dell'avviamento.

E tanto per scoraggiare ulteriormente chi ancora si illudesse, in caso di rottura della fune, di poter provvedere ad un avviamento di fortuna avvolgendo direttamentelo una cima al volano, come ai vecchi tempi, ecco che, oltre alla centralina, sopra il castello ci hanno piazzato anche un bel pò di connettori elettrici ...

 

Ed ecco un bel primo piano della scatola di Mon Cheri con tutti i suoi bei connettori di collegamento.

Si noti sull'etichetta la legenda che permette di interpretare le segnalazioni di allarme. trasmesse dall' accensione dei vari LED visibili attraverso il coperchio trasparente.

Peccato che i LED siano rivolti verso poppa, e quindi non visibili dalla barca....

 

Un commento finale?

Questo motore IMHO è un'occasione perduta.

Su altri mercati, diversi da quello italiano, interessato solo ai depotenziati con oltre 40 hp, nella versione 30 hp costituirà sicuramente un temibile avversario soprattutto per il "fratellone" Etec 40 hp; I 10 hp in meno sono ben compensati dall'ingombro e dal peso nettamente inferiori.

Ma progettandolo scimmiottando i motori più grossi, BRP ha perso l'occasione di sfruttare il vero vantaggio del 2t rispetto ai 4t: la praticità d'uso.

Dovendo partire da zero ( il blocco 521, coi suoi pistoni a deflettore, non era adatto alla trasformazione, per una questione di geometrie interne) si sarebbe potuto IMHO pensare di realizzare qualcosa di diverso, ponendosi come primo obbiettivo quello di mettere in commercio un 25 collocabile tra i "portatili" e non tra i"permanenti".

Come? Innanzitutto adottando un'estetica più funzionale e meno d'effetto, con un paio di maniglie come si deve per enfatizzarne la portabilità, poi cercando di risparmiare peso dove NON serve (come nelle staffe di supporto decisamente massicce, per esempio....)

Perchè usare la fusione del piede dell'Elan, che poi usa ingranaggi, alberi ed eliche del 521, e non invece un piede più minimalista, risparmiando qualche chiletto? l'esperienza del 521 ha dimostrato ampiamente che la differenza sulle prestazioni tra piede normale e bigfoot con scarico all'elica è molto più ridotta di quanto si immagini ( o si voglia far credere) ... e quelli son chili che vanno!.

Guardate Honda e Yamaha... per risparmiare peso sui loro 20 hp e renderli "umani" hanno rinunciato ai piedoni d'effetto, ai gambali poderosi e alle manette subliminalmente falliche .... perchè BRP no?

Un 25/30 2t da 52-55 kg (e lo si sarebbe potuto fare) non avrebbe avuto rivali e si sarebbe posto come vera alternativa vincente ai 20 hp 4t che oggi si avviano a diventare i motori di riferimento in questa gamma di utilizzi.

Bye

Camillo

Last update 18.10.2008

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