E' destino di alcuni prodotti o marchi di essere
perseguitati a vita da una fama negativa, che si diffonde a macchia d'olio
e si perpetua senza che nessuno sappia ben dire quali siano le sue origini
e giustificazioni.
Pensiamo per esempio alla Fiat Duna, sulla quale è stato scritto
di tutto e di più, fino alla leggenda metropolitana che la vuole
capace di capottarsi autonomamente in parcheggio....O le moto Ducati,
per le quali si diceva "Ducati... soldi buttati" e che "senza
la macchia d'olio sul pavimento non sarebbe lei"
E che dire della NSU Prinz 4L , la cui tinta più diffusa fu
ribattezzata " verde sfiga" ? E il nome ARNA vi dice niente?
In campo fuoribordistico questo poco invidiabile ruolo spetta da sempre
alla SELVA.
Sarà per il facile gioco di parole ( "Se'l Và"
in dialetto lombardoveneto o, come si usa dire oggi, "Padano",
si traduce in "Ammesso che funzioni"), sarà per le
innegabili manchevolezze qualitativa che i Selva di un tempo presentavano,
sta di fatto che quello valtellinese è da sempre ritenuto un
marchio "di serie B", poco rivendibile, poco affidabile, poco
evoluto.
Eppure, a dispetto della sua fama negativa, di marchi ben più
blasonati la Selva ne ha seppelliti parecchi, a cominciare da quella
Carniti che sembrava l'unica in Italia a poter pestare i piedi agli
americani... o la Piaggio, la Volvo Penta , la Tomos, per restare in
ambito europeo.
E a poco sono servite anche le numerose vittorie conseguite in campo
motonautico, raccogliendo proprio l'eredità dei Carniti...
"Grazie tante... le gare in circuito le
fanno al lago!"
Già... Che i Selva
da sempre preferiscano essere usati in acqua dolce, sembra fuor
di dubbio, tant'è che in Germania, per esempio, è
molto più facile che non da noi trovare qualche vecchio esemplare
risalente agli anni '60 ben conservato come quello nella foto a
fianco.
Questo non significa che non possano
resistere anche fuori dal loro ambiente naturale, magari a prezzo
di qualche attenzione in più per prevenire corrosioni...
Come per tutti i motori, comunque,
ricordiamoci che il loro più temuto nemico è l'inattività.
Non esiste sistema più sicuro
per metter fuori combattimento in breve tempo un fuoribordo, di
qualunque marca sia, che lasciarlo marcire sporco di sale in un
magazzino umido.
Qualche soddisfazione in più
la Casa di Tirano se la sta prendendo all'Est. Almeno lì
Selva è ritenuto un marchio prestigioso e c'è persino
chi ha dipinto il logo SELVA sui Beterok russi per "nobilitarli"....
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Il modello di cui ci occupiamo in
questa pagina, il 260 cc NAXOS, è probabilmente il più
longevo della gamma, dato che è a listino, apparentemente
immutato, se non nella livrea, da oltre un quarto di secolo.
E proprio questa sua "non-evoluzione"
ce lo fa apparire oggi originale e diverso dagli altri, mentre
in realtà le sue soluzioni tecniche ed estetiche, all'epoca
del progetto, erano tra quelle più in voga.
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Cominciamo per esempio dal rocchetto
di avviamento laterale , mutuato dagli OMC , e che permette di
avere il volano subito libero per eventuali avviamenti di emergenza
, senza esser costretti a dover smontare il castello tripode,
oltre a ridurre leggermente l'ingombro verticale complessivo del
motore.
Oppure i supporti elastici a disco,
ben noti agli utenti dei Mercury degli anni '60
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Non mancano comunque soluzioni originali
e molto apprezzabili, come le bobine di accensione collocate
esternamente al volano, in modo da poter essere agevolmente
sostituite anche in mare, in caso di necessità
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Oppure la pompa acqua con corpo in
bronzo, oppure ancora gli anodi sacrificali ben disposti sul piede
e realizzati in modo da influenzare poco l'idrodinamica ( penso
con orrore a certi "panetti " di zinco applicati alla
bell'e meglio sulla piastra anticavitazione di noti marchi blasonati,
oltretutto su una superficie verniciata!) e da permettere il regolare
uso del motore anche in caso di eccessiva consunzione.
Il piede ha un buon profilo, usa un'elica
tripala con scarico nel mozzo di buon diametro ed ha un criterio
di scomposizione alquanto originale, con il mozzo posteriore flangiato
anzichè inserito nella fusione del piede
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Nel complesso il motore appare improntato
ad una filosofia di semplicità, particolarmente evidente
nella "pulizia " del vano sotto capote, dove l'accessibilità
al blocco è ottima e non si riscontrano i grovigli di cavi
elettrici, braccetti, nervature e supporti comuni nelle altre
marche.
A titolo di esempio, date un'occhiata
al 521 qua sotto...
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Il peso di poco superiore ai 30 kg
( un buon 10% al di sotto del miglior risultato dei rivali) conferma
questa vocazione al ruolo di "motore semplice ma completo".
Purtroppo, a volte la semplicità
sconfina nell'eccessiva economicità, a scapito della funzionalità
e alimentando un'immagine "povera" del prodotto.
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E' così per esempio per la
barra di guida e la bacinella inferiore, montate in modo direttamente
solidale al blocco senza interposizione di antivibranti, cosicchè
la benchè minima vibrazione viene fedelmente trasmessa
alla mano del timoniere.... Oppure per la totale assenza di
maniglie di trasporto o semplici appigli per la movimentazione
sul davanti, se si esclude una piccola rientranza in plastica
sul lato posteriore...
Oppure ancora per alcune soluzioni
che con poco impegno avrebbero potuto essere realizzate decisamente
meglio, come il pannellino comandi frontale in plastica fissato
con le autofilettanti ...
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E che dire della capottina realizzata
in ABS rigido anzichè in fibra di vetro, rapidissima a
scheggiarsi e creparsi anche per urti di minima intensità?
Basta lasciarsela sbadatamente sfuggire una sola volta di mano
per rischiare di ritrovarla conciata come nella foto a fianco...
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Fa poi sorridere il gravissimo errore
commmerciale delle decal in carta plastificata, troppo poco
resistenti al sole ed al salino.
....ma come?
La pubblicità è pur
sempre l'anima del commercio, no? E voi della Selva vi lasciate
sfuggire l'opportunità di far vedere in giro il vostro
marchio GRATIS?
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Insomma, dettagli marginali, che sarebbero
stati facilmente migliorabili senza incidere troppo sul costo finale
ed avrebbero tolto non poche frecce all'esercito dei detrattori.
Ed è un vero peccato perchè
il motore ha grinta da vendere. Appena "sbatacchione" al minimo
( situazione in cui maggiormente si apprezzerebbe una barra guida sospesa
su gomma) si "ferma" subito appena si da un filo di gas e
mostra buona propensione a prendere giri e a spingere forte.
Ultima nota nettamente positiva sono i ricambi,
il cui costo è nettamente inferiore rispetto ai prodotti esteri
che vanno per la maggiore.
Selva ha limitato all'osso il suo ricarico
non solo per le parti "commerciali" (comprare un paraolio
o un cuscinetto originali dal concessionario può costare persino
meno che rivolgersi ad un negozio di forniture industriali, e scusate
se è poco), ma anche per quelle "custom", come la succitata
capottina e le guarnizioni, con poche eccezioni ( l'attacco benzina,
per esempio, ben fatto ma troppo costoso!).
PS: E' questa la prima volta che su queste
pagine si parla di un modello che, seppur ancor per poco, è ancora
disponibile a listino... di solito evito di farlo per non dare la falsa
impressione di voler influenzare i potenziali acquirenti.
Ricordate che quella descritta qua sopra
è LA MIA esperienza con questo motore... la vostra potrebbe
essere differente.!
Bye
Camillo
Last Update 18.04.07
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