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Il paese è piccolo e la gente.... Selva 15
E' destino di alcuni prodotti o marchi di essere perseguitati a vita da una fama negativa, che si diffonde a macchia d'olio e si perpetua senza che nessuno sappia ben dire quali siano le sue origini e giustificazioni.

Pensiamo per esempio alla Fiat Duna, sulla quale è stato scritto di tutto e di più, fino alla leggenda metropolitana che la vuole capace di capottarsi autonomamente in parcheggio....O le moto Ducati, per le quali si diceva "Ducati... soldi buttati" e che "senza la macchia d'olio sul pavimento non sarebbe lei"

E che dire della NSU Prinz 4L , la cui tinta più diffusa fu ribattezzata " verde sfiga" ? E il nome ARNA vi dice niente?

In campo fuoribordistico questo poco invidiabile ruolo spetta da sempre alla SELVA.

Sarà per il facile gioco di parole ( "Se'l Và" in dialetto lombardoveneto o, come si usa dire oggi, "Padano", si traduce in "Ammesso che funzioni"), sarà per le innegabili manchevolezze qualitativa che i Selva di un tempo presentavano, sta di fatto che quello valtellinese è da sempre ritenuto un marchio "di serie B", poco rivendibile, poco affidabile, poco evoluto.

Eppure, a dispetto della sua fama negativa, di marchi ben più blasonati la Selva ne ha seppelliti parecchi, a cominciare da quella Carniti che sembrava l'unica in Italia a poter pestare i piedi agli americani... o la Piaggio, la Volvo Penta , la Tomos, per restare in ambito europeo.

E a poco sono servite anche le numerose vittorie conseguite in campo motonautico, raccogliendo proprio l'eredità dei Carniti...

"Grazie tante... le gare in circuito le fanno al lago!"

Già... Che i Selva da sempre preferiscano essere usati in acqua dolce, sembra fuor di dubbio, tant'è che in Germania, per esempio, è molto più facile che non da noi trovare qualche vecchio esemplare risalente agli anni '60 ben conservato come quello nella foto a fianco.

Questo non significa che non possano resistere anche fuori dal loro ambiente naturale, magari a prezzo di qualche attenzione in più per prevenire corrosioni...

Come per tutti i motori, comunque, ricordiamoci che il loro più temuto nemico è l'inattività.

Non esiste sistema più sicuro per metter fuori combattimento in breve tempo un fuoribordo, di qualunque marca sia, che lasciarlo marcire sporco di sale in un magazzino umido.

Qualche soddisfazione in più la Casa di Tirano se la sta prendendo all'Est. Almeno lì Selva è ritenuto un marchio prestigioso e c'è persino chi ha dipinto il logo SELVA sui Beterok russi per "nobilitarli"....

Il modello di cui ci occupiamo in questa pagina, il 260 cc NAXOS, è probabilmente il più longevo della gamma, dato che è a listino, apparentemente immutato, se non nella livrea, da oltre un quarto di secolo.

E proprio questa sua "non-evoluzione" ce lo fa apparire oggi originale e diverso dagli altri, mentre in realtà le sue soluzioni tecniche ed estetiche, all'epoca del progetto, erano tra quelle più in voga.

Cominciamo per esempio dal rocchetto di avviamento laterale , mutuato dagli OMC , e che permette di avere il volano subito libero per eventuali avviamenti di emergenza , senza esser costretti a dover smontare il castello tripode, oltre a ridurre leggermente l'ingombro verticale complessivo del motore.

Oppure i supporti elastici a disco, ben noti agli utenti dei Mercury degli anni '60

Non mancano comunque soluzioni originali e molto apprezzabili, come le bobine di accensione collocate esternamente al volano, in modo da poter essere agevolmente sostituite anche in mare, in caso di necessità

Oppure la pompa acqua con corpo in bronzo, oppure ancora gli anodi sacrificali ben disposti sul piede e realizzati in modo da influenzare poco l'idrodinamica ( penso con orrore a certi "panetti " di zinco applicati alla bell'e meglio sulla piastra anticavitazione di noti marchi blasonati, oltretutto su una superficie verniciata!) e da permettere il regolare uso del motore anche in caso di eccessiva consunzione.

Il piede ha un buon profilo, usa un'elica tripala con scarico nel mozzo di buon diametro ed ha un criterio di scomposizione alquanto originale, con il mozzo posteriore flangiato anzichè inserito nella fusione del piede

Nel complesso il motore appare improntato ad una filosofia di semplicità, particolarmente evidente nella "pulizia " del vano sotto capote, dove l'accessibilità al blocco è ottima e non si riscontrano i grovigli di cavi elettrici, braccetti, nervature e supporti comuni nelle altre marche.

A titolo di esempio, date un'occhiata al 521 qua sotto...

Il peso di poco superiore ai 30 kg ( un buon 10% al di sotto del miglior risultato dei rivali) conferma questa vocazione al ruolo di "motore semplice ma completo".

Purtroppo, a volte la semplicità sconfina nell'eccessiva economicità, a scapito della funzionalità e alimentando un'immagine "povera" del prodotto.

E' così per esempio per la barra di guida e la bacinella inferiore, montate in modo direttamente solidale al blocco senza interposizione di antivibranti, cosicchè la benchè minima vibrazione viene fedelmente trasmessa alla mano del timoniere.... Oppure per la totale assenza di maniglie di trasporto o semplici appigli per la movimentazione sul davanti, se si esclude una piccola rientranza in plastica sul lato posteriore...

Oppure ancora per alcune soluzioni che con poco impegno avrebbero potuto essere realizzate decisamente meglio, come il pannellino comandi frontale in plastica fissato con le autofilettanti ...

 

E che dire della capottina realizzata in ABS rigido anzichè in fibra di vetro, rapidissima a scheggiarsi e creparsi anche per urti di minima intensità? Basta lasciarsela sbadatamente sfuggire una sola volta di mano per rischiare di ritrovarla conciata come nella foto a fianco...

 

 

Fa poi sorridere il gravissimo errore commmerciale delle decal in carta plastificata, troppo poco resistenti al sole ed al salino.

....ma come?

La pubblicità è pur sempre l'anima del commercio, no? E voi della Selva vi lasciate sfuggire l'opportunità di far vedere in giro il vostro marchio GRATIS?

 

Insomma, dettagli marginali, che sarebbero stati facilmente migliorabili senza incidere troppo sul costo finale ed avrebbero tolto non poche frecce all'esercito dei detrattori.

Ed è un vero peccato perchè il motore ha grinta da vendere. Appena "sbatacchione" al minimo ( situazione in cui maggiormente si apprezzerebbe una barra guida sospesa su gomma) si "ferma" subito appena si da un filo di gas e mostra buona propensione a prendere giri e a spingere forte.

Ultima nota nettamente positiva sono i ricambi, il cui costo è nettamente inferiore rispetto ai prodotti esteri che vanno per la maggiore.

Selva ha limitato all'osso il suo ricarico non solo per le parti "commerciali" (comprare un paraolio o un cuscinetto originali dal concessionario può costare persino meno che rivolgersi ad un negozio di forniture industriali, e scusate se è poco), ma anche per quelle "custom", come la succitata capottina e le guarnizioni, con poche eccezioni ( l'attacco benzina, per esempio, ben fatto ma troppo costoso!).

 

PS: E' questa la prima volta che su queste pagine si parla di un modello che, seppur ancor per poco, è ancora disponibile a listino... di solito evito di farlo per non dare la falsa impressione di voler influenzare i potenziali acquirenti.

Ricordate che quella descritta qua sopra è LA MIA esperienza con questo motore... la vostra potrebbe essere differente.!

 

Bye

Camillo
Last Update 18.04.07

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