E' assolutamente infrequente
l’esistenza di una trama nella realtà.
Nell’arte la sua presenza sussiste,
anche celata con degli artifizi, sensata
per i più oppure assolutamente
irrispettosa verso la loro ignavia. La
considerazione circa l’irreperibilità
di una storia nella realtà, in
comunione con la sua bizzarra necessità,
spiega molte cose.
La mente sembra assetata di senso, nelle
cose del mondo, ed essa non si accerta
della loro veridicità per la semplice
ragione che quest’ultima è la
peggiore nemica dei bisogni e delle
paure. Madre dell’inquietudine, lucido
orrore per i perdenti, fragorosa
denuncia dei nostri limiti.
I ragionamenti dell’uomo seguono fili
che si perdono nei fatti, ciò spinge
verso gradi variabili di superficialità
ed approssimazione, allontanando sempre
di più l’uomo dal suo mistero. Il
rapporto con il mistero è quasi osceno,
è più coperto di tabù dell’incesto
e dell’odio. Per tale ragione se ne
affida l’amministrazione alle chiese
ed alle ideologie frettolose. La chiesa
non è e non può essere altro che il
sistema previdenziale ed assicurativo di
ciò che definiamo anima. Essa ci
assicura verso quanto ci aspetta, in
cambio chiede di esistere e fare sue le
paure mediocrizzandole,
spersonalizzandole, frustrando i
coraggiosi di ogni tempo e luogo,
svilendo il desiderio e la rabbia.
Il filosofo la definì l’oppio dei
popoli, i burocrati che fecero delle sue
considerazioni una pragmatica
costruirono un altro oppio, meglio
ancora un oppiaceo. Nuovamente il
coraggio delle convinzioni individuali
si trasformò nelle ragioni di
accusatori ed aguzzini.
Ma oggi assistiamo al nascere di
un'altra nauseante forma ideologica
mercantile, ormai sfuggita ai banchieri
ed imposta e goduta da tutti: la visione
manageriale del mondo, la dittatura di
conti che nessuno capisce. L’ottusa
convinzione che tutto sia mercato
accompagna ogni considerazione ed ogni
sofferenza. La chiesa è perdente nella
sua profondità, vincente nelle sue
casse.
Ed è il mercato a farci la guerra, il
suo fondamentalismo è convolato a nozze
con tutti gli altri fondamentalismi e le
loro più ciniche visioni del mondo.
Fa un freddo terribile e c’è chi
vorrebbe aggrapparsi agli anziani, alla
loro virtù di essere convinti senza
essere in grado di convincere. Ma loro,
i vecchi, non convengono, e pertanto non
sono più rispettati. La gioia è stata
sostituita dal consumo che la trattiene
come un enorme e soffocante
preservativo.
Il pessimismo è vietato, la morte è
nascosta, il dolore fisico staccato da
quello morale da fiumi di farmaci,
sempre più nuovi, e paradossalmente
sempre meno efficaci.
E’ incoraggiato in ogni modo un
nauseante ottimismo, quell’ottimismo
che ci accompagnerà verso una guerra
ancora più pervasiva ed avvolgente
fatta di supertecnologie e sassi
arroventati.
Non abbiamo saputo fare nulla per
evitarlo e non è colpa di nessuno perché,
ricordate, non esiste una vera trama
nella realtà!
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