07-02-03 |
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L'arte di Alessandro Di Lucca Alessandro Di Lucca è stato, come lo è, uno scultore; e non a caso, giacché oltre che sentire la scultura, ha studiato scultura, e con buoni maestri; e come tutti gli scultori che il disegno, la forma e il colore l'hanno nel sangue, deponendo o alternando per alcun tempo il suo primario impegno, ha curato il fascino della pittura, quella colta, moderna, che vive ancora oggi, nel dibattito tra arte geometrica, astratta o informale ed arte figurativa. E già, perché per lui tutto è nel riguardo dell'uomo, come pensiero e fattività; ed anche presa di coscienza di ciò che fa parte di quel mondo di cultura che tutti, chi più, chi meno, si portano dietro, nel valore e nella dimensione di una propria ricettività, di un proprio gusto, di un modo proprio di capire e fare arte. Allora eccoci al riferimento dovuto per Di Lucca che compare, per questa prima volta, con tanta esperienza ed anni di lavoro, in veste di pittore, nel quale però si sente anche lo scultore per quella forza e quella sintesi di chi ondeggia tra l'una e l'altra branca, che sono due facce e due aspetti di una stessa intenzione ad indagare sulle pagine della vita umana. Anzitutto ci ha posto di fronte ad un problema di sempre, di colore e di forma; di un problema che ogni artista risolve a modo proprio, su una scia concettuale di propri interessi culturali. E leggiamo, dalle sue pagine, prima di ogni cosa, un rigore geometrico, un personale credito sul valore delle composizioni ad incastro di più toni variegati da periodi, con l'innesto di figure squadrate, sagomate, in piena rispondenza con le strutture in cui sono poste. Si avverte, in linea generale, il permanere in un mondo in cui è tutto un attestarsi tra la scientificità di un laboratorio ed i grovigli dei congegni policomprensivi di costruttività, nonché di nuclearità carpite con gesti razionali. Quello però che ancora emerge è che ciò vive in una ricchezza di colore con toni accavallati, perseguiti, lasciati e ripresi in una forza che è sostanza e in un'accentuazione che è proprietà di un suo linguaggio; sicché questo itinerario scientifico col mondo del colore è quanto mai vivo e piacevole, di una vivacità e di una piacevolezza che rappresentano un vero pianeta in cui sono enunciate scoperte e accatastamenti di idee, motivazioni e bisogni di esaltare sì la razionalità, ma anche di motivare il collocamento di piani, volumi e forme in un mondo scientifico che ci appartiene, e sempre più ci apparterrà. Tra Pit Mondrian e i Futuristi ci sono ancora delle ragioni per credere alla forza che l'uomo artista può esprimere. Appunto, ciò che Di Lucca esprime. Prof. Mario Maiorino
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Il corpo umano è una macchina che carica da sè i suoi meccanismi, immagine vivente del moto perpetuo. I cibi nutrono ciò che la febbre eccita. Senza di essi l'anima langue, entra in furore e muore abbattuta. E' una candela la cui luce si rianima nel momento in cui si spegne. Ma nutrite il corpo, versate nei suoi condotti succhi vigorosi, forti liquori:allora l'anima, generosa al pari di questi, si armerà di fiero coaggio, e il soldato che l'acqua avrebbe fatto fuggire diventa feroce e corre lieto alla morte al rullo dei tamburi. Nello stesso modo l'acqua calda agita il sangue che l'acqua fredda avrebbe calmato. [...] La Mettrie. Il potere modificatore delle circostanze agisce ininterrottamente e in ogni luogo sui corpi che godono della vita, ma ciò che ci rende difficile notarlo è il fatto che i suoi effetti divengono concreti e percettibili solo dopo lunghi periodi di tempo. [...] Lamarck. Se al mondo di tutto c'è una filosofia e una scienza, non dovrebbe esserci anche una filosofia e una scienza di ciò che ci riguarda più da vicino, cioè della storia dell'umanità nel suo insieme? Herder. Non vi è opera d'arte, che immediatamente o almeno per riflesso non rappresenti un infinito. Shelling. L'uomo è un cavo teso tra la bestia e il superuomo, - un cavo al di sopra di un abisso. Un passaggio periglioso, un periglioso essere in cammino, un periglioso guardarsi indietro e un periglioso rabbrividire e fermarsi. La grandezza dell'uomo è di essere un ponte e non uno scopo: nell'uomo si può amare che egli sia una transizione e un tramonto. Io amo coloro che non sanno vivere se non tramontando, poiché essi sono una transizione. Nietzsche.
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Alessandro Di Lucca tra pittura e cultura. Alessandro Di Lucca è nato a Casagiove (Caserta) nel 1942 e si è diplomato pittore e scultore all'Accademia di Belle Arti di Napoli. Ha partecipato a numerose mostre a carattere nazionale ed internazionale, riscuotendo ovunque vasti consensi e prestigiosi riconoscimenti. La vita, gli studi, la totale immersione nel suo lavoro lo hanno reso quasi del tutto estraneo alla sua terra natale. Dotato di una naturale predisposizione per le Belle Arti e di quel pizzico di genialità necessaria a chi vuole essere artefice di innovazioni radicali, Di Lucca miscela nelle sue opere reminiscenze di correnti pittoriche del ' 900 e la propria rivoluzionaria capacità di esprimere ragioni e pulsioni attraverso uno stile ed una tecnica del tutto personali. Non c'è più differenza tra astratto e figurativo, tra fisico e metafisico: tutto, nel suo insieme, si materializza sulla tela che diviene il naturale mezzo espressivo di un artista che si tiene lontano dai luoghi comuni e che attinge a piene mani dal proprio io, dal proprio intimo modo di sentire il mondo. Di Lucca ha un'arma in più, egli è innanzi tutto scultore e ciò gli rende del tutto istintiva la capacità di creare un'illusione prospettica che inganna chi osserva. Oltre i grovigli di meccanismi e gli incastri geometrico-cromatici , si ha quasi sempre la sensazione che si nasconda qualcosa di mostruoso, ma fortemente affascinante, come se in ogni opera si celasse la porta d'accesso per una dimensione parallela, ma proiettata in un profetico futuro dominato dal "Caos Tecnologico". L'originalità di Di Lucca è quella di creare opere vive, in cui le immagini, i colori, le forme balzano fuori dalla sterile piattezza delle due dimensioni sia attraverso un sapiente utilizzo dell'illusione ottica, sia attraverso la reale fusione tra pittura e scultura. In questo senso sono emblematici i bassorilievi in cui la terza dimensione non è più il frutto di un inganno dei sensi, ma è reale. Nasce così una sorta di pittura scolpita o di scultura dipinta, la definizione non è così semplice, ma è certo che essa è il risultato di una precisa volontà di unificare ciò che prima era diviso: pittura e scultura diventano una cosa sola. Nulla è lasciato al caso, ogni forma, ogni singola pennellata è espressione di un messaggio preciso, sottolineato dalla grande perizia teorica e tecnica che contraddistingue Alessandro Di Lucca. Dott. Andrea Di Lucca
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Ultimo aggiornamento: 07-02-03