LUNA DI CACCIA
Si rigirava nel letto, eppure erano già le quattro e si era coricato poco dopo mezzanotte, quindi erano quasi quattro ore che lottava per dormire.
Semplicemente non aveva per niente sonno, in più era inquieto ed aveva caldo. Ma non faceva caldo, era pieno inverno, ma il caldo lui lo aveva dentro. Si svegliò al solito orario e non ci pensò più tanto.
…
Era distrutto, aveva un sonno incredibile. Sprofondò tra le coperte, ma niente da fare, ancora quella strana sensazione di irrequietezza, caldo, smania di qualcosa. Il sonno lo raggiunse dopo le cinque.
La mattina dopo ci pensò un po’ su : “non è stato come l’altra volta?”.
…
Ancora. Era lì nel letto che si rigirava, agitato ed accaldato. Non è che sudasse dal caldo, era un calore strano, che non aveva nessuna utilità in quel momento. Era sgradevole e riusciva a non farlo dormire.
Questa volta notò anche che il suo cuore batteva più velocemente e si sentiva sveglio, completamente sveglio e lucido. Si sentiva pronto ecco, era pronto, ma non certo per dormire.
…
Di nuovo. Era passato circa un mese dall’altra volta ed i “sintomi” erano sempre gli stessi : calore, agitazione, irrequietezza. Continuava a rigirasi nel letto quando…
alberi
una foresta? un bosco?
è notte
...ecco, questo vide quella notte. Ormai era curioso, perché aveva questa specie di insonnia periodica?
“ periodica…hmm “ diede uno sguardo al calendario senza sapere bene neanche perché.
Luna piena. C’è stata luna piena stanotte.
“Oddio no!” si mise a ridere “Vuoi vedere che sono un lupo mannaro?”
Col passare del tempo si rese conto che questo “fenomeno “ era davvero legato alle fasi lunari, a volte anche in luna nuova, ma gli dava poca importanza perché pensava che ormai fosse la suggestione a causarlo.
Si sa poi che la luna agisce sulle maree, era quindi plausibilissimo che potesse causargli qualche squilibrio del sonno. Ma una cosa non riusciva a spiegarsela, la “visione” di quella notte.
…
Tempo dopo accadde di nuovo. Ormai era abituato al fenomeno e non si prendeva più neanche la briga di farci caso, ma quella notte accadde di nuovo.
vide gli alberi
era notte
e lui era lì
sembrava nudo
il cuore gli pompava nel petto
e lui era lì
era pronto
sentiva il corpo
sentiva davvero il suo corpo
sapeva che gli avrebbe obbedito come non mai
e poi
aveva un sensazione
la sentiva nelle orecchie
la sentiva dentro di se
nel profondo del suo essere
e poi c’era l’odore
l’odore dell’aria
l’aria della notte
era l’odore stesso della notte
…
Questo fu. Come si poteva spiegare “questo” con la luna? Gli portava le allucinazioni? Allora perché non gli era mai successo prima?
…
Aspettò con impazienza i ventotto giorni della luna, ma nulla. Ebbe solo vagamente i sintomi, non è che aveva sognato quella famosa notte?
…
No!
Perché accadde ancora tempo dopo, senza preavviso, un fulmine a ciel sereno. Sapeva che c’era la luna piena,
le aveva dato uno sguardo mentre tornava a casa, ma non gliene importava più di tanto. Aveva avuto una giornata terribile ed ora voleva solo dormire, si mise sotto le coperte, chiuse gli occhi ed ecco, il calore, l’agitazione.
gli alberi
la notte
e lui correva
stava correndo
sentiva il vento nelle orecchie
sentiva la terra sotto i piedi nudi
i polmoni erano mantici
ed il cuore pompava energia in ogni singola cellula del suo corpo
era vivo
completamente vivo e cosciente di esserlo
correva nella notte
ne mangiava l’aria
ne assaporava la vita
ne beveva l’energia
ma non era una corsa sfrenata
non era una corsa di gioia o di fuga
correva per un motivo ( “quale?” trovò a domandarsi )
era veloce
nella notte
era la notte
e stava inseguendo qualcosa…
Era di nuovo nel suo letto. Il cuore gli batteva forte ed il respiro era rapido e ritmico. Ecco cos’era allora, era l’adrenalina a tenerlo sveglio, ma cosa c’entra l’adrenalina con la luna? Ancor di più, cosa c’entra la luna con le visioni?
…
Questa volta vide.
era lì
era nascosto nella notte
era nudo
ma non aveva freddo
aveva una fornace che gli ardeva nel petto
era nella notte
nella natura
era la natura stessa
alzò gli occhi al cielo
e la vide
la luna
“luna di caccia” gli disse il cuore
e lui si trovò ad annuire sorridendo
ma forse quello era solo un ghigno
era su di un albero
ed era l’albero
lo sentiva
sentiva la corteccia sulla faccia sulle mani e sul corpo
l’odore della linfa e del muschio gli riempiva la narici
ne sentiva la vita dentro
era estasi quella
l’estasi della natura
l’estasi della vita
e scattò
saltò giù e cominciò a correre
era un lampo
un elementale
era l’estasi
l’estasi della caccia
rincorreva la preda
veloce
silenzioso
era una scheggia di vita
che ne ricorreva un’altra
era un gioco
l’antico gioco della vita
era sempre stato dentro di lui
era la sua natura
e quello che era sempre stato in potenza ora era in atto
i polmoni gli ardevano nel torace
era vivo
il vento gli ululava nelle orecchie
questo era lui
le narici divoravano la notte
non era la sua visione era la sua vita
il cuore era un tamburo impazzito che voleva sfondargli il petto
correva sempre più veloce
sentiva battere il cuore della preda
era vicina
la poteva vedere
erano fusi ora
due esseri legati nel gioco della vita e della morte
E realizzò. Non sarebbe tornato a svegliarsi nel suo letto, avrebbe concluso la caccia, non gli sarebbe importato l’esito, avrebbe mangiato o avrebbe sofferto la fame.
e cacciò
cacciò ancora ed ancora
giocando il gioco più antico
fino al giorno in cui Nonna Morte gli venne incontro per parlargli…ma questa è un’altra storia.