LUNA DI CACCIA

  

Si rigirava nel letto, eppure erano già le quattro e si era coricato poco dopo mezzanotte, quindi erano quasi quattro ore che lottava per dormire.

Semplicemente non aveva per niente sonno, in più era inquieto ed aveva caldo. Ma non faceva caldo, era pieno inverno, ma il caldo lui lo aveva dentro. Si svegliò al solito orario e non ci pensò più tanto.

 

 Era distrutto, aveva un sonno incredibile. Sprofondò tra le coperte, ma niente da fare, ancora quella strana sensazione di irrequietezza, caldo, smania di qualcosa. Il sonno lo raggiunse dopo le cinque.

La mattina dopo ci pensò un po’ su : “non è stato come l’altra volta?”.

 

 Ancora. Era lì nel letto che si rigirava, agitato ed accaldato. Non è che sudasse dal caldo, era un calore strano, che non aveva nessuna utilità in quel momento. Era sgradevole e riusciva a non farlo dormire.

Questa volta notò anche che il suo cuore batteva più velocemente e si sentiva sveglio, completamente sveglio e lucido. Si sentiva pronto ecco, era pronto, ma non certo per dormire.

 

 Di nuovo. Era passato circa un mese dall’altra volta ed i “sintomi” erano sempre gli stessi : calore, agitazione, irrequietezza. Continuava a rigirasi nel letto quando…

 

alberi

una foresta? un bosco?

è notte

 

...ecco, questo vide quella notte. Ormai era curioso, perché aveva questa specie di insonnia periodica?

“ periodica…hmm “ diede uno sguardo al calendario senza sapere bene neanche perché.

Luna piena. C’è stata luna piena stanotte.

“Oddio no!” si mise a ridere “Vuoi vedere che sono un lupo mannaro?”

Col passare del tempo si rese conto che questo “fenomeno “ era davvero legato alle fasi lunari, a volte anche in luna nuova, ma gli dava poca importanza perché pensava che ormai fosse la suggestione a causarlo.

Si sa poi che la luna agisce sulle maree, era quindi plausibilissimo che potesse causargli qualche squilibrio del sonno. Ma una cosa non riusciva a spiegarsela, la “visione” di quella notte.

 

 Tempo dopo accadde di nuovo. Ormai era abituato al fenomeno e non si prendeva più neanche la briga di farci caso, ma quella notte accadde di nuovo.

 

vide gli alberi

era notte

e lui era lì

sembrava nudo

il cuore gli pompava nel petto

e lui era lì

era pronto

sentiva il corpo

sentiva davvero il suo corpo

sapeva che gli avrebbe obbedito come non mai

e poi

aveva un sensazione

la sentiva nelle orecchie

la sentiva dentro di se

nel profondo del suo essere

e poi c’era l’odore

l’odore dell’aria

l’aria della notte

era l’odore stesso della notte

 

 Questo fu. Come si poteva spiegare “questo” con la luna? Gli portava le allucinazioni? Allora perché non gli era mai successo prima?

 

 Aspettò con impazienza i ventotto giorni della luna, ma nulla. Ebbe solo vagamente i sintomi, non è che aveva sognato quella famosa notte?

 

 No!

Perché accadde ancora tempo dopo, senza preavviso, un fulmine a ciel sereno. Sapeva che c’era la luna piena,

le aveva dato uno sguardo mentre tornava a casa, ma non gliene importava più di tanto. Aveva avuto una giornata terribile ed ora voleva solo dormire, si mise sotto le coperte, chiuse gli occhi ed ecco, il calore, l’agitazione.

  

gli alberi

la notte

e lui correva

stava correndo

sentiva il vento nelle orecchie

sentiva la terra sotto i piedi nudi

i polmoni erano mantici

ed il cuore pompava energia in ogni singola cellula del suo corpo

era vivo

completamente vivo e cosciente di esserlo

correva nella notte

ne mangiava l’aria

ne assaporava la vita

ne beveva l’energia

ma non era una corsa sfrenata

non era una corsa di gioia o di fuga

correva per un motivo ( “quale?” trovò a domandarsi )

era veloce

nella notte

era la notte

e stava inseguendo qualcosa…

 

Era di nuovo nel suo letto. Il cuore gli batteva forte ed il respiro era rapido e ritmico. Ecco cos’era allora, era l’adrenalina a tenerlo sveglio, ma cosa c’entra l’adrenalina con la luna? Ancor di più, cosa c’entra la luna con le visioni?

 

 Questa volta vide.

 era lì

era nascosto nella notte

era nudo

ma non aveva freddo

aveva una fornace che gli ardeva nel petto

era nella notte

nella natura

era la natura stessa

alzò gli occhi al cielo

e la vide

la luna

“luna di caccia” gli disse il cuore

e lui si trovò ad annuire sorridendo

ma forse quello era solo un ghigno

era su di un albero

ed era l’albero

lo sentiva

sentiva la corteccia sulla faccia sulle mani e sul corpo

l’odore della linfa e del muschio gli riempiva la narici

ne sentiva la vita dentro

era estasi quella

l’estasi della natura

l’estasi della vita

e scattò

saltò giù e cominciò a correre

era un lampo

un elementale

era l’estasi

l’estasi della caccia

rincorreva la preda

veloce

silenzioso

era una scheggia di vita

che ne ricorreva un’altra

era un gioco

l’antico gioco della vita

era sempre stato dentro di lui

era la sua natura

e quello che era sempre stato in potenza ora era in atto

i polmoni gli ardevano nel torace

era vivo

il vento gli ululava nelle orecchie

questo era lui

le narici divoravano la notte

non era la sua visione era la sua vita

il cuore era un tamburo impazzito che voleva sfondargli il petto

correva sempre più veloce

sentiva battere il cuore della preda

era vicina

la poteva vedere

erano fusi ora

due esseri legati nel gioco della vita e della morte

 

E realizzò. Non sarebbe tornato a svegliarsi nel suo letto, avrebbe concluso la caccia, non gli sarebbe importato  l’esito, avrebbe mangiato o avrebbe sofferto la fame.

 

e cacciò

cacciò ancora ed ancora

giocando il gioco più antico

 

fino al  giorno in cui  Nonna Morte gli venne incontro per parlargli…ma questa è un’altra storia.

 

 

FINE