IL CLIMA ITALIANO

 

L'Italia, sotto l'aspetto climatico si può suddividere in 7 zone .

Infatti si può notare il clima alpino, caratterizzato, vista l'altezza, da temperature molto rigide e nevicate abbondandanti, specie sul settore nord-occidentale. Le temperature che vengono raggiunte sono anche di –35°c. L’altezza dei ghiacciai perenni è attorno ai 3000 m. Le Alpi condizionano molto il clima d'Italia perché fanno da scudo ai venti gelidi da nord e alle perturbazioni. Essi, se riescono a superarle, possono provocare l'effetto foehn: scendendo giù per i pendii delle Alpi, si riscalda e, anche in inverno, le zone colpite da questo vento, di solito forte, possono raggiungere temperature attorno ai 18°c. Le zone più colpite sono le regioni nord-occidentali. Scendendo più a sud si ha un clima continentale, caratterizzato da estati calde, afose e povere di precipitazioni ed inverni freddi e umidi. L'autunno e la primavera si presentano stagioni piovose e variabili.

Il settore adriatico vede estati con temperature e tassi d'umidità inferiori ed inverni con temperature leggermentee meno basse. Le nevicate sono meno numerose ma più abbondanti, parlando sempre in generale. Frequenti sono le irruzioni di aria fredda da nord-est, la tramontana, che portano freddo, secco e sereno.

Il clima ligure ha le estati meno calde d'Italia e inverni molto miti. Questo grazie alla forte rilevanza che ha il mare in questa regione, che, probabilmente, è la più piovosa. Quando d'inverno spira la tramontana, il golfo ligure è investito da forti venti.

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AH. L'Europa vista da Meteosat

Nel clima tirrenico si possono riscontrare estati calde anche se meno umide di quelle adriatiche, mentre la stagione invernale raramente vede scendere le temperature sotto lo zero lungo la costa. Caratteristico di Roma è il ponentino, un vento che in estate allieva i disagi provocati dal caldo. Complessivamente si può dire, che soprattutto nell'area centro-settentrionale, sia un clima piuttosto piovoso.

Per quanto riguarda il clima appenninico, si può dire che esso è molto freddo d'inverno, specie al al centro-nord con abbondanti nevicate soprattutto ai versanti esposti ai gelidi venti da nord-est e fresco d'estate.

Il clima siculo-calabrese è indubitabilmente molto caldo d'estate e molto mite d'inverno . Non è infrequente che si raggiungano temperature attorno ai 40°c. Le nevicate sono praticamente inesistenti in pianura e non tanto frequenti sugli Appennini e sull'Etna.

Infine il clima sardo è simile a quello tirrenico. Una delle sue peculiarità è senz'altro il maestrale, un vento che lì si presenta molto forte, con raffiche che raggiungono anche i 120 km/h, tanto è vero che la Sardegna è l'unica regione italiana in cui si produce energia eolica.

 L'Italia osservata dal satellite

AI. L'Italia osservata dal satellite

MASSE D’ARIA E PERTURBAZIONI

Le masse d'aria che interessano, nel corso dell'anno, il territorio italiano, sono fondamentalmente l’aria artica, l'aria temperata e l'aria tropicale.

L'aria artica è l'aria tipicamente invernale. Formatasi sulla calotta polare, questa enorme massa di aria freddissima, tende a defluire verso sud, venendo ad interessare anche l'Italia. Se proviene dalla valle del Rodano (tipo marittimo) dà origine, nella sua avanzata, ad un vento molto forte e turbolento: le nubi più caratteristiche sono quelle cumuliformi, accompagnate da rovesci e temporali (in estate). L'aria artica di tipo continentale (la cui origine è il vasto territorio gelato della Russia settentrionale) giunge invece in Italia dalla "porta della bora" sotto forma di venti di estrema violenza che generano talvolta forti tempeste sul Mare Adriatico.

L'aria temperata o intermedia costituisce la massa d'aria che maggiormente interessa le regioni italiane in tutte la stagioni dell'anno. Per la sua origine zonale (essa ha origine, cioè, entro la fascia della zona temperata), può suddividersi in intermedia fredda e intermedia calda. Entrambi i tipi, poi, si suddividono in marittima e continentale.

L'aria temperata fredda marittima proviene dall'atlantico settentrionale, talvolta dal Canada, e il suo arrivo è preannunciato da forti venti maestrali; dato il suo notevole spessore, riesce a scavalcare facilmente la catena alpina e a dilagare lungo tutta la penisola italiana. Tale tipo di massa d'aria apporta tempo molto variabile, con alternanza di annuvolamenti anche intensi, accompagnati da rovesci di pioggia o temporali, e da schiarite, specialmente in primavera ed autunno: un tipo di tempo che comunemente viene definito "tempo di marzo".

L'aria temperata fredda continentale giunge sull'Italia soprattutto in inverno dalle gelide pianure russo-siberiane; essa penetra nel territorio italiano attraverso il Golfo di Trieste, accompagnata da sostenuti venti di bora ed apportando in genere tempo freddo e asciutto. Le eventuali precipitazioni risultano per lo più di scarsa entità e, nella maggior parte dei casi, sono a caratteri nevoso.

L'aria temperata calda marittima proviene dall'Oceano Atlantico attraverso la Spagna a il Mediterraneo occidentale; essa apporta generalmente nubi stratificate; piogge leggere ma continue.

L'aria temperata calda continentale è tipicamente estiva; essa giunge sul territorio italiano dai Balcani o dalla Turchia. Le precipitazioni, con tale tipo d'aria, risultano proprio scarse e si risolvono per lo più con episodi temporaleschi locali.

Le masse d'aria tropicali nella stagione estiva possono risalire anche sino all'Europa settentrionale, mentre nella stagione invernale difficilmente raggiungono la penisola italiana, fermandosi per lo più sulla parte meridionale del bacino del Mediterraneo. A seconda della loro origine, si distinguono anch'esse in marittime e continentali.

L'aria tropicale marittima perviene sull'Italia dalle Isole Azzorre e apporta sull'Italia nubi del tipo stratificato; le precipitazione caratteristiche sono le pioviggini.

L'aria tropicale continentale giunge in Italia dall'Africa settentrionale ovvero dall'Asia Minore; essa apporta generalmente le più marcate ondate di caldo.

Per quanto riguarda le perturbazioni, queste giungono sull'Italia e la attraversano secondo tre traiettorie.

La prima proviene dalle Isole Britanniche, passa sulla Francia, sul golfo ligure e piega poi lungo le coste tirreniche; talvolta, dal golfo ligure, attraverso l'Appennino tosco-emiliano per deviare poi verso sud-est lungo tutto l'Adriatico.

La seconda traiettoria ci porta le perturbazioni da ovest, ma lungo latitudini più basse, cioè alle latitudine della penisola iberica; questa perturbazioni raggiungono prima la Sardegna e successivamente l'Italia centrale e meridionale per poi portarsi sulla Grecia.

La terza traiettoria, ancora più meridionale, ci porta le perturbazioni dalle zone dell'Africa nord- occidentale che difficilmente risalgono la penisola italiana, limitando la loro influenza alle sole regioni meridionali.

 

METEOROLOGIA DELLE QUATTRO STAGIONI

In inverno possono susseguirsi sia le depressioni mediterranee sia l'anticiclone atlantico e quello russo. Poiché le depressioni mediterranee (autonome o derivate) interessano di più l'Italia peninsulare ed insulare, ecco che le regioni settentrionali sono poco piovose (ad eccezione di una ristretta zona sulle Venezie nord-orientali) mentre le zone più piovose sono su tutte sul versante tirrenico e la Sicilia, poiché direttamente soggette alle correnti umide a componente occidentale. Le temperature più basse si raggiungono, a parte le località montane, sulla Pianura Padana per il suo clima continentale. La Pianura Padana, ha un altro primato: quello della nebbia. La rigidità, la forte umidità della zona e la prevalente calma atmosferica sono i fattori favorevoli a questo fenomeno particolarmente persistente quando si ha un'aria di alta pressione sull'Europa centrale o centro- orientale. Tra i venti più importanti ricordiamo la bora, fredda e violenta, nel golfo di Triste, la tramontana, il foehn (discendente dalla catena delle Alpi e responsabile di repentini aumenti di temperatura e del dissolvimento delle nubi). Frequente è anche il vento di scirocco, che spesso apporta pioggia.

La primavera costituisce un periodo di grande variabilità meteorologica: durante il suo corso si hanno profondi rivolgimenti nella distribuzione della pressione, della temperatura e delle masse d'aria. A giornate assolate succedono, spesso bruscamente, "colpi di coda" dell'inverno, con gelate e possibili nevicate al nord. L'Anticiclone atlantico inizia in questo periodo la sua espansione verso il continente europeo, ma ciò avviene per successivi impulsi. Ne conseguono fasi di tempo mite e sereno e fasi di ritorno di freddo, pioggia e, qualche volta neve. L'Anticiclone russo, invece, responsabile dei marcati afflussi di aria fredda, tende a frazionarsi sino a dissolversi completamente entro la prima parte della stagione. Con il progressivo modificarsi della distribuzione della pressione (e di conseguenza della circolazione atmosferica), le grandi perturbazioni provenienti dall'Atlantico tendono a seguire traiettorie sempre più settentrionali: eccole sempre più frequenti e durature fasi di tempo buono sulle regioni meridionali e centrali della penisola, mentre sulle regioni settentrionali, interessate dalle parti meridionali delle perturbazioni che transitano sull'Europa centrale, possono permanere fasi di tempo incostante e variabile. Il periodo centrale della stagione primaverile è caratterizzato da un generale aumento dell'instabilità dell'aria con la formazione di nubi cumuliformi ad evoluzione diurna e tipici rovesci e temporali seguiti da rapide schiarite.

L'estate è determinata dal predominio dell'anticiclone atlantico che, pur mantenendo il suo massimo in prossimità delle Isole Azzorre, si estende fino ad interessare tutta l'Europa sud-occidentale, parte di quella centrale e quasi tutto il Mediterraneo. La debole circolazione fa sì che l'aria ristagni inerte anche per lunghi periodi; inoltre, il fenomeno della subsidenza, cioè il lento abbassarsi degli strati d’aria superiori e la conseguente compressione di quelli a contato col suolo, ne provoca un graduale surriscaldamento. Queste condizioni contribuiscono unitamente alla serenità del cielo e alla maggiore elevazione del Sole sull'orizzonte, a far salire ovunque sensibilmente la temperatura, che risulta più alta laddove il riscaldamento trovi condizioni ambientali più favorevoli (per esempio nella Pianura Padana, specie nel settore centrale, e nelle regioni meridionali del penisola). Per la particolare stabilità atmosferica, in estate si ha la prevalenza di venti di brezza, questi, siano di terra, di mare o di lago, costituiscono un gradito sollievo all'afa estiva in quanto mitigano sensibilmente gli eccessi termici caratteristici della stagione. La nuvolosità, dovuta soprattutto al surriscaldamento diurno, è prevalentemente costituita da nubi cumuliformi; il ripetersi giornaliero di tale nuvolosità (che si addensa specialmente lungo i rilievi montuosi) è indice di tempo stabile.

L'autunno inizia solitamente quando una perturbazione, seguita da una marcata corrente d'aria fredda, è dotata di sufficiente energia per scendere abbastanza a sud, invadendo il Mediterraneo occidentale e centrale. Con tale evento, l'Italia inizia ad essere interessata da maltempo tipico di questa stagione di transizione e ciò accade il più delle volte nella seconda metà di settembre. L'attenuazione delle alte pressioni e l'abbassamento della traiettoria delle basse pressioni avviene per gradi irregolari, ma col procedere del mese di settembre, l'influenza benefica dell'anticiclone si fa sempre più debole, mentre prendono sempre più vigore le perturbazioni atlantiche: ecco le prime fasi di moderato maltempo, sino alla prima vigorosa perturbazione della seconda metà di settembre che segna definitivamente l'inizio della stagione autunnale. In seguito, caratteristiche diventano le depressioni sul Mar Ligure e sul Tirreno e quelle mediterranee, che portano condizioni di maltempo. Questo assume una particolare intensità allorquando nelle aree di bassa pressione confluiscono masse d'aria fredda di origine polare e masse d'arie calda e umida di origine mediterranea o tropicale: ecco perché, sulla maggior parte delle regioni italiane, l'autunno è la stagione più piovosa dell'anno. Solo verso la metà di novembre i lineamenti generali del tempo tendono ad accostarsi sempre più a quelli del tipo invernale.

GLI OTTO PRINCIPALI TIPI DI TEMPO

Sull'Italia si instaurano otto principali tipi di tempo, anche se per la moltitudine dei diversi climi italiani, possono risultare diversi da come verranno descritti.

Prima situazione tipica: anticiclone su Penisola Iberica, Francia, Mediterraneo occidentale e Italia. Le perturbazioni atlantiche ruotano attorno alla zona di alta pressione in senso orario, interessando principalmente l'Europa centrale e settentrionale. Sul Mediterraneo occidentale e sull'Italia, tale situazione apporta aria tropicale, cioè secca, stabile e abbastanza calda, con cielo in prevalenza sereno e temperature relativamente alte. Le catene montuose sono orlate da imponenti ammassi nuvolosi del genere cumuliformi a evoluzione diurna. Questa situazione costituisce una delle più classiche situazioni estive: può tuttavia presentarsi anche nella tarda primavera; essa può persistere a lungo, talvolta anche due, tre settimane.

Seconda situazione tipica: anticiclone sull'Europa centrale. Una vasta area anticiclonica occupa gran parte dell'Europa con centro per lo più tra le Alpi e la Danimarca. Le perturbazioni a grande scala influenzano soprattutto l'Europa settentrionale. Sull'Italia, le condizioni atmosferiche risultano buone; solo sul versante adriatico italiano può talvolta presentarsi una scarsa nuvolosità per afflussi freddi da n/e. La temperatura risulta piuttosto mite in estate e notevolmente inferiore ai valori normali in inverno (il versante adriatico risulta comunque più fresco o più freddo del versante tirrenico). Di solito, con una tale situazione, in inverno si hanno sulla Pianura Padana le più estese e persistenti formazioni nebbiose. Anche questo tipo di tempo può prolungarsi per lunghi periodi: talvolta, in estate principalmente, anche per diverse settimane.

Terza situazione tipica: anticiclone sul Mediterraneo occidentale. Situazione simile a quella precedente, con la sola differenza che tutto il campo delle alte pressioni si trova spostato più a sud: il centro dell'area delle alte pressioni viene così a trovarsi sul Mediterraneo occidentale, e le perturbazioni atlantiche transitano sul continente a latitudini più basse venendo ad influenzare, sia pure in parte, anche zone dell'Europa centrale. Le condizioni sull'Italia si presentano buone, con cielo in prevalenza sereno; i venti risultano deboli o assenti e lungo i litorali a regime di brezza. Le temperature al suolo risultano superiori a valori medi normali del periodo. In estate, pertanto, possono essere raggiunte le temperature più alte dell'anno. Anche una tale situazione può persistere molto a lungo: è quella che caratterizza per lo più il periodo estivo, soprattutto dei suoi primi due mesi.

Quarta situazione tipica: fascia di alte pressioni sull'Europa centrale. Le alte pressioni sull'Atlantico (anticiclone delle Azzorre) si congiungono, attraverso una fascia o corridoio di alte pressioni sull’Europa centrale, con l'anticiclone russo-siberiano con centro nella Russia. Le perturbazioni, provenienti dall'oceano, si muovono lungo il bordo settentrionale della fascia anticiclonica. Sull'Italia il tempo risulta buono, ma freddo in inverno e fresco in estate per lo spirare di venti da nord/est e le temperature risultano quasi ovunque inferiori ai valori normali del periodo. Tale situazione si presenta per lo più nella tarda estate e ha, in media, una frequenza piuttosto bassa; la sua durata può oscillare mediamente dai sette ai dieci giorni. La fine della situazione è denunciata da una diminuzione della pressione tra i due anticicloni atlantico e russo. Le perturbazioni del Nord Atlantico piegano, raggiunta la Francia, verso sud/est, cioè verso l'Italia, dove apportano condizioni di spiccato maltempo.

Quinta situazione tipica: depressione da nord/ovest. E' una delle situazioni più tipiche dell'autunno e dell'inverno, alla quale si perviene, molto spesso, da quella precedente. Allorquando si verifica la "rottura" della fascia delle alte pressioni sull'Europa centrale, le perturbazioni, giunte sul continente, piegano verso sud/est, entrando nel Mediterraneo. Le singole perturbazioni o gruppi di perturbazioni si susseguono a ritmi più o meno regolari apportando sull'Italia periodi, anche lunghi, di maltempo e brusche variazioni di temperatura. Solitamente questa è la situazione meteorologica peggiore per l'Italia.

Sesta situazione tipica: anticiclone sull'Europa nord-occidentale. Si presenta quando un anticiclone occupa gran parte dell'Europa nord-occidentale, con il massimo di pressione sulla Scandinavia o sulla Finlandia, mentre sul Mediterraneo si ha una zona di basse pressioni, talvolta con vari minimi. In tali condizioni, i venti a componente settentrionale che spirano dall'anticiclone portano sul Mediterraneo masse d'aria fredda o addirittura artica che, venendo a contatto con le masse più calde caratteristiche del Mediterraneo, generano, sulla sua estremità occidentale, una serie si corpi nuvolosi e perturbazioni. Queste si succedono con ritmo rapido, seguendo tutte la medesima traiettoria verso levante, dirigendosi cioè verso la nostra penisola. Le condizioni del tempo risultano ovunque cattive, specialmente sulle regioni tirreniche. Questa situazione ha la maggiore frequenza d'inverno e la minore d'estate; può durare anche per parecchi giorni.

Settima situazione tipica: basse pressioni sul Mediterraneo occidentale e sul Tirreno. Questa situazione, che si presenta spesso nei mesi autunnali ma soprattutto in quelli invernali, è caratterizzata da una zona di basse pressioni, con vari minimi, stazionante talvolta anche sino ad una quindicina si giorni sul Mediterraneo occidentale e sul Tirreno. Le regioni dell'Europa orientale risultano interessate allo stesso tempo da una vasta area di alte pressioni. Le perturbazioni che si originano sull'Africa nord-occidentale, si dirigono velocemente verso l'Italia ma, per l'azione di blocco delle alte pressioni che si estendono dal mediterraneo orientale alla Russia, giunte all'altezza della Sardegna, rallentano, si avvicinano l'una all'altra, piegano verso nord e risalgono la penisola. Si determina così sul nostro Paese un periodo piuttosto lungo di spiccato maltempo, con piogge a carattere continuo o quasi e temperature decisamente superiori ai valori caratteristici del periodo. Con questa situazione, per i persistenti venti meridionali lungo tutto il Mare Adriatico, si ha il caratteristico fenomeno dell'acqua alta sulle lagune venete, soprattutto quando alla componente meteorologica si sovrappone anche la componente astronomica.

Ottava situazione tipica: depressione sul Mar Ligure. E' una situazione tipica della regione climatica italiana, caratterizzata da una bassa pressione sul Mar Ligure, associata di solito ad una vecchia perturbazione di origine atlantica. Le formazioni di basse pressioni sul Mar Ligure (dette anche "depressioni sottovento alle Alpi") sono strettamente legate alla presenza dell'imponente catena alpina e ad un energica invasione di aria fredda sul Mediterraneo occidentale proveniente dalla così detta "porta del mistral". La violenta corrente d'aria (che dalla valle del Rodano dilaga verso il Golfo del Leone e nel Mediterraneo occidentale),provoca infatti una forte diminuzione della pressione, sino alla formazione di una ben definita area depressionaria sul Mar Ligure. Il forte afflusso di aria fredda segue per lo più una vecchia perturbazione di origine atlantica: all'altezza delle Alpi occidentali tale perturbazione si spezza in due, e mentre la parte settentrionale prosegue verso nord-est, la parte meridionale, associata alla depressione originatasi nel Mar Ligure, si rinforza e si dirige verso sud-est. L'evoluzione di questa perturbazione risulta piuttosto lenta; su tutte le regioni italiane si hanno condizioni di marcato maltempo. La depressione intanto, continuando il suo autonomo movimento verso sud-est, chiude il suo ciclo sul Mare Egeo (generalmente): mentre sulle regioni settentrionali e su quelle del versante tirrenico della Liguria e della Campania si ha pertanto, dopo il transito della perturbazione, un generale e rapido miglioramento delle condizioni del tempo, sulle altre regioni italiane il cattivo tempo può persistere anche diversi giorni.

Da come si è potuto notare il clima italiano dipende essenzialmente de tre fattori dominanti: l’anticiclone atlantico (o anticiclone delle Azzorre), le depressioni mediterranee (autonome o che dipendono da altre più settentrionali) e l'anticiclone russo-siberiano. Per questi fattori e per altri (come la presenza della catena alpina e appenninica, la posizione geografica, …) il clima italiano, come già detto prima, è molto vario.

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