Hermes e Uomo Storico

 

Dialogo improbabile di Krejis con se stesso

 

Il dialogo che segue é frutto della mia immaginazione. Chi chiede e chi risponde é sempre Mario Krejis. Devo farlo per evitare che la stanchezza vi impedisca di comprendere sino in fondo il mio pensiero. Il dialogo si svolge tra un discepolo, che chiamerò Mario, e il suo Maestro Krejis. Così rimarremo in famiglia e nessuno si offenderà se, fra tanti pensieri intelligenti, scapperà qualche strafalcione.

 

Mario: Cos'é l'Ermete?

Krejis: L'Ermete é il miracolo dell'evoluzione interiore, il Messaggero dell'anima, il frutto dell'evoluzione psichica di ogni ermetista che si rispetti. Ermes é il nome greco che corrisponde al latino Mercurio, o Nebo, astuto Nume tutelare di commercianti, avvocati e truffaldini, di cui si credeva esaltasse le doti di astuzia, sottigliezza e perspicacia.

In campo filosofico l'Hermes fu l'ispiratore della capacità penetrativa della mente umana, l'intermediario tra mente e mondo ultrasensibile, dal quale tornava per offrire all'uomo doni preziosi. Fu detto il Messaggero degli Dei, perché gli dei stanno nei Cieli (da coelo: celare), ossia in luoghi occulti e remoti, nei quali i mortali non riuscirebbero a penetrare, se non fosse per la benevola intercessione di questo dio misterioso e amico.

Gli antichi Egizi lo venerarono come Anùbis, protettore della buona sepoltura e difensore dell'anima dalle insidie d'oltre tomba; o come Dio della scrittura, cioè della capacità mediatrice della mente umana di tradurre, in linguaggio articolato, le sottili vibrazioni del pensiero; o come Thot, Dio del Nilo, sacro fiume donatore di vita e di civiltà.

Plutarco lo chiamò Ermanubi, figlio adultero di Nefte e di Osiride che, abbandonato dalla madre crudele, fu allevato amorevolmente da Iside, della quale divenne il fedele custode.

Gli antichi Romani lo dipinsero con la testa di cane, per indicarne ieraticamente le qualità vigili e intelligenti; o in forma di una Serpe aggrovigliata a un corpo umano, per caratterizzarne il tipo di forza serpentina e penetrante.

Fu anche chiamato Esculapio, inventore della Medicina e Trismegisto, ossia tre volte sommo, perché il suo potere si estendeva ai tre Regni della Natura ed ai tre corpi dell'uomo (spirito, anima e corpo). Nella tradizione cristiana l'Hermes venne rappresentato come lo Spirito Santo, il Colombo messaggero di luce, che l'iconografia sacra rappresenta sul capo del Cristo e degli apostoli. Egli fu il Telema degli antichi Gnostici, il legame tra invisibile e sensibile, tra finito ed infinito, tra l’uomo e Dio. Fu anche il Lucifero portatore di luce, il più bello e potente tra gli Arcangeli, che la volontà divina sprofondò negli abissi dell'inferno (ossia del corpo), per aver osato donare agli uomini i riti dell'immortalità.

Mario: Si tratterebbe dunque di un flusso di conoscenza, che si insinuerebbe nelle forme pensiero dell'umanità dirigendo potentemente l'intelligenza umana.

Krejis: Non parlerei di tutta l’umanità, ma di coloro che hanno il potere di indurre la loro anima a manifestarsi. Se si analizza l'esistenza di un uomo, vi possono essere svariate situazioni in cui l'interiorità produce dei pensieri di inusuale intelligenza. In ogni essere umano possono verificarsi occasionali aperture mercuriali.

Il senno del poi fa comprendere che si tratta di vere illuminazioni e non di semplici forzature del ragionamento. In genere si resta perplessi cercando una spiegazione plausibile. Se si riesce a stabilire un nesso di causalità tra l'idea partorita mentalmente e le circostanze della vita, si può pensare che l'intuizione sia il semplice frutto dell'intelligenza. Spesso però non esistono spiegazioni plausibili ed allora si fa appello a Dio, sempre disposto ad elargirci pensieri luminosi ed espressioni magiche.

Mario: Potrebbe fare degli esempi pratici? Credo sia meglio cominciare dalle situazioni riscontrabili nell'uomo comune, per poi salire ad esaminare il cosiddetto iniziato ermetista.

Krejis: Ermes, Mercurio, Anubis, Nebo o Esculapio sono la personificazione, in chiave mitologica, di una facoltà umana sconosciuta e imprevedibile, che si manifesta secondo una scala di valori da zero all'infinito, caratterizzando nella sua massima espressione l'individuo evoluto, intelligente e capace di poteri straordinari. Tale facoltà rappresenta il coefficiente di moto assoluto della mente umana, in grado di tutto penetrare, assimilandosi alle cose in modo da percepirne l'intima natura.

Tutti nella loro vita hanno sperimentato quello stato particolare in cui un lampo di intuizione illumina, come un raggio di sole, gli ordinari processi della mente e nel quale avviene come se il pensiero si dinamizzasse, al punto di divenire capace di potenzialità insperate. Il medico alle prese con un caso difficile, che senza rendersene conto intuisce la natura di una malattia sconosciuta. Il fisico che non é in grado di estrapolare la legge determinante i fenomeni osservati e che in un solo istante percepisce la soluzione del problema. Lo scrittore che non riesce a dar vita ai suoi personaggi e che, in pochi istanti, vede scorrere innanzi agli occhi l'intero svolgimento della trama.

E’ come se la vita dell'essere umano fosse illuminata, di tanto in tanto, da momenti di particolare lucidità nei quali il pensiero, svincolandosi da ogni logica, vola libero per abbracciare sinteticamente le cose, stabilendone gli intimi rapporti. Nell'uomo comune questa facoltà straordinaria, quando si manifesta, è di aiuto nell'affrontare i problemi della vita, nella famiglia e nella società. Nell'individuo più evoluto, filosofo, scienziato o artista, è la fonte da cui scaturiscono le dottrine più originali, le scoperte più utili ed ingegnose, le opere d'arte più sublimi.

Quanto più in alto si leva la ricerca investigativa, tanto più profondi e straordinari sono i contributi dell'Intelligenza Mercuriale al progresso dell'umanità che, nell'iniziato raggiungendo il massimo dello sviluppo possibile, assume i caratteri di Corpo Mobile, che gli antichi egizi raffigurarono plasticamente nell'Ibis, uccello migratore sacro a Thot, che col suo volo annunciava ogni anno il ritorno dell'inondazione e della fertilità nei campi; e che per analogia i Figli di Ermete indicarono con la lettera greca Psi che ricorda, nei suoi tratti semplici, la forma di un uccello.

Fuor di metafora, nel tipo umano progredito l'intelligenza, o Corpo Mercuriale, può raggiungere tal grado di sviluppo da divenire mobile, rapidissimo, mediatore consapevole tra l'uomo e le Intelligenze della Natura, esponente avanzato dell'individualità umana e manifestazione della sua natura divina. In un solo istante l'Ermete può percorrere distanze infinite, raggiungere mondi lontani, penetrare in altri esseri viventi cogliendone pensieri, sensazioni e stati d'animo; oppure, agendo sulle cause che determinano i fenomeni, modificare la loro fatale realizzazione, influendo sulla materia e mutando eventi ed effetti fisici.

Tramite l'Ermete i fenomeni definiti soprannaturali divengono possibili, come la medianità, la telepatia, la chiaroveggenza o la psicometria. Da esso traggono origine i poteri spirituali, dei quali molti si vantano, senza realmente possederli.

Mario: In altri termini l'Ermetismo si propone di sviluppare l'aspetto intuitivo dell'essere umano, potenziando una proprietà della mente che, in ogni caso, preesisterebbe all'iniziazione, essendo presente in tutti gli uomini.

Krejis: Si tratta di una facoltà che é propria dell'Uomo Interiore. Il Mago esprime la potenza dell'anima in ogni suo possibile aspetto. Nell'uomo comune l'Ermete può essere invece definito una componente trascurabile della personalità. L'Uomo Storico si manifesta quando la mente si distoglie dal mondo esterno, liberandosi delle interferenze dovute all'interiorizzazione automatica degli aspetti esistenziali meno compatibili con la vita sociale.

Il problema del mondo incosciente non é stato ancora del tutto risolto dalla scienza moderna. Più si indaga l'aspetto inconscio dell'essere umano, ossia il complesso di forze foriere di frustrazione, più alacremente si costruiscono teorie e scampoli di scienza applicati all'analisi estemporanea dell'uomo. Tuttavia, fino a quando vi saranno aspetti oscuri della mente umana, la Psicologia avrà il carattere inequivocabile di scienza empirica.

Secondo l'Ermetismo il modo per applicarsi correttamente allo studio dell'incosciente é l'Analisi Mistica, caratterizzata da un lungo percorso di autocoscienza, prodotto dall'apporto coniugato dell'analisi scientifica e dell'aspetto più marcatamente emotivo dell'essere umano.

Seguendo il percorso dell'uomo nelle società del passato, é possibile intuire il significato di molte Forme Templarie, che occultano volutamente il significato di pratiche e di verità molto peculiari. L'essenza di ogni Tradizione Sacra consiste nell'uso intelligente delle forze naturali, costrette ad emarginarsi nell'inconscio nell'inevitabile progresso della società civile.

Mario: In altri termini l'Ermetismo dispone dei mezzi per consentire l'esplorazione integrale della mente, aprendo l'indagine all'incosciente. Si direbbe quasi che la scienza moderna debba inchinarsi ai Saturnali Egizi.

Krejis: Niente affatto. È piuttosto l'analisi delle problematiche interiori che si differenzia, nella ricerca moderna, rispetto al passato. Oggigiorno si tenta di cogliere l'essenza dell'uomo nei suoi procedimenti mentali, assumendo che si debbano ricercare i presupposti dell'espressione psicologica nei meccanismi incoscienti. L'eredità antica incomincia invece dall'analisi dei caratteri storici, qualsiasi siano le modificazioni preesistenti all'analisi stessa. Si tratta di un punto di vista sostanzialmente diverso.

I mezzi di cui si servivano gli antichi sacerdoti non prevedevano studi anamnestici sulle anomalie del pensiero, rispetto ai cliches evidenziabili nell'uomo ritenuto normale. Si cercava in altri termini di comprendere l'insieme dei formalismi ereditari, eradicando dall'espressione cosciente temi e contrarietà del passato.

Il percorso incosciente si traduceva così nell'itinerario proficuo dell'iniziato, seguendo il quale si potevano conseguire risultati meglio aderenti alla realtà complessiva dell'essere umano. In definitiva ci si poneva il problema di cogliere, nei consueti dinamismi dell'amore sociale, le dominanti antiche in grado di deviare l'essere consapevole dall'esperienza.

Mario: Potrebbe essere più chiaro?

Krejis: La differenza tra la scienza sacerdotale e la Psicologia é che la seconda non consente all'eredità storica la sua naturale espressione. Il laboratorista psicologo sceglie i suoi profili di patologia o di normalità nell'insieme di espressioni antitetiche: da un lato l'infermo di mente, disperso nell'oscurità della follia; dall'altro l'uomo perfettamente consapevole ed integrato nella società.

Nel sistema antico si riteneva che tutte le anime producessero degli adattamenti corporei, diversificati secondo l'esperienza storica. Di conseguenza ogni conflitto esistenziale veniva combattuto esplorando, con opportuni sistemi, l'anima storica e facendo una ricognizione di ciò che poteva comportare ansia e frustrazione nell'esperienza.

La differenza consisteva quindi nel sistema proposto per indagare l'interiorità dell'uomo. L'anima assumeva, per gli antichi, il significato di sancta sanctorum delle esistenze terrene ed i mezzi per entrare nel Tempio interiore si fondevano, per molti aspetti, con l'antica Teofania di Aristarco e di Platone, caratterizzata dall'idea di una Monade Geroglifica caparbia e tenace, soprascritta ai pensieri animali tanto da coinvolgerne profondamente la progressione sulla Terra. Il termine Geroglifico si riferisce ovviamente al carattere profondamente lapidario dell'azione monadica, costruttrice e modulatrice dell'esperienza corporea.

Mario: Che cosa può comportare, in termini pratici, la differenza tra queste due diverse modalità?

Krejis: Si tratta di intuire il tipo di percorso evolutivo lungo il quale si vuole condurre l'essere umano. Nei suoi tratti essenziali l'antica Dottrina consiste nell'indurre nell'iniziato una profonda apertura inconscia, preparandolo mentalmente, in modo da non costituire un ostacolo all'indagine scientifica. Se fosse invece per la Psicologia, si dovrebbe costringere l'analisi psicologica a ricondursi alle cause inconscie delle forme mentali, agenti in un dato momento. E questo é falso, almeno in un certo numero di casi. Si deve cogliere la fondamentale organicità dell'Essere inconscio, comprensivo di ogni traccia di vita storicamente significativa.

Nel tentativo di combattere il disagio, l'unica esplorazione possibile diviene l'analisi dell'inconscio come si manifesta nell'amore magico, ossia in uno stato di intensa vibrazione emotiva, costruita nel laboratorio alchemico e in grado di alterare lo psichismo ordinario, lasciando filtrare i segnali dell'Uomo Storico, almeno nei loro aspetti più significativi.

Mario: Si tratta di un curioso accostamento: da un lato lei pone l'analisi razionale dell'anima, dall'altro la vibrazione, che definisce col suggestivo termine di amore magico. In genere, nella logica comune, si tende a mantenere distinti i due aspetti, considerati condizionanti l'uno per l'altro. Lo studioso che si lasci troppo influenzare dall'emozione, non é tanto sereno da approfondire logicamente le problematiche di studio. Al contrario l'uomo in stato di esaltazione emotiva viene spesso considerato incapace di rigorose analisi razionali. Lei invece sostiene che, per accedere all'analisi dell'Uomo Storico, bisogna che si determini una forte scarica emozionale.

Krejis: Si suole attribuire alla mente la capacità di analizzare razionalmente il mondo esterno. Bisogna tuttavia distinguere l'esperienza mentale della realtà, dai pensieri che sono evocati dall'emozione, caratterizzabili per essere associati ad intensi stati di vibrazione psicosomatica. Secondo l'Ermetismo, se si pone in azione unicamente la ragione/intelligenza, si conoscerà un aspetto molto limitato dell'esperienza, ossia la componente più semplicemente definibile formale.

Il logico concatenarsi di cause ed effetti definisce l'intelligenza speculativa, prima attitudine da svilupparsi in ogni tentativo di conoscenza del mondo fenomenico. Tuttavia l'aspetto formale, codificato nei sussurri dell'intelligenza sociale, rappresenta solo una piccola parte dell'insieme esperenziale. Nei tre Mondi in cui si manifesta la Natura, feconda manifestazione della Vita Planetaria, si colgono molteplici manifestazioni vitali, intensamente cangianti nelle loro infinite combinazioni.

Solo i solidi forma sostanziano l'errore del manipolatore sociale, avvezzo a dar risalto alle manifestazioni tridimensionali, palesabili in analisi statistiche o in futuribili strategie di computo matematico. Sarebbe però utopico immaginare la Vita nel suo solo manifestarsi nel mondo fisico, anziché nel suo ordinato procedere dall'essenza alla forma, sino a produrre il movimento contrario, che é proprio di ogni processo di morte.

L'Essenza di Vita, percepibile nell'excursus evolutivo dell'ermetista, amplifica l'esperienza psichica dell'iniziato, estendendola all'Invisibile. Si tratta di un modo più completo di organizzare la conoscenza: l'esperienza totalizzante dell'iniziato.

Il problema é dunque di modificare profondamente l'ottica sensista dell'uomo comune, aumentando la sua intuizione sino al punto di cogliere l'unità dell'essenza vitale delle forme. È il più importante potere dell'iniziato, senza il quale non vi é possibilità, per lui, di operare nell'esperienza.

Il punto da sottolineare é che l'essenza dei corpi si manifesta caratteristicamente nell'empatia, fortemente energizzata dall'amore. È dunque questa la condizione da verificarsi, perché si avvii la processione dell'Uomo Storico verso l'eremo dei sogni.

Mario: Si ritorna così all'Ermete.

Krejis: E all'anima. Se l'essenza dell'uomo corporeo é l'Uomo Storico, la sua manifestazione può essere colta unicamente in uno stato di vibrazione istantanea, caratteristica dell'Ermete. Bisogna dunque imparare, dall'esperienza sacrale, il modo corretto attraverso cui esprimere l'affettività, perché si traduca in un potente richiamo per l'anima.

Mario: Ecco perché lei insiste tanto sull'amore. Concetto altrimenti frainteso, corrimano per espressioni distorte e fuorvianti, che hanno talvolta a che fare col sesso.

Krejis: L'amore é affrancato dal sesso nella visione misticheggiante della Chiesa. La demonizzazione dell'amore sessuale, in termini di antitesi alla spiritualità, ha rappresentato il mezzo utilizzato dal Cristianesimo per distruggere l'antica concezione dell'uomo integrale, dividendolo in due parti: da un lato l'anima, matrice del corpo, identica all'uomo in carne e ossa; dall'altro l'Essere violento e sensuale, identificabile col Demonio, che attraverso il suo continuo tentare spinge l'anima nel baratro del peccato.

È facile intuire l'assurdità della concezione cristiana, ma anche la terribile impostura della Chiesa nel creare l'illusione di un potere dello Stato di Grazia, sapiente artificio per controllare le psico-dinamiche collettive. E, d'altro canto, il subdolo accendersi del Potere Diabolico ogni qual volta l'anima-uomo si allontana dalle forme sacrali previste per lui dalla Santità Apostolica.

L'artificiosa divisione dell'essere umano ha condotto le attitudini inconsce del cristiano ad individuarsi nei tipi inconsci devoti al senso della morale, in perenne conflitto col turgore della carne, che pretende il suo tributo nel congiungimento carnale. La beffa sarebbe completa, se si aggiungesse l'esperienza iniziatica ad aumentare il sussulto dell'uomo infoiato dall'istinto, ma separato nell'amore.

La ragione del conflitto tra la tentazione di compiere un misfatto e l'idea della colpa diviene, nel seme dell'anima, fonte di paura e di sconfitte, che recano impresso il marchio della Bestia. Ecco spiegato il tentativo di molti aspiranti alla Luce, affollati nel Vestibolo del Tempio, di accedere ad un uso promiscuo del Sacerdozio, che é loro decisamente negato. Sono costoro invasati di sensualità, eppure si dichiarano iniziati, pretendendo di accedere all'anima coi sistemi, e sono gli stessi, della Chiesa. Così facendo, essi continuano il loro percorso separando l'istinto alla vita dall'uso morale di idee incentrate sulla riproduzione. Si spiegano così le mutevoli espressioni dell'ideale del Cristo, fatalmente interpretato nell'interesse del pensiero collettivo.

Il misticismo cristiano conquistò le masse facendo leva sull'abbrutimento del sensuale Romano, additato come turpe espressione dell'antica Religione Pantea, matura per essere fagocitata nell'abisso della fede monoteistica dell'ebraico Pastore di pecore.

Nel propagarsi del Cristianesimo come Religione Ecclesiale, si dimenò l'Araba Fenice nel mestolo dell'Inquisizione e si sprofondò il fiero Nemico del dolore morale nella suburra dell'atroce bestemmia: Dio é al di fuori dell'uomo e lo giudica coi suoi preti: psicopatici e frustrati sessuali, attirati dall'estremismo morale; o peccatori in vita assolti in articulo mortis per il loro pentimento.

Mario: Mi pare che lei stia esagerando. Il suo anticlericalismo non l'autorizza ad oltraggiare le forme tradizionali del Cristianesimo, offendendo i suoi lettori.

Krejis: E cosa potrebbe fare la sua Religione a Mario Krejis, se non condannarlo un'ennesima volta? Se vuole conoscere la verità sui suoi Santi, abiuri dallo statalismo misticheggiante del credente integralista e si affacci nel mio mondo. Se i morti potessero parlare, le farei raccontare le orribili torture subite dagli antichi Sacerdoti di Osiride, nell'inutile tentativo di costringerli ad abiurare, dilettandoli nelle fucine del bravo Candelaio, distolto dal lavoro per infiggere i suoi ferri nelle loro carni tormentate.

Oramai siamo nel 2000 e queste storie non sono più di attualità. Eppure nel profondo dell'anima storica gemono ferite profonde, che solo l'amore potrebbe risanare. E che forse, nel tempo di un'altra vita, si saneranno.

Mario: Meglio lasciar perdere e tornare all'Ermete.

Krejis: L'Ermetismo non separa l'uomo, ma lo configura in un'unità perfetta, dedicandosi ad affinare i suoi poteri e le sue prerogative. Non vi é divisione nell'uomo che si dedica all'Alchimia, ma il sentimento e la mente si applicano nell'istante stesso alle cose, impedendo l'esperienza unilaterale che é propria del diviso. Si tratta di sottomettersi ad una disciplina molto rigida, anche se in apparenza tollerante. Il seguito potrà saperlo se e quando si scoprirà aspirante ermetista.

Mario: Posto che credere nell'unità può rappresentare un ideale condivisibile, come si può definire l'intenzione dell'iniziato nel porsi al centro del processo conoscitivo?

Krejis: L'amore magico contempla il possesso della cosa e il desiderio prepotente dell'esperienza. Si deve compiere un piccolo sforzo, per immaginare cosa sia lo stato di amore dell'iniziato. Concupire la cosa desiderata é il sistema del plebeo. Amare senza concezione di forma rappresenta la saggezza dell'Iniziato di Osiride.

Mario: Vuole essere più chiaro? Come si può amare senza forma?

Krejis: L'uomo aspira solo al possesso. Non vi sono cose appetibili e piacevoli che non vorrebbe fare sue. Ancora oggi la parola possessione viene considerata potentemente evocatrice di influenze diaboliche. Il possesso invece é un diritto. Si deve lavorare, sostiene la morale comune, ed il possesso rappresenta la giusta ricompensa.

Il possesso é legittimo, se attuato secondo le regole del gioco. Diviene però un delitto, se si sottrae un bene al proprio simile per possederlo indebitamente. Il Sole non possiede l'Universo, ma lo permea coi suoi raggi benefici. E la madre non possiede il figlio, pur avendogli dato la vita. L'iniziato non possiede nulla. Egli irradia l'amore dell'anima come fa il Sole con l'Universo. Ed ama i suoi discepoli senza possederli, come la madre ama suo figlio.

Quest'amore radiante e materno scioglie l'uggioso individualismo dell'animale, espandendo la sua consapevolezza ai remoti confini dell'Invisibile, dove l'Ermete attende paziente che l'uomo lo chiami a sé, facendolo parlare. Ecco spiegato il concetto di amore ermetico, che si sfronda di ogni pietoso contributo sociale, divenendo energia che permea le cose e le fa proprie. Permeandole, ossia traversandole coi misteriosi raggi dell'anima, l'amore stabilisce in esse il suo primato. Dilettandosi in loro, si compiace di se stesso e, ciò facendo, si manifesta nei corpi come Essenza di Vita. La forma cessa quindi di rappresentare il solo possesso consentito all'essere umano, divenendo mera esteriorità, frutto di influenze destinate a cessare con l'esperienza più coinvolgente del possesso interiore. Accrescendosi l'iniziato nell'identità con l'Ermete, la realtà delle forme diviene uno strumento illusorio di conoscenza, rappresentandosi, nell'Utero Planetario, in un infinito e perenne ribollire.

Mario: E così l'Ermete si manifesta… Quali sarebbero, secondo lei, le influenze corrette che risveglierebbero il Gigante addormentato?

Krejis: L'amore rappresenta la prima regola che si deve applicare, al fine di risvegliare l'Ermete. Un breve soggiorno nell'Ermetismo alimenta l'anima di forti magnetismi, indotti dalle correnti isiache che circolano nel Gruppo. Al contempo, se l'iniziato avverte il senso del risveglio, possono manifestarsi in lui frequenti esaltazioni dell'entusiasmo, che richiamano fortemente l'Uomo Storico nella coscienza. Si produce in altri termini un terremoto interiore che alla fine farà sì che l'incosciente si spalanchi, facendo scaturire lo zampillo dell'anima antica. Come acqua di fonte il tenero Pargolo, l'Ermete, si esprimerà nella mente, lavando il terreno riarso dell'anima dai sedimenti terreni ed elevando il suo raggio d'azione nei Soli dell'Invisibile. Il tempo si fermerà. In pochi istanti l'anima si verserà fluidamente nel pensiero umano e si incomincerà veramente.

Mario: Venendo agli aspetti pratici?

Krejis: L'Uomo Storico é fortemente interiorizzato, manifestandosi talvolta con saltuarie esplosioni di violenza o con forme di inspiegabile depressione. Può accadere che una persona si agiti senza ragione o che, nel pieno di un sentiero di vita sereno, si aprano periodi di doloroso silenzio, nei quali riesce impossibile esprimere il disagio interiore. Si tratta di condizioni nelle quali l'Uomo Storico si manifesta in modo vago, tanto da non venire riconosciuto.

L'espressione antica dev'essere interpretata. L'eredità dell'Uomo Storico comincia a presentarsi quando vengono meno gli appoggi del senso comune. Per tale ragione la Strada Isiaca é tradizionalmente di distruzione sistematica di ogni precedente equilibrio. Se non fosse per la temperatura fondente dell'amore, si scioglierebbe solo l'illusione dell'ascesi, ma si resterebbe sostanzialmente uguali a se stessi. Il segreto delle antiche Scuole di Taumaturgia consisteva nell'usare il pensiero antico allo scopo di guarire. Il seguito può essere facilmente intuito.

Mario: Lei ha detto che l'amore é l'unico mezzo per sollecitare l'inconscio ad aprirsi, manifestando l'Uomo Storico. Potrebbe trattarsi di un'esperienza che ha a che fare con l'amore fisico?

Krejis: L'eredità ermetica, l'ho già detto, non ha nulla a che fare col sesso o con le discipline orientali basate sul rapporto di coppia. Si deve comprendere l'amore ermetico senza spendere troppe parole per descriverlo. Resta il fatto che l'Ermete si manifesta solo se l'anima ha saputo trovare i semi del vero amore. Altrimenti si rimane nella materia, a gingillarsi con secreti corporei e formulette da apprendista stregone.

Mario: Ammesso che il novizio sappia risvegliare l'anima con le pratiche dell'Ermetismo, come si può manifestare l'Ermete?

Krejis: Dipende dalle modificazioni interiori indotte dalla pratica e dalla costituzione occulta del candidato alla Magia dell'anima. Nel caso della Maria, la forma più evoluta di Ermete, l'intelligenza umana si scinde, dividendosi l'Io nelle due fraterne manifestazioni dell'uomo intelligente.

Si potrebbe paragonare l'intelligenza ermetica al Demone Socratico, un Angelo Custode che ci consiglia, dimostrandosi talvolta antagonista dei nostri impulsi più volgari; o talaltra associandosi ai nostri pensieri quando siamo nel giusto.

La manifestazione dell'Ermete é indispensabile per l'ulteriore progresso dell'iniziato. Se non si distilla dal complesso psichico un insieme omogeneo, in grado di rappresentare la parte più profonda e purificata della mente, l'evoluzione sarà destinata ad interrompersi, cadendo il discepolo nell'errore, com'é di fatto occorso a tanti sperimentatori della strada alchemica.

Mario: Perché la manifestazione dell'Ermete é tanto importante per la strada spirituale?

Krejis: Se non si sviluppa la coscienza dell'Essere Magico, non vi può essere progresso. Se poi l'iniziato si affaccia alla via alchemica, disporre di un Ermete potente e stabile diviene una condizione essenziale. L'Ermete deve divenire il Maestro interiore, al quale saranno sottoposte le infinite problematiche che si porranno all'iniziato lungo il suo percorso.

Sarà nell'Ermete che prenderanno corpo le ispirazioni più sublimi e le intenzioni più veritiere, che consentiranno all'iniziato di superare le difficili prove della strada spirituale. È per grazia di Dio, si diceva un tempo, che l'Ermete sorge ad Oriente della psiche addormentata, portando la luce dell'Intelligenza superiore dove regnavano le tenebre dell'ignoranza.

Un tempo ogni Maestro era solito festeggiare il risveglio ermetico del suo discepolo. Si trattava di un evento decisivo per l'iniziato, la cui comparsa veniva salutata con gioia. Si narrano storie affascinanti, per evidenziare l'importanza dell'accadimento. Talvolta erano necessari molti anni di sacrifici e di rinunce, per produrre l'apertura inconscia. La Provvidenza in qualche caso aiutava i più restii con misteriose malattie, che lasciavano i poveretti estremamente defedati, ma felici di aver verificato in sé la nascita di un modo di pensiero inusuale e per certi versi inquietante.

Altre volte il Risveglio fu prodotto da terribili esperienze mentali, simili alle prove iniziatiche dell'antichità. Sempre però, quando il momento della verità passava, l'iniziato veniva circondato dai suoi fratelli più anziani, che lo abbracciavano, felici che un'altro di loro fosse riuscito a penetrare nel Sacrario dei Morti Viventi. Erano altri tempi, molto diversi dagli odierni!

Mario: Lei ha detto che l'Ermete costituisce la condizione essenziale per l'ascesi. Il Kremmerz sosteneva la stessa cosa?

Krejis: Ovviamente, anche se con un linguaggio diverso. Una separazione inizialissima può essere alla base di aspetti crepuscolari della coscienza, come si osservano nelle forme di Spiritismo. Tuttavia l'evoluzione spirituale deve condurre l'iniziato alla manifestazione dell'Ermete, non alla medianità passiva. L'interiorità dell'ermetista si manifesta nella pienezza delle sue facoltà mentali, ossia in una condizione funzionale di grande lucidità intellettuale. Più sincretiche sono le apparenze dell'Uomo Storico nell'individualità, più stabili e definite saranno le espressioni intelligenti nel corso dell'esperienza.

L'Ermete é alla base del concetto di "Separando di Controllo", cui fa riferimento il Kremmerz, alludendo all'Individualità superiore che deve assumere progressivamente il controllo dell'esperienza magica. Se si considera il più accessibile osservatorio della coscienza, la rappresentazione ideologica dell'esperienza procede, attraverso le sensazioni corporee, con direzione centripeta dalla periferia al centro. Il cervello analizza il novero delle sensazioni, costruendo le immagini e formulando le conoscenze, che costituiranno il bagaglio individuale dell'uomo cosciente.

Nell'iniziato il processo che ho sommariamente descritto viene sottoposto all'analisi di un Secondo Centro di coscienza, non costretto nell'arco diastaltico del Sé agente nell'esperienza.

Il Separando é completo se il nuovo Centro intelligente é in grado di divenire cosciente di se stesso, operando le convergenze necessarie perché l'evoluzione sia giustamente orientata. Si capisce che, in mancanza di un Controllo Superiore, l'esperienza iniziatica potrà concludersi in un nulla di fatto o nel fatalistico e per certi versi autorevole fac et spera!

Se invece il processo di individuazione riesce, ogni percorso di vita sarà illuminato dalla saggezza dell'anima. Non sempre però la manifestazione dell'Ermete é completa sin dall'inizio. Talvolta l'anima storica ha bisogno di essere stabilizzata nell'insieme turbinante delle forze inconsce e si debbono usare degli accorgimenti, per fornire al pensiero aperture congrue al fatale Ermete. L'esperienza forma per necessità. L'iniziato sarà condotto ad esprimere il suo contenuto antico e le forze emergenti saranno progressivamente depurate e convogliate nel solo Potere dell'iniziato ermetista: l'Ermete.

Mario: L'esperienza del Risveglio Ermetico può dunque essere considerata un'apertura dell'incosciente, da cui germinano forze profondamente racchiuse nell'anima. Tuttavia il percorso iniziatico non sempre conduce al risveglio, come lei lo ha descritto. E non sempre l'Ermete può essere dimostrato in ogni ermetista.

Vi sono iniziati caratterizzabili per altre facoltà, meglio verificabili di quella che, in un certo senso, potrebbe essere definita una forma di schizofrenia. Dissociandosi psichicamente, l'iniziato si abituerebbe a rispondere alle sue stesse domande, dividendosi nelle due metà che, nell'interpretazione psichiatrica corrente, sono le basi di ogni forma di psicosi. Si direbbe quasi che si debbano formare dei percorsi di psicopatologia, anziché la scienza dell'evoluzione integralizzante del superuomo.

Il mio punto di vista sarà certo condiviso dai tanti studiosi che sostengono che é nell'integrità della coscienza che si determina lo sviluppo psichico, non nell'insensato parto di disordini mentali. La società di domani avrà bisogno di persone consapevoli ed integrate col loro ambiente sociale, più che di sognatori intenti nel soliloquio anagrammatico dell'Ermete.

Krejis: Quello che ho descritto non é il solo modo di manifestare l'Uomo Storico nella coscienza. Vi sono altre modalità, sicuramente meno perfette e produttive di risultati rispetto al Demone Socratico. Penso per esempio ai sogni simbolici, cui si fa spesso riferimento nei tradizionali trattati di Ermetismo.

Tuttavia, anche nel caso di sogni chiaroveggenti e simbolici, non si può sapere con certezza se il significato loro attribuito sia veritiero o se, al contrario, la loro interpretazione non sia influenzata dalle perturbazioni dell'ambiente mentale. Se la mente si separa temporaneamente dal controllo motorio, possono sostituirsi alla coscienza forze provenienti dall'inconscio, con la conseguenza di generare messaggi che, nel loro complesso, conducono ad una primordiale manifestazione dell'Ermete.

Mario: Insomma una specie di Psicoscrittura

Krejis: Non sia riduttivo. La Psicoscrittura, com'é comunemente intesa, non é che un'esplorazione superficiale dell'incosciente. Facendo riferimento ai personaggi della storia, frequentemente l'inconscio ama mascherarsi come si trattasse di un'Entità spiritica, assumendo l'identità di Cesare o di Nerone. Si tratta invece di rudimentali forme di scrittura medianica, con se stessi in posizione di trasmettitori e di riceventi. L'Uomo Storico non ha nulla a che fare coi soliloqui evanescenti dei medium. L'apertura prodotta dal Risveglio Ermetico coinvolge profondamente l'Uomo Storico, facendolo manifestare progressivamente nella mente.

L'Ermete si stabilisce, dal principio alla fine del percorso iniziatico, nel pensiero cosciente. Non vi é dissociazione psicopatologica, in cui la coscienza sia così fortemente risparmiata ed integra nel suo esplicitarsi nell'esperienza. Se di vera dissociazione si trattasse, le fenomenologie coscienti assumerebbero il profilo alternante degli sdoppiamenti di personalità. La persona sarebbe o Tizio o Caio, mai Sempronio. Invece é proprio nel terzo personaggio che si trova la chiave per una corretta indagine sull'Ermete.

Il sillabario psicologico dell'allenamento ermetico rende comprensibile l'idioma antico, facendolo penetrare profondamente nel pensiero articolato mentalmente. Il prodotto complessivo dell'attività psichica non può mai essere inferiore alla somma delle due componenti. Anzi il più delle volte il potere risolutivo dell'ermetista aumenta significativamente, divenendo molte volte più grande rispetto all'uomo normale. In quanto a forme alternative di manifestazione del Risveglio Ermetico, se ve ne sono, debbono essere considerate secondo il loro carattere più o meno affine ai processi di ascesi magica. Il mio parere é che senza l'Ermete non possa l'iniziato considerarsi tale.

Mario: Mi sembra un modo alquanto estremistico di considerare le cose, un colpo di grazia ai tanti sperimentatori che sostengono di aver conseguito l'evoluzione senza aver mai espresso la dissociazione mentale cui lei fa riferimento. Non crede che sarebbe opportuna una visione meno rigida, atteso che tante sono le manifestazioni possibili e minimi i risultati oggettivi dell'ascesi proposta dall'Ermetismo?

Krejis: Il processo di separazione deve sempre passare attraverso la manifestazione di uno stato di coscienza differente dal consueto. Un sistema alternativo non esiste. Si potrebbe paragonare il processo di manifestazione dell'Ermete ad un'immersione dell'intelligenza nell'Uomo Storico, che acquista il potere di pronunciarsi nella coscienza, divenendo comprensibile a se stesso e agli altri. Il miracolo dell'Ermetismo consiste nell'immediatezza dello spostamento dell'intelligenza da uno stato di coscienza all'altro, in piena consapevolezza di se stessi e dell'ambiente di vita.

L'espressione Messaggero può essere molto calzante. È il luminare della coscienza che si cala negli abissi dell'anima, divenendo portatore della Luce Ermetica, foriera di sapienza fino ad un certo punta umana. L'eredità storica si manifesta nelle forze inconsce dell'Uomo Storico, che individuano l'uomo cosciente entro un'ampia gamma di intenzionalità, proficua manifestazione dell'anima antica.

Nell'identità con l'Uomo Storico si forma il Maestro. Quando egli si manifesterà con una missione, significherà che la proboscide inconscia avrà risucchiato nella sua mente la maggior parte delle influenze antiche. In tal caso é lecito parlare di Integrazione. Il processo integrativo non nuoce mai all'essere sociale, sebbene lo costringa a rinunciare all'illusione di una vita tranquilla, nel suo abbandonarsi alla sua seconda personalità.

Mario: Ci siamo, ecco la solita incomunicabilità dell'ermetista!… Vi sarebbe dunque una seconda personalità, nell'uomo evoluto?

Krejis: L'essere umano manifesta la sua intelligenza in modo estremamente variabile. Vi sono molte stanze, in una mente cosiddetta normale, ognuna comunicante con le altre attraverso cunicoli sotterranei, in modo che il proprietario possa attraversarle senza uscire dalla proprietà. Se si immagina l'eredità antica come la cantina di quello strano palazzo, si comprende che, a meno di scendere nei sotterranei, non si potranno esplorare i suoi caratteristici aspetti.

Il modo di azione del pensiero é semplice. Se l'ospite é in una stanza, può percepire soltanto il suo contenuto. Ogni stanza costituisce una forma mentale o un insieme di forme. Se il proprietario vive nelle poche stanze del primo piano, non avrà coscienza di quelle che sono al di sopra o al di sotto del consueto ambiente di vita. Le forme usuali di ciascun essere umano, ossia le stanze in cui abitualmente vive, rappresentano la personalità ordinaria. Vi é la stanza dei rapporti sociali, quella degli affetti, la stanza delle idee acquisite durante l'esperienza e quella dei parenti, con grandi quadri appesi alle pareti raffiguranti i genitori in pose austere o al contrario tenere e dolci.

L'essere umano si illude di poter passare indifferentemente da una stanza all'altra, restando sempre lo stesso. Invece nel passaggio da un ambiente all'altro il proprietario deve spogliarsi delle impressioni precedenti, acquisendo quelle che più sono idonee al nuovo ambiente. In pratica potranno manifestarsi molteplici espressioni psicologiche, che si avvicenderanno nell'apparente unità mentale dell'osservatore.

Con riferimento all'antica Tradizione Misterica, é possibile che in ogni stanza interiore si evidenzino strane colorazioni e giochi di luce, che offrono dei contorni riflessi ed ombre molto particolari. Un tempo ogni colore, o sfumatura di colore, veniva riferita a un Pianeta e alla sua influenza sull'Elemento Terra, ossia sull'attività ordinaria del pensiero basato sulle sensazioni.

Le combinazioni di più influenze planetarie possono esaltare o al contrario rendere meno nitida la visione di ogni camera mentale, contribuendo all'estrema variabilità delle reazioni e dei comportamenti umani.

Mario: Questo ha a che fare con la strada ermetica?

Krejis: La preparazione di ogni ermetista incomincia dalla ristrutturazione del quartiere dove normalmente si svolge la maggior parte della sua vita psicologica. Occorre costruire un nuovo ambiente. Bisognerà che il discepolo allestisca un bel salotto, adornato con le raffigurazioni dei Personaggi che emblematicamente rappresentano la Tradizione, primo tra tutti il Maestro visibile. E che dopo arredi la stanza con una comoda poltrona, sulla quale ritemprarsi dalle fatiche di una vita molto spesso agitata e gravida di preoccupazioni.

Giorno per giorno il salotto ermetico diverrà più prestigioso, il vero centro della casa, l'ambiente di vita in cui il discepolo si ritirerà ogni volta che potrà e da cui inizieranno le sue tante esplorazioni. Una volta creato l'ambiente riservato alla vita spirituale, le altre stanze della casa verranno visitate sempre con gli stessi abiti, che saranno quelli indossati durante il soggiorno nell'ambiente ermetico. In tal modo sempre meno discontinua sarà la vita psicologica dell'iniziato che, esplorata una data stanza, si affretterà a ritornare nella stanza centrale, dove sempre più amerà intrattenersi, perché foriera di serenità e di pace.

Mario: Un esempio alquanto pittoresco.

Krejis: Eppure calzante. Io consiglio sempre ai miei amici, specie se molto sensibili ed afflitti dalle contraddizioni della vita sociale, di creare uno spazio interiore dove potersi ritirare ogni giorno, sia pure per pochi minuti, per essere il più possibile se stessi. Uno spazio interamente dedicato all'anima, ai propri sentimenti più autentici, che dovrebbero essere lasciati liberi di esprimersi senza difficoltà. Un ambiente sereno in cui divenire acuti osservatori dei propri pensieri. È ovvio che la preparazione ermetica e soprattutto le pratiche che il Maestro distribuirà, caso per caso, saranno determinanti nell'accelerare il processo di separazione.

In una Scuola di Ermetismo il discepolo veniva allenato a costruire un Tempio interiore con la visualizzazione creativa e la concentrazione. Ogni giorno, meditando, egli creava nell'incosciente (o astrale) un'immagine tridimensionale del Tempio, allenandosi ad effettuare ogni pratica mentale all'interno di questo spazio vitale. Si tratta probabilmente di una forzatura derivata dall'influenza Yogica. Comunque spiega bene il principio. In linea di massima la creazione di un ambiente interiore, conformato secondo i principi dell'Ermetismo, aiuta ad armonizzare la personalità, rendendo meno brutali i contrasti dovuti al passaggio repentino della coscienza da una forma mentale all'altra.

Mario: In pratica cos'é la Stanza dell'Ermetismo?

Krejis: Un insieme di pensieri coi relativi stati emozionali, legati ai capisaldi dell'Arte ed all'insegnamento del Maestro. Con in più le immagini e le forme pensiero recuperate nel corso dell'apprendistato magico, molte delle quali provenienti dall'anima. Si definisce così una nuova personalità, che sarà la base per l'ulteriore progresso in campo magico. Senza tale tipo di preparazione, l'iniziato non riuscirà a trovare la coerenza intellettuale ed emotiva per esprimere una qualsivoglia volontà magica. In ogni caso l'amore rappresenta la parte dominante della nuova personalità.

Mario: Non le sembra un processo innaturale?

Krejis: Bisogna abbandonare l'idea che si possa conseguire un significativo progresso, senza intervenire efficacemente in modo da modificare i parametri di giudizio che sostanziano la mentalità comune, ossia condivisa dalla maggior parte degli esseri umani. Un uomo comune non riuscirà mai ad esprimere altro che il suo mondo interiore e non avrà mai la capacità di uscire dalle stanze della sua residenza abituale. È la legge della mente, esaltata dai mille riverberi dell'illusione sensoriale.

Il solo mezzo per sottrarsi all'illusione é stabilirsi nell'anima, partendo da una diversa visione delle problematiche magiche che non sia quella consueta dell'arrivismo sociale e dell'autorità sugli altri. E per partire, o meglio per iniziare il percorso entro se stessi, bisogna accettare l'idea che nelle condizioni ordinarie tale possibilità é molto remota.

Sarà nell'ambiente sereno e per certi versi esaltante dell'anima, ovvero nell'integrazione cosciente con la personalità magica, che si potrà realizzare l'ulteriore, ossia l'esplorazione degli ampi sotterranei dove normalmente la coscienza non ha accesso. E lì che dovrà penetrare il coraggioso esploratore, dopo aver purificato se stesso, sottraendosi alle mirabolanti apparenze dell'esperienza.

Mario: Quindi, superata questa fase preparatoria, il contatto con l'Uomo Storico, ovverosia col patrimonio antico, diviene semplice e senza difficoltà.

Krejis: Dipende. Talvolta l'Uomo Storico ha bisogno di essere evocato nelle circostanze della vita. Altre volte é già energico per sua natura e basta un nonnulla per risvegliarlo. In ogni caso, se l'attenzione e poi la coscienza non sono in grado di penetrare nell'abisso, sarà difficile risvegliare l'Ermete. Sarà indispensabile aspettare una sua iniziale manifestazione, con riferimento alla sua capacità di inserirsi nei pensieri umani come Demone Socratico.

In ogni caso il novizio sarà costretto a confrontarsi coi tanti aspetti dell'Ego, che frustrano le ambizioni dei meglio dotati. Ad ogni accesso inconscio sono preposti i Guardiani della Tradizione, che servono ad impedire imprudenti o precocissimi risvegli, infruttuosi per l'evoluzione e pericolosi per l'equilibrio mentale.

Mario: Si tratta del Guardiano della Soglia di cui parlano Buwler-Lytton in Zanoni e il Bornia nel suo omonimo volumetto dell'epoca del Kremmerz?

Krejis: In pratica é così. Ogni percorso iniziatico deve condurre a superare l'ostacolo censorio dell'anima, stabilendone il primato dopo aver superato le barriere dell'autocontrollo.

Anticamente l'uomo si serviva, nel suo procedere nell'esperienza, di facoltà ancestrali non più accessibili all'uomo moderno. Oggigiorno il bisogno di salvaguardia ha fatto il suo tempo, cedendo il posto all'istinto del piacere, sublimato nell'eros come Libido, concezione secondo cui sarebbe il desiderio represso a rappresentare la motrice primaria dell'essere umano.

Il problema si colloca nell'insieme delle dottrine psicologiche che tenterebbero di spiegare l'uomo attraverso le sue dinamiche sessuali, nelle attitudini inconsce valorizzabili in corso di Psicoanalisi. La Scienza Sacerdotale ha da sempre rifiutato l'idea di un'evoluzione psicologica espressa nei meccanismi del sesso, cercando di verificare l'identità umana in altri campi della psiche, obbligata a soggiacere all'inutile dominio dell'etica sessuale.

Il bisogno di potenza, l'anarchia violentemente egocentrica dell'uomo occidentale, ebbe a suo favore l'analisi misticheggiante di Jung, destinando all'archeologia scientifica l'esplosione orgasmica intesa nel suo migliore significato freudiano.

L'anima, come viene interpretata nell'eredità Junghiana, costituisce la controparte frequentemente inintellegibile dell'uomo moderno, la cui diaspora dall'eredità sociale configura il Processo di Individuazione, ossia un tipo di organizzazione psicologica direttamente influenzata dall'incosciente, prodromo di un'idea sottilissima di stampo idealistico.

L'istinto di potenza, indicativo di potere mentale più che di alienazione frustrante, rappresenta un concetto complessivamente più consono all'idea ermetica. Il bisogno di potenza é in grado di spiegare l'istinto provocatorio e potente dell'iniziato, associato positivamente all'Egocentrismo Osirideo del Nume, costruzione immaginifica solo per i non credenti nell'origine divina dell'anima.

I segni probanti del senso di onnipotenza, caratteristico di ogni esponente dell'alta gerarchia dell'anima, consistono nell'uso solare dell'immaginazione creativa. D'altra parte un serio ostacolo all'espressione magica sono proprio gli istinti di potenza, se affettatamente interiorizzati sino a divenire prestanome di intenzioni sociali, più che premessa all'autoaffermazione noumenica dell'Essere primordiale nel suo processo di umanizzazione.

Il problema é analizzare il processo di Caduta dell'Ente primitivo. Riflettendo sulle leggende dell'antico Adamo, più si costringe il pensiero nei meandri del mito, meno si intuiscono le semplici espressioni di un'antica verità, spesso taciuta nel tentativo di sotto stimare l'anima in favore dell'uomo sociale. Se caduta vi fu, ai primordi della storia umana, si deve rintracciarla in ogni futile tentativo di separare lo Spirito dalla materia, in un ossessivo trasporto per la Divinità, anziché per l'integrazione perfetta dell'anima col corpo.

Il frutto del peccato di origine sono le forme del sesso, destituito di sacralità e accettato nel suo significato di mero atto materiale. La sessualità, abbrutita nel suo dividersi dall'Ente, rappresenta il delitto di cui si macchiarono i mistici del passato, privando l'Uomo Solare del suo controllo sulla materia corporea. In quel preciso momento l'inconscio iniziò a scomporre l'essere cosciente dalle sue naturali pulsioni, facendone lo schiavo dell'animale.

I Guardiani dell'anima sono disposti in modo da impedire ogni contatto tra l'uomo e la sua parte più occulta, nella quale gli istinti primordiali verrebbero sottoposti all'arbitrio dei principi sociali. L'Angelo non possiede le austere espressioni della benevolenza e del perdono. È necessario distinguere il senso di potenza dell'iniziato dai banalissimi concetti di potere e di ambizione, che procedono dai rivoli inconsci dell'uomo profano.

Nell'espressione antica le forze dell'istinto venivano personificate in forme immaginifiche o in apparizioni diaboliche. Il concetto é abbastanza semplice e noi, uomini moderni, abbiamo il diritto di chiederci se non sia preferibile il potere sulla materia al potere sugli altri.

Il mio consiglio é altrettanto chiaro. Se un uomo tenta l'ignoto, abbandoni l'idea di un'appassionante crociata in favore dei luoghi comuni del Cristianesimo e si prepari alla lotta furibonda dei suoi principi morali coi sussulti destabilizzanti dell'inconscio. È il primo e consistente ostacolo che si oppone all'esperienza dell'Uomo Interiore.

Mario: Che cosa succede nel momento in cui la Luce della coscienza, superati i Guardiani della Soglia, giunge nelle cantine del Palazzo?

Krejis: Dopo aver superato l'ostacolo rappresentato dall'Uomo Storico nella sua manifestazione archetipa, può iniziare la parte più importante dell'Opera Ermetica, da alcuni definita Discesa agli Inferi. L'ascesi subisce un brusco arresto nel processo di parcellizzazione delle sovrastrutture psicologiche. Man mano che si procede nell'ustionante espressione delle forze arcaiche dell'Uomo Storico, meglio si apprezzano le disturbanti e magnetiche influenze che travolgono l'iniziato trasformandolo in un lebbroso, come si ripeteva frequentemente nell'antica Tradizione Alchemica.

Il frutto di un'intera vita, la colorazione inconscia con i suoi frammenti di pensiero, viene invasa dalle forze inconsce, difficilmente dominabili senza che si sia definito il Separando di Controllo. È l'Ermete, il Maestro Interiore, che aiuterà l'essere umano, riuscendo a preservare il minimo equilibrio indispensabile per non affondare nella palude delle fermentazioni alchemiche. Seguendo l'Ermete l'accidia verrà interpretata e il fibrotico amore sociale sarà costretto a mutare destinazione: dall'espressione ipocrita della santità al sacrario antico, dove il Sacerdote Osirideo si sta lentamente formando.

Ogni stato dell'anima dovrà all'inizio integrarsi con una mente disturbata, aumentando il parossismo intellettuale dell'iniziato nel suo esprimersi negli stati psicosomatici caratteristici della morte iniziatica. Sarà nell'Ermete, divenuto Ibis Mercuriale, che si concluderà il tragitto di Osiride. Ma é molto improbabile che un tale risultato sia possibile, se non si procede con l'aiuto di un Maestro.

Mario: Riassumendo, che cos'é l'Ermete?

Krejis: Se l'Ermete potesse essere definito in poche parole, direi che ha il colore dei pensieri umani e l'anima di un Dio. E che bisogna imparare a comprenderlo senza illudersi, all'inizio, di poter apprendere conoscenze elevatissime, ma accontentandosi di un semplice contatto, che si trasformerà in un oceano di pensieri grazie ai trasformismi indotti dai Riti Ermetici.

Mario: In questo processo, che ruolo ha il Maestro?

Krejis: Il Maestro rappresenta il cardine dell'evoluzione superiore. Si può aggiungere che nel Maestro sono riposte le Chiavi per aprire le porte dell'incosciente, modificando l'intelligenza dell'iniziato in modo che sia stimolata a svilupparsi nel senso voluto dall'iniziatura solare. Il compito del Maestro é di trasformare il discepolo. Senza i poteri dell'Iniziatore, non c'é possibilità di conquistare i traguardi dell'anima.

Mario: Vi sarebbero dunque due tipi di Maestri: il primo senza compiti iniziatici ed il secondo con poteri in grado di accelerare, determinando, l'ascesi spirituale dell'iniziato.

Krejis: Non in tutti coloro che hanno percorso la strada solare sono attive le fonti arcaiche del potere magico. Solo il Maestro Iniziatore possiede i crismi dell'antichità e soprattutto le forze psichiche adatte a sviluppare l'Ermete del discepolo. Il Maestro non si improvvisa. Si deve discendere da una linea di lignaggio altissimo, nel senso di aver già compiuto per intero, in passate esistenze, il percorso dell'anima.

In un certo senso Maestri si nasce, a meno che non si verifichino nell'iniziato terribili accadimenti, in grado di separare definitivamente la parte umana dal Nume. Si tratta però di situazioni eccezionali, umanamente inconcepibili per l'intervento di Genialità antiche, di potenza moltiplicativa nella materia corporea.

Nella maggior parte dei casi l'espressione magistrale si traduce nella semplice intenzione filantropica, che determina alcuni iniziati ad aiutare i loro discepoli con pratiche tradizionali. Si tratta di uomini di buona volontà, più o meno evoluti ermeticamente. Se e quando costoro potranno raggiungere la meta, scandita nei processi di trasformismo propri dell'Iniziato Solare, saranno i Numi a stabilirlo.

È opportuno riflettere su questo aspetto. Vi sono persone intelligenti ed aperte al nuovo, capaci di interpretare i segnali dell'evoluzione e altri, meno progrediti, accentrati sull'intelligenza sociale e non ancora emancipati dalla personalità. Si tratta di variabili alquanto frequenti, a secondo dei tempi. Bisogna giudicare le persone non ancora conosciute sotto l'aspetto iniziatico, formulando dei precisi propositi.

Mario: In che senso?

Krejis: Il primo ostacolo consiste nell'impossibilità, per l'uomo comune, di comprendere un Maestro nelle sue prerogative superiori. Spesso si fraintende il suo pensiero, disperdendo energie utili all'evoluzione in azioni settarie, con l'intento di impedire all'Uomo Solare di affacciarsi all'esperienza.

Si tratta evidentemente di impulsi derivati dall'istinto di potenza, attraverso cui si tende a rifiutare ciò che non é semplice da comprendere. Molti, per esempio, saranno convinti che si tratti di un lestofante, come avvenne per Cagliostro; o di persona inaffidabile, come fu per il Kremmerz, impedito nella sua azione magistrale da posizioni inizialmente critiche ed in seguito alimentate dall'invidia e dal rancore.

Bisogna essere il più possibile neutrali, evitando di giudicare sulla base del criterio altrui. Soprattutto si deve dubitare dei pentimenti maturati in circostanze non del tutto chiare, cominciando con l'allontanare i reietti di Maestri esposti alla pubblica opinione. Il modo migliore consiste nel farsi avanti e chiedere direttamente all’iniziato.

Mario: Il suo esempio di Cagliostro e di Kremmerz mi pare calzante. Oggi si tende a considerarli come dei personaggi storici, anche se per alcuni versi incomprensibili e persino misteriosi. Se si valutano sotto il profilo umano, potrebbero addirittura essere considerati delle persone misere e talvolta infantili. Eppure molti ritengono ancora che essi furono dei Poeti di amore superiore, espressioni viventi di antiche Glorie risvegliate in corpi apparentemente normali.

Furono degli uomini comuni o Numi sempiterni, discesi in Terra per perpetuare in se stessi l'antico frutto di Adamo? Non comprendo la sottile differenza tra il genio e la follia. Chi potrebbe giudicare Cagliostro? È possibile scorgere la genialità in uomini avvezzi a vivere come persone normali, secondo modelli di vita molto diversi dai soliti esempi di barbagianni che, nell'immaginario collettivo, vengono identificati con i saggi Maestri di Spiritualità?

Non credo nella necessità di essere creduti sempre e in ogni caso. Sono tuttavia perplesso e deluso per i tanti esempi di incoerenza, che sono dinanzi agli occhi di tutti. Se il risultato dell'Alchimia si dovesse giudicare dall'azione sociale dei tanti che si definiscono iniziati, bisognerebbe concludere che si tratta probabilmente di frutti dell'ignoranza e della creduloneria.

Krejis: Si deve distinguere il sorriso del Maestro dal ghigno dei mestatori d'anime, avvezzi all'inutile sofismo a fini di potere. Un Maestro antico non sempre é disposto a rivivere le esperienze di altre vite distinguendosi, sotto il profilo sociale, per la sua austerità, diplomaticamente definita carisma. L'Uomo Solare ama la vita e sa che in tutte le circostanze dell'esistenza potrà essere se stesso. Se sorride o si dispera per il tradimento di un amico, ciò rappresenta il carattere dell'essere umano, spesso in balia dei suoi pensieri e sino ad un certo punto diverso dai suoi simili.

L'apparenza inganna. È sempre stato e sarà così. Il Ministro del Nume segue i suoi contemporanei e si immerge nelle caligini della storia, perché conosce il divenire dell'anima, né si sottrae all'evoluzione umana, sapendo che in ogni caso é giusto così. Bisogna capire chi sono i Maestri, distinguendoli dai fedeli dell'ideologia sociale. Confinato sull'eremo dei sogni, il Maestro scende sulla Terra per combattere i suoi piccoli certami d'amore, sempre inseguendo Messere il Nume, che lo tenta per allontanarlo dai suoi penosi pensieri di Sacerdote.

È il perenne dissidio di ogni Iniziato: essere e poter essere. Un Maestro si può conoscere dai suoi sogni, diretta emanazione dell'anima.

Sembra strano!… Non si costruisce nell'illusione, eppure si deve vincere la guerra dell'isolamento con l'armata dei propri ideali, richiamati potentemente in un mondo sempre meno disposto a sognare!

Mario: Krejis, chi è il Maestro?

Krejis: Un uomo!

Mario: Allora perché stabilire le Gerarchie e gli Ordini?

Krejis: Se cercate il vero Maestro, fatelo scaturire dal vostro cuore. Amatelo e siate pronti a sacrificarvi per amor suo. Il suo sorriso vi brucerà l'anima e i suoi ideali saranno il balsamo delle vostre antiche ferite. Siate obbedienti e casti, sapendo che se un amore più grande della vita vi sconvolgerà, non avrete più bisogno di amare col corpo. E siate vicini al vostro Dio, richiamandolo come l'innamorato dei vostri sogni migliori.

Siate amanti di voi stessi!… Per amor vostro sappiate aspettare il vostro turno e vivete nel mondo con fierezza e con senso di sacralità. Il bisogno di amare vi spingerà avanti, ma sarà nell'eredità antica che troverete il Nome di Dio scolpito nel cangiante volto dell'anima.

Vivere e saper essere, divenendo: é l'Alchimia vera, che si insegna con l'esempio di vite spese nel dolore ed alimentate dall'unica vera vocazione dell'Uomo Solare: amare.

Mario: Un'ultima domanda: Perché lei scrive di Ermetismo? Dai suoi scritti emerge quasi un desiderio di potenza, che mi fa dubitare dei suoi veri intenti. Perché un iniziato dovrebbe esprimersi con tanta enfasi e mettersi in attesa di discepoli? Sono stati spesi fiumi di inchiostro per descrivere i tranelli dell'evoluzione iniziatica ed i tanti figuri che si divertono a influenzare il prossimo. Le sue potrebbero essere soltanto parole, gettate nel mucchio per tranquillizzare gli ingenui.

Krejis: Se le fa piacere credere a tutto questo, é libero di farlo. Non si contestano le idee dell'uomo del secolo, se mai si spiegano, facendosi una ragione delle tante cattiverie di chi si limita a osservare le cose dall'alto dei suoi pregiudizi.

Potranno escludermi dal circolo delle eminenze templari o farmi ciondolare alla forca dei masochisti del pensiero altruistico: Krejis resterà Krejis!

I tempi sono maturi per un altro tentativo. Se giungerà il Sole dello Spirito ad offuscare le nefandezze del senso comune, sarà in futuro che si vedranno i frutti della mia semina.

Chi può dirlo: quando giungerà il momento di cambiare maschera e sarò in un altro corpo, mi toccherà forse ruminare il pasto dell'Ermete nelle parole di un uomo semplice e persino intelligente di nome Krejis. E, leggendolo, mi sembrerà che sia pazzo almeno quanto il suo amato Kremmerz!...

Ai miei amici riservo un consiglio. Amate l'Ermetismo e siate sereni, sperando che il vecchio Kremmerz vi assista. Non sarò io a dubitare dei suoi buoni propositi, che molto fecero sperare i suoi discepoli, tanto che a trent'anni dalla morte si affrettarono a dividersi le povere spoglie del Maestro, promosso nei sepolcri degli Eroi innocenti proprio dall'ingratitudine dei migliori!....

La mia intenzione non é mai stata di ripristinare le forme sacrali del passato. Il mio dovere, quello che ho sentito come un dovere, era ed é di offrire il mio contributo. Se altri sapranno farlo meglio di me, non potrò che esserne felice.

Mario: Crede davvero che il Kremmerz ritornerà?

Krejis: Se lo farà, sarà per volontà di Dio. Così rivivremo la vecchia storia del Petrarca e Fiammetta ritroverà se stessa nei panni di un trovatore dell'antichità, devoto all'amore delle fiabe, le fiabe in cui noi tutti vorremo credere. Egli ci sorriderà e un'ombra di tristezza offuscherà per un istante il suo sguardo luminoso, mentre ricorderà la sua antica profezia: Quando tornerò, non mi riconoscerete!

Chiudo con un inno a Maria, l'anima purificata dell'ermetista, ma anche l'Anima del Mondo. Siatele fedeli e non lasciate che si sporchi nella materia dell'amore volgare. È stato per colpa dell'amore che mi son preso tante bastonate. E allora ben vengano le bastonate e siano sonori i colpi sul testone di Krejis, se serviranno a donargli un poco di sale di sapienza in minuscole pesate di Amore Magistrale.

 

A MARIA

 

Lunga vita a te, Maria Universa, Anima del Mondo! Osiride di feconda e ti fa gemere di piacere!...

Tu Maria vivi nell'eternità, abiti l'Universo e addolcisci coi tuoi lamenti il fuoco dell'Uomo Solare! Solo per te sono tornato, per amarti!...

Tu germini sostanze innominabili e fai vibrare il cuore dei peggiori!...

Tu sei tremenda! O Mostro incantatore, tu mi sei amica!...

Resta dove sei, Maria, amica dell'Oracolo di Delfi, Sibilla autentica e ostacolo ad ogni pensiero volgare!...

Hai bisogno di tenerezza? Sono qui per questo! Apriti, donati, succhierò il tuo sangue e mi accontenterò di latte di pecora!… Brinderò a te per l'eternità!...

Donerò la mia anima al Diavolo e quando il carbone mi avrà incenerito il capo danzerò senza ritegno, finché non mi abbatterò al suolo stanco e innamorato, gridando ai quattro venti: Io sono la mia anima, io sono Te!...

Salve o Regina di sogni antichi, Vestale dell'unico Dio, io ti adoro. In te si compirà il mio volere e sarò come hai sempre desiderato: angelo e demone, uomo e Dio… e dirò cose folli… e sarò compreso da uno solo tra coloro che mi ascolteranno!...

Vieni da me, Maria, ora, subito! Devi amarmi, servirmi, farmi vibrare! Tutto é in te, Signora dei sogni umani!...

Materia, sì Materia é il tuo nome!...

Tu servi l'uomo intelligente, lo fai salire sul tuo capo e, nuova Minerva, gli spieghi gli arcani del mondo!...

Amarti non sarà precluso all'uomo comune, se capirà chi sei! Obbligalo a vivere con semplicità, dagli ogni giorno il suo piccolo sogno e trascinalo in te, fino a farlo precipitare nell'abisso!...

Tu gli farai capire i segreti dell'Osiride e accenderai in lui le verdi speranze della vita solare!....

Così mi ritiro, Satellite di Febo, Osiride si ritira e si addormenta ai piedi della Croce!… Egli vivrà in tutti i cuori, Maria, se lo abbraccerai e vivrà in te trasformato nel nuovo Eone, tracciando i suoi segni misteriosi perché fiorisca la Creazione arcana!...

Dai all'uomo il suo compenso, Maria, ma il tutto dallo al Sole in lui!...

 

Non c'é più molto da fare, per me, questa sera!… Racconterò le mie vecchie storie e attenderò la risposta. Sarete gli Ermetisti del futuro? Chi lo sa!

Mario Krejis