Lettera[1] ad un amico deluso[2]
Agli uomini non accade ciò che meritano,
ma ciò che è loro conforme.
Louis Pauwels
Caro Amico,
mi sono deciso a scriverti questa lettera perché, dopo varie conversazioni che ho avuto con te, mi rendo conto che tu, come tanti altri, hai forse equivocato sulla vera essenza dell’Ermetismo rimanendo deluso e sconcertato di fronte a vari personaggi che, ammantandosi di nomi e cariche pompose (ma vuote di ogni valenza spirituale), dirigono gruppi ed organizzazioni e fanno opera di proselitismo in favore delle loro idee[3].
Infatti mi dici che dopo molti anni di studi e pratiche sull’Ermetismo sei giunto alla conclusione che si tratta “di prese per i fondelli” e che tutti i maestri che hai incontrato e ai quali ti sei affidatoti ti hanno usato per loro scopi non meglio precisati.
Mi hai anche detto che non vuoi essere aiutato da nessuno e che prosegui nella tua ricerca da solo, vagabondando tra vari gruppi spinto più da curiosità che da interiore necessità.
Con questa lettera non ho intenzione di esprimere un giudizio sulle tue convinzioni o commentare il tuo passato ed il tuo presente, ma voglio solo precisare alcune cose su Idee che per noi sono Sacre.
Prima però riassumo il tuo percorso come me lo hai esposto in varie nostre conversazioni, lo faccio anche perché è un percorso comune a tante persone che, assetate di qualcosa, si sono avvicinate alle nostre Idee per poi allontanarsene in cerca di altri lidi più confacenti alle loro aspettative (aspettative!: “le aspettative sono la causa principale della nostra sofferenza”[4]).
Tanti anni fa, completamente ignaro di Ermetismo e di Spiritualità e reduce da tristi avvenimenti, conoscesti una persona che ti consigliò di leggere i libri di Giuliano Kremmerz e tu, spinto da una molla interiore, iniziasti ad interessarti di Ermetismo; cercavi però un magnetismo che ti conferisse potere (per farne cosa?, ma su ciò oltre).
E così aderisti a quel gruppo Miriamico, gruppo al quale successivamente aderii anche io appena adolescente.
Quello fu, almeno per me, un periodo felice.
Studiavamo e praticavamo alacremente spinti dal nostro vero Io e dall’”entusiasmo” che si era creato nel gruppo.
Ci incontravamo tutti una volta alla settimana, ricordi?, per leggere e commentare Kremmerz[5]. Tutti riuniti intorno al nostro tavolo con a capo lui, il nostro Maestro.
Credevo, e con me anche gli altri, che la Fratellanza Terapeutico-Magica di Miriam fosse l’unica organizzazione iniziatica esistente e che noi fossimo gli ultimi esponenti di quella Fratellanza[6].
Come sia, e tu lo sai benissimo per cui è inutile ricordare qui quei tristi avvenimenti, il gruppo poco a poco si sciolse ed io mi disinteressai di Ermetismo e di Spiritualità divenendo completamente ateo e materialista.
E poi, come me, come altri, ti allontanasti da quell’Uomo che non era più lui, travolto dall’uso profano che aveva fatto delle sue conoscenze ed alla ricerca di una regolarità iniziatica - che nessuna organizzazione umana può dare - nell’Ordine Osirideo Egizio ed in Lehahiah al quale si era riavvicinato dopo le sue vicissitudini che lo colpirono nel fisico (quanto duramente) e nel morale, spegnendo il suo sorriso.
Si accostò poi ad Asaliah e tu, che nel frattempo per opera di un suo discepolo eri di nuovo in contatto con lui, conoscesti anche questo Maestro.
Cosa sia successo non so, mi dici che Asaliah ti ha più volte inviato a leggere Il novizio, incerto, dubbioso e insoddisfatto[7] e che, a causa di varie vostre incomprensioni, forse fomentate da altri, ti allontanasti dalla Miriam. Devo dirti però con un certo dispiacere che mi sembra dai più importanza a questo tuo secondo periodo miriamico perché avresti avuto la Pagella “ufficiale” e la nomina, sempre “uffìciale”, ad Anziano.
Hai poi avuto contatti con altri gruppi miriamici, teosofici, di varie tendenze ermetiche.
Io nel frattempo, dopo un lungo periodo di “sonno” (perdonami questo termine massonico), tramite Mario Krejis[8], mi sono riaccostato all’Ermetismo che oggi è la ragione della mia vita.
Ci rincontrammo a casa di un amico nella primavera del 2000 e da allora è rinata un’amicizia che va oltre le tue intemperanze verbali ed i nostri dissidi.
Insieme siamo andati a tante conferenze ed incontri e così abbiamo conosciuto Jah Hel, Meihel ed il Gran Maestro dell’Ordine dei Templari con stuolo di cavalieri e dame, o meglio di uno dei tanti ordini dei Templari[9], su questo argomento non sono ferrato e non so elencarti i vari gruppi in lotta tra di loro, invece sui vari gruppi miriamici potrei scrivere a lungo, ma me ne astengo non avendo nessuna intenzione di polemizzare ed usare strumentalmente (come purtroppo tanti fanno) i nomi di molti ermetisti ormai deceduti da tanto: ritengo sia più utile per noi tutti pensare alla nostra evoluzione, finché abbiamo ancora tempo.
Vedi se tu cercavi il potere, il magnetismo od il “camminare sulle acque”, come scherzosamente dici, non avresti mai potuto trovare tutto ciò nell’Ermetismo.
Lasciando da parte presunti poteri, che, se veramente acquisiti, non saranno poi usati, penso che il raggiungere uno stato di serenità e di equilibrio fisico, psichico e fluidico sia già uno scopo altissimo e difficile da raggiungere. E’ qualcosa di molto affine - e che conferma l’unica fonte di tutte le Tradizioni – al metodo psicologico insegnato dal Buddha[10], a quanto diffuso da Cagliostro[11] ed all’insegnamento di un moderno Maestro di Ermetismo[12].
Si tratta di un primo grado di separando – che potremmo definire saturniano – molto lontano, come impostazione, dalla dottrina dei separandi diffusa dall’Ordine Osirideo Egizio. Ora non si ravvisa infatti il titanismo romantico, proprio di quest’Ordine, che deriva dalla sua impostazione ottocentesca, ma estrema semplicità ed attenzione alle problematiche dell’uomo del XXI secolo più evoluto dell’uomo dell’ottocento, ma anche turbato dalle sue paure e profondamente destabilizzato dalle sue nevrosi.
La ricetta è l’Amore coltivato con le sapienti pratiche ed i preziosi metodi della Magia dell’Anima, l’unica Magia cui l’uomo moderno possa aspirare al di là ed oltre le tante magie artatamente diffuse dall’Avversario e che hanno affascinato ed incatenato, ieri ed oggi, tanti uomini alla ricerca di una Via per entrare nel mondo delle Favole.
E’ per Amore, che Iside – sorella e sposa – resuscita Osiride ucciso da Seth.
E’ per Amore, che Iside – madre – nasconde Horus dalle ire di Seth.
E’ nella serena mente dell’iniziato ai misteri dell’Amore, che si risveglierà l’Ermete.
Quel che accadrà dopo è nelle mani degli amorevoli e inflessibili Dèi che vegliano sulla nostra Tradizione Ermetica; l’ulteriore ascenso non dipende che in parte dalle nostre volontà e il voler aspirare, con metodi alchemici più o meno ortodossi, ad infrangere le Leggi dell’evoluzione spirituale per saltarne stadi ineludibili è un atto dell’umana superbia ed una bestemmia. Chi vuol far ciò è destinato a rimanere nel pantano delle sue illusioni o ad involversi tramite pratiche aberranti, per divenire nutrimento delle larve da lui stesso generate.
E’ con umiltà, profonda umiltà, e con ben alto il senso della propria dignità che l’uomo moderno deve accostarsi all’Ermetismo sicuro di trovare nei suoi porti la serenità interiore per poter guardare con Amore alla natura ed agli altri uomini sofferenti e bisognosi di aiuto.
Sull’Ermete, sull’Uomo Storico, sul Nume che alberga in ognuno di noi tanti hanno parlato e scritto bellissime pagine. Qui ti voglio citare alcuni passi di uno psichiatra, il fondatore della medicina psicosomatica, che attraverso le sue ricerche è giunto ad una concezione dell’Es molto distante da quella di Freud e molto vicina alla nostra, pur non essendo un ermetista,: “io ritengo che l’uomo sia vissuto da qualcosa d’ignoto: vi è in lui un Es, un’entità prodigiosa che dirige tutto ciò che egli fa e tutto ciò che gli accade. L’espressione «io vivo» è vera solo in un certo senso, in quanto esprime solo un aspetto parziale e superficiale di questa verità fondamentale: l’uomo è vissuto dall’Es”[13], “io non sono affatto io, ma una forma in perenne mutamento in cui si manifesta l’Es, e il sentimento di sé è un trucco dell’Es per confondere le idee che l’uomo ha di se stesso, per aiutarlo a mentire a se stesso, per farne un più docile strumento della vita”[14], “un Es, cioè un Dio che [è] responsabile di ogni cosa”[15], “un Es, un Dio, in noi regge anima e corpo”[16], “ma l’inconscio è atemporale, esso vive e fa vivere già nel germe”[17].
Come vedi anche per altre vie si giunge alla concezione centrale dell’Ermetismo - che viene così confermata e rafforzata - di una Entità che vive (o meglio, dorme in “germe”) nell’uomo, di un Dio individuale, di un אשׁ טּפֿון[18], di un Santo Angelo Custode la cui Conoscenza e Conversazione è il primo passo della Grande Opera[19].
Questo Es divino abita in noi e determina tutte le nostre scelte e finanche l’aspetto fisico, ma è silente e la psicoanalisi interpreta le sue manifestazioni tramite i sogni e tanti piccoli indizi della vita di tutti i giorni. Ma se ci fosse un metodo per entrare direttamente in contatto con l’Es, per sentire la sua voce parlare direttamente e non a mezzo di metafore e simboli, non pensi che sarebbe la cosa più bella dell’universo? La cosa, l’unica cosa, per cui vale spendere la propria vita?
Altro che poteri o magnetismo per asservire menti deboli ed indifese. Qui si tratta di scoprire la Verità in se stessi e di contemplarla nella sua purezza!
Tutto iniziò in Egitto prima dell’epoca dinastica: “ogni luce viene dall’Oriente, ogni iniziazione, dall’Egitto”[20]. E’ ormai accertato che alcuni dei principali simboli religiosi egiziani (le barche solari, le due piume sul copricapo di Amon, gli dèi itifallici) risalgono ad oltre il 4000 a.c.[21]. Da allora l’antica sapienza si è diffusa in tutto il mondo adattandosi alle varie consuetudini ed abitudini locali ed alle diverse esigenze delle varie razze umane.
Ma già in Egitto gli antichi sacerdoti avevano piena conoscenza[22] dell’Albero della Vita, dei vari centri energetici del corpo umano (Chakra, Sephiroth)[23] e di quella famosa energia (Kundalini) di cui tanto si parla a proposito e sproposito (più a sproposito per la verità) e che tanto male ha fatto perché collegata a quei famosi poteri di cui ti dicevo.
I maggiori filosofi greci, da Pitagora a Platone, andarono in Egitto per completare la loro preparazione ed acquisire le basi della sapienza sacerdotale.
Dall’Egitto le Conoscenze Ieronfantiche si diffusero in Italia[24] fondendosi con il Pitagorismo – e così il discepolo reincontrò i suoi Maestri -; importanti centri (Isei) sorsero a Napoli, Pompei e Roma.
Poi l’oscurantismo cristiano con i suoi roghi costrinse le Conoscenze a velarsi sotto le spoglie dei cercatori dell’oro che avevano l’illusione di trasformare ogni più vile materia nel nobile ed inalterabile metallo e quei pochi che hanno avuto l’ardire di illuminare le tenebre con una scintilla della loro mente sono stati apparentemente travolti dalla stessa oscurità, ma essi rimangono come esempio a tutti noi che, oggi, liberi dalla minaccia dell’eresia continuiamo pur sempre a brancolare nelle tenebre da noi stessi create.
Da secoli Napoli è centro di cenacoli ermetici ed a Napoli si formarono i grandi Maestri della nostra Tradizione: Giordano Bruno, Raimondo de Sangro, Alessandro Cagliostro, Giuliano Kremmerz. Tutti hanno attinto a piene mani alla Sapienza Egizia adattandola alle conoscenze ed alla mentalità dei propri contemporanei.
Come vedi nulla viene creato di nuovo, ma tutto si evolve seguendo le ribollenti atmosfere dell’anima mundi.
Ed allora, mi chiederai, qual’è il sentiero da percorrere?
10 sono i Sephiroth e 22 i Sentieri che li uniscono, 32 sono le Vie.
Percorrendo i Sentieri dell’Albero della Vita ed ascendendo verso la chioma, l’iniziato ai misteri dell’Amore potrà ritrovare se stesso e sostando di volta in volta nei vari Sephiroth, attivando le loro vorticose energie, potrà apprenderne le qualità ed equilibrare la propria mente integrandone le virtù.
Secondo alcuni autori moderni, che finalmente parlano senza i tanti veli imposti dall’oscurantismo prima imperante, i Sephiroth sarebbero 12, come i Chakra, ed ognuno di essi è dotato di particolari qualità psicologiche e fisiche[25].
Ma già riferendosi alla loro tradizionale concezione è possibile rinvenire tante analogie che confermano la loro comune natura.
I Sephiroth sono 10 e i Chakra 7, ma i Sephiroth sono disposti sull’Albero in modo particolare: 4 sono singoli (Kether, Tiphereth, Yesod e Malkut) e 6 disposti in 3 coppie di opposti complementari (Chokmah-Binah, Chesed-Gevurah, Netzach-Hod) 4+3=7, proprio come i Chakra, anche se nelle corrispondenze tra Sephiroth e Chakra si deve tener conto di Daat – il Sephirah nascosto.
Le qualità dei Sephiroth sono poi le stesse dei Chakra: ad es. Kether (Corona) e Sahasrara (Loto dai mille petali) sono il punto d’ingresso dell’Energia Divina, il centro dell’intuito superiore o facoltà buddhica superiore[26].
Certo con questa mia lettera non pretendo di aver esaurito in poche pagine l’esposizione dei concetti fondamentali dell’Ermetismo, ma spero di averti potuto dare alcune indicazioni sulle nostre Idee e di averti potuto trasmettere quel senso di serenità che deve avere ogni persona che si avvicina ad esse.
Oggi mi rendo conto che i tanti “personaggi” dell’Ermetismo italico, usando il nome di Kremmerz, hanno fatto tanto male e molti (troppi) sinceri ricercatori sono delusi e frastornati da tante polemiche e lotte per la supremazia.
E’ giunto il momento di dire basta a tante prevaricazioni, di voltare pagina e andare avanti per la nostra via senza guardare al passato.
Il Serpente dell’Ermetismo muta la pelle e si presenta ai nostri poveri occhi increduli sotto nuove forme ad ogni cambiar di stagione, ma l’Essenza, il Divino corpo della Serpe Ermetica è inalterato nei millenni, custodito nel Cuore di quei pochi che con il loro Amore hanno meritato di guardare il Serpente nell’occhio senza rimanere folgorati dall’infinita semplicità del suo sguardo.
Djeserkara
[1] Mi sono ispirato al genere letterario della epistola, genere molto in voga nel XVIII secolo, usato anche da molti ermetisti, cfr.: Raimondo de Sangro, Lettera Apologetica, Napoli 1750, ristampa a cura di Leen Spruit, Napoli 2002; Alessandro Cagliostro, Lettre écrite à M... par M. le comte de Cagliostro (Lettre au peuple français), 1786; Id., Lettre du comte de Cagliosto au peuple anglais pour servir de suite à ses mémoires, 1786. Cfr. anche, per il secolo XIX: Giuliano Kremmerz, A Osvald Düsseldorf (Lettera cabalistica), ora in La Scienza dei Magi, III, Roma 1975, p. 625 ss.
I fatti riportati in questa lettera, però, sono veri; per ovvi motivi di tutela della privacy ho omesso di indicare i nomi delle persone, limitandomi, in qualche caso, ad indicare i loro jeronimi che sono pubblici.
[2] Ho limitato, per quanto ho potuto, le citazioni bibliografiche; trattandosi di scritto sull’Ermetismo ritengo opportuno in questa nota dare la bibliografia (senza presunzione di esaustività) su Giuliano Kremmerz (il maggiore e più conosciuto esponente dell’Ermetismo Italico) e sulla Fratellanza Terapeutico-Magica di Miriam da lui fondata (omettendo gli scritti pubblicati su internet in quanto i siti nascono e vengono chiusi molto rapidamente): A. Veniero (Alfonso del Guercio), Giuliano Kremmerz e la sua Scuola Iniziatica, 1945 (ma pubblicato a cura di Pier Luca Pierini R., Viareggio 2000); Arduino Anglisani, Il Maestro Giuliano Kremmerz, l’uomo, la missione, l’opera, 1946 (ma pubblicato a cura di Pier Luca Pierini R., Viareggio 1985); Anonimo, Avviamento alla magia secondo Giuliano Kremmerz, in Introduzione alla Magia, III, Roma 1971, p. 238 ss.; Giuliano Kremmerz (a cura di Giammaria e con note critiche di Marco Daffi), Le carte storiche della Fratellanza di Myriam, Milano 1980; G. M. C. (a cura di), Giuliano Kremmerz e la Fr+ Tr+ di Myriam, Milano 1981; Jah Hel (a cura di), La Pietra Angolare Miriamica, Viareggio 1989; Centro Agape (a cura di), La Magia della Myriam, Milano 1988; Id., Scopi e pratiche alchemiche dell’Ordine Osirideo Egizio, Milano 1988; Massimo Introvigne, Il cappello del Mago, Varese 1990; Id., De l'hypertrophie de la filiation: le milieu kremmerzien en Italie, in ARIES, Symboles et Mythes dans les mouvements initiatiques et ésotériques (XVII et XXe siècles): Filiations et emprunts, Parigi 1999; Alberto Cesare Ambesi, Le società esoteriche, Milano 1994; Amelio, Centenario kremmerziano, in Politica Romana, 4, 1997, p. 244 ss.; Id., L’ermetismo kremmerziano tra ostilità zelote, influenze evoliane e guénoniane, fede evoluzionista e... debolezze umane, in Politica Romana, 5, 1998-1999, p. 192 ss.; Dana Lloyd Thomas, Il tempio assalito. Introduzione allo studio della campagna antiesoterica nell’Italia fascista, in Politica Romana, cit., p. 253; AA. VV., Giuliano Kremmerz, La via della Rosa, Montemonaco 1999; Michele E. Barraco, Giustiniano Lebano e la “scuola di Napoli”, Nove 1999; Gaetano Lo Monaco, L'Ordine Osirideo Egizio e la trasmissione pitagorica, Nove 2000; Vittorio Fincati, Ci prude il muladhara, Nove 2000; Giuseppe Maddalena, Cristian Guzzo, Gaetano Lo Monaco, Sairtis, gli antri, le sirene, la luce, l’ombra, Nove 2000; Id., Nicodemo Occhiboni, anagrammi ed arcani nel linguaggio di Domenico Bocchini pitagorico, Nove 2001; AA. VV., Giuliano Kremmerz e l’eredità isiaca e osiridea dell’Egitto sacerdotale, Montemonaco 2002; Elis Eliah, L’arte di divenire simili agli Dei, Insegnamenti iniziatici di Giuliano Kremmerz (a cura di Renato De Angelis), Roma 2002; Gaetano Lo Monaco, Vittorio Fincati (a cura di), Arcana arcanorum, segreti dell’Ordine Osirideo Egizio, Milano 2003; Piero Di Vona, Giuliano Kremmerz, Padova 2005; Giuseppe Maddalena Capiferro, Cristian Guzzo, L’arcano degli arcani, Viareggio 2005; ID., Riflessi d'iride nell'acqua, Mesagne 2006.
[3] “[…] que’ Critici, i quali vogliono esser tenuti per sapienti a forza di quel parlare a modo d’oracolo, che il più delle volte essi stessi non intendono, e che serve solo per obbligare i semplici a tenergli per Uomini di senno, e da consiglio “ Raimondo de Sangro, op. cit., p. 91.
[4] Giulio Cesare Giacobbe, Come diventare un Buddha in cinque settimane, Milano 2005, p. 106. Ti voglio riportare un pensiero di Buddha sull’attaccamento generato dalle aspettative: “la causa della sofferenza è l’attaccamento. L’attaccamento a sua volta è causato dall’ignoranza. L’ignoranza che causa l’attaccamento è l’ignoranza della realtà, è l’ignoranza che la realtà è impermanente. L’ignoranza della realtà produce l’attaccamento perché si crede permanente ciò che è impermanente. L’attaccamento produce la tristezza, l’ira, l’invidia, il timore, l’ansia, la paura e la disperazione”, Suttapitaka,. Per una biografia del Buddha, molto esaustiva ed abbastanza accessibile a noi occidentali, cfr.: Thich Nhat Hanh, Vita di Siddhartha il Buddha, Roma 1991.
[5] Giuliano Kremmerz, Opera Omnia, nell’edizione, allora disponibile, de L’Universale di Roma, successivamente ristampata dalla Edizioni Mediterranee con il titolo La Scienza dei Magi.
[6] Ignoravamo del tutto l’esistenza di tanti altri gruppi e correnti (quanti, di tutti i tipi e per tutti i gusti!) che, almeno io, ho scoperto solo in tempi relativamente recenti.
[7] Ora in Giuliano Kremmerz, op. cit., II, Roma 1975, p. 45 ss.
[8] Cfr. Mario Krejis, Dialoghi, Corato 1996; Id.; Tshecundia, Ibis, La Magia dell’Anima, Peschiera del Garda 1999; Id., articoli vari ora pubblicati sul sito internet della Società Italiana di Studi Ermetici (www.societa-ermetica.it) e sul sito del Circolo Menkaura (digilander.libero.it/Menkaurah).
Mario Krejis da tempo ha interrotto ogni opera di divulgazione per dedicarsi alla sua Anima Solare. Lui però è sempre presente nel mio cuore come esempio di Amore e di dedizione agli Ideali dell’Ermetismo. A lui va il mio pensiero riconoscente per avermi condotto sulla Via Ermetica indicandomi le luminose vette dell’Amore e della Vita.
[9] Sembra impossibile come nel mondo esoterico i gruppi prolifichino gli uni dagli altri, con polemiche senza fine sulla reale legittimità (umana) ed anche con procedimenti giudiziari a suon di carta bollata!
[10] “Io insegno soltanto ciò che serve a realizzare la Via. Ciò che è inutile non lo insegno. […] Ciò che io insegno è utile all’ottenimento del distacco, dell’equanimità, della pace e della liberazione. Ma di ciò che non è utile al conseguimento della Via, io non parlo”, Suttapitaka.
[11] “Io parlo e la vostra anima freme riconoscendo antiche parole; una voce, che era in voi, e che si era taciuta da ben lungo tempo, risponde all’appello della mia; io agisco e la pace torna nei vostri cuori, la salute nei vostri corpi, la speranza ed il coraggio nelle vostre anime”, Alessandro Cagliostro, Mémoire pour le comte de Cagliostro accusé contre le Procureur général, Paris 1786, ora in Marc Haven, Il maestro sconosciuto, Cagliostro, Bologna 2004, p. 528, ove è riprodotto il brano arcinoto con un interessante commento di Arturo Reghini, apparso sulla rivista Ignis nei primi anni ‘20.
[12] “Separare le piccole ansie e i futili problemi della vita, dall’aspirazione più nobile alla luce dello spirito, rappresenta un compito degno di un Iniziato”, Mario Krejis, Tshecundia, ecc., cit, p. 234.
[13] Georg Groddeck, Il libro dell’Es, Lettere di psicoanalisi a un’amica, Milano 2002, p. 15. E’ interessante anche la concezione che questo autore ha delle malattie, concezione molto vicino a quella di Kremmerz: “è l’uomo stesso che si costruisce le sue malattie, in lui si trovano le cause interne, è lui la causa prima del morbo, e non c’è bisogno di cercarne altre” op. cit., p. 353.
[14] Id, op. cit., p. 346 s.
[15] Id, op. cit., p. 341 s.
[16] Id., Il linguaggio dell’Es, Saggi di psicosomatica e di psicoanalisi dell’arte e della letteratura, Milano 2005, p. 37.
[17] Id., op. ult. cit., p. 41.
[18] ’esh thamūn, Fuoco Nascosto, cfr. Raimondo de Sangro, Dissertation sur une lampe antique, Napoli 1756, ristampa in italiano Raimondo de Sangro, Il lume eterno, a cura di Gian Carlo Lacerenza, Foggia 1999, p. 77 ss. Il Principe in questa opera (ma il metodo è usato anche in Lettera ecc., cit.) con una fantasmagorica catena di analogie - dal Fosforo all’Urina (da Aur, Luce) – discorre di una lampada eterna ritrovata a Monaco, ma in realtà parla del Fuoco Nascosto.
[19] Sulla Conoscenza e Conversazione del Santo Angelo Custode cfr. Aleister Crowley, Magik, Roma 1976, p. 203. Dissento fortemente da alcune posizioni del mago inglese, ma non si può negare che egli avesse idee molto “chiare” su vari argomenti.
[20] Alessandro Cagliostro, Op. ult. cit., p. 529.
[21] Cfr. Toby Wilkinson, La genesi dei faraoni, Roma 2004, che esaminando i petroglifi del deserto orientale ha scoperto interessanti analogie con le rappresentazioni dell’Egitto dinastico.
[22] Cfr. Boris de Rachewiltz, Egitto magico religioso, Citta di Castello 1997, p. 147 ss.
[23] Sulle corrispondenze tra i Sephiroth e gli Dèi Egizi cfr. Israel Regardie, Il giardino dei melograni, dalla Cabala alla Magia, Roma 1980, p. 51 ss.
[24] Sulla “migrazione” dell’antica sapienza dall’Egitto in Italia cfr. Giuliano Kremmerz, Il ritorno, ora in op. cit., p. 196 ss. ove, con pagine di alta poesia, si narra la storia del pontefice Mamo Rosar Amru.
[25] Cfr. Choa Kok Sui, Miracoli con il Pranic Healing, Forlì 2003, p. 11 ss.; Id., L’Essenzaspirituale dell’uomo,Forlì 2003, passim; Id., Meditazione Universale e cabalistica sul Padre Nostro, Forlì 2003, passim. So che gli autori orientali e le loro dottrine non ti sono troppo congeniali, ma loro, lontani dalla mentalità cristiana che per tanti secoli ha oscurato le nostre menti (ed arso i corpi di tanti nostri fratelli) hanno la capacità di esporre in modo abbastanza semplice concetti ed idee che tanti autori occidentali hanno nascosto sotto i veli. Potresti però anche rivolgerti ad autori della tradizione occidentale quali Dion Fortune, La cabala mistica, Roma 1973 e Israel Regardie, op. cit.; Id., Teoria e pratica della Magia, tecniche cabalistiche, magiche e meditative, Roma 1983.
[26] CHOA KOK SUI, L’essenza ecc., cit, p. 13 ss.