Mario Krejis, Ermetismo e Alchimia, Bastogi, Roma 2010.

E' opinione diffusa tra i cultori e praticanti di Ermetismo che esista un qualcosa, una pratica, un rito, una preghiera, un segreto incomunicabile che permetta di “girare un interruttore” per entrare nel regno delle favole. Cosa ci sia in questo regno è rimesso alla fantasia di ognuno: poteri fisici e mentali, magnetismo, esseri fantastici, ecc.

Il problema è che il tutto non è così automatico come “girare un interruttore”. Da ciò delusioni, incomprensioni, amari fallimenti.

Tutto ciò penso derivi dalle matrici positivistiche di molte scuole di Ermetismo.

In realtà le scuole di Ermetismo oggi esistenti risalgono tutte alla fine del secolo XIX ed i loro fondatori scrissero per gli uomini di quei tempi, tanto diversi dall'uomo di oggi senz'altro più evoluto e meno misticheggiante, ma anche turbato dalle sue paure e profondamente destabilizzato dalle sue nevrosi.

Da qualche anno la Società Italiana di Studi Ermetici e la Fratellanza Ermetica, certamente non rinnegando il passato, tentano di adattare le antiche tradizioni sapienziali all'uomo moderno, nella certezza che esse contengano insegnamenti utili per tutti i secoli.

In quest'ottica il dott. Mario Krejis parla di Nuovo Ermetismo.

Il Nuovo Ermetismo nella sua apparente semplicità da le chiavi per una vera e reale evoluzione che è una continua lotta (non con il Dragone Astrale, ma) con noi stessi, le nostre paure, i nostri vizi: “separare le piccole ansie e i futili problemi della vita, dall’aspirazione più nobile alla luce dello spirito, rappresenta un compito degno di un Iniziato”.

Il dott. Mario Krejis, proseguendo nella sua opera di divulgazione del Nuovo Ermetismo, da ora alle stampe Ermetismo e Alchimia. Nell'opera si susseguono pagine di poesia dell'Anima - ideale seguito della Magia dell'Anima (sottotitolo di Thsecundia, Ibis, prima opera del dott. Krejis) -,  pagine di consigli e pagine di insegnamenti pregni di quelle antiche tradizioni sapienziali che sono alla base di ogni vero processo evolutivo.

Interessantissimi poi i tre dialoghi posti alla fine del libro. Ma andiamo con ordine.

L'opera è divisa in tre parti.

Dalla prima parte mi piace citare il V capitolo “Un alchimista dei nostri giorni”: la storia di Andrea, un Realizzato, così diverso dai Maestri dei nostri giorni. Il capitolo si ricollega poi e si integra con la seconda parte del X capitolo (seconda parte del libro) “Il Maestro perfetto”. Dal collegamento dei due capitoli emerge chiaramente che “il Realizzato è l'Iniziato che ha conseguito l'unità perfetta di corpo, anima e mente. Il termine Maestro, invece, indica la capacità di istruire il discepolo in un'arte qualsiasi, compreso l'Ermetismo”.

La terza parte è dedicata a tre dialoghi tra Krejis e Francesco dove si discute di Ermete ed Uomo Storico, del messaggio universale dell'Ermetismo, delle condizioni dell'ascesa e della possibilità di iniziare da soli la strada Ermetica.

Chiude l'opera un piccolo vocabolario dei termini ermetici. 

E' consuetudine che alla fine di ogni, seppur breve, presentazione si formulino degli auguri.

Il mio augurio è che Ermetismo e Alchimia, nei suoi pochi o tanti lettori, possa far agitare la Fiammella di cui così amorevolmente il dott. Krejis discorre.

Djeserkara