LA LEVATRICE
(ricerca storica a cura di Virgin)

 

In Francia viene chiamata Sage femme, "donna saggia"; in Danimarca Jordermoder, "madre terra"; gli ebrei di lingua Yiddish usano il termine Vartsfroy, "donna che aiuta", e gli abitanti delle Hawaii preferiscono Pale keiki, "protettrice del bambino.

In tempi e luoghi diversi le levatrici vennero considerate in vario modo, quasi al pari dei medici fino a venir bruciate al rogo come eretiche o streghe.
Durante il Medioevo, in Inghilterra l'ostetricia era ritenuta una professione poco onorevole, in quanto veniva praticata dalle donne sulle donne.

A quei tempi la professione era costituita da un misto di buon senso, conoscenza delle proprieta terapeutiche delle erbe e superstizione, che si tramandava di generazione in generazione grazie alla tradizione orale o alla pratica dell'apprendistato. Ogni cosa veniva fatta secondo le norme stabilite da tempo, con l'introduzione di pochissimi cambiamenti o novità.

Di solito le levatrici ricorrevano al buon senso per aiutare le partorienti a rilassarsi, per tranquillizzarle e confortarle dal punto di vista fisico ed emotivo, per chiamare a raccolta tutti gli elementi magici e naturali che avevano a disposizione, e per stabilire quando le cose non stavano andando per il verso giusto.
Le più esperte sapevano quando e come intervenire, ma c'era anche chi si limitava a torturare con i suoi rimedi strampalati le poverette che si dibattevano in preda al dolore.

Le erbe erano le uniche medicine disponibili; venivano scelte, raccolte, seccate e preparate in base ad antiche ricette e rituali che prendevano in considerazione il luogo e l'ora in cui erano state colte, l'aspetto e il sapore dei fiori e delle foglie, e l'influenza dei pianeti dominanti.
Le piante soggette all'influsso di Marte, usate per curare i disturbi degli organi soggetti a tale pianeta, di solito si rivelavano inefficaci, al pari di quelle usate per fermare emorraggie o aumentare la produzione del latte solo perché il loro fiori sembravano gocce di sangue o di latte.

Molte erbe pero erano veramente efficaci,come quelle che venivano usate per favorire le contrazioni, fermare le perdite di sangue o alleviare il dolore. I derivati di molte di loro sono tuttora usati nella medicina moderna: la belladonna calma spasmi e crampi, la segale stimola le contrazioni uterine, il giusquiamo e il papavero alleviano il dolore.

La superstizione prescriveva l'utilizzo di reliquie di vario genere, dall'acqua proveniente da pozzi sacri agli incantesimi e alle parole magiche. La gelatina di lumache per far passare la febbre e il fegato d'anguilla per facilitare il parto erano giudicati molto utili, cosi come alcune pietre preziose (soprattutto il diasporo, lo smeraldo e il rubino) che venivano tenuti in mano dalla partoriente o triturati e mescolati al vino che doveva bere.
L'eventuale successo di queste pratiche derivava dall'effetto calmante e rassicurante della levatrice e dalla fiducia della madre, e di sicuro non dalla loro reale efficacia!