Zero Comico
Ridere, nella vita, è importantissimo e, soprattutto, molto salutare… è questo il motivo per cui lo sforzo di chi ci propone vicende comiche, o da cabaret, viene sempre premiato; come si può quindi restare impassibili di fronte ad un opera (sia essa letteraria, cinematografica o addirittura videoludica) in cui compare il trio comico italiano per eccellenza, quello che negli ultimi anni ha sfornato film di successo come “Tre uomini e una gamba”, “Così è la vita” e, ultimamente, “Chiedimi se sono felice”? Ebbene, già dall’introduzione non si può non abbozzare un sorriso di fronte a questa prima fatica della Oogo (Software House) e della GMM Entertainment (Sviluppo), in collaborazione con la Medusa Film; ma passiamo comunque alla storia:
All’inizio di Zero Comico siamo sulla Terra, in un lontano futuro in cui il regime “Tecnocratico instaurato dalla Confederazione Planetaria” controlla gli uomini, costringendoli a vivere in delle case bunker; l’unico mezzo di contatto col mondo esterno è la televisione, che ruba energia a chi la guarda tramite processi di “catodizzazione”. Un giorno i nostri tre eroi (Aldo, Giovanni e Giacomo) vengono contattati da una sorta di “pirata” che li carica in una specie di realtà virtuale, (che si fonda sulla storia dei videogiochi) con lo scopo di sconfiggere il maligno nientepopodimenoche Pdor (sì, lui, figlio di Kmer, della tribù di Tsdar, ecc) e liberare lo Zero Comico, il supereroe che può far ritornare liberi e sorridenti gli abitanti della Terra.
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Zero Comico è un’AG tridimensionale, che non offre la classica interfaccia punta e clicca ma che si controlla interamente tramite tastiera, e in questo, il gioco ne risente. La grafica è molto curata, e potremo seguire i movimenti dei nostri eroi (che si avvicenderanno durante i livelli) da varie telecamere: quella in prima persona (tipo Quake, ma senza LaserGun!), quella in terza persona (tipo Tomb Raider ma senza pistole!) e quella da telecamera fissa; sebbene la telecamera che consiglio di utilizzare sia la seconda, la prima si renderà utile varie volte, mentre quella fissa è molto scomoda e non segue i movimenti del personaggio. Il sonoro è purtroppo la parte che più mi ha deluso: pochissimi i suoni di sottofondo presenti, e rarissime le righe doppiate dai personaggi; l’unica parte che si salva è quella relativa alle musichette, varie e quindi non monotone. Prima di passare al “succo” della recensione, ci tengo a dire che in due situazioni sono stato vittima di bachi da programmazione, in quanto il personaggio rimaneva bloccato e "incastrato" accanto ad un oggetto e non riusciva più a muoversi… sebbene questo problema lo abbia riscontrato solo due volte, vi consiglio vivamente di salvare frequentemente, per non incappare in tali errori (tranquilli, in ZC non si muore! J). Zero Comico è un’avventura di livello facile, quindi non ci metterete molto a venire a capo degli enigmi, nonostante qualcuno impieghi più tempo in quanto è da considerarsi relativamente illogico (niente di particolarmente difficile, comunque). La trama si sviluppa su cinque livelli, ognuno basato su un periodo della storia dei videogiochi: si parte quindi da PacMan e affini e si arriva a Tomb Raider, passando per i platform, le avventure e i giochi d’azione. La longevità quindi, non è immensa, ma l’avventura è strutturata molto bene, e i vari ambienti disponibili tappano un po’ questa lacuna. Numerose sono le citazioni relative ai tre comici (in un livello è presente una gamba di legno accanto ad un bidone della spazzatura, e non ha neanche le unghie!) e ai giochi trattati (nello stesso bidone troverete un pollo di gomma con una carrucola in mezzo). I dialoghi sono carini, e stracolmi delle battute dei tre comici, peccato che solo un 10% di essi sia doppiato (infatti leggendo le varie battute provavo a immaginare come le avrebbe pronunciate il relativo personaggio! L). Rimane comunque il fatto che Zero Comico sia una buona avventura, da giocare e da gustare pienamente, passando per i vari filmati di intermezzo (contenuti nella cartella “data” sul CD, ma mi raccomando, non guardateli!), fino a quello in assoluto più divertente, quello finale, in cui Aldo da il meglio di se. Vi rimando ora al pagellone finale.
Pagella
Grafica: 8
Sonoro: 5
Dialoghi: 7
Enigmi: 7
Longevità: 7
Trama: 7
Controllo: 6
Totale: 7
Conclusione:
Un gioco che mi ha fatto fare delle grasse risate, e che ha come protagonista uno dei gruppi comici più esilaranti del momento. Da provare (e da ridere).