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Capitolo N°10
Tratto dal libro:
"50 anni di attività
con la tecnica della
registrazione e riproduzione analogica"
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SPECIALE PROBLEMATICA PER LA LETTURA DEL DISCO |
Wolfgang Wegner (TFK )
Trad. e riv. da Edgardo Magnaghi
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Il principio meccanico del metodo di lettura con puntina comporta particolari
problemi di esplorazione e rilevamento. In primo luogo la loro descrizione
risulta impegnativa a causa di elementi geometrici che richiedono una
buona preparazione tecnica. In questa relazione saranno trattate e discusse:
la forma del solco, la diafonia (separazione), l’errore dell’angolo
apertura puntina, l’effetto pinza e la distorsione della traccia
quando si presenta il fenomeno di risonanza.
La registrazione e la riproduzione del suono con il metodo della puntina
si basa fondamentalmente sul seguente principio: uno spillo affilato incide,
in una speciale lamina rotante, un solco a forma di spirale con incluso
un movimento ad angolo retto rispetto il senso di rotazione, che corrisponde
a vibrazioni acustiche trasmesse da un trasduttore elettromeccanico. Perciò
il solco viene inciso viene inciso con una modulazione a forma d’onda
nella quale sarà più tardi costretta a muoversi, in modo
analogo, la puntina per la riproduzione del disco. Quest’ultima,
accoppiata ad un successivo trasduttore elettromeccanico, fornirà
ai terminali d’uscita dello stesso una rigenerata tensione elettrica
oscillante che, sufficientemente amplificata, sarà in grado di
alimentare uno o più altoparlanti.
I processi di incisione e rilevamento sono quindi eguali, tuttavia essi
sono la principale causa del sorgere di problemi di natura geometrica
e di dinamicità meccanica. Questi problemi, unitamente al compito
svolto dal sistema fonorivelatore e dal relativo braccio di supporto,
saranno di seguito esaminati ed illustrati nel modo più comprensibile.
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1. Problemi geometrici
1.1 Linea guida d’incisione e correzione delle distorsioni
La velocità “v ^ ” è la velocità di oscillazione
con la quale agiscono lo spillo d’incisione e successivamente la
puntina. Essa corrisponde alla oscillazione del suono conformemente alle
variazioni della pressione acustica necessaria per il funzionamento del
microfono. Il valore massimo della vibrazione acustica è prodotto
dell’ampiezza “a ” per la frequenza “f ”
secondo la seguente equazione:
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Da questo si può osservare che, con
le basse frequenze, l’ampiezza (determinata dallo spillo d’incisione),
e quindi lo spazio occorrente sul disco (Fig.1), è molto grande
e sarebbe causa di una forte riduzione della durata dell’audizione.
Le frequenze alte rendono invece l’ampiezza così piccola
da venire subissata dal fruscio del disco (causato dalla granulosità
del materiale di cui è fatto). Per questi motivi si deve perciò
elevare l’ampiezza nella registrazione delle alte frequenze percettibili
dall’udito e ridurre l’ampiezza delle basse frequenze pure
percettibili. |
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L’attenuazione dell’ampiezza, in modo proporzionale al fruscio,
è tuttavia possibile sino a un certo limite cioè sino a
quando il segnale della modulazione utile risulta talmente basso da non
poter essere amplificato. In questo modo si ottiene una risposta della
frequenza di registrazione deformata denominata linea guida d’incisione
(Fig.2). Essa dovrà essere più tardi nuovamente corretta
mediante il sistema fonorivelatore oppure nell’amplificatore. Ogni
disco però deve poter essere ascoltato su tutti gli apparecchi
riproduttori per cui si è dovuto stabilire uno standard internazionale
per l’andamento della linea guida d’incisione e, come costante
di tempo, per l’aumento delle alte si è stabilito 75µs,
per la riduzione delle basse 318µs e per la limitazione 3180µs. |
1.2. Solco stereo
Con un solo canale, ovvero con la registrazione monofonica, lo spillo
d’incisione si muove solo in direzione laterale (scrittura laterale).
Con i due canali, ovvero con la registrazione stereofonica, viene utilizzata
anche una componente di profondità, più precisamente la
direzione della registrazione risulta, per entrambi i canali, inclinata
di 45° rispettivamente verso sinistra e verso destra; gli stessi canali
risultano perciò contrapposti ad angolo retto (Fig.3). Per questo
motivo è così possibile esplorare il solco con una unica
puntina e lo stesso ricevere due informazioni indipendenti l’una
dall’altra su due distinti trasduttori la cui direzione di sensibilità
si trova egualmente contrapposta in modo ortogonale.
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1.3. Inclinazione dei lati e diafonia
Che il tasteggio agisca esattamente ad angolo retto è dunque di
importanza determinante per una netta separazione dei canali. La sensibilità
minima del fonorivelatore di un canale deve trovarsi esattamente perpendicolare
alla direzione della modulazione dell’altro canale. Se si indica
con “a” la deviazione angolare da detta ortogonalità,
si può ottenere la risultante attenuazione della diafonia (perturbazione
indotta) “U” rispetto la presupposta ideale dei fonorivelatori
(U = ¥ ) determinata da:
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Il peggioramento risulta evidente nella curva rappresentata
in Fig.4 con un semplice esempio. Una diafonia di 29 dB per la posizione
di un fonorivelatore con deviazione angolare di 2°. |
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1.4. Distorsione per errori angolari (tracking distortion)
Per un fedele tasteggio del disco, come precedentemente discusso, è
quindi necessario che l’oscillazione della puntina avvenga di fatto
allo stesso modo dello spillo d’incisione e cioè su un piano
disposto ortogonalmente alla direzione longitudinale del solco. Questa
caratteristica era il presupposto fondamentale nella progettazione dei
sistemi fonorivelatori e dei relativi bracci; ma era anche una condizione
che, per diversi motivi, non si poteva completamente realizzare.
Che effetto può avere una deviazione sull’ortogonalità
dei due piani nella fedeltà della riproduzione? In pratica questa
deviazione angolare si può distinguere in errore sull’angolo
di traccia verticale ed errore sull’angolo di traccia orizzontale,
denominato anche errore di tangenza poiché viene allontanata la
linea di collegamento tra la puntina e il punto di rotazione della tangente.
Le conseguenze sono eguali per entrambi: il tasteggio di un fonorivelatore
assume la forma di una curva sinusoide e se il movimento della puntina
avviene con un angolo d’errore “ d ” rispetto l’ordinata,
l’andamento della curva e di conseguenza della tensione d’uscita,
varierà in modo obliquo al sistema di coordinate (con l’angolo
(p / 2) + d tra ascissa e ordinata) (Fig.5). Nasce così una serie
di suoni armonici dei quali però è importante solo la seconda
armonica (doppia frequenza) poiché le oscillazioni di valore superiore
risultano trascurabili. Tutto ciò viene sintetizzato come fattore
di distorsione quadratico nella seguente formula:
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dove siano: “c” la velocità di scorrimento
del solco, “R” il raggio del solco, cioè la distanza
dal centro del disco, e W = 2 p n / 60 la velocità angolare del
disco, in cui “n” rappresenta il numero di giri/min-1.
Si può notare che questo fattore di distorsione aumenta rapidamente
dove la velocità si fa piccola e nei solchi interni del disco.
Nel tracciato di curva deformata, Fig.5 in basso, è possibile
vedere che il movimento della puntina risulta più rapido su un
lato rispetto l’altro. Qualora venisse rappresentata una seconda
frequenza più alta, essa di conseguenza subirebbe una modulazione
con intensità proporzionata alla frequenza di modulazione.
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1.5. Distorsione della traccia (tracking distortion)
Questa distorsione nasce dal fatto che il solco viene inciso sul disco
con un utensile a spigoli taglienti e deve essere susseguentemente esplorato
con una puntina la cui estremità è sferoidale (Fig. 6).
A causa di questa differenza geometrica, il centro di questa sfera non
descrive esattamente la curva incisa in precedenza dall’utensile
tagliente. La sua reale configurazione di movimento si manifesta con lo
scandaglio di scrittura durante lo scorrimento della sfera sulla sinusoide
(Fig. 7), definita mediante un fattore di distorsione quadratico
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e un fattore di distorsione cubico |
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dove “r” rappresenta il raggio di arrotondamento
della puntina di lettura determinante il percorso laterale (Fig. 8) che
è definito dal fattore di distorsione quadratico e che diventa
fattore di distorsione cubico in : |
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Gli indici “v” e “h” indicano
in questa occasione le componenti cinetiche rispettivamente verticale
e orizzontale. Per ragioni di completezza, come già spiegato, nel
fattore di distorsione quadratico sono considerate di importanza minore,
eccetto la 2a armonica, ulteriori armoniche di numero pari e nel fattore
di distorsione cubico, eccetto la 3a armonica, ulteriori armoniche di
numero dispari. |
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1.6. Distorsione per effetto pinza (pinch effect)
Oltre al problema precedente, la particolare forma dell’utensile
da incisione comporta il problema che il solco normalmente in un percorso
laterale, certamente di profondità costante, risulta però
di larghezza oscillante, in modo che le pareti del solco stesso non presentano
dappertutto il medesimo angolo contrapposto (Fig. 9). Il movimento della
puntina a forma sferica sarà, per questo motivo, non solo laterale
ma anche verticale e cioè con la frequenza doppia. L’estrapolazione
della componente cinetica verticale aggiuntiva della puntina durante il
movimento nel percorso laterale del solco, quindi come fattore quadratico
di distorsione, si può calcolare con :
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Anche qui appare nuovamente la 2a armonica di numero pari
accompagnata da armoniche di valore superiore.
Come evidenzia questa particolareggiata analisi matematica, anche con
le distorsioni di traccia e per effetto pinza, la presenza di due o più
singole frequenze, può far emergere, in posizione di fase, una
risultante frequenza aggiuntiva come descritto nel caso della distorsione
per errore angolare. Nello stesso modo, anche le distorsioni di traccia
e per effetto pinza, come risulta evidente nella formula (7), la modulazione
diventa più grande quando la velocità diventa più
piccola e nei solchi interni del disco.
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1.7. Soppressione della distorsione per errori angolari (errore di tangenza)
Durante l’incisione del disco l’utensile tagliente viene fatto
avanzare su un asse radiale verso il centro del disco, in questo modo
la sua guida di comando si mantiene sempre nella direzione ortogonale
alla tangente del solco. Al contrario il rivelatore di un normale braccio
descrive sempre un arco modificando continuamente la sua direzione. Esso
può perciò non mantenere sempre la direzione ortogonale
alla tangente del solco. Tuttavia, mediante una esperta progettazione
del braccio, è possibile tenere l’errore angolare orizzontale
di traccia con valore molto piccolo. Negli anni 70, la richiesta del mercato
di apparecchi HiFi sempre più perfetti ha convinto alcuni costruttori
a realizzare giradischi con il braccio che avanzava radialmente verso
il centro del disco, come avviene durante l’incisione, eliminando
così completamente l’errore di tangenza. Questi giradischi,
comunemente conosciuti come giradischi con braccio tangenziale, erano
però molto costosi.
Un altro dato del problema consiste nell’angolo di traccia verticale
in quanto il principio dell’incisione del disco stereofonico è
basato sulla componente della profondità di traccia realizzata
con il minuzioso movimento verticale dello spillo d'incisione. Nessuna
puntina di fonorivelatore può però seguire esattamente questa
direzione di movimento poiché il proprio asse di rotazione e quindi
la propria struttura portante deve essere posizionata sopra la superficie
del disco. Risulta invece particolarmente complicata la costruzione dei
fonorivelatori magnetici in quanto l’asse di rotazione si trova
al centro del magnete, delle espansioni polari che lo circondano e della
necessaria sospensione elastica. Si è dovuto quindi unificare la
direzione di movimento di utensile e puntina standardizzandolo a 15°
di inclinazione verticale (Fig. 6). Questo angolo standard è stato
mantenuto o per lo meno avvicinato in tutti gli allora moderni fonorivelatori.
Una deviazione inferiore a 5° era considerata accettabile.
L’approssimato angolo verticale, contrariamente all’errore
angolare di tangenza, rimane costante su tutta la superficie incisa del
disco, non così invece nei cambiadischi dove il piano di lettura
varia con l’altezza della pila di dischi. In questo caso sarebbe
stato necessario un sistema automatico, mai realizzato, per variare l’inclinazione
del fonorivelatore o per adeguare l’altezza del braccio alla pila
di dischi.
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1.8. Soppressione delle distorsioni di traccia e per effetto pinza
Di norma si sarebbe potuto eliminare completamente queste distorsioni
mediante la forma data alla puntina di lettura e allo spillo d’incisione,
invece ciò non è avvenuto per lungo tempo in nessun disco.
Come compromesso è stata utilizzata una puntina di lettura a forma
ellittica o biradiale la cui sezione trasversale, lavorata a forma di
ellisse, giace con il lato più grande in posizione obliqua rispetto
la direzione di lunghezza del solco. Con ciò la distorsione viene
sensibilmente ridotta, però viene fortemente ridotta anche la superficie
di contatto tra la puntina di lettura e la parete del solco in modo che,
rimanendo invariata la forza di appoggio, salirà proporzionalmente
la pressione specifica tra la puntina di lettura e la stessa parete del
solco. La puntina con l’arrotondamento ellittico richiede quindi
una forza d’appoggio particolarmente bassa.
Un mezzo migliore per mantenere la distorsione a valori molto bassi durante
la lettura anche con una puntina a forma sferoidale era stato trovato
da TELDEC : basandosi sull’esperienza ottenuta con lo studio della
lettura con il procedimento geometrico tradotto in forma matematica, si
poteva produrre un apparecchio elettronico in grado di calcolare preventivamente
l’errore di movimento che avrebbe fatto la puntina durante la lettura
e comunicarlo all’utensile d’incisione. L’incisione
di questo solco quindi non sarebbe avvenuto con il solito movimento originario
ma con un movimento appositamente distorto che più tardi una puntina
di lettura a forma sferica avrebbe riportato nella forma di curva desiderata.
L’apparecchio elettronico denominato tracing simulator doveva tenere
conto, oltre all’influsso della frequenza, della modulazione e della
velocità di scorrimento del solco, quindi del numero di giri del
disco e del corrispondente diametro del solco. Inoltre il presupposto
raggio di arrotondamento della puntina era stato standardizzato nel valore
di 15mm. Tuttavia una piccola differenza di questo valore (sino a 3mm)
risultava irrilevante, in questo modo anche una puntina ellittica poteva
leggere con buona qualità i dischi Royal-Sound-Stereo. Mediante
questo procedimento si è potuta ottenere una straordinaria riduzione
della distorsione particolarmente nei diametri piccoli del solco. Mentre
sino ad allora frequentemente nell’incisione del disco, a causa
della distorsione che si presentava nei solchi interni, si era costretti
ad abbassare il livello delle note, ora si poteva mantenere l’intero
livello di altezza senza distorsione e contemporaneamente ottenere una
grande separazione dal disturbo.
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1.9. Limiti della modulazione (massima ponderazione della lettura)
Il limite massimo attribuibile alla modulazione è puramente teorico,
esso potrebbe essere raggiunto qualora il raggio di curvatura del solco
fosse così piccolo da essere uguale al raggio di arrotondamento
della puntina poiché in una più brusca curvatura del solco
la puntina non potrebbe entrare. Questo limite si può valutare
come ampiezza di accelerazione con :
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Esso però praticamente non può mai essere
raggiunto. Con l’incisione che viene volutamente distorta dal tracing
simulator si arriva sempre ad un limite vicino a –3dB (circa il
70%). Nella medesima incisione, la possibilità di modulazione del
solco viene limitata anche dall'altezza della frequenza. Si può
inoltre osservare nella precedente formula che diminuisce la velocità
con l’aumento della frequenza (Fig. 10). Tuttavia la modulazione
viene limitata anche con frequenze intermedie, nelle quali il raggio di
curvatura del solco non è ancora certamente così piccolo,
a causa della tecnica di incisione ; infatti il procedimento meccanico
nell’incisione stessa consente una sola velocità di comando
dell’utensile, il cui valore massimo è la metà del
valore della velocità del solco, più precisamente : |
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Nelle basse frequenze dove la velocità nuovamente
diminuisce, l’ampiezza non aumenta. Alla limitazione d’ampiezza
provvede in questo caso la linea guida d’incisione.
Per i sopra dimostrati limiti nella tecnica d’incisione diventa
naturalmente necessario fare riferimento alle massime caratteristiche
di lettura dei fonorivelatori.
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2. Problemi di meccanica dinamica
2.1. Risonanza puntina-braccio
La puntina deve avere una sufficientemente buona cedevolezza per poter
seguire il tracciato del solco. Tanto essa è grande quanto più
potrà essere selezionata una piccola forza di appoggio mediante
la quale la puntina possa essere costretta nel solco per un sicuro tasteggio.
Però non è possibile assegnare alla cedevolezza un valore
qualsiasi perché la puntina deve avere sempre un ritorno elastico
nella posizione di riposo e trascinare il braccio sul disco. L’insieme
di supporto deve poter trasmettere alla puntina la necessaria forza. Il
supporto elastico (cedevolezza) costituisce unitamente alla massa effettiva
del braccio (a causa del momento d’inerzia prodotto dal movimento
rotatorio attorno all’asse di supporto della sua massa operante
sul punto di lettura) un insieme sensibile alle vibrazioni (Fig. 11) con
una frequenza di risonanza molto bassa, ben al di sotto della trascrizione
efficace diminuendo in pratica del quadrato la stessa frequenza. Per questo,
con un appropriato adeguamento della sospensione elastica della puntina
alla massa del braccio e con appositi smorzatori, si colloca la risonanza
del braccio il più possibile vicino oppure sotto l’estremità
inferiore del campo acustico. Con ciò non potrà comparire
nessuna risonanza di disturbo nella curva di risposta. La frequenza di
risonanza viene determinata con :
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dove sono : “mB” la massa effettiva del braccio
e “Cp” la cedevolezza della puntina.
La risonanza del braccio posta all’estremità inferiore del
campo da trasmettere consente dunque una risposta di frequenza evidentemente
adatta per misura da trasmettere e diafonia non per il solo fonorivelatore,
bensì per la combinazione fonorivelatore più braccio.
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2.2. Risonanza puntina-disco
La puntina e il proprio supporto oscillante hanno una massa effettiva
che, a causa della necessaria cedevolezza sul punto di contatto con la
parete scanalata, determina anch’essa una capacità di oscillazione,
questa volta però con una frequenza di risonanza molto alta :
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dove sono : “mp” la massa effettiva
della puntina e “CD” la cedevolezza del disco.
La condizione che questa frequenza di risonanza dipende anche dalla parete
scanalata, cioè anche dalla elasticità del materiale di
cui è composto il disco, consente di collocarla alla estremità
superiore del campo da trasmettere lasciando pulita nella risposta di
frequenza la misura da trasmettere e la diafonia e di poterla rilevare
solo usando per la misurazione un apposito disco di misura.
La risonanza del disco posta all’estremità superiore aumenterà
il valore del quadrato della frequenza della misura da trasmettere. Risulta
molto difficile eseguire il collocamento di questa frequenza di risonanza
sopra l’estremità superiore del campo acustico solo mediante
la riduzione della massa effettiva della puntina (a circa 1mg o anche
a meno) che può essere conseguita solo in particolari fonorivelatori
di grande pregio.
Tutti i punti basilari sopra descritti si incontrano in linea di principio
in tutti i bracci, di qualsiasi costruzione, e in tutti i sistemi fonorivelatori
di qualsiasi tipo. Un altro capitolo sarà dedicato alla trattazione
di altre caratteristiche dei bracci e dei fonorivelatori in relazione
alla forma di realizzazione generalmente usata e ad altre con principi
di costruzione completamente diversi.
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LETTERATURA
[1] M. Kluge : Risposta di frequenza e sollecitazione dei dischi dai
fonorivelatori.
Germania (1932)
[2] E. G. Lofgren : La distorsione non lineare nella riproduzione dei
dischi per deviazione angolare dell’elemento di lettura. Germania
(1938)
[3] G. Guttwein : La distorsione lineare e non lineare nella tecnica dei
dischi fonografici. Germania (1940)
[4] F. V. Hunt e W. D. Lewis : La teoria della distorsione di traccia
nella riproduzione sonora delle registrazioni fonografiche. JEAS America
(1941)
[5] A. Jorysz : Bibliografia della registrazione su disco dal 1921 al
1947. USA (1947)
[6] H. Rabe : Distorsione di riproduzione per errore angolare dovuto
alla curvatura del braccio. SIEMENS (1953)
[7] H. Meuschel : L’importanza dei dischi di prova e di misura nelle
apparecchiature fonografiche. Funk-Technik (1955)
[8] H. R. Kuhn : Dati caratteristici dei fonorivelatori e loro metodo
di misurazione. Germania (1955)
[9] La misurazione dell’oscillazione della velocità di scorrimento
negli apparecchi da riproduzione sonora. Funk-Technik (1956)
[10] G. Slot : L’impiego di puntine di zaffiro nei giradischi. Radio
Mentor (1956)
[11] J. B. S. M. Kerstens : Procedimento meccanico nella riproduzione
di suoni alti nei fonorivelatori. PHILIPS (1956/57)
[12] H. R. Kuhn : Risposta e misura delle frequenze nei fonorivelatori.
Radio Mentor (1958)
[13] W. Wegner : Valutazione e misura del rumore di disturbo dell’organo
motore.
Radio Mentor (1958)
[14] H. Redlich e H. J. Klemp : Misurazione della larghezza del solco.
Radio Mentor (1958)
[15] H. Batsch : Problemi doppi nell’incisione con due componenti.
Funkschau (1958)
[16] E. P. Skov : I problemi dei dischi stereo. JEAS (1960)
[17] U. Schmidt : La misurazione della tensione del rumore di disturbo
nei riproduttori di dischi fonografici. Funk-Technik (1963)
[18] H. Redlich e H. J. Klemp : Simulatore di traccia – Metodo nella
registrazione su disco per ridurre la distorsione della riproduzione.
Germania (1965)
[19] C. R. Bastiaans : Lettura di dischi stereofonici. Funkschau (1966)
[20] Dischi di misura per la prova dei giradischi di gran pregio. Funkschau
(1966)
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Indice
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