A FAVORE                                                                           

 

Dopo qualche anno di rifinimento, la tecnologia peer-to-peer (PtP) sta facendo un rientro in grande stile. Una decina di anni fa la principale ragione per creare una rete peer-to-peer - di solito all’interno di un piccolo ufficio o di un gruppo di lavoro era quella di condividere file o risorse presenti in numero ristretto, come stampanti e scanner.

Ricordiamo che si parla di rete peer-to-peer quando le macchine client comunicano direttamente tra di loro invece che passando per un server. In pratica viene impostato una sorta di computer virtuale che consente lo scambio di dati tra piu' computer connessi attraverso una rete che, ovviamente, puo' essere anche Internet.

Se comunque c’e' ancora qualcuno che non riesce a immaginare una rete globale che elimini la figura del server come hub centrale, consentendo a migliaia se non milioni di pc di comunicare direttamente, allora probabilmente non ha mai sentito parlare del fenomeno Napster, il cui software viene spesso considerato come il miglior esempio della potenza che il peer-to-peer puo' offrire.

 

 

Non soltanto MP3

Se i servizi dedicati allo scambio di file in formato MP3 hanno incoraggiato la rinascita di questo modello di network computing, essi non sono pero' certamente gli unici partecipanti alla spartizione della sua torta. E se la controversia di Napster e' circondata da alcuni strascichi legali, non c’e' dubbio che questo servizio ha comunque dimostrato come il peer-to-peer computing (traducibile come computerizzazione punto a punto) possa funzionare anche su larga scala e che la teoria che gli sta dietro e' senz’altro valida, oltre che potente. Mentre il destino di Napster si sta decidendo all’interno dei tribunali, la partita delle reti PtP distribuite si sta pero' giocando altrove.

Prima di tutto stanno spuntando nuove reti create per permettere agli utenti lo scambio di qualsiasi tipo di informazione digitale.

 

Un cambiamento anche per i servizi Internet

La tecnologia peer-to-peer puo' andare ben oltre lo scambio di file e potrebbe avere enormi implicazioni per Internet in generale. Anche Ebay (www.ebay.com), la famosa casa d’aste on line americana, ha recentemente rivelato di avere un team tecnico con gli occhi puntati sul PtP networking. Ebay ha infatti costruito un solido business sullo scambio di oggetti attraverso il proprio marketplace centralizzato. Si puo' facilmente immaginare cosa accadrebbe se gli utenti non avessero piu' bisogno di eBay come intermediario. L’elaborazione distribuita tramite peer-to-peer potrebbe rivelarsi rivoluzionaria. Come avviene per lo storage dei dati, il tempo di elaborazione potrebbe essere anch’esso acquistato da societa' come Centrata. In questo modo, se un’azienda sta eseguendo delle query impegnative su database o algoritimi particolarmente complicati, condividere l’elaborazione potrebbe rivelarsi una soluzione rivoluzionaria. Altre start-up peer-to-peer come AppleSoup (www.applesoup.com) offriranno servizi di file sharing a pagamento. Diversamente dal modello gratuito di Napster, AppleSoup protegge i diritti dei possessori dei contenuti dal punto di vista della proprieta' intellettuale, assegnando regole e procedure per la gestione dei diritti. Questi miglioramenti tecnici consentono ai possessori dei contenuti di distribuire e vendere la loro proprieta' mentre le informazioni si spostano direttamente da un disco fisso all’altro attraverso Internet.