Anche se i primi lavori sulla teoria dei giochi
furono presentati, nel 1921 all'Accademia delle Scienze di Parigi, da Emil Borel il
cosidetto "status" di questa teoria è in massima parte dovuto a due studiosi
che provenivano da campi di ricerca tra loro apparentemente diversi e cioè il matematico
Von Neuman e l'economista Morgenstein, che se ne occuparono nel 1944.
Le caratteristiche di questa teoria sono
importanti (al pari di quelle della teoria scientifica) e comunque tali da farlo ritenere
un modello scientifico, ovvero un sistema intellettuale che funziona come la realtà che
esso si prefigge di rappresentare. In proposito si ricorda che il termine
"modello", con significato più appropriato, viene usato dai matematici anche
per riferirsi a procedimenti in cui una situazione concreta viene rappresentata mediante
formule matematiche.
Ed è proprio a queste che si può chiedere: cos'
e' una formula matematica, applicata a questo gioco? Non è certo qualcosa che ci consente
di puntare diritto alla vincita. E' invece un modo per rappresentare brevemente una
situazione numerica complessa e alla quale segue una verifica sperimentale che serve per
controllare come il fenomeno d'interesse si sia, o no, verificato secondo le modalità
previste dal modello che si è seguito.
Un'altra domanda che bisogna porsi è la
seguente: su quali basi un pronostico deve ritenersi attendibile? Non certo su basi
soltanto empiriche o in virtù di qualche formula, perchè tutto dipende dallo scrupolo
con cui viene effettuata la ricerca, dai confronti appropriati che vengono fatti, dai
valori che si stabiliscono, dalla precisione di determinati calcoli, dell'esattezza dei
dati statistici, dallo stesso spirito che anima nel puntualizzare l'indagine che si esperisce e dall'onestà
intellettuale con la quale ci si accinge a formulare il pronostico.
ARTICOLO DI Leontino Gorgia