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Annette

side story di Christine 22 di Laura

 

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pubblicazione sul sito Little Corner del settembre 2011

Vietati la pubblicazione e l'uso senza il consenso dell'autore

mail to: luly_thelilacat@yahoo.it

 

Mio caro

solo poche righe, questa sera... il piccolo ha un po' di febbre, nulla di grave, ma meglio non perderlo d'occhio...

Come state? E voi bambini, siete buoni, obbedite a papà?

Io sto bene, mi sto ambientando, ormai non mi perdo più nei corridoi e ho imparato a non spaventarmi ogni volta che il pendolo batte le ore... il tempo passa in fretta, ancora una settimana e potrò tornare da voi per qualche giorno.

In fondo qui non sono poi così strani come pensavo all'inizio... solo non mi par vero di dover fare da balia... a due adulti! Eh sì, mio caro, e non ridere di me né di loro, ti prego, che questo bambino non è nato sotto una buona stella davvero, e mi fa pena pensare a cosa dev'essere stato per la sua mamma capire che non avrebbe potuto veder crescere la sua creatura. Se ci penso mi si stringe il cuore, e allora lo coccolo e lo stringo che quasi ho paura di fargli male. E piango, pensando ai miei figli lontani, alla nostra casa, a te. Ma ancora per poco, vedrai... è una famiglia giovane questa, nuova di zecca, ma viene su bene... che io lo so che lo so fare, il mio lavoro...

Ora devo salutarti, è ora della pappa per il piccolo, ma non sarò io a prepararla... ci crederesti che sono pagata per dire ad altri come fare il lavoro che è mio? Certo son cose banali, ma se nessuno ti spiega... e dovresti vederli che buffi, che mi guardano a bocca aperta mentre mostro loro come fare nodi e disfare viluppi di stoffa che a loro sembrano rompicapo.

A ognuno il suo compito, dico io...

Però nessuno ti insegna ad amare un figlio no... è una cosa che viene dal cuore, ce l'hai dentro come il sonno, o il respiro... anche se mademoiselle non lo sa ancora e forse pensa di poter beffare la sorte. Invece la sorte ha beffato lei il giorno che le messo tra le braccia quel piccolo orfano che ora le toglie il sonno.

Buonanotte, mio caro. Bacia i bambini e dì loro che mi aspettino, che tornerò presto e porterò un regalo ciascuno!

Annette

 

 

 

 

 

Mi chiamo Annette, e sono la balia di Daniel

Il mio arrivo a Palazzo è stata un'idea di madame; non ne poteva più di vedere sua figlia e André mangiarsi a vicenda, che paiono due pulcini nella stoppa... "Figlia mia - ha detto a madamigella - io capisco il tuo desiderio di aiutarlo André, ma chi aiuta voi due? Non avete un briciolo di esperienza, e il bimbo crescerà insicuro e viziato".

E così, eccomi qua.

Io ne ho tirati su di bambini, quasi mezza contea... le mie regole funzionano sempre, se non gradiscono che mi licenzino! Poi voglio vedere come fanno...

Quando sono arrivata, non credevo ai miei occhi! Tutto sbagliato, tutto sbagliato povera me! E allora mi sono data da fare, prima di tutto, via il bambino dalla stanza degli adulti! Il bambino deve avere da subito uno spazio suo, non è con la vicinanza che lo si rassicura. A lui basta sapere che non è solo, che se chiama qualcuno accorrerà. Non bisogna assecondarne i capricci, io ne ho visti tanti, e son tutti uguali, piccoli diavoletti che ti incantano con gli occhi e intanto ti incatenano... e quei due salami di madamigella e André non riescono a fargli distinguere il giorno dalla notte... dico io! André è bravo ma è un uomo, madamigella... bhe, tanta buona volontà, ma certo il fisico da fattrice le manca... ha certe occhiaie...

E poi quando sono al lavoro, il bambino chi lo guarda? Nanny? Ma poverina, ha la sua età... le cameriere? Sono troppe, troppo giovani, lo spupazzano come un giocattolo ma alla fine quando serve polso perché lui strilla come un demonio o bisogna cambiarlo, ecco che si tirano indietro... "Io non devo, io non posso, io non voglio"... tutte uguali, queste qui che di bambini non ne hanno mai tenuto in braccio uno per più di 5 minuti. Ma che si credono che vengono al mondo tutti lindi e profumati? Eh no, belle mie...

I bambini fanno impazzire, fanno sudare, e la schiena la sera ti si spezza in due, gli occhi bruciano e loro ti guardano certi occhietti vispi, loro che hanno dormito tutto il santo giorno...

E poi i doveri coniugali dove li mettiamo? Che io lo so che madamigella e André, anche se non sono sposati... lei lo guarda con certi occhi, e lui quando stanno vicini deve fare certi pensieri... eh, ci vuole tempo pure per quello, lo sapevamo bene io e mio marito quando eravamo più giovani che sembrava che non ne avessimo mai abbastanza.

Insomma, madame mi sa che ha pensato proprio a tutto...

Oh, scusatemi, ma il diavoletto piange... ora lo aggiusto io, prima che svegli tutta la casa. Che la notte è fatta per amare, dico io...  ma lui è un bambino e deve dormire!

Forse dovrei dire che sono la balia dei suoi genitori...

 

 

"... e naturalmente avrete diritto a vitto e alloggio, e il giorno libero..."

"Se permettete vorrei poter tornare a casa ogni tanto la domenica, per poter stare con la mia famiglia... sapete, io ho tre figli miei, sono grandicelli ma la domenica voglio poter cucinare per loro e per mio marito".

La Santa Inquisizione... forse anche peggio... una piccola folla riunita in fondo alle scale, una miriade di occhi, imperiosi, impietosi o solo curiosi... e un bambino che piange.

Madame ha deciso, per Daniel ci vuole una balia... nanny ha subito protestato, ma la signora è stata irremovibile... con voce dolce e decisa le ha detto "nanny è tuo nipote, non puoi fargli da balia... e poi - gioca d'astuzia la signora, che la conosce bene - non credi che Oscar abbia ancora bisogno di te?"

Non cambia nanny che per la sua bambina ancora stravede. E ha annuito, alla fine. Ma dove trovarla, una persona a modo, affidabile, per il piccolo?

Madame, che dopo 6 figlie lo sa bene come vanno queste cose ha chiesto in giro, alla moglie del fattore di indicarle una persona per bene, di fiducia, disponibile per molte ore al giorno e all'occorrenza anche la notte... soprattutto la notte. Il perché lo sa lei.

Ha trovato Annette e l'ha assunta senza avvertire nessuno, è la persona giusta per il bambino, per tutti.

Ora che è appena arrivata madame ha riunito l'intero palazzo per presentarla... non per dare spiegazioni, non c'è bisogno.

Nanny è preoccupata, André perplesso... Oscar arrabbiata, squadra la nuova venuta e intanto parla a sua madre... "Madre noi non... " e vorrebbe dire "Noi non siamo d'accordo" ma si ferma una attimo prima... ma quale noi, non è figlio suo... eppure... tanto l'hanno capito tutti, e André comincia a pensare che non sia poi un'idea così cattiva...

Madame risponde tranquilla ad André, che ha più diritto di tutti... "Vedi non si tratta di affidarlo a una balia, non tutto il giorno tutti i giorni, non preoccuparti. Ma tu - e la sua voce indugia su quel "tu" e vuole dire "voi" - hai bisogno di aiuto, che qualcuno ti insegni, sarà tutto più semplice e al bambino gioverà".

Lo sa bene madame che quel ragazzo ha molto più senno di sua figlia, e si appella a lui perché la plachi. Ma lei non si lascia placare.

Arrabbiata e con il viso in fiamme parte all'attacco della malcapitata.

"Quanti anni avete?" La scruta sospettosa, le sembra troppo giovane per fare la balia... lei la balia l'immagina avanti con gli anni, un po' curva, morbida e tonda... e invece è una giovane donna che le sta davanti, e pure bella, i capelli corvini lucidi come la seta raccolti in due treccie che le incoronano il capo. E' regale, alta, il seno colmo e i fianchi arrotondati... indossa un vestito semplice ma ordinato, il solo bagaglio è quel piccolo involto ai suoi piedi.

Annette sorride e si diverte per quel comitato poco accogliente, perché nelle case dei nobili la storia è sempre quella, ogni volta le stesse domande...

"Ho 32 anni - lo dice e un lieve brusio si leva dalle retrovie... Giovane? Vecchia? , chi può dire, chi scaglierà la prima pietra? Oscar incassa e rimugina, quasi coetanee, eppure che vite diverse... e come farà, con una famiglia... senza accorgersene le osserva il seno rigoglioso e la immagina con i suoi piccoli attaccati, avidi, come se quello fosse il centro del mondo e sapessero che assieme al cibo scorre la vita, la forza... deve averne tanta di forza una donna così, pensa Oscar...

Coglie la sorpresa negli occhi di tutti Annette e ne approfitta per proseguire... "Sapete, quando i miei figli erano piccoli anche io pensavo che non li avrei mai affidati a nessuno, ma io non sono qui per prendere il posto..." e rimane sospesa, affida al silenzio il pensiero di tutti, che non prenderà mai il posto di una mamma... Poi prosegue cauta "Però i bimbi che ho tirato su mi hanno voluto bene e ancora mi riconoscono, mi salutano anche se ormai sono grandi".

"E come vi chiamano?" interviene, finalmente, André, che è rimasto lì a vedere la sua bionda a guerreggiare fiera contro le arpie, cullando Daniel che ciangotta parole incomprensibili e se ne sta beato tra le sue braccia, il tiranno... e vuole capire, perché il suo bambino non cresca con il dubbio di avere avuto troppe mamme, o troppo poche... una, (e pensa, speranzoso, che la bionda potrebbe anche cedere) tre, nessuna...

Una domanda lecita, una risposta semplice. Rassicurante. Come solo una balia sa essere... per lui, e per lei...

"Mi chiamano Annette, naturalmente..."

E non dice, ma si capisce... che lei non porta via il posto a nessuno, ma ci sa fare... e insegnerà, mostrerà loro che ci sono poche e semplici regole perché il bambino cresca bene, sereno, ma non li annulli e non ne faccia due vittime; perché non si distruggano per troppo amore, o sarà la fine.

Vedranno che è semplice distinguere il pianto di un bimbo che prova fastidio o dolore da quello che invece ti mette alla prova e studia la tua debolezza... che è bellissimo alzarsi la notte per sfamare quell'uccellino indifeso, a patto che poi si metta a dormire tranquillo e non costringa tutti ad interminabili veglie. Vedranno, vedranno che è semplice, basta che le diano retta, la lascino fare, almeno all'inizio, lo capirà lei quando il suo compito sarà finito.

Perché lo sa bene Annette che si può essere madri in tantissimi modi... che Daniel ce l'ha avuta una mamma, che gli ha regalato il dono più bello, una vita da vivere; ma sa che ne ha un'altra, questa strana fanciulla vestita da uomo che comanda un reggimento di soldati che ora lo sta difendendo con la sua, di vita... con le unghie e con i denti. Ha un gran coraggio, davvero questa fanciulla dagli occhi di ghiaccio... la vita le ha tolto tutto ciò che era suo, e per riaverlo ha dovuto accettarlo dalle mani dell'altra morente. Dev'essere dura, ma lei non ha detto di no, senza guardare ha aperto le braccia ed ha accolto l'amore e il dolore... il suo uomo straziato, un bambino che forse da grande le chiederà di spiegargli chi è, cosa è stato... non si è lasciata nulla alle spalle, per non avere rimpianti, nemmeno i gatti spauriti che l'altra accoglieva. Li ha presi con sè, ha voluto tutto, eppure potrebbe essere niente quello che stringe tra le mani.

L'hanno vista, le hanno detto, il giorno che quelli sono venuti a riprendersi il piccolo, che pareva una furia davvero. L'ha preteso, ha combattuto. E ha vinto. Potrà spiegargli ciò che vorrà a testa alta, un giorno. Perché Daniel non è carne della sua carne, non è sangue del suo sangue. Eppure è al sicuro, in fondo al suo cuore. E lei lo tiene ben stretto...

Annette lo vede da sé che non l'ha convinta... ma non è mica un problema...

"Allora, facciamo conoscenza... " e allunga le braccia sorridente verso il frugolo, che ha capito che si sta parlando di lui, e sgrana gli occhioni sospettoso... André obbedisce, in silenzio, lei lo accoglie morbida come una culla e comincia a parlargli con voce sommessa... lui guarda, studia, annota preciso colori, odori... non è una di loro, non fa parte del branco... è furbo il piccoletto, e subito parte un miagolio allarmato seguito da due o tre lamenti indistinti, e poi come il diluvio uno scroscio di pianto senza speranza...

E tutti sono pronti, sull'attenti... nanny, André che si fa più vicino ad Annette, e mormora che forse è troppo presto, e Oscar che se la ride in segreto perché la piccola peste le ha reso giustizia...

Ma Annette non si scompone, e "No, lasciatelo si dovrà pur abituare alle mie braccia, a stare anche con me... iniziamo con qualche ora, poi mezza giornata, poi tutta... vedremo insieme cosa è meglio per il bambino... e per voi naturalmente" e guarda lui, loro...

A quelle parole persino nanny si illumina... brava ragazza, che vuole il bene dei suoi nipoti, due, tre... "Venite, vi offro un tea...e poi vi mostro la vostra stanza" conciliante, e Oscar trasecola... Annette con Daniel ben saldo tra le sue braccia ha un'ultima cosa da chiedere anche se la risposta scommetterebbe di saperla indovinare...

"Dove dorme Daniel?"

André risponde, e vorrebbe dire "Con noi" ma si ferma appena in tempo e "Con me, nella mia stanza", si corregge e lascia cullare quel pensiero che somiglia ad un desiderio che giace in un angolo della mente...

"Penseremo ad una sistemazione più comoda, allora... così non disturberò voi e lui avrà uno spazio tutto per sé". Daniel intanto ha smesso di piangere, non ha la sua platea ad ascoltarlo, e dopo qualche secondo di silenzio perplesso si ficca in bocca due piccole dita... poi tre, poi la manina intera... opta soddisfatto per il pollice e inizia a succhiarlo beato, mentre i grandi si litigano il diritto di avere le sue attenzioni...

Ride Annette "Penseremo anche a quello, eh giovanotto? , altrimenti ti succhierai il pollice fino a vent'anni..." alza gli occhi e fa un lieve inchino "Ci rivediamo all'ora di cena - li incoraggia, per quello che può - la cena del piccolo, naturalmente... vi insegnerò un paio di trucchi... "

Svanisce, il piccolo tutto curioso che senza rispetto batte la manina sul seno candido, gorgogliando chissà quali segreti...

Il piccolo corteo le si affanna dietro e loro rimangono attoniti a guardarsi... e si sentono un po' ridicoli, quando si rendono conto all'improvviso che sono da soli.

Soli, dopo mesi di battaglie, e di sconfitte... soli, in silenzio... un pomeriggio libero tutto da occupare.

"Penserà che lo abbandono anch'io" fa André un po' perplesso e pieno di paterni sensi di colpa, per tutte le volte che l'ha desiderato, quello.

Di essere solo con lei.

E a lei sembra lui il bambino, adesso... "Ma no, è solo per poche ore... " e gli stringe un braccio, le dita scivolano fino alla mano, per stringergliela; ed è solo affetto che vuole mostrargli, perché per il resto, per tutto, hanno tempo e lei vuole che lui abbia tutto... "Lo tirerai su tu, e lo tirerai su benissimo!"

E forse vorrebbe dirgli noi, non osa... ma i suoi occhi, gli occhi parlano.

Lo sa lui.

Lo sa bene anche Annette...

 

 

Nevica...

Che bello, vero Daniel? Ti diverti , eh piccolino? E' la tua prima neve, guardali i fiocchi che cadono... e quanti sono, soffi leggeri che somigliano a tanti batuffoli... Allunghi le mani alla finestra e ridi felice, lo so che vorresti toccarli ma fuori fa freddo...

Fai il bizze? Hai un cruccio adorabile, ogni riccio un capriccio davvero, ma io so come trattarli i bimbi imbronciati, anche se sono stanca e tu reclami la pappa... Facciamo la pappa assieme ai tuoi genitori, oggi, hai visto che sono tornati?

Guarda Daniel, guarda papà... che si affretta ad aprire la strada verso le scuderie, c'è così tanta neve che quasi il vecchio portone non si apre... e non credo davvero che questo sia tra i suoi compiti... Lo sai che sei fortunato, piccino?  Tuo padre è una brava persona, seguendo i suoi passi non potrai mai smarrire la strada...

Ecco Daniel, ecco madamigella... lei ha sempre freddo e si stringe addosso il mantello, la neve è alta persino per le sue gambe lunghe...

Oh, hai visto? E' caduta, è così buffa, e papà ride mentre l'aiuta ad alzarsi... lei accetta l'aiuto, rossa come un papavero, e si allontana senza dir niente... che strano.

E invece no lo sapevo... è dispettosa come te... senza che lui se ne accorga afferra la neve con le mani nude e senza far caso al gelo che fa quasi male lo colpisce, dritto in faccia, la mira certo non le manca! Guarda com'è bella, Daniel, quando ride è proprio bellissima... ride e intanto indietreggia, si allontana da papà che non si scompone, ma posa l'arnese che stava usando e si avvicina, tranquillo...

Signore, sembrano loro i bambini... che si rincorrono incuranti della tempesta attorno a loro, ma in un attimo, pochi passi e lui la acchiappa... la stringe forte anche se lei si divincola e la trascina giù, tra le sue braccia in mezzo alla neve.

Daniel... non spaventarti, non è niente, non sono caduti... stanno giocando, li vedi? Anche se ora, non ridono più, e si guardano come incantati tenendosi stretti, e chissà se lo sanno che vale una vita un momento così.

Io credo di sì...

Cara Nanny, li sgrida proprio come faccio io quando tu fai i capricci. Non la sento, ma potrei ripeterti ogni parola, "Questo non si fa, alla vostra età, dovreste vergognarvi, e poi siete tutti bagnati e se vi verrà un malanno non sarò certo io a curarvi" e poi ancora "Vieni dentro bambina, cambiati in fretta, ti preparo qualcosa di caldo, André con te poi facciamo i conti..."

Ma lei non la lascia la mano di André... e lui pensieroso le toglie la neve dai capelli, seguendo la mano con gli occhi...

Il mondo agli occhi appare uguale, indistinto così, vero piccino? I campi, le strade, tutto bianco, fa quasi male... come il dolore che vela lo sguardo degli uomini , e non si distingue più ciò che è buono, da ciò che non lo è... cosa è giusto, cosa no...

E non sembra esserci posto per altro, nel mondo, nella vita... la neve, il dolore...

Eppure vedrai Daniel, la neve si scioglierà presto... e anche il dolore, davvero, il dolore può guarire.

E due persone si ritrovano unite davanti a una culla...

Facciamo la pappa amore? Facciamo la pappa con papà e con Oscar, ormai lo sanno, hanno imparato...

Di notte si alzano  e sembrano due fantasmi assonnati, silenziosi e solidali, scivolano nell'ombra per non fare rumore ora che tu fai il bravo, per quanto giochi con me sei così stanco che ora dormi, obbediente.

E loro si alzano in due, ti addormentano in due... perché insieme è meglio, e la stanchezza pesa di meno, il buio fa meno paura e i ricordi non ululano dietro le porte...

André l'ha detto a lei che è inutile che si alzi, e poi le scale al buio, che può farlo da solo... ma lo sguardo nega ciò che la voce sostiene, e quando se la ritrova accanto mentre rimesta e la sente che sospira che a quell'ora l'odore del latte la fa stare male e invece propone del cognac sorride... e pensa che è bello, bellissimo.

In fondo anche lei non sa più che pensare di sé, lui, di un bimbo e una schiera di mici adoranti...

Eppure lo vedi anche tu piccolo che non è un capriccio il suo, non è una sfida, non cerca conquiste né gloria. Cerca, sta provando con tutte le forze che ha. Vuole essere vera per te.

Per loro.

Tu hai una cameretta tutta per te ora, e papà ogni tanto confessa che vorrebbe tenerti  un pochino al fianco nel letto... ha paura che tu lo dimentichi, che tu non sappia più riconoscerlo. E invece lo vedi e fai mille moine, e quasi ti butti, dalle mie braccia a cercare le sue. Anche se ancora non dici "papà"...

Ma io sono severa, e dico di no... lo so che è difficile, ma è per il bambino, e solo per lui... coraggio André, madamigella, siete bravi davvero, non manca molto... tra poco non avrò più nulla da insegnare, quello che ancora non sapete lo scoprirete l'uno negli occhi dell'altra, e insieme negli occhi di Daniel. E io sarò solo Annette, la balia...

Ora diavoletto è ora del riposino... e lo farai, te lo dice Annette che lo farai...

 


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