Libertà!!!
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Nota: Di seguito al Debate 12 di Amarisee, che, per solidarietà ho deciso di ospitare in questo sito, ho iniziato a scrivere il mio intervento sulla libertà di espressione. Che, poi, per il succedersi di eventi, si è esteso alla censura delle idee e alla logica dei gruppi di potere nel fandom in genere.
Un certo tipo di atteggiamento, alquanto dittatoriale, da parte di alcune persone in rete -e nei luoghi tipici di aggregazione in rete-, a volte può rasentare la censura. E' molto triste che qualcuno voglia come possedere il diritto dei fan di incontrarsi o meno e dove credono loro. O dove le cose funzionano meglio... o sono più pratiche... e possedere o dirigere o reprimere la creatività dei fan.
Mi riferisco al fatto che ci siano gruppi ristretti di persone, solitamente aggregati attorno ad un leader autoacclamatosi, che pretendono di possedere, di accaparrarsi, di dare una sorta di crisma di ufficialità a tutto il materiale prodotto dai fan, disconoscendo, di fatto, tutto ciò che da quel gruppo non proviene, tutto ciò che ha provenienza, per così dire, privata. In questo senso, accettare che sia il gruppo dirigente a decidere gli argomenti di fanfic e fanart o a decidere quali siano gli autori che possono pubblicare e quali, invece, restino nel ghetto, è insieme ridicolo è impossibile, per chi ha cervello e cuore. Allo stesso modo è altrettanto pesante accettare che il medesimo gruppo dirigente voglia evitare che le fanart e le fanfic circolino se non tramite canali ufficiali. Mi riesce fastidioso accettarlo. E, per tornare all'accaparramento dei lavori dei fan, il risultato è che i prodotti ufficiali, per finire, possono essere acquistati soltanto dagli iscritti al club o circolo o altro. Venendo meno uno dei presupposti delle pubblicazioni (cioè il rendere pubblico), che è proprio la possibilità di diffusione, e venendo meno anche l'utilità delle pubblicazioni, una volta esaurito il numero degli iscritti, dato che gli "altri" fan, che magari quel materiale lo acquisterebbero, non hanno diritto a comprarlo perché non iscritti, perché outcast, perché sans-papier della rete.
Con un controsenso ancora più folle: perché i fan "ufficiali", gli "eletti" (nel senso di Mann), quelli che hanno diritto ad usufruire dei canali privilegiati e di ottenere -solo loro- IL prodotto privilegiato, alla fine si ritrovano per le mani un prodotto "di regime", con gli autori graditi al gruppo dirigente - che non è sempre detto che siano i migliori.
Perché succede anche che non si blocchino tanto gli argomenti, quanto i lavori delle persone. Ci sono persone che vengono tenute fuori dalle iniziative dei club ufficiali perché non gradite al gruppo dirigente. E, così, lavori anche interessanti o collaborazioni potenzialmente fruttuose, che i fan "ufficiali" potrebbero gradire, vengono accuratamente evitate perché si tratterebbe di farle con persone che non piacciono a chi gestisce le cose. Perché sono persone che hanno magari una personalità forte, hanno le proprie idee o, semplicemente, la loro presenza infastidisce qualcuno che gradirebbe il vuoto intorno a sé, gradirebbe vincere senza competizione (ma mi chiedo dove sia, allora, la vittoria). E perché questi meschini hanno avuto la malaugurata pensata di poter pure esprimere le proprie idee, in una telefonata o in una e-mail private o, anche, pubblicamente. Ecco, da qui comincia la loro odissea. Queste stesse persone, che prima erano nell'empireo, dopo aver contraddetto qualcuno, cominciano una inesorabile caduta. I più fortunati vengono solo messi nel dimenticatoio. Quelli più sfigati restano in qualche modo nelle grinfie del qualcuno e vengono sottoposto ad uno stillicidio di cattiverie, dispetti, angherie degno dei romanzi d'appendice. E, anche quando, alla fine, decidono di autoeliminarsi dalle liste o dagli agoni della competizione o dai luoghi virtuali in cui vengono torturati, continua, nei loro confronti, un processo di distruzione della loro credibilità che si avvale di una fitta rete di chiacchiere.
Così vanno le cose...
Per fortuna, poi, noi abbiamo ancora possibilità di esprimerci attraverso i nostri siti. Ma i canali ufficiali ce li scordiamo. Ed è anche per questo che alcune iniziative nascono autonome. Perché non sono iniziative "ufficiali". Dove per ufficiale, ci viene spiegato, si intende non qualcosa che sia stato votato democraticamente, ma, per inteso, qualcosa che gli organizzatori -e loro soltanto- decidono. E i membri? Che ci stanno a fare? Solo ad acclamare? Che facciamo, l'autoelezione per acclamazione? Il listone? Il che spiegherebbe, poi, la funzione dei membri: fanno il popolo bue!
Quanto alla ragione di tale atteggiamento... Succede perché qualcuno, che si è originariamente offerto di coordinare, per praticità, una iniziativa, poi fa una sorta di "upgrade" (^_^;;;) e passa del tutto autonomamente a despota, pensando che quello che, prima, intendeva come servizio per i fan ora sia sua proprietà, regno e diritto.
Succede perché qualcuno, dimenticando che siamo solo appassionati di qualcosa, come tanti altri, usa questo mezzo come un suo strumento di potere personale... pensate all'ispettore Clouseau: "Ci sono i capi e ci sono i gregari", diceva al povero Dreyfuss... Ecco, ci sono persone che, dimenticando che tutti hanno, poi, la loro vita, i loro casini, vedono i luoghi di aggregazione virtuale come uno strumento per esercitare il proprio potere, o, alla fine, sfogare le proprie frustrazioni.
E internet, soprattutto, essendo un paradiso/inferno libero (come le radio libere degli anni '70 e '80), si presta molto a queste cose: si pensi soltanto al problema delle identità fittizie (totem): uno si nasconde dietro un nick e può inventarsi una vita, essere ciò che non è. In questo senso, internet aiuta molte persone, che, altrimenti, sarebbero sole, avrebbero una vita triste, ma è anche pericoloso, perché è uno strumento che nasconde, che occulta per come realmente si è (e non parlo solo dell'aspetto fisico, ma anche del carattere). Ecco, la rete è una grande mistificatrice, in questo senso. Senza voler, poi, affrontare il problema legale connesso alle identità fittizie, che rientra nelle problematiche dell'art. 494 c.p.
Dicevo le radio libere di tanti anni fa. Molti dei nostri siti somigliano a quelle esperienze di allora. I siti sono una forma di libertà di espressione dei fan. Come lo sono tutte le altre forme di aggregazione in rete. Ma un conto è coordinare un servizio (avendo ben presente, appunto, l'etimologia del servizio, cioè di una utilità che si arreca anche agli altri), un conto è coartare la libertà di espressione.
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