La sabbia e la yeshiva - Ben-Jelloun e Singer
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Alessandra mi ha segnalato che in un forum
francese hanno indicato "Creatura di Sabbia" di Ben Jelloun.
Vorrei dire qualcosa in proposito.
Sono due testi a tratti simili, "Creatura di sabbia" (L'enfant de sable), di
Tahar Ben-Jelloun, romanzo edito in Francia nel 1985, e "Il ragazzo della
Yeshiva", novella di Isaac Bashevis Singer.
Storie di donne che si fingono uomini.
Ma guarda un po'... ^_-;
Testi oscuri, densi di ansia, in cui la creatura costretta dal padre a fingersi
uomo si nasconde anche a se stessa, e in cui la ragazza anziana e mascolina
tenta di reagire alle convenzioni e alla vita. Ahmed e Yentl/Anshel sono due
creature diverse, come lo sono le loro storie, che, pure, sono raccontate in
maniera simile. Lo stile si fa carico, oscuro, onirico e greve. "Il bambino
crebbe in un'euforia quasi quotidiana", scrive Ben-Jelloun nella traduzione di
E. Volterrani. "Il padre pensava alla circoncisione. Come procedere? Come
tagliare un prepuzio immaginario? Come non festeggiare fastosamente il passaggio
all'età d'uomo di questo ragazzo? (...) Ci sono delle pazzie che neppure il
diavolo conosce!" Stile totalmente distante, quanto a Yentl, dal film della
Streisand, sua opera prima da regista. Belli entrambi, per me (forse per i
puristi sdegnosi dico un'eresia!), ma diversi. Tanto è oscuro il racconto,
quanto il film è solare, quasi favolistico, energico, denso di particolari
(ricordo lo scambio con Hadass: "A match set! From France, yet!" E Hadass che si
stupiva di questo timido pretendente così stranamente attento ai particolari
delle porcellane; ma anche l'atmosfera rarefatta della yeshiva, le passeggiate
con Avigdor, la bravura nel rendere i raggi di luce nel contrasto col buio, il
cambiamento tra la realtà opprimente del paese, in cui tutto incombe, e lo
splendore e l'apertura della yeshiva). Reso per me più bello dalla musica di
Michel Legrand, già autore della bella colonna sonora del live movie di Lady
Oscar (nelle foto interne dell'LP era ritratto mentre dirigeva la Streisand). Ma
totalmente alleggerito del dramma e dall'atmosfera che incombono su tutto il
racconto, invece, pervadendolo di un senso di scacco totale ed indefinibile. Ma
sono i ricordi di una tredicenne di allora, questi...
Yentl, o meglio, "Il ragazzo della Yeshiva" lo lessi nel 1983, mia madre amava
molto Singer, il racconto era in una raccolta Longanesi che prendeva il titolo
da "Gimpel l'idiota". "Creatura di Sabbia" invece me lo regalò la mia compagna
di banco part-time Rita, che amava la lettura, e che sapeva quanto fossi presa
da Lady Oscar. Fortuna che non ho mai nascosto le mie idee! :)
Nell'estate 1983, attratta dal tema en travesti, che, peraltro, in
quegli anni, era stato rivisitato da Julie Andrews in "Victor-Victoria" (cosa
che i critici cinematografici non mancarono di sottolineare), e dalle musiche di
Legrand (praticamente tampinavo libri, riviste, film, manifesti del cinema,
giornali in caccia di qualcosa che avesse a che fare anche larvatamente col
mondo Lady Oscar, quindi beccavo anche le cose più assurde) vidi il film della
Streisand, "Yentl" (trascinai mia madre al cinema quattro giorni di seguito...),
tanto diverso, anche nelle atmosfere, dal romanzo. I personaggi, resi più
moderni, le loro istanze, il loro confrontarsi, che rivisitavano il testo
originale con un apporto diverso, la musica, il rapporto con Avigdor (l'attore
di teatro e musical Mandy Patinkin che attualmente mi pare sia su Rai due in
qualche serie sui crimini), i suoi occhi neri che pure sembravano brillare, la
sua famosa uscita dalle acque, sotto lo sguardo allibito e imbarazzato di quella
che lui crede un compagno di studi - e la coinvolgente canzone che sottolineava
questo momento "Why is it that everytime I close my eyes he's there, the water
shining on his skin, the sunlight in his hair" (scusate eventuali errori di
citazione, ma non ho sottomano l'LP coi testi, vado a memoria), le
ambientazioni, il gusto per i particolari, il fogliame, la luce che sembra
erompere da atmosfere ovattate, gli scambi tra Yentl e Avigdor e poi tra lei ed
Hadass, la vitalità che pervade tutta l'opera sono cose che non dimentico, anche
se il film non lo rivedo dal 1989. Insomma, molto diverso dal libro, ma per me
fu coinvolgente.
E' evidente che il film rivisitava le atmosfere polverose del romanzo, dando
loro una lustratina per offrirle al pubblico, chiaro. Per di più era un film
musicale. Insomma, il tipico prodotto che o entri nel meccanismo o detesti. A me
piacque. Molto.
pubblicazione sul sito Little Corner del dicembre 2006
prima pubblicazione su http://blog.littlecorner.it/ del 12 novembre 2006 http://blog.littlecorner.it/archivi/2006-11-01.html
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